Visualizzazione post con etichetta serie tv. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta serie tv. Mostra tutti i post

mercoledì 15 marzo 2023

Mare fuori, ecco perchè ci piace tanto

mare-fuori-3


Ho finito Mare Fuori. Tre stagioni buttate giù che è un piacere, come un sorso d'acqua. Se per caso vivete Marte e non sapete cos'è, ve lo spiego ora. 

Mare Fuori è la serie del momento. Tutti ne parlano, tutti la seguono, la commentano e la memano. Chi non la guarda la schifa, chi la schifa viene preso a male parole dagli adepti, con un fervore simile a a quello calcistico.

Mare Fuori è una serie RaiFiction andata in onda su Rai2 (ora la trovi su Raiplay e le prime due stagioni sono anche su Netflix). Racconta le vicissitudini di un gruppo di giovani detenuti in un carcere minorile di Napoli che sorge davanti al mare. Un carcere che nella realtà non esiste, ma è ispirato a quello di Nisida.

Mare che ovviamente incarna simbolicamente tutto quello che c'è oltre le sbarre, la vita che li attende e che non aspetta altro che essere afferrata e vissuta, che non deve essere sprecata.

lunedì 14 novembre 2022

The Bear: la cucina? Un lavoro sporco


Su Disney+ potete trovare un piccolo gioiello. Si chiama The Bear ed è una serie di soli otto episodi che vi catapulterà nelle dinamiche di un microcosmo altamente disfunzionale che è quello della cucina di una tavola calda di Chicago.

lunedì 31 ottobre 2022

Simpathy for the devil: ovvero ho guardato tutto Lucifer e mi è piaciuto

 


Negli ultimi anni mi era comparsa spesso tra i suggeriti di Netflix la serie Lucifer, ma fino a poco tempo fa l'avevo snobbata. Una serie in cui il diavolo in persona decide di prendersi una vacanza dall'Inferno per andare a gestire un night club a Los Angeles e finisce per diventare consulente della polizia... che razza di cavolata poteva essere e per quale motivo avrei dovuto perdere tempo a guardarla?

Ma in questo periodo ho un po' di cose per la testa e mi sento emotivamente instabile nonchè incapace di concentrarmi su cose troppo impegnative - fosse anche per il tempo di un film. Così mi sono convinta a dargli una chance, pronta a mollarlo senza rimorsi non appena mi avesse  annoiato. Speravo in una visione piacevole, un riempitivo senza impegno. E mi sono trovata incastrata in un binge watching lungo 6 stagioni, conquistata dall'abilità di questa serie di mescolare humor e sentimenti, piccoli gialli polizieschi con terapia e  questioni esistenziali, commedia e dramma.

Di seguito vi racconto cosa mi ha fatto appassionare alla serie.

martedì 18 maggio 2021

5 motivi per guardare subito High Fidelity, la serie

high fidelity poster


Oggi vi parlo di High Fidelity. Lo so, lo so, la serie non è una primizia: in Italia era disponibile già da settembre su Starz di Amazon Prime, eppure io me ne sono accorta solo poco fa, quando l'hanno messa su Disney+. Devo dire che ero un po' scettica: avevo almeno due buoni motivi per dubitare.

Innazitutto, la serie è tratta dall'omonimo libro del 1995 di Nick Hornby, che io presi in prestito in biblioteca, divorai e amai senza riserve. Con Alta Fedeltà Hornby si piazzò tra i miei scrittori contemporanei preferiti, per rimanerci in pianta stabile. Ma l'ironia tagliente dei suoi libri non è cosa facile da rendere sullo schermo (basti pensare a Juliet, Naked: un film molto piacevole ma meno sfaccettato e profondo rispetto al romanzo).

A maggior ragione se parliamo di un libro che di adattamento cinematografico ne aveva già avuto uno, nel 2000, e tra l'altro ben riuscito: la pellicola di Stephen Frears con protagonista John Cusack.

E invece. Invece High Fidelity in versione femminile funziona. Appassiona. Diverte. Immedesima. 

Eccovi quindi i 5 motivi che secondo me la rendono una serie da vedere subito.

sabato 1 maggio 2021

Foodie love: fame d'amore


foodie love poster

Una serie che più #cookingmovies non si può mi fa tornare a scrivere sul blog. Parlo di Foodie Love, serie spagnola prodotta da HBO Europe, che racconta la genesi di una storia d'amore tra due appassionati di gastronomia, trovatisi grazie a un match sull'app "Foodie Love".

Confesso di non consultare quasi mai la library di Rai play, che invece a volte riserva delle interessanti sorprese, come questa. Otto episodi da poco più di 30 minuti, un viaggio tra le titubanze, le insicurezze, gli imbarazzi ma anche le aspettative e l'esaltazione di un incontro che pian piano promette di diventare una storia d'amore, curare vecchie ferite, mettere fine alla solitudine e magari regalare un po' di felicità.

Il cibo, in tutto questo, è uno strumento per rompere il ghiaccio, per interessare l'altro, trovare un terreno comune. E' veicolo d'amore, ma anche tattica per stupire, per godere, per consolarsi quando le cose non sembrano andare come dovrebbero (tanto che a volte viene il dubbio che mangiare, in fondo, sia assai meglio che amare).

Una cena al ristorante diventa il pretesto per costruire progetti e futuro insieme, fantasticando e pianificando esperienze gastronomiche indimenticabili, che a loro volta non sono che un tentativo di rendere speciale la vita, il rapporto, il nostro amore.





Foodie Love ci accompagna dentro la psiche di lui e lei (Guillermo Pfening e Laia Costa), protagonisti senza nome, trentenni (lui più verso i 40 a dire il vero) in cerca di un posto nel mondo, ma sperduti, guastati da un'inquietudine senza tregua, che si placa solo mangiando gyoza, bevendo cocktail complicati dal nome pomposo come "Breakfast in Kentucky" o facendo l'amore.

Ma come in tutte le storie questo legame acerbo, seppur elettrizzante e comunque ricco di dubbi e perplessità, non può sopperire al bagaglio di dolori e questioni irrisolte nascoste nell'animo: i protagonisti dovranno trovare il modo di affrontarle, personalmente.

Questo gioiellino, scritto e diretto dalla regista catalana Isabel Coixet, piacerà a chi non si annoia nelle situazioni "boy meets girl", e a chi è curioso nei confronti del cibo e adora fare turismo enogastronomico.



In questo periodo di pandemia, poi, vi assalirà un'incredibile nostalgia vedendo ramen bollenti gustati in chioschi all'interno di mercati coperti, drink elaborati da bere ammassati ad altri avventori in affollati speakeasy, cene stellate in ristoranti bellissimi che non conoscono ancora distanziamento e mascherine.

Azzeccata anche la colonna sonora, tra l'altro costellata di classici della canzone italiana come Grande grande grande di Mina o Senza Fine di Gino Paoli (qui la playlist Spotify).

Foodie Love è viaggio intimo e coinvolgente che vi consiglio, soprattutto se anche voi siete foodies!

Special guest della serie: Luciana Littizzetto che, in una puntata ambientata a Roma appare nei panni di una filosofa convertita gelataia, accompagnando il nostro Lui nella degustazione del gelato più buono della vita.

E se dopo la visione sarete curiosi di sapere dove sono tutti quei posticini dove mangiare e bere, questo blog spagnolo vi spiega esattamente punto per punto di che si tratta. 

E voi, lo avete visto/lo vedrete? Raccontatemelo nei commenti!

Buona visione e... buon appetito!

domenica 15 novembre 2020

La New York natalizia e golosa di Dash & Lily

dash and lily

Se c'è una città che a Natale dà il meglio di sé è New York: i luoghi iconici si fanno ancora più  scintillanti e magici e tutto sembra ancora più bello
Se siete curiosi di vederla in questa veste non dovete perdere Dash & Lily, delicata rom com in versione teen targata Netflix, tratta dal libro Dash & Lily's book of Dares di Rachel Cohn e David Levinthal. 
Pur costellata di situazioni irrealistiche (molte delle quali legate all'oggettiva impossibilità di trovare luoghi notoriamente affollati di New York praticamente vuoti, ma non solo... un po' come Emily in Paris), questa storia delicata e accattivante in 7 puntate da circa 20 minuti vi conquisterà

domenica 8 novembre 2020

Biscotti a scacchiera per La regina degli scacchi

Biscotti a scacchiera - Cooking Movies

Sapete giocare a scacchi? Io no, o perlomeno, ricordo di aver vagamente provato a imparare da bambina, ma la verità è che non ho mai padroneggiato la scacchiera, nè francamente ho mai avuto rimpianti al riguardo.

Almeno finché non ho visto La Regina degli Scacchi (The Queen's Gambit), nuova mini serie Netflix tratta da un romanzo di Walter Tevis.

domenica 11 ottobre 2020

Tutti pazzi per Emily in Paris (o forse no?) e la ricetta dell'omelette

Criticatissima ma al primo posto tra i contenuti visti su Netflix, Emily in Paris è la nuova serie rom com (10 episodi di circa 25 minuti) creata da Darren Star (sì, proprio lui, quello di Beverly Hills 90210 e Sex and the City) che sta facendo molto parlare di sè.

Perché? Perché Emily in Paris è un concentrato di situazioni irrealistiche, clichè e stereotipi, e negarlo sarebbe impossibile, ma è anche una favola rosa con momenti surreali e divertenti che si lascia guardare con piacere e che scorre via veloce, tanto che io per esempio l'ho finita nell'arco di 24 ore.


Bisogna quindi approcciarla con questa consapevolezza e non aspettarsi niente di più di un meraviglioso concentrato trash, un guilty pleasure da bere tutto d'un fiato, un riempitivo, un momento per staccare il cervello dopo una giornata di lavoro faticoso.

Posso capire che i francesi si sentano indignati e offesi da questa serie o la trovino "ridicule", perché la rappresentazione di Emily in Paris non è semplicemente stereotipata, è proprio assurda ed evidentemente mediata dall'idea che gli americani hanno di come dovrebbe essere la Ville Lumiere.

Un po' come a me aveva dato fastidio quel brutto film di To Rome with Love di Woody Allen, dove gli americani giravano per Roma come se fosse per un parco divertimenti e gli italiani sembravano una manica di deficienti, intenti solo a mangiare, cantare l'opera e a tradire la moglie.

Qui i francesi - in questo caso i colleghi di Emily- sono edonisti che arrivano al lavoro alle 10:30 e fanno pause pranzo di due ore sorseggiando vino, ti fumano in faccia, parlano di te come se fossi una minorata. I francesi di successo - in questo caso l'affascinante profumiere Antoine Lambert - hanno una moglie ma anche un'amante a cui la situazione va bene così (wtf?). I francesi hanno un'educazione sessuale aperta, al punto che le madri chiedono alle loro avventure di una notte se sono stati buoni amanti (wtf again?).


Emily (Lily Collins) arriva in un'agenzia di marketing di successo che ha a portfolio marchi di lusso incredibili, ma è l'unica ad avere le idee giuste sul fronte social media, le cui potenzialità sono snobbate completamente dai colleghi francesi: insomma, come spesso accade nelle produzioni USA, l'americana arriva a farti vedere how to get things done.. Posso capire il fastidio dei francesi che poi, si sa, non sono affatto permalosi. Inoltre questa Emily sembra avere proprio il tocco magico coi social perché con tipo tre post su Instagram diventa un'influencer e presto arriva a creare campagne virali (ricordatevi solo questo: lubrificante vaginale. Quando avrete visto la serie ne riparliamo....)


La "chambre de bonne"  all'ultimo piano data a Emily (così viene presentato l'appartamento che le danno nella prima puntata) è grande almeno come tre vere chambre de bonne parigine. Se non conoscete la storia di queste piccole soffitte, qui trovate un articolo di Vice molto interessante che mostra il variegato popolo degli abitanti attuali di questi sottotetti parigini, che una volta erano le stanze per le domestiche del palazzo di famiglia. 

Ma vogliamo parlare di moda? Qui troviamo un paralellismo ancora più forte con Sex & The City. Come una Carrie moderna in salsa gallica, Emily sfoggia outfit totalmente fuori dalla portata di una trentenne media e soprattutto senza alcun senso pratico. Gira per i Jardin des Tuileries (chi ci è stato sa che si cammina su sterrati pieni di polvere e sassolini) e sul pavé (addirittura corre! Fantascienza...) con tacchi a stiletto da 12 cm, indossa maglie con la Tour Eiffel (dio mio) e completini gialli e neri o verdi e rosa che la rendono individuabile a 2 km di distanza... Con il tempo migliora un pochino, si pariginizza, ma sempre in modo eclatante e stereotipato (berretti rossi, foulard, cose così). 


D'altra parte dietro ai suoi outfit c'è Patricia Field, la stessa stylist che ha reso iconici i look di Carrie Bradshaw e delle sue tre amiche newyorkesi. Che forse potevano funzionare sullo schermo ma, almeno per me, sono sempre stati inconcepibili. Si vede poi che il vizietto del tacco 12 non le è passato dai tempi delle Manolo Blahnik. Unico suo outfit che promuovo è il tributo a Audrey Hepburn (sotto). Altra storia invece sono gli abiti di Sylvie, la capa snob di Emily, che è oggettivamente sempre chic e impeccabile (sarà stronza, ma almeno è vestita bene!)


Non entro nemmeno nel merito della trama, perché è piena di coincidenze e incastri fantasiosi come solo un romanzo rosa può essere, ma chi non vorrebbe un vicino di casa come Gabriel, un giovane e promettente chef normanno con la faccia e il fisico di Lucas Bravo? O un'amica come Camille, che per il weekend ti porta nel castello di famiglia nella Champagne (certo, magari non trattarla poi come fa Emily sarebbe meglio)? O ancora, un'amica expat come Mindy Chen, cinese ricchissima con un passato da pop star che si mantiene a Parigi facendo la baby sitter per non tornare in Cina a gestire l'azienda di zip di famiglia?




Insomma è vero che Emily in Paris trasforma la capitale francese in una Disneyland al servizio della protagonista, nella serie ci sono tante cose che possono farti alzare gli occhi al cielo. Ma, se sei in grado di non infastidirti troppo per la mancanza di verosimiglianza, è un prodotto simpatico e godibile e pieno di momenti comici ed esilaranti. 
E poi non vorrai perderti il gusto di commentare tutti i momenti trash che più trash non si può (ricorda: lubrificante vaginale), oltre agli addominali di Gabriel, con le amiche? 

Ti lascio con una ricetta ispirata a Emily in Paris... l'omelette! 

Quando Emily si fa arrivare da Chicago un pesante scatolone pieno di burro d'arachidi (rotto), lo chef Gabriel la invita a provare qualcosa di meglio e le prepara una omelette.
Qui vi do la ricetta dell'omelette alle erbe aromatiche per un tocco di freschezza in più.


Omelettes alle erbe aromatiche 



Ingredienti per 4 omelettes: 

8 uova

4 rametti di cerfoglio (o basilico), tritato finemente 

4 rametti di erba cipollina, tritata finemente

4 rametti di timo, tritato finemente 

4 rametti di prezzemolo, tritato finemente

1 cucchiaino di paprika affumicata

1 pizzico di peperoncino
40 ml di panna fresca

50 grammi di burro chiarificato 

Sale 

pepe

Procedimento
  1. Lava e trita finemente il prezzemolo, l’erba cipollina, il timo e il cerfoglio (o basilico). 
  2. In una ciotola capiente sbatti le uova e aggiungi sale e pepe quanto basta.
  3. Aggiungi il mix di erbe tritate, un cucchiaino di paprika affumicata e un pizzico di peperoncino.
  4. Mescola bene. Unisci anche la panna (in alternativa puoi usare del latte intero).
  5. Prepara quattro piatti spennellando la parte centrale con un po’ di burro chiarificato, tienili da parte, possibilmente al caldo.
  6. In una padella antiaderente scalda una noce di burro (circa 10 grammi) chiarificato, versa un quarto del mix di uova e cuoci a fiamma media finché il fondo sarà rappreso e asciutto ma le uova ancora morbide sopra.
  7. Dando dei colpetti alla padella fai scivolare l’omelette verso il bordo destro e poi ripiegala su se stessa.
  8. Prendi uno dei piatti che avrai tenuto in caldo, fai scivolare l’omelette e servila con un contorno di insalata fresca o altra verdura a piacere.
  9. Ripeti la procedura per preparare le altre tre omelettes. Bon appetit!

E tu hai già guardato Emily in Paris? Cosa ne pensi? Raccontamelo nei commenti!

mercoledì 24 giugno 2020

Viaggio a Tokyo, con i film e le serie tv

Tokyo
Panorama su Tokyo

Sono stata in Giappone una volta, due anni fa. Un viaggio di 17 giorni che, nonostante i tanti chilometri macinati a piedi e in treno e una tabella di marcia serrata sono stati appena sufficienti a gustare la bellezza, la delicatezza e il fascino di un paese magnifico. Mi piacerebbe tornarci, anche se so che questo non accadrà sicuramente a breve, e passare più tempo a Tokyo, che sicuramente merita un approfondimento per cogliere le mille anime di una città davvero pazzesca. 
In attesa di poterla tornare a visitare di persona, ecco sette appassionanti storie tra film e serie tv ambientate a Tokyo - dai classici ai kolossal, fino alle proposte più recenti di Netflix e Amazon Prime, per arrivare dall’altra parte del mondo... con l’immaginazione.

sabato 18 aprile 2020

Unorthodox: la serie del momento e la Challah ebraica


Chiunque l'abbia vista, è rimasto stregato, me compresa: Unorthodox è una miniserie di Netflix in quattro episodi che ti sconvolge e ti conquista per la grande potenza emotiva, scaraventandoti dentro la sconosciuta realtà degli ebrei della comunità chassidica, un universo chiuso dalle regole inimaginabili per noi cittadini del mondo libero nel 2020. Eppure...

lunedì 22 luglio 2019

Blueberry Scones per Buffy, l'Ammazzavampiri

Blueberry scones - Elisa Pavan - Cooking Movies
Blueberry Scones
Il meteo lo diceva, che sarebbero tornati i 35 gradi, e nei prossimi giorni si arriverà di nuovo a picchi di 40. Allora io che faccio? Accendo il forno per preparare gli scones! D'altro canto se la voglia di dolce chiama, chi resiste? Soprattutto quando i mirtilli custoditi in frigo rischiano una morte prematura: sentivo il dovere di salvarli!
La ricetta è tratta dal blog Sally's Baking Addiction, ho seguito i suoi suggerimenti e il procedimento, ho solo sostituito il buttermilk con lo yogurt greco! Eccola:

domenica 14 aprile 2019

L'inverno è arrivato: come prepararsi e dove vedere l'ottava stagione di Game Of Thrones!

L'ottava stagione di Game of Thrones è finalmente qui!
L'attesa è alle stelle e l'hype a mille: stasera in America, stanotte alle 3 per noi che siamo in Italia, andrà in onda il primo episodio dell'ottava e ultima stagione di Game of Thrones o Trono di Spade che dir si voglia.
La serie fantasy che ha ridefinito il genere e conquistato il mondo torna a quasi due anni dalla fine settima stagione. E' probabile che a questo punto vi starete chiedendo....
  • Dove eravamo rimasti? 
  • Come fare un efficace ripasso della settima stagione?
  • Dove vedere la prima puntata dell'ottava stagione di Game of Thrones?
  • Cosa mangiare, invece delle vostre unghie, durante la prima puntata dell'inizio della fine?
Calmi... vediamo di fugare ogni dubbio!

giovedì 11 gennaio 2018

Buoni propositi, film e serie per cominciare bene il 2018

The Crown, una delle serie tv top del 2017, è ora alla seconda stagione (Netflix)
Se domani si dovesse scatenare su Milano una bufera di neve senza precedenti potrete incolpare me. Questo è infatti il primo post che scrivo dopo mesi di assenza totale dal blog e da tutti i canali social correlati (potete far partire Backstreet's back, se volete). I motivi? Tanti e nessuno in particolare:

martedì 14 giugno 2016

10 buoni motivi per guardare Homeland 5


La quinta stagione di Homeland è andata in onda in Italia lo scorso inverno, ma non avevo ancora avuto modo di recuperarla. Lo sto facendo ora, mi piace da morire e se non l'avete fatto dovreste guardarla subito anche voi. Eccovi 10 ottimi motivi per farlo.

1. Berlino
Il cambio di scenario che ci trasporta in Germania, due anni dopo i fatti della quarta stagione, rimescola le carte, apre nuovi scenari e ci immerge come non mai nell'attualità tra rischi di terrorismo in Europa, ascesa dell'Isis e crisi siriana.
Magari ci scappa pure un bratwurst con una birretta?


2. Carrie Mathison
Per un secondo tentano di farci credere che sia diventata una mammina tranquillona che certi pericoli non li corre più, ma la sua natura spericolata, geniale e schizoide riemerge presto ai livelli top della stagione d'esordio, quelli del primo Brody e delle migliori conspiracy theories. Claire Daines poi è sempre in parte.


3. Saul Berenson
Per quanto combini un po' di cazzate a sto giro, a me viene sempre voglia di dare un abbraccione a Mandy Patinkin. Sarà la barba, sarà che poi anche quando litiga con Carrie poi accorge che sì ok è pazza, ma c'ha sempre ragione, e fa ammenda.


4. Allison Carr
Bella stronza. Un personaggio bastardo e doppiogiochista che ricorda le spie dei romanzi di Ken Follett o Le Carrè, interpretato con charme da Miranda Otto. Vorresti schiaffeggiarla e tirarle quei capelli ondulati, quindi funziona.


5. Otto During
Un personaggio che si chiama Otto già mi piace a prescindere. Poi se è un milionario con un debole per la filantropia intrepretato da Sebastian Koch (Le vite degli altri), ancora meglio.


6. Jonas 
Jonas, ovvero il nuovo fidanzato tedesco di Carrie, perfettamente bilingue e alquanto bono. Certo, è solo un avvocato della fondazione During, non è tagliato per la vita da spia e non sa tenerle testa... ovvio che sia destinato a sclerare, ma va beh #chissene: si chiama Alexander Fehling ed è un bel vedere.

7. L'hacker, Mr Robot style
L'hacker turco che diffonde documenti segreti scaricati da un bordello in nome della verità fa un po' Wikileaks e un po' Mr Robot, in ogni caso funziona, è verosimile e combina un gran bel casino. Approved! 

8. I russi 
A tratti mi sembra di essere in The Americans, solo 40 anni dopo: i servizi segreti russi tornano alla ribalta dando fastidio alla CIA con doppi giochi, misteri e controspionaggio. Una dualità che, a dirla tutta, funziona ancora benissimo.

8. Brody chi?
Il protagonista compianto delle prime tre stagioni nonché padre di Franny non viene citato, non c'entra niente con la Siria, con Berlino, coi russi, con la vita di Carrie, è fuori anche dai suoi ricordi.. almeno per il momento. Insomma, una vera liberazione per chi come me non lo tollerava proprio!


10. Quinn. 
Dulcis in fundo, il mitico Peter Quinn. Oh Quinn, tu ci vuoi far morire di crepacuore. Con questo qui non si può star tranquilli un secondo. Quel suo fare sprezzante, la poca considerazione per la propria vita, il suo legame profondo con Carrie in un'esistenza del tutto solitaria e senza legami... tutte queste cose lo rendono un personaggio fantastico, sfaccettato, imprevedibile. Che dire, l'ho amato da subito. Sarà anche merito di Rupert Friend, ma Quinn, e non c'è biondazzo tedesco che tenga, è sempre il mio preferito (altro che Brody). Putroppo ho un gran brutto presentimento riguardo a lui. Spero di sbagliarmi ma ho paura di no.

Detto ciò, torno a fare binge watching per finire la serie il prima possibile... dovreste farlo anche voi!
See you!

domenica 22 novembre 2015

Cosa c'è da vedere su Netflix


In questi giorni di sgomento dopo i fatti di Parigi, seguiti poi dagli allarme bomba in mezza Europa e dall'attentato in Mali, non me la sono sentita di dire nulla. Quello che è successo è terribile e la questione è tanto complessa. Quasi tutti hanno fatto i loro commenti e a mio avviso nella maggioranza dei casi avrebbero fatto meglio a tacere. 
Faccio questa premessa solo per dire che anche oggi non parlerò degli attentati e, sebbene mi senta un po' dissonante a scrivere di quelle che in questo frangente possono sembrare minchiate, ho deciso di farlo ugualmente perché questo è un blog di cinema e cucina e deve continuare a esserlo. Incupirmi e incupire i pochi tra di voi che scelgono di leggermi non serve a niente, se non darla vinta a chi vuole che reagiamo alla violenza con il terrore, la tristezza e la rinuncia alle nostre passioni. Questo per dire che, chiusa parentesi, da adesso parlerò di Netflix, di cui sto terminando il mese di prova. Tenerlo o meno? Il verdetto a fine post!

venerdì 10 ottobre 2014

Friends, E.R., X files & Twin Peaks: i compleanni delle serie degli anni 90

Friends serie tv

Non so a voi, ma a me i compleanni lasciano sempre addosso, oltre a un paio d'etti sulle cosce a causa di burro e zucchero contenuti nella torta, un piccolo velo di malinconia. Perché sono l'incontestabile prova che il tempo passa, e pure in fretta. Ora, a voi non fa strano pensare che la serie Friends nel 2014 abbia compiuto 20 anni? Ebbene sì! Era il 1994 quando facevamo la conoscenza di Rachel, Ross, Monica, Chandler e Joey. La sit com che mi ha fatto più ridere di sempre, arrivata da noi in Italia con ovvio ritardo (credo nel 96-97) e che mi guardavo su Raitre prima e Raidue dopo nella fascia post tg e pre tg in seguito, prima di rituffarmi sui libri (di solito non avevo finito i compiti). Ma non è finita.

lunedì 24 marzo 2014

The Good Wife: la puntata shock che spezzerà i vostri cuori (spoiler alert!)


Il cuore del fan di una serie televisiva può essere rotto in mille pezzi da una scelta crudelissima che ribalta tutto ciò che hai conosciuto e amato fino a quel momento in quella serie? A me, e credo anche a tanti altri, è successo stasera vedendo l'ultima puntata di The Good Wife (Dramatics, your honor, 5x15).
Non so se potrò tornare a seguire la serie fidandomi ancora di Michelle e Robert King, marito e moglie, due menti  che devono avere un bel gusto sadico... hai voglia ora a scrivere le lettere per spiegare a noi fan la loro scelta, ecco!
D'ora in poi sarà tutto uno spoiler, quindi se non l'avete vista, correte via di qui, tappatevi occhi e orecchie, non andate sul sito della CBS e tanto meno leggete Entertainment Weekly e tutti quei siti di recensioni. Ok? Che ora parto.

martedì 7 maggio 2013

The Americans: le spie russe che mangiano brownies e polpettone vi conquisteranno


Nel pieno della Guerra Fredda, il KGB si serviva di agenti speciali russi infiltrati sul territorio americano per operazioni di spionaggio, recupero informazioni, studio del nemico, sabotaggi ed eliminazione di personaggi scomodi a Mosca. Queste spie erano addestrate al punto da riuscire a integrarsi totalmente nella società USA, facendosi passare per sorridenti incarnazioni del sogno americano.
The Americans è la nuova serie di FX che racconta la storia di Elizabeth e Philip Jennings, due di queste spie russe. Siamo nel 1981: i due fingono agenti di viaggio, hanno due figli (veri) da un matrimonio (fasullo) combinato dal KGB, che da Mosca li ha spediti a vivere insieme come statunitensi doc in un sobborgo di Washington DC.



Stan Beeman invece è un agente dell'FBI appena assegnato alla sezione controspionaggio: vicino di casa dei Jennings, diventerà loro amico nella vita e loro inconsapevole nemesi sul lavoro.
L'FBI da un lato, gli agenti KGB della Rezidentura moscovita a DC dall'altro e quelli in diretto contatto con Mosca, lavoreranno l'uno contro gli altri in un intreccio di tradimenti, doppi giochi, inseguimenti, intuizioni, scoperte, rischi e pericoli.


The Americans racconta una pagina di storia americana (e mondiale) recente e la rende intrigante, spettacolare e appassionante grazie alla storia personale di personaggi sfaccettati che si muovono sul filo di una moralità discutibile. Le spie russe sono i cattivi? Certo fanno ciò che devono, senza farsi troppi scrupoli, perché mossi dalla convinzione di agire per un bene più alto, quello della Madre Russia (una convinzione che potrà forse traballare per qualche secondo, ma non cede mai). Ma sono anche persone che vivono il dramma di una relazione in cui i confini tra realtà e finzione, amore e dovere, si fanno labili e sfumati: la loro umanità ci porta, inesorabilmente, ad affezionarci a loro e a sperare che la facciano franca e non vengano catturati.



In questo gioco di ricatti, violenze e sangue gli Americani (i buoni?), giocano le loro carte senza tirarsi indietro e accettando via via compromessi morali sempre più pesanti, dimostrandosi a loro volta disposti a tutto per combattere il nemico silenzioso che viene dal freddo (e spacca svariati culi) e difendere la Madrepatria (ma soprattutto l'amico, il collega, la famiglia).



Elizabeth e Philip sono interpretati da Keri Russell e Matthew Rhys, noti ai più per i loro ruoli nelle serie Felicity e Brothers& Sisters. Per capire il loro controverso rapporto bisogna considerare che i  Jennings sono stati spediti in America come marito e moglie senza essere mai stati insieme, anzi, senza nemmeno essersi conosciuti prima. Elizabeth è la dura e pura del duo, disposta a vivere la relazione nell'ambito della copertura, ma, almeno in principio, restia a considerare reale l'unione con Philip. Philip è il più integrato nella società americana : ha adottato completamente lo stile di vita dei "nemici" e questo gli attira, a volte, critiche da parte della moglie. Se ne accorgono anche i figli, Paige e Henry: la mamma è rigorosa, intransigente, poco espansiva; Philip è a tutti gli effetti un American dad, affettuoso e divertente, ma non per questo meno spietato e determinato quando si tratta di portare a termine una missione.



Il vero divertimento della serie, quindi, oltre all'intreccio di spionaggio che ci tiene in tensione puntata dopo puntata (con forse solo una parentesi di rallentamento attorno a metà serie) è l'evoluzione della dinamica tra loro, in un tira e molla di fiducia e sfiducia, attrazione e insofferenza. Philip ed Elizabeth resteranno insieme? I figli sospetteranno qualcosa? Ve lo lascio scoprire da soli! La prima serie è terminata in America ed è stata confermata una seconda stagione che dovrebbe partire a gennaio 2014. Le domande che ha lasciato aperte sono molte... E io già non vedo l'ora!



Il cibo in questa serie ha un ruolo interessante: Elizabeth deve fare la mamma americana e lo fa anche a tavola. Offre brownies ai nuovi vicini, porta a cena il "suo famoso polpettone", prepara colazione con latte e cereali colorati ai suoi bambini e confeziona sandwiches da portare a scuola per il pranzo. Non si fa mai parola di piatti tipici russi nella famiglia Jennings. Una scena interessante, però, riguarda il caviale: Elizabeth e Philip lo assaggeranno per la prima volta in seguito a una serie di coincidenze, per merito del vicino Stan. In Russia era troppo costoso per poterselo permettere...



sabato 30 marzo 2013

My mad fat diary: anni 90 in salsa british, tra junk food e brit pop



Se vi è piaciuto The Perks of Being a Wallflower (Noi siamo infinito) non potete perdervi la miniserie britannica My Mad Fat Diary, diario semiserio dei problemi di Rae, una sedicenne inglese obesa e reduce da quattro mesi di ospedale psichiatrico che tenta di conquistarsi una vita normale, nel Lincolnshire del 1996. Una vita che comprenda quindi un gruppo di amici, musica, feste, concerti e ovviamente avventure romantiche (e sessuali). Il tutto con l'aiuto terapeutico di un diario. 
Ma Rae deve fare i conti con qualche ostacolo: una situazione stravagante in casa, con una madre single che nasconde in casa l'amante tunisino immigrato illegalmente; una migliore amica carina e popolare, Chloe, che è ignara del suo breakdown mentale e che pensa sia stata in Francia per qualche mese; la terapia con il dottor Kester, che pur aiutandola le ricorda in continuazione di essere diversa dagli altri; e poi l'essere obesa. Perché anche sei sei spiritosa, divertente e intelligente, a 16 anni se pesi 100 chili i ragazzi difficilmente si accorgono di te. L'accettazione di sè, il coraggio di uscire dalla "comfort zone" e l'ardire di provare a ottenere ciò che si vuole si mescolano quindi a momenti di autocompatimento, invidia, semplice sconforto e debolezza. Non pensate però di trovarvi di fronte a un drammone strappalacrime: nei sei episodi della serie Rae affronta le sue paure sempre ironizzando e dissacrando ogni cosa grazie anche al diario, che diventa una voce narrante senza filtri, e si conquista con coraggio un posto nella vita della sua cittadina, superando sempre più i suoi limiti.








Perla vera della serie è la colonna sonora espressione degli anni d'oro del brit pop, dove dominano su tutti Oasis e Blur, affiancati da  Radiohead, Stone Roses, Suede, Verve, Prodigy, Pulp, Beck, Garbage, No Doubt, Bjork, Charlatans. Il tutto condito con pezzi che riemergeranno da angoli dimenticati del vostro cervello (parlo degli Ash, dei Fun lovin criminals, della canzone Spacemen dei mai più pervenuti Babylon Zoo (?!), di Children di Robert Miles e Born Slippy di Underworld -e dai che le avete ballate tutti!- e perfino Mr Boombastic di Shaggy e la macarena. Two thumbs up!


Rae è una ragazza grassa. Essere grassa è uno dei suoi problemi e al tempo stesso è la manifestazione esteriore di ferite più profonde. Chi è grasso o è stato grasso sa cosa intendo: non si è mai abbastanza magri per smettere di essere ciccioni, fuori e dentro. L'insicurezza e l'odio della propria immagine nello specchio probabilmente non andranno mai via, ma si impara a conviverci, con quel senso di inadeguatezza, e magari a superarlo un pezzetto di più, giorno dopo giorno.
Quando è triste Rae si abbuffa di nascosto rubando i peggiori snack dalla dispensa di casa (che la madre, ugualmente golosa, stipa in un armadietto apposito).. rappresentata come una specie di altare al Dio dei dolci! 



E voi, cosa fate quando siete tristi? Avete un comfort food che vi rimette al mondo? Un junk food che normalmente evitate e che, quando ci vuole, vi concedete senza ritegno? Raccontatemelo! :)

Chi ben comincia... il mio parere sui film visti tra fine e inzio anno

Il tempo per scrivere dei film che guardo scarseggia sempre, così ho deciso di fare un post riepilogativo dei tioli visti nell'ultimo p...