seguirà altro post con le serie!
domenica 21 gennaio 2024
Chi ben comincia... il mio parere sui film visti tra fine e inzio anno
seguirà altro post con le serie!
domenica 3 dicembre 2023
Sugar Pop: il mio primo romanzo
Sugar Pop - Sinossi
Se c’è qualcosa in cui Amelia Castaldi è davvero brava è fare dolci. Preparare torte e biscotti è la valvola di sfogo che la aiuta a restare in equilibrio dentro una vita in cui tutto è precario, a partire dal lavoro come redattrice al settimanale per adolescenti «You Girl».Che però sta per regalarle un brivido: volare a Londra per intervistare i Rush Hour, celebre boy band degli anni Novanta, riunita per un tour internazionale. Amelia non si aspetta certo di finire a parlare di biscotti con le quattro popstar, o che questo darà il via a una corrispondenza e-mail con l’affascinante Andrew Simons, in cerca di ricette da provare con la figlia Annick. Non sa nemmeno che questo scambio epistolare darà il là a una serie di eventi destinati a cambiarla per sempre.
Tra imprevisti tragicomici, sbandate sentimentali e sperimentazioni dolciarie, Sugar Pop è una commedia romantica che invita ad avere il coraggio di essere noi stessi e inseguire i nostri sogni.
Com'è nata l'idea di Sugar Pop
Vederli di nuovo sul palco mi suscitò emozioni contrastanti. Eccitazione, tenerezza, nostalgia per i tempi andati, ma anche un po' di inquietudine. Non ero più la ragazzina che arrossiva vedendoli in tivù, ma nemmeno la persona risolta che immaginavo sarei diventata crescendo.
l’occasione di dare una svolta alla sua vita incontrando i suoi miti giovanili?
Ho immaginato un incontro straordinario, che dà il la a un percorso in cui la protagonista scopre se stessa e la propria vocazione.
Dove trovare Sugar Pop
Le prime recensioni di Sugar Pop
- Grazia.it LINK
- La Bottega dei Libri LINK
- I miei magici mondi LINK
- L'Officina del risparmio LINK
- Intervista di Connie Bandini LINK
martedì 29 agosto 2023
Oppenheimer: la mia recensione del film di Christopher Nolan
Cillian Murphy è Robert Oppenheimer |
Oppenheimer.
Chevvelodicoaffà.
In questi giorni si parla solo dell'ultimo film di Christopher Nolan. Ho voluto prendermi qualche giorno dalla visione per cercare di mettere giù dei pensieri sensati sul film, possibilmente parlarne senza fare spoiler e capire se mi sia davvero piaciuto. All’ultima domanda, che sembra la più semplice, la risposta è in verità complessa.
mercoledì 15 marzo 2023
Mare fuori, ecco perchè ci piace tanto
Ho finito Mare Fuori. Tre stagioni buttate giù che è un piacere, come un sorso d'acqua. Se per caso vivete Marte e non sapete cos'è, ve lo spiego ora.
Mare Fuori è la serie del momento. Tutti ne parlano, tutti la seguono, la commentano e la memano. Chi non la guarda la schifa, chi la schifa viene preso a male parole dagli adepti, con un fervore simile a a quello calcistico.
Mare Fuori è una serie RaiFiction andata in onda su Rai2 (ora la trovi su Raiplay e le prime due stagioni sono anche su Netflix). Racconta le vicissitudini di un gruppo di giovani detenuti in un carcere minorile di Napoli che sorge davanti al mare. Un carcere che nella realtà non esiste, ma è ispirato a quello di Nisida.
Mare che ovviamente incarna simbolicamente tutto quello che c'è oltre le sbarre, la vita che li attende e che non aspetta altro che essere afferrata e vissuta, che non deve essere sprecata.
lunedì 14 novembre 2022
The Bear: la cucina? Un lavoro sporco
Su Disney+ potete trovare un piccolo gioiello. Si chiama The Bear ed è una serie di soli otto episodi che vi catapulterà nelle dinamiche di un microcosmo altamente disfunzionale che è quello della cucina di una tavola calda di Chicago.
lunedì 31 ottobre 2022
Simpathy for the devil: ovvero ho guardato tutto Lucifer e mi è piaciuto
Ma in questo periodo ho un po' di cose per la testa e mi sento emotivamente instabile nonchè incapace di concentrarmi su cose troppo impegnative - fosse anche per il tempo di un film. Così mi sono convinta a dargli una chance, pronta a mollarlo senza rimorsi non appena mi avesse annoiato. Speravo in una visione piacevole, un riempitivo senza impegno. E mi sono trovata incastrata in un binge watching lungo 6 stagioni, conquistata dall'abilità di questa serie di mescolare humor e sentimenti, piccoli gialli polizieschi con terapia e questioni esistenziali, commedia e dramma.
Di seguito vi racconto cosa mi ha fatto appassionare alla serie.
martedì 18 maggio 2021
5 motivi per guardare subito High Fidelity, la serie
Oggi vi parlo di High Fidelity. Lo so, lo so, la serie non è una primizia: in Italia era disponibile già da settembre su Starz di Amazon Prime, eppure io me ne sono accorta solo poco fa, quando l'hanno messa su Disney+. Devo dire che ero un po' scettica: avevo almeno due buoni motivi per dubitare.
Innazitutto, la serie è tratta dall'omonimo libro del 1995 di Nick Hornby, che io presi in prestito in biblioteca, divorai e amai senza riserve. Con Alta Fedeltà Hornby si piazzò tra i miei scrittori contemporanei preferiti, per rimanerci in pianta stabile. Ma l'ironia tagliente dei suoi libri non è cosa facile da rendere sullo schermo (basti pensare a Juliet, Naked: un film molto piacevole ma meno sfaccettato e profondo rispetto al romanzo).
A maggior ragione se parliamo di un libro che di adattamento cinematografico ne aveva già avuto uno, nel 2000, e tra l'altro ben riuscito: la pellicola di Stephen Frears con protagonista John Cusack.
E invece. Invece High Fidelity in versione femminile funziona. Appassiona. Diverte. Immedesima.
Eccovi quindi i 5 motivi che secondo me la rendono una serie da vedere subito.
sabato 1 maggio 2021
Foodie love: fame d'amore
Special guest della serie: Luciana Littizzetto che, in una puntata ambientata a Roma appare nei panni di una filosofa convertita gelataia, accompagnando il nostro Lui nella degustazione del gelato più buono della vita.
domenica 15 novembre 2020
La New York natalizia e golosa di Dash & Lily
domenica 8 novembre 2020
Biscotti a scacchiera per La regina degli scacchi
Sapete giocare a scacchi? Io no, o perlomeno, ricordo di aver vagamente provato a imparare da bambina, ma la verità è che non ho mai padroneggiato la scacchiera, nè francamente ho mai avuto rimpianti al riguardo.
Almeno finché non ho visto La Regina degli Scacchi (The Queen's Gambit), nuova mini serie Netflix tratta da un romanzo di Walter Tevis.
domenica 11 ottobre 2020
Tutti pazzi per Emily in Paris (o forse no?) e la ricetta dell'omelette
Criticatissima ma al primo posto tra i contenuti visti su Netflix, Emily in Paris è la nuova serie rom com (10 episodi di circa 25 minuti) creata da Darren Star (sì, proprio lui, quello di Beverly Hills 90210 e Sex and the City) che sta facendo molto parlare di sè.
Perché? Perché Emily in Paris è un concentrato di situazioni irrealistiche, clichè e stereotipi, e negarlo sarebbe impossibile, ma è anche una favola rosa con momenti surreali e divertenti che si lascia guardare con piacere e che scorre via veloce, tanto che io per esempio l'ho finita nell'arco di 24 ore.
Bisogna quindi approcciarla con questa consapevolezza e non aspettarsi niente di più di un meraviglioso concentrato trash, un guilty pleasure da bere tutto d'un fiato, un riempitivo, un momento per staccare il cervello dopo una giornata di lavoro faticoso.
Posso capire che i francesi si sentano indignati e offesi da questa serie o la trovino "ridicule", perché la rappresentazione di Emily in Paris non è semplicemente stereotipata, è proprio assurda ed evidentemente mediata dall'idea che gli americani hanno di come dovrebbe essere la Ville Lumiere.
Un po' come a me aveva dato fastidio quel brutto film di To Rome with Love di Woody Allen, dove gli americani giravano per Roma come se fosse per un parco divertimenti e gli italiani sembravano una manica di deficienti, intenti solo a mangiare, cantare l'opera e a tradire la moglie.
Qui i francesi - in questo caso i colleghi di Emily- sono edonisti che arrivano al lavoro alle 10:30 e fanno pause pranzo di due ore sorseggiando vino, ti fumano in faccia, parlano di te come se fossi una minorata. I francesi di successo - in questo caso l'affascinante profumiere Antoine Lambert - hanno una moglie ma anche un'amante a cui la situazione va bene così (wtf?). I francesi hanno un'educazione sessuale aperta, al punto che le madri chiedono alle loro avventure di una notte se sono stati buoni amanti (wtf again?).
Emily (Lily Collins) arriva in un'agenzia di marketing di successo che ha a portfolio marchi di lusso incredibili, ma è l'unica ad avere le idee giuste sul fronte social media, le cui potenzialità sono snobbate completamente dai colleghi francesi: insomma, come spesso accade nelle produzioni USA, l'americana arriva a farti vedere how to get things done.. Posso capire il fastidio dei francesi che poi, si sa, non sono affatto permalosi. Inoltre questa Emily sembra avere proprio il tocco magico coi social perché con tipo tre post su Instagram diventa un'influencer e presto arriva a creare campagne virali (ricordatevi solo questo: lubrificante vaginale. Quando avrete visto la serie ne riparliamo....)
La "chambre de bonne" all'ultimo piano data a Emily (così viene presentato l'appartamento che le danno nella prima puntata) è grande almeno come tre vere chambre de bonne parigine. Se non conoscete la storia di queste piccole soffitte, qui trovate un articolo di Vice molto interessante che mostra il variegato popolo degli abitanti attuali di questi sottotetti parigini, che una volta erano le stanze per le domestiche del palazzo di famiglia.
Ma vogliamo parlare di moda? Qui troviamo un paralellismo ancora più forte con Sex & The City. Come una Carrie moderna in salsa gallica, Emily sfoggia outfit totalmente fuori dalla portata di una trentenne media e soprattutto senza alcun senso pratico. Gira per i Jardin des Tuileries (chi ci è stato sa che si cammina su sterrati pieni di polvere e sassolini) e sul pavé (addirittura corre! Fantascienza...) con tacchi a stiletto da 12 cm, indossa maglie con la Tour Eiffel (dio mio) e completini gialli e neri o verdi e rosa che la rendono individuabile a 2 km di distanza... Con il tempo migliora un pochino, si pariginizza, ma sempre in modo eclatante e stereotipato (berretti rossi, foulard, cose così).
D'altra parte dietro ai suoi outfit c'è Patricia Field, la stessa stylist che ha reso iconici i look di Carrie Bradshaw e delle sue tre amiche newyorkesi. Che forse potevano funzionare sullo schermo ma, almeno per me, sono sempre stati inconcepibili. Si vede poi che il vizietto del tacco 12 non le è passato dai tempi delle Manolo Blahnik. Unico suo outfit che promuovo è il tributo a Audrey Hepburn (sotto). Altra storia invece sono gli abiti di Sylvie, la capa snob di Emily, che è oggettivamente sempre chic e impeccabile (sarà stronza, ma almeno è vestita bene!)
Non entro nemmeno nel merito della trama, perché è piena di coincidenze e incastri fantasiosi come solo un romanzo rosa può essere, ma chi non vorrebbe un vicino di casa come Gabriel, un giovane e promettente chef normanno con la faccia e il fisico di Lucas Bravo? O un'amica come Camille, che per il weekend ti porta nel castello di famiglia nella Champagne (certo, magari non trattarla poi come fa Emily sarebbe meglio)? O ancora, un'amica expat come Mindy Chen, cinese ricchissima con un passato da pop star che si mantiene a Parigi facendo la baby sitter per non tornare in Cina a gestire l'azienda di zip di famiglia?
Insomma è vero che Emily in Paris trasforma la capitale francese in una Disneyland al servizio della protagonista, nella serie ci sono tante cose che possono farti alzare gli occhi al cielo. Ma, se sei in grado di non infastidirti troppo per la mancanza di verosimiglianza, è un prodotto simpatico e godibile e pieno di momenti comici ed esilaranti.
E poi non vorrai perderti il gusto di commentare tutti i momenti trash che più trash non si può (ricorda: lubrificante vaginale), oltre agli addominali di Gabriel, con le amiche?
Ti lascio con una ricetta ispirata a Emily in Paris... l'omelette!
Quando Emily si fa arrivare da Chicago un pesante scatolone pieno di burro d'arachidi (rotto), lo chef Gabriel la invita a provare qualcosa di meglio e le prepara una omelette.
Qui vi do la ricetta dell'omelette alle erbe aromatiche per un tocco di freschezza in più.
Omelettes alle erbe aromatiche
- Lava e trita finemente il prezzemolo, l’erba cipollina, il timo e il cerfoglio (o basilico).
- In una ciotola capiente sbatti le uova e aggiungi sale e pepe quanto basta.
- Aggiungi il mix di erbe tritate, un cucchiaino di paprika affumicata e un pizzico di peperoncino.
- Mescola bene. Unisci anche la panna (in alternativa puoi usare del latte intero).
- Prepara quattro piatti spennellando la parte centrale con un po’ di burro chiarificato, tienili da parte, possibilmente al caldo.
- In una padella antiaderente scalda una noce di burro (circa 10 grammi) chiarificato, versa un quarto del mix di uova e cuoci a fiamma media finché il fondo sarà rappreso e asciutto ma le uova ancora morbide sopra.
- Dando dei colpetti alla padella fai scivolare l’omelette verso il bordo destro e poi ripiegala su se stessa.
- Prendi uno dei piatti che avrai tenuto in caldo, fai scivolare l’omelette e servila con un contorno di insalata fresca o altra verdura a piacere.
- Ripeti la procedura per preparare le altre tre omelettes. Bon appetit!
E tu hai già guardato Emily in Paris? Cosa ne pensi? Raccontamelo nei commenti!
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