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venerdì 13 aprile 2012

Nero Wolfe: Roma, gli anni 60, i parrucchini & il pollo alla mediterranea di Nanni

Nero Wolfe, il celebre investigatore creato da Rex Stout, buongustaio arguto che non ama uscire di casa e preferisce la compagnia delle orchidee a quella degli esseri umani, trasloca dall'America e trova casa a Roma, a causa di divergenze con l'Fbi. 
E' questa la trovata degli sceneggiatori che regge la nuova fiction di Rai Uno, ieri sera alla sua seconda puntata. L'Auditel ha dato ragione ai produttori di Casanova Multimedia (di Luca Barbareschi, ndr), visto che la fiction ieri ha vinto la prima serata con un audience di 5 milioni di telespettatori, battendo la gastronomica concorrente Benvenuti a Tavola e, di un bel po', l'Isola dei famosi (?).
Che ne penso io di questa fiction? 
Che, nel bene e nel male, è un prodotto che fa e farà parlare di sé.  Le ragioni sono molte, anzi moltissime. Vado?

mmm... sentiamo!


1. Nero Wolfe e il suo braccio destro Archie Goodwin sono interpretati da una coppia mitica, ovvero Francesco Pannofino e Pietro Sermonti, che poi non sono altro che i grandiosi René e Stanis della serie cult Boris. La scelta dei due ha portato gli adoratori della prima fiction satirica sulle fiction a sintonizzarsi su Raiuno, se non altro per vedere il faccione di René e le espressioni piacione di Stanis. Solo che poi, chi ha visto la coppia in azione sul set de Gli occhi del cuore, non può che guardare Pannofino insaccato in una vestaglia di seta porpora e Sermonti con un chilo di terra e un meraviglioso ciuffo posticcio e aspettarsi  un "dai, Archie, butta là sta battuta alla ca**o di cane"!

Oddio... ma te non sei mica la figlia de Mazinga??? (la risposta è: Sì)


2. L'ambientazione nella Roma degli anni 60 è stiracchiatissima, ma è tutto sommato preferibile alla scelta di ricreare un setting americano made in Italy. Ve li immaginate i nostri attori tv nostrani (più che altro, romani) a chiamarsi James, Rosemary o Theodore e camminare per le vie di una finta New York? Io, sinceramente, me lo risparmio volentieri.


3. I costumi sono curati e molto belli, così come gli arredamenti degli interni. Un capitolo a parte, però, lo meritano parrucche e parrucchini che la fanno da padrone sulle teste dei protagonisti, dal buon Sermonti, notoriamente in piazzetta fin dai tempi di Un medico in famiglia, alla bellissima Giulia Bevilacqua, che in un caschetto tagliato con l'accetta si cala nei panni di una intraprendente giornalista (e prevediamo già una possibile liason con il donnaiolo Archie).


4. La sceneggiatura ammicca ai libri di Stout prendendo delle frasi ad effetto e mettendole in bocca a Wolfe, che pare una sibilla più che un investigatore, tipo "L'uomo può poco sulla morte dei suoi simili, a meno che non sia lui a provocarla". In altri momenti le scene sembrano davvero il set de Gli occhi del cuore e sfiorano il ridicolo (a volte mi convinco sia voluto). Per esempio ieri, alla scena clou della risoluzione del caso Wolfe ha parlato di "uno strano automatismo" che portava un tizio a offrire le coppe di champagne (!?!) sempre con la mano destra. Mi sono rotolata dal ridere. 

"Oooh trovato! Facciamo che il fratello cretino ha uno strano automatismo!"

5. Se René dovesse giudicare le perfomance attoriale di alcuni del cast, griderebbe spesso il suo celebre... "cagna!". La recitazione è al livello di una fiction di RaiUno, ovvero così così. Io ancora non ho capito se sono gli attori che non sono bravi, se è la regia, o la dimensione della produzione per famiglie che ama la performance un po' teatrale e sopra le righe.


6. I casi sono tratti dalle storie dei libri di Stout, successi super-mega-mondiali, eppure a momenti sembra di stare dentro a un episodio delle avventure di Jessica Fletcher, celebre giallista seminatrice di morte a ogni pranzo, festa, convegno o viaggio intrapreso. A dirla tutta, però, io la Signora in giallo la guardavo sempre... e mi piaceva pure (seppur alle medie).




7. Nanni e il cibo. Nanni (Andy Luotto) è un personaggio mitico: è il cuoco di casa Wolfe. Nel corso di due puntate ha già preparato pollo alla mediterannea, quiche lorraine, tarte tatin, pasticcini, baccalà. Una gioia per gli occhi (e per la pancia -grossa- di Wolfe) e nostra.
E io vi propongo proprio il pollo (facilissimo) alla mediterranea à la Nanni.



Pollo alla mediterranea 
Per 4 persone
un petto di pollo
mezza cipolla
3 peperoni
1 zucchina
200 ml di salsa di pomodoro
succo di 2 limoni
origano
rosmarino
salvia
olive rosatelle di Puglia piccanti

Tagliare il pollo a tocchetti, spremere due limoni e mettere il pollo a marinare insieme a un po' di odori tritati: salvia, origano, rosmarino. Pulire la verdura, tagliare i peperoni a julienne e la zucchina a tocchetti. Tritare mezza cipolla, soffriggerla in un po' d'olio in una padella wok. Aggiungere la verdura, scolare il pollo e saltarlo per qualche minuto finché non sarà rosolato. Aggiungere la salsa di pomodoro, sale e una generosa manciata di olive rosatelle denocciolate in olio piccante. Cuocere per circa 15-20 minuti a fuoco basso. Gustare accompagnato da riso basmati o da triangolini di piadina calda

PS: Se vi volete divertire seguite la prossima puntata di Nero Wolfe in diretta su Twitter. Ne leggerete di ogni. E i ragazzi di @NeroWolfeTv sono in gamba (lo dico solo perché mi hanno risposto a un paio di tweets... ahahahah! ;-P) ah, a proposito.. mi seguite già su Twitter? Cercatemi! @passiflora78
Bye!!



domenica 4 dicembre 2011

Apple Pie. Di Martha Stewart e di Mildred Pierce


Kate Winslet è una delle mie attrici preferite. La trovo intensa, sempre credibile e con gli anni si è affinata ed è diventata più bella. L'ho conosciuta, come credo tutti noi, in Titanic, ma non mi ha entusiasmato subito. E' stato con altre pellicole, come la precedente Ragione e Sentimento o Amleto, che mi sono accorta che la ragazza sapeva davvero recitare. La conferma è venuta poi con Eternal Sunshine of the Spotless Mind, il visionario film di Michel Gondry, e ancora con The Reader e Revolutionary Road.
Stavolta la nostra Kate s'è data alla tv, o meglio a una delle meravigliose miniserie della HBO che nulla hanno da invidiare al cinema (ed è infatti firmata da Todd Haynes, regista di Lontano Dal Paradiso, Velvet Goldmine Io non sono qui).


Sto parlando di Mildred Pierce, trasmessa in Italia da Sky lo scorso ottobre, tratta dal omonimo romanzo di James Cain del 1941. E' la storia di una giovane"vedova bianca", ovvero una donna abbandonata dal marito e rimasta sola con due figlie a carico, che, per far fronte alle nuove necessità economiche, deve inghiottire l'orgoglio e mettersi a lavorare. Diventa cameriera e poi, una volta appresi i rudimenti della ristorazione, trasforma la sua passione di preparare magnifici "pie" in attività di business.


Mildred prepara le sue Apple Pie

Apre così il suo ristorante e diventa un'imprenditrice di successo: ma la vita non è tenera con lei. Una perdita improvvisa e incolmabile, l'amore per un dandy ex benestante e ora mantenuto e il rapporto morboso e conflittuale con la figlia Veda la segneranno per sempre. 



Kate Winslet e Guy Pearce, nel ruolo del dandy Monty Beragon


Veda, in particolare, sarà la vera causa dei guai di Mildred: la ragazza, maliziosa e ambiziosa, ha ben chiaro dall'infanzia di voler diventare una musicista di successo. Per questo grava con continue pretese sulla madre, ma al tempo stesso la disprezza per le sue scelte e per essersi "abassata" a lavorare. Mildred, che da un lato disapprova ed è affranta dall'atteggiamento della figlia, nutre per lei un'insana venerazione che la porta a giustificarla, convinta in fondo che Veda sia speciale e meriti di avere tutto ciò che vuole.


Evan Rachel Wood è Veda, la figlia senza scrupoli di Mildred


Curiosità: il romanzo era già stato portato al cinema nel 1946, con un film che valse a Joan Crawford l'Oscar come miglior attrice protagonista. In quella versione si scelse di dare un tocco più "noir" alla fine della vicenda, al contrario di questa miniserie, più fedele al libro.

Joan Crawford e Ann Blyth

Non entro nei dettagli, vi consiglio di guardare la serie: splendida la ricostruzione dell'epoca, le case dei quartieri residenziali, gli abiti, la tavola calda, le pie di Mildred. Resterete incantati e, soprattutto dal secondo episodio, non potrete che andare avanti nella visione per scoprire il destino di questa donna caparbia.

Nel frattempo potete godervi la ricetta della pie americana per antonomasia, quella di mele, come quelle che preparava Mildred, ma fatta da me, sulla ricetta infallibile della mitica Martha Stewart (compresa qualche aggiustatina nelle dosi)

Apple Pie
(adattata da Old Fashioned Apple Pie di Martha Stewart)


Per la pasta brisè
300 gr di farina
150 gr di burro (io 130)
mezzo bicchiere di acqua ghiacciata
3 cucchiai di zucchero (nella ricetta di Martha: 1 cucchiaino)
1 pizzico di sale

Per il ripieno
1 kg di mele (io Golden, la ricetta americana prevede le Granny Smith, ma potete usare anche le Golden o le Gala)
2 limoni (succo, Martha anche buccia)
1 cucchiaio di cannella
1 grattugiata di noce moscata
2 cucchiai di farina
3 cucchiai di zucchero (Martha: 170 gr)
1 fetta biscottata (mia aggiunta)

Per la copertura
1 uovo per spennellare la superficie
zucchero semolato per decorare



Preparate la pasta brisé- nella mia versione, quasi sucree, perché preferisco un impasto leggermente dolce e meno zucchero nel ripieno- impastando farina e zucchero con il burro freddo e l'acqua ghiacciata, fino a creare una palla. Mettetela a riposare in frigorifero per almeno mezz'ora avvolta nella pellicola trasparente. Non vi preoccupate dell'attesa, la impiegherete certamente con la parte più noiosa della ricetta, ovvero la pulizia e taglio delle mele: ne servirà circa un chilo, che sono almeno 6 mele, ma dipende dalla dimensione. Detorsolatele, sbucciatele e tagliatele a fettine sottili (io ho usato la parte che affetta della grattugia, per fare prima: mettetele in una terrina e irroratele del succo di due limoni. Aggiungete la cannella e la noce moscata e la farina, mescolate e lasciate marinare.

A questo punto potrete stendere la pasta. Prendetene poco più della metà e stendetela sottile, con l'aiuto del mattarello. Prima di trasferirla in una teglia imburrata, per non rischiare di romperla, ripassatela 10 minuti in frigo o 5 in freezer: sarà molto più facile maneggiarla! Foderate la tortiera, tagliate la pasta in eccesso dai bordi. Bucherellate il fondo con una forchetta e copritelo con una fetta biscottata sbriciolata (aiuta ad assorbire i succhi della mela). Versate all'interno le mele, disponetele lasciando una specie di montagnetta al centro. Stendete anche l'altra metà della pasta (fate sempre un passaggio in frigo o freezer). Richiudete i bordi della torta e pinzateli con una forchetta. Con le forbici effettuate dei piccoli tagli sulla sfoglia in modo da lasciare uno sfiato per il liquido e i vapori delle mele. Con gli avanzi di pasta ritagliati dai bordi create delle decorazioni a piacere, come fiorellini o foglie. Spennellate la superficie con un uovo e ricoprite di zucchero semolato.
Cuocete per circa 40 minuti a 180 gradi, poi abbassate a 170 e proseguite la cottura per altri 20-25 minuti, finché non si sarà formata una crosticina dorata. Se la superficie si colora troppo, dopo i primi 40 minuti potete coprirla con un foglio di alluminio.
Servite tiepida o a temperatura ambiente, se la offrite come dessert o per merenda, potete abbinarla a una crema inglese o una pallina di gelato alla vaniglia :-)
E' davvero una delizia, un tripudio di profumi delicati grazie a mele, burro e spezie. E ribadisco che le mele, nei dolci, non deludono davvero mai!

Con questa apple pie partecipo al giveaway di Araba Felice, Marthellati, ovviamente per il libro Pies&Tarts di Martha Stewart.


Marthellati

Approfitto per ricordare a tutti voi di partecipare anche alla nostra raccolta, mia e di CooktheLook, Sweet Dreams are made of cheese, che scade il 23 dicembre. Si vincono due bellissimi libri, correte a vedere!

Sweet Dreams are made of Cheese

La ricetta è stata scelta come "dolce del weekend" dal mio istantaneo mini sondaggio su facebook.. Per la cronaca, ha stracciato il cake ai frutti rossi e la lemon meringue pie (altra torta che vedrete preparare da Mildred proprio nei titoli di testa!)
Dove accadeva tutto ciò? Sulla pagina di Cooking Movies! Se non vi è già "piaciuta", potete unirvi ora! Basta cliccare QUI! :)
Buona domenica!

venerdì 18 novembre 2011

Unforgettable: di memoria, polizieschi, string cheese & burger



Immaginate di non poter dimenticare nulla. Ricordare episodi specifici di giornate lontane nel tempo, come se fossero accaduti pochi minuti prima. Tenere incastonati nella vostra memoria date, numeri di telefono, dettagli su vestiti e oggetti, su ogni singola parola detta o ricevuta per un momento di rabbia, su ogni gesto d'amore o di stizza. Questo raro fenomeno ha il nome di ipertimesia, una vera e propria sindrome di eccesso di memoria autobiografica
Al mondo c'è qualcuno che davvero ha questa "super memoria" e certamente non la considera un dono, ma piuttosto una iattura: la tivù, però, è in grado di trasformare una cosa come questa in un interessante spunto per un serial poliziesco
Sto parlando della nuova serie targata CBS che si chiama, appunto, Unforgettable. Tratta da un racconto di Robert Lennon che si intitolava in modo forse più proprio "The Remember", la serie mostra le avventure professionali di Carrie Wells, ex poliziotta di Siracuse che ora vive a New York e si guadagna da vivere  giocando ai casino. Ma nove anni dopo aver abbandonato la divisa, torna a collaborare con la polizia in seguito a un coinvolgimento come testimone di un omicidio. Lavorerà di nuovo a stretto contatto con il suo ex, Al Burns, anche lui trasferitosi nella Grande Mela.
Mentre risolve casi grazie alla sua impressionante capacità di immagazzinare dettagli nella memoria fotografica, Carrie cerca anche di sciogliere il blocco psicologico che le impedisce di ricordare il viso dell'assassino che, circa 30 anni prima, ha ucciso sua sorella. 
Non vi dirò che è il poliziesco migliore che abbia mai visto, ma le puntate scorrono e la trovata della memoria, seppur un tantino surreale, alla fine funziona, quindi se il genere non vi dispiace dateci un'occhiata.
A dare il volto a Carrie c'è l'australiana Poppy Montgomery, già vista in versione bionda (qui è red) in Senza Traccia. E se nell'altro telefilm l'attrice oscillava dall'in carne alla splendida forma, qui mostra addirittura tricipiti e cosce degni di Million dollar baby. E le sue mise non fanno che sottolineare il corpo super-tonico, con canottiere attillate che scoprono le spalle e panta-jazz fascianti. Insomma si prevedono guai per Burns, ora (felicemente?) ri-fidanzato con la perfetta psicologa Elaine



La nostra amica Poppy, che deve il suo nome alla scelta dei genitori di chiamare lei e le sorelle con nomi di fiori (Poppy significa papavero), era una gran ribelle, come leggo dalla sua scheda di Wikipedia: espulsa da varie scuole, a 18 anni se ne scappa negli Usa con la scusa di andare a trovare un amico e poi si trasferisce lì per perseguire la carriera di attrice. Hai capito che caratterino.
Lo stesso che mette nella sua healthy routine, come la chiama lei: allenamento in palestra quattro volte la settimana, mescolando attività aerobica e cardio a pilates e yoga. E poi piccoli pasti salutari ogni tre ore. In questo modo, dice, evita di arrivare con la fame e mangia sempre in modo controllato e sano.
E per gli attacchi di fame o la voglia di porcate, che si fa, Poppy? Bhe, se una volta ogni tanto assale la voglia di un bell'hamburger, o di un margarita, è giusto concederselo.
Per ingannare la fame invece meglio avere con sè cosine sane, che impediscono di gettarsi su cioccolata & Co. "Mandorle, mele, string cheese", dice Poppy.
Ok. Cos'è lo string cheese?


Siccome gli anglosassoni ne sanno sempre una più del diavolo in fatto di porcate, ecco a voi una confezione di string cheese: si tratta di stringhe di formaggio i cui filamenti appunto si staccano facilmente, come stringhe. Se lo mangiano come snack. A me fanno impressione, non so a voi. Però vedendo l'effetto che fa alla Poppy, beh... quasi quasi lo provo....

Prima di salutarvi volevo scusarmi per la prolungata assenza, ma tra acciacchi e lavoro è un periodo un po' stressante e il tempo per scrivere ma soprattutto cucinare -per non parlare del guardare nuovi film- scarseggia. A breve tornerò più attiva! Intanto ne approfitto per ricordarvi che c'è un bellissimo contest che vi aspetta, se non aveste già letto. Vi aspettiamo!

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lunedì 11 luglio 2011

Falling skies (si mangia quel che c'è!)

Secondo voi esiste un fashion designer specializzato in film e telefilm catastrofici? Lo so, è una domanda strana, ma è la prima cosa che mi sono chiesta vedendo la prima puntata di Falling Skies, andata in onda su Fox (Sky) il 5 luglio, in prima tv italiana.



Il telefilm, prodotto da Steven Spielberg, ci mostra la Terra a circa sei mesi da un'invasione aliena, dopo un attacco che ha devastato il pianeta e messo ko tutti gli apparecchi elettrici. Gli uomini sopravvissuti si radunano in "divisioni", composte da civili e militari, e cercano di fuggire dall'invasore e scoprire un modo per batterlo.
Per ora mi è sembrato un incrocio tra La guerra dei Mondi (che, casualmente, è di Spielberg -poco fissato con gli alieni, tra l'altro.. non dimentichiamo E.T. e Incontri ravvicinati del terzo tipo...) e The Road (ricordate? ne parlai qui), anche se meno inquietante e decisamente più improntato all'azione, allo scontro fisico e all'avventura.
Tornando al domandone, cmq, mi è sorto perché ho notato che in questo genere di serie/film apocalittici, tipo Matrix (quando sono "fuori" dalla matrice) o The Day after Tomorrow, il look è pressoché identico: vestiti sportivi, larghini ma perfect fit, tendenzialmente di ispirazione militare, indossati a cipolla in intelligenti vestizioni multistrato. I colori spaziano dal kaki al grigino, con tocchi di jeans e di nero. Gli abiti sono generalmente sporchini, perché questa gente vive in condizioni precarie ed è ovvio che nn si possa cambiare il maglioncino tutti i giorni, però non ci sono mai patacche di unto rotonde o schizzi di sugo come capita a noi, no no, solo aloni o residui di terra sapientemente spalmati e che spesso ricoprono anche il viso. Le donne sfoggiano pantaloni tipo leggins, skinny ma comodi, perfetti da abbinare agli stivaletti antifango. Tutti sfoggiano cinturoni con portacartucce per fucili, guanti senza dita da combattente, giubbottini multitasca e pashmine arrotolate alla perfezione attorno al collo (i toni sono sempre quelli del cenere o al massimo terra bruciata). Insomma, che bravi questi umani disperati, gli hanno distrutto la casa, anzi la vita, tutto, ma hanno un guardaroba perfetto per l'occasione, sembra quasi che aspettassero l'attacco alieno!

Resistenza superaccessoriata
Al di là di queste sciocchezze, il telefilm, pur non brillando per novità estrema, promette bene, ha un buon ritmo e tiene abbastanza sulle spine: certo dovete sopportare la vista dei soliti alieni verdi. Anche se hanno fatto uno sforzo di immaginazione e li hanno creati più simili a cavallette a sei zampe che ai soliti bipedi sottili e testoni. E i protagonisti sottolineano questa differenza già nel secondo episodio... credo che le zampone saranno il loro tallone d'Achille, ma magari mi sbaglio, stiamo a vedere.

L'alieno
Il protagonista, nonché uno dei capi della resistenza di Boston, è Tom Mason, ex docente di storia americana ed esperto di strategie militari: eh sì perché dovevano giustificare la trasformazione di un civile in mago di guerra almeno con un background teorico! Comunque lui è l'adorabile Noah Wyle, che poi sarebbe il dottor Carter di E.R., e io sono così contenta di rivederlo sugli schermi che gli perdono anche un personaggio dal passato poco credibile. Sua moglie è morta nell'attacco alieno (ma c'è già una dottoressa dal sapor mediorientale o meglio, orientale, che è lì pronta per papparsi il bocconcino), ma ha tre figli, un diciasettenne sportivo, ex figo della scuola, che sta con la biondina più tosta della resistenza, un piccolo di otto anni e un tredicenne. Questo è vivo ma è stato rapito dagli alieni e Mason, ovviamente, è disposto a tutto per liberarlo.

Noah Wyle
Intanto, tra un'imboscata e l'altra, si mangia ben poco. Principalmente sbobbe e brodaglie cucinate nelle tendopoli e scatolette di tonno sgraffignate nei magazzini risparmiati dalle bombe aliene (per saccheggiarli i nostri eroi rischiano la pelle in continuazione!), quindi la mia verve d'abbinata culinaria s'è smorzata. Ecco, forse ci stava una vellutata di piselli verde alieno, ma stasera non avevo proprio cuore di mettermi ai fornelli quindi, non me ne abbiate, la chiuderei qui!


Vi segnalo che sul sito dedicato potete leggere un fumetto prequel della serie, con le peripezie di Mason e figli prima di unirsi al gruppo di resistenza "Second Massachussets" (2nd Mass): un'iniziativa interessante!


Se avete visto o avete intenzione di vedere Falling Skies, tenetemi aggiornati, aspetto i vostri feedback! 

mercoledì 16 febbraio 2011

A casa, tra Beautiful, pane ai cereali e recut horror

Quando non stai bene e resti a casa dal lavoro ti dici "come occuperò tutta la giornata, dato che non posso uscire, non ho energie e riesco al massimo fare la spola tra letto, tavolo da pranzo e divano"? Così mi sono dedicata a tivù, internet, blog, serie tv. Dopo mille anni ho rivisto Beautiful, la soap opera che va avanti da quando ho memoria... e tranquilli, ci sono ancora Brooke, Ridge, Eric e Stephanie. Hanno però riesumato la madre di Brooke, Beth, evidentemente impazzita a causa di qualche malattia tipo Alzheimer, che in questa puntata rischia pure l'annegamento in piscina (per recuperare un pizzo con sopra le facce delle figlie, una cosa orrida!!). Non so se la signora ce l'ha fatta a o meno, perché la puntata è finita con Donna che urlava vedendola in acqua. Grasse risate, davvero. Ma voi lo vedete o lo avete mai guardato?? Un assaggio potete averlo dal bellissimo video che avrete sicuramente già incrociato su Facebook....


Comunque nonostante i diversivi, a un certo punto non ne potevo più di stare sprofondata nel divano. Avevo bisogno di fare qualcosa di non faticoso ma rilassante. Così ho pensato, quando mi capita di avere tempo per far lievitare la pasta? Mai.
Allora ho preparato il pane ai cereali con il preparato che mi ha inviato Molino Spadoni. Ero un po' scettica, perché le rare volte che avevo fatto il pane l'avevo preparato con le farina 00 che avevo in casa e non m'era mai venuto un granché. Quello del mio panettiere era decisamente meglio, ecco.
Questo invece mi ha stupito, ho seguito le istruzioni e ho sfornato 3 belle pagnottelle, croccanti fuori e morbide dentro, con un buon sapore (mix di cereali, segale, semi di girasole): due sono "lisce" e una l'ho arricchita con l'uvetta , un connubio che mi è piaciuto molto (lo potete mangiare da solo o con salumi come prosciutto crudo, culatello o salame).
Trovate il procedimento sulla confezione, ma per riassumere:




Pane ai cereali
500 gr di farina Pane Nero 7 cereali di Molino Spadoni 
1 delle due bustine di lievito contenute nel pacchetto
300 ml di acqua tiepida.

Mescolare lievito e farina, aggiungere l'acqua e 2 cucchiai di olio mescolando. Impastare per dieci minuti, mettere a lievitare in un luogo caldo (almeno 28 gradi). Dopo 20 minuti rimpastare il tutto, creare le pagnotte, rimettere a lievitare per altre 3 ore. Passate le tre ore, rimpastare sulla spianatoia, dare la forma desiderata (io a questo punto ho aggiunto le uvette in una delle tre pagnottine) e infornare a 200 gradi per circa 25 minuti. 

Altra scoperta della giornata sono stati i recut di film d'amore in versione horror, su cui sono finita per caso su Youtube. Alcuni sono geniali, ve ne posto un paio! :)
buona serata


lunedì 24 gennaio 2011

Creamy cheese & donuts come lo Xanax: è Drop Dead Diva


Deb & Jane... e le loro diete contrastanti!
E tu cosa scegli, pollo scondito o donuts al cioccolato?

Lo stress è alle stelle, la temperatura dell'ufficio troppo calda, il capo ti sta con il fiato sul collo e tra mezz'ora ti aspettano in tribunale per un caso difficilissimo per cui non sei preparata... che fai? Un po' di formaggio spray dritto in gola, e passa tutto. "Meglio dello Xanax!" Parola di Deb, ora intrappolata nel corpo di Jane.
Domani sera su Cielo inizierà Drop Dead Diva: la protagonista è una ex modella bionda dalle misure perfette "reincarnata" per un errore nel corpo di Jane, avvocatessa decisamente sovrappeso e insicura ma intelligente e preparata. L'espediente ricorda Nei panni di una bionda, anche se nel film di Blake Edwards del 1991 era un uomo, peraltro misogino, a finire per sbaglio nel corpo di una donna. Certo in quel caso lei era una bionda dal fisico mozzafiato, qui invece il corpo "ospitante" è quello di Jane, cicciottella senza alcun senso per la moda, impegnata nel volontariato e lavoratrice indefessa. L'esatto contrario di Deb! La serie scorre tra situazioni comiche, equivoci e intermezzi dedicati ai casi seguiti da Jane allo studio, mentre Deb cerca di accettare il suo nuovo fisico e pian piano impara ad essere Jane e a capire che... oltre alle gambe c'è di più (come direbbe Sabrina Salerno).
Il cibo, ovviamente, ha un ruolo speciale in questa serie: Deb, abituata a petti di pollo grigliati e corsette pomeridiane, ha improvvisamente voglia di ciambelle ricoperte di cioccolata e torte con la panna, con la complicità della sua assistente... ce la farà a dimagrire e conquistare il fidanzato della sua vita precedente, abituato a una supermodel? 

Brooke Elliot è Deb/Jane

martedì 4 gennaio 2011

Plum cake di prugne e mele ovvero il mistero di Michael E. Rodgers

Una sera dell'estate scorsa, passando davanti a uno "spazio multifunzionale" (odio questa definizione, ma come chiamare un luogo che riunisce ristorante, galleria d'arte, teatro e altre cose non ben identificate?) a pochi metri da casa mia, ho notato che era nata dal nulla una vetrina che esponeva la misteriosa insegna "Acting Method Studio". Il mio fidanzato, noto per non avere vergogna di nessuno, ha visto che all'interno dello spazio c'era qualcuno e ha bussato. In pochi istanti siamo stati fagocitati nel mondo di una "scuola di recitazione per teatro e cinema": una signora gentile quanto logorroica ci ha spiegato per filo e per segno il metodo d'insegnamento della neonata Accademia, mostrandoci video delle lezioni e invitandoci a restare per assistere "live" alle prove dei ragazzi in teatro.
A tenere le lezioni, ci ha spiegato, era nientemeno che Michael E. Rodgers! ....Voi vi chiederete "e chi diavolo è"?!? Beh, anche noi ce lo siamo chiesti. A detta della pr della scuola è un rinomato attore scozzese con fior fiore di esperienze ad Hollywood. Altro da fare non l'avevamo, così ci siamo fermati per la lezione. Sarà stata la lezione in inglese, la suggestione per una supposta allure holliwoodiana, la capacità dialettica di Rodgers, il suo fare cordiale unito a un aspetto belloccio... fatto sta che sono uscita di lì tutta entusiasta, pronta a dare indirizzo e sito a mia sorella (la quale è aspirante attrice) e a tornare la settimana successiva per assistere a uno spettacolo che mettevano in scena alcuni alunni (e che, devo ammettere, fu carino). Immaginerete lo sconcerto quando, di ritorno dalle vacanze estive, a inizio settembre, ho notato che l'insegna Acting Method Studio non c'era più. E quello ancora più grande quando, al posto del suddetto ufficio, a ottobre è nata un'AGENZIA IMMOBILIARE!


Eccolo.. è lui
Non so che fine abbia fatto Michael E. Rodgers (foto), se sia scappato con i soldi degli alunni o se abbia solo trasferito la scuola, se ha litigato con la fidanzata italiana con la quale viveva qui a Milano (così ci raccontò) ed è tornato in America, in Scozia o chissà dove... so solo che ieri sera l'ho beccato in tivù! Sì, su Iris o Rai4 o uno di quei canali digitali lì davano The Triangle -Triangolo delle Bermude, una miniserie in 3 puntate del 2005. Potete immaginare che ridere quando ho visto la sua faccia e ho pensato "ma è proprio lui?". Accanto al nostro amico semisconosciuto, ci sono Eric Stoltz (vedi QUI) e Catherine Bell (la mitica Mac del JAG Avvocati in divisa).

Valutazione sul prodotto? Non mi sbilancio, era solo il primo episodio. Siamo chiaramente alle prese con la sparizione di alcune navi nel famoso triangolo. Una squadra di esperti di varie discipline viene chiamata a sciogliere il mistero da un commerciante che continua a perdere soldi e mezzi su quel tratto, ma le indagini non sono semplici e presto cominciano ad accadere eventi soprannaturali. Direi che per ora siamo sul 6 meno. Ma voglio dare una chance al mio amico Michael! :) E anzi, se qualcuno di voi avesse sue notizie -e soprattutto notizie della scuola- mi illumini!
Nel frattempo ci vuole un bel dolce da tenere pronto per gustarsi la prossima puntata di questo che per me è diventato un impredibile minievento. Una cosa non troppo pesante vista la stagione... in alternativa potete sempre tagliarvi una fetta dei mille panettoni che giacciono nelle antine della dispensa. Ma se vi va di sporcarvi le mani, ecco una tortina semplice semplice che ho fatto con quel che avevo in casa.



Plum cake very very plum
Non so voi ma io non vedo mai plum cake con le prugne. Ho pensato: ma se si chiama così, ce le potrò mettere! Puriste vi precedo.. lo so che la ricetta originale era un dolce inglese a base di prugne fresche, ma non stiamo a spaccare il capello. :-)



Ingredienti
Yogurt alla vaniglia 125 gr
1 grossa mela renetta (o due se piccole)
una dozzina di prugne secche tipo Sunsweet
2 uova
150 gr di farina 00
100 gr di zucchero
2 cucchiai di fecola di patate
2 cucchiai di olio e.v.o.
1 cucchiaino di lievito per dolci
1 bustina di vanillina
latte q.b.

Tagliare a tocchetti sottili la mela renetta e mettere a bagno le prugne in un po' di acqua tiepida con un cucchiaino di rum. Nel frattempo setacciare la farina e la fecola con il lievito e la vanillina, aggiungere lo zucchero, i tuorli sbattuti, lo yogurt 2 cucchiai di olio e qualche cucchiaio di latte, aggiungere gli albumi montati a neve. Se l'impasto dovesse essere secco, aggiungete un po' di latte fino a raggiungere la consistenza giusta. Versate nel composto la mela a tocchetti e le prugne strizzate, mescolate bene e versate in uno stampo da plum cake rivestito di carta da forno. Spolverizzate di zucchero semolato. Infornate a 180 gradi per 45 minuti, fate la prova stecchino perchè la forma alta della torta unita alla mela potrebbero prolungare i tempi di cottura fino a un'oretta.
E ora a noi due, Michael!

Update 05/01/2010: ieri sera la seconda puntata del Triangolo delle Bermuda.. siamo sempre intorno al 6 ma si lascia guardare. Ora attendiamo il finale.

martedì 7 dicembre 2010

In cucina come le Desperate Housewives: due torte di pere

Questo pomeriggio mi sono sentita una delle Desperate Housewives, per la precisione un incrocio tra Brie Van De Kamp e Susan Mayer: alle prese con fornelli e la volontà che fosse tutto perfetto come la prima, ma un po' pasticciona (dovevate vedere come avevo ridotto la cucina) come la seconda. 
Mi sono infatti dedicata a due torte, una dolce e una salata, e poi ho preparato la cena (pollo al curry+ riso e panna cotta al caffè). 

Torta di pere e mandorle & torta salata di pere e taleggio

Ecco le due torte sorelline, entrambe ancora nella teglia, perché domani verranno trasportate a casa dei miei genitori, ed entrambe a base di pere
La prima è la ricetta della torta di pere e mandorle che ho copiato a Strawberry Blonde, seguendola con dovizia (poiché le ricette tramandate dalle nonne non si discutono!). La trovate qui.
La seconda invece è una torta semi salata... Vi ricordate quel detto "al contadino non far sapere quant'è buono il formaggio con le pere"... Beh, avendo in casa ancora un pezzo del taleggio (inaugurato ieri con il condimento degli gnocchi), che è uno dei formaggi che meglio si sposa con la pera, ho preparato una torta molto facile e veloce, con una base di pasta sfoglia. 

Ingredienti per la torta di pere e taleggio
Pasta sfoglia tonda fresca
2 pere (Abate o Conference)
50 gr di taleggio
50 gr di crescenza
zenzero
Stendete la base in una teglia, bucherellate il fondo, mettete il taleggio e metà della crescenza a pezzettini. Dopo aver sbucciato le pere, tagliatele a fettine sottili e cospargetele con un cucchiaino di polvere di zenzero. Disponetele a raggiera sopra il formaggio, coprite con la crescenza rimasta, abbassate il bordo della pasta e infornate a 180 gradi per circa 40 minuti: sarà pronta quando bordo e crescenza fanno la crosticina. Potete servirla come antipasto... oppure a fine pasto come "alternativa" a formaggio e frutta!
Per i curiosi della serie Desperate Housewife, stiamo parlando di un successo planetario della ABC, arrivato alla settima stagione. Protagoniste Eva Longoria, Teri Hatcher, Felicity Huffman e Marcia Cross, che grazie alle "Casalinghe disperate" hanno visto decollare le loro carriere (in particolare la Longoria e la Huffman). Il centro di tutte le vicende è Wisteria Lane, il quartiere residenziale di una città immaginaria dove le quattro casalinghe vivono, amano, scoprono segreti, combinano guai. Una sorta di mix tra drama, commedia, giallo e soap opera. E voi, a quale housewife siete più simili?

L'ultima serie ha visto l'arrivo di una nuova casalinga, interpretata da Vanessa Williams

lunedì 8 novembre 2010

How i met your mother. Cupcakes d'autunno


How I Met Your Mother è una sitcom trasmessa da CBS. Il protagonista è l'architetto Ted Mosby (Josh Radnor), che a distanza di vent'anni, dalla poltrona di casa, racconta ai propri figli le avventure della sua gioventù newyorkese, quando si divertiva in compagnia di quattro amici e cercava disperatamente di incontrare l'amore della sua vita. La premessa farebbe pensare che il flashback non possa protrarsi troppo a lungo, ma in Usa attualmente sta andando in onda la sesta serie. Com'è possibile? Gli Americani sulle sit com la sanno lunga. Gag, follie e situazioni esilaranti si susseguono senza sosta, come le fidanzate "sbagliate" messe sulla strada di Ted. Ma soprattutto, c'è la gang. Personaggi divertenti che offrono sempre nuovi spunti. Robin (Cobie Smulders), giornalista tv che lavora nel programma delle 4 del mattino e ha una passione per le armi e il whiskey. Barney (Neil Patrick Harris), womanizer seriale che ha dormito con 200 donne e veste solo abiti su misura. Marshall (Jason Segel), il migliore amico di Ted (ma Barney non è d'accordo) e suo ex compagno di college, bambinone entusiasta e da sempre innamorato di Lily (Alyson Hannigan), maestra d'asilo con vena artistica, che riesce a mettere insieme i pezzi della banda sconclusionata. 
Nel corso delle varie stagioni, il cibo ha avuto alcuni momenti di gloria. La prima volta, quando Marshall disperato per la partenza di Lily provava a prepararsi da solo i pancakes. La seconda, quando i cinque giravano tutta la città per ritrovare un bugigattolo che vendeva l'hamburger più delizioso di NY e infine quando Ted, a un matrimonio, incontrava una ragazza "dolcissima", che faceva la pasticciera e gli regalava cupcakes.
Cosa sono i cupcakes?
Sono tortine, tipo muffin, che vanno molto di moda in America, soprattutto per le feste e ora anche ai matrimoni. Vengono cotte in cartine della dimensione di una tazza e sono spesso decorate con pasta di zucchero colorata, molto scenografica, ma si possono trovare anche glassate o ricoperte di smarties, crema di cioccolato, vaniglia o burro di arachidi.  
Una ricetta originale e molto autunnale è quella che potete trovare sul blog The Cupcake project, ovvero bellissime tortine ai cachi. Qui l'ho tradotta convertendo anche le once in grammi. 

Cupcake ai cachi, dal blog "The cupcake project"
Per 12 cupcake 
200 gr di farina
1 cucchiaino di cannella
1 cucchiaino di lievito
70 gr di burro a temperatura ambiente
70 gr di zucchero
2 uova
70 gr di polpa di cachi
70 ml di succo d'arancia

Per la glassa:
100 gr di zucchero, 
1 cucchiaino di zenzero, 
2 uova, 
70 gr polpa di cachi, 
300 ml di latte condensato


Preriscaldare il forno a 180 gradi.
Mescolare la farina con la cannella e il lievito. In un'altra ciotola sbattere le uova con lo zucchero e il burro, la polpa di cachi e il succo d'arancia finché non sono ben amalgamati. Aggiungere lentamente la farina e mescolare bene. Versare in formine riempiendole per tre quarti e cuocere per circa 30 minuti.
Preparare la glassa. Mettere tutti gli ingredienti in un pentolino e cuocere a fuoco medio, mescolando fino a ebollizione. Lasciare bollire per circa un minuto, poi spegnere il fuoco e lasciar raffreddare. Versare il composto in un sac-a-poche con una punta a stella decorare le tortine. Yum!


venerdì 30 aprile 2010

Le insidie di Fringe e quelle del curry (verde)

Sorry my dear. So di parlare a un pubblico inesistente, ma rimane il dovere di scusare un'assenza di quasi un mese dalle pagine del blog, dai film e dalle ricette. Sono stata lontana anche dalle sale cinematografiche, devo dire la verità. Poca roba attraente, al momento, popola gli italici schermi (o io sono solo pigra? maybe).
In compenso ho fatto il pieno di serie tv. Così ho deciso di recuperare cominciando a parlarvi della serie Fringe, creatura di J.J. Abrams (per quelli a cui questo nome non dice niente, è la mente dietro a Lost e Alias) e, per farlo, la accompagnerò a qualcosa di esotico, una ricetta thailandese, che ho sperimentato solo con le gambe sotto il tavolo, in realtà. Per poterla cucinare io stessa dovrò fare un raid in qualche negozio di specialità alimentari orientali. Sto parlando del pollo al curry verde thailandese.
Ma andiamo con ordine.
Fringe è una serie televisiva a metà tra il poliziesco e il fantascientifico. Parla della divisione dell'FBI, che indaga su improvvise morti e catastrofi per ragioni scientificamente improbabili e quanto mai inquietanti. Protagonista, la bionda Olivia Dunham (Anna Torv), che recupera da un manicomio il vecchio dottor Walter Bishop (Jhon Noble, superb!) per aiutarla, trascinando in una spirale di enigmi e omicidi - esplosioni- teletrasporti e quant'altro anche il figlio di Walter, Peter, aka Joshua Jackson (il celebre Pacey Witter di Dawson's Creek, notevolmente migliorato sul fronte aspetto fisico, ndr).
In USA è ora in onda la seconda stagione, mentre Italia1 ha da poco cominciato a trasmettere la prima. La trama orizzontale di ogni puntata è quasi sempre ben collegata alla trama verticale che ci svela pian piano i ruoli di Olivia, Walter e Peter in un universo misterioso, terrinbile e al tempo stesso magico. Magico come solo una cucina allegra e al tempo stessa insidiosa (attenzione alla dose di piccante!!) come quella thai.
Volete provare il pollo al curry verde? Ecco la ricetta, da servire con riso al vapore profumato al gelsomino (meraviglioso).

Pollo al Curry Verde

Ingredienti per 4 persone
300gr. di petto di pollo, 1 cucchiaio di olio di soia, 2 cucchiai di pasta di curry verde, 70cl. di latte di cocco, 5 rametti coriandolo, il succo e la scorza di mezzo lime, un rametto di basilico thailandese, una falda di peperone verde, 1 mela.

Far scaldare l’olio e far cuocere appena i petti di pollo tagliati a striscioline, appena diventano dorati toglierli dal tegame. Nella stessa pentola far sciogliere la pasta di curry per circa 3 minuti, poi aggiungere il latte di cocco e far cuocere per 5 minuti a fiamma media. Aggiungere il basilico, il coriandolo il succo del lime, la mela a tocchetti, il pollo e far andare ancora insieme per altri 8 minuti o fino a quando il pollo sarà cotto e la salsa leggermente rappresa. Servire nei piatti e guarnire con la scorza del lime e qualche striscia di peperone verde; accompagnare con riso bianco a vapore.

sabato 20 marzo 2010

La brava moglie scopre il chili. Piccante.

Sembrerò ripetitiva, ma per chi sta seguendo la serie, è doveroso un aggiornamento su The Good Wife. L'ultima puntata ha dato luogo a una svolta inaspettata: è scattata la scintilla tra Alicia e Will (foto). Insomma la "brava moglie" ha ceduto, e a quanto pare, le è piaciuto. Chiaramente il bacio appassionato è stato seguito da - Oh mio dio cos'ho fatto- fuga -nuovo ripensamento del tipo "ma sì, in fondo.. mio marito s'è fatto 18 volte quella escort là".. ma mal riuscito... bad timing Alicia!- per concludersi con un'altra mossa a dir poco ardita... col marito Peter.
Ora sono decisamente sulle spine per gli sviluppi, se ce ne saranno. Eh già perchè Alicia si è già tirata indietro: d'altra parte Will è il suo capo. "E' perchè sei sposata?". Risposta: "Mi piace lavorare qui"... ahia! In qualunque modo evolva questa situazione, appare piuttosto dura anche per Peter (che adesso gioca a fare il religioso.. mah).
Volendo fare un paragone gastronomico, per questa puntata mi sento di tirare in ballo la cucina messicana, anzi, un classico della tradizione Tex-Mex. Sto parlando del chili con carne, simbolo indiscusso della piccantezza.
Se vi va di provare a prepararlo, per prima cosa dovete fare la salsa di chili (a base di peperoncini piccanti). Ecco la ricetta da Turisti per caso.

2 spicchi di aglio
2 peperoncini piccanti secchi
1peperoncino fresco piccante (in mancanza 3 peperoncini secchi)
1 peperoncino fresco dolce (in mancanza, 1/2 di peperone)
1 cucchiaio di murciano (peperone messicano in polvere), in mancanza, 1 cucchiaio di paprica piccante,
olio di arachide, o, se preferite di oliva.

I semi dei peperoncini secchi aumentano di molto il piccante, lasciateli se volete ottenere più piccantezza oppure toglieteli. Se siete indecisi, potete toglierli e poi aggiustare gradualmente la piccantezza aggiungendo gocce di Tabasco.
Tagliate a dadini gli ingredienti più voluminosi e mettete tutto in un un frullino o in un recipiente adatto a un pimer a immersione. Frullate aggiungendo l'olio a poco a poco finchè non si forma una crema.

foto dal web
Poi è la volta della carne. Per quattro persone vi servono:
1 kg di carne di bue (polpa di spalla) tagliata a dadini di circa 3 cm di lato
2 etti di carne di manzo tritata
200 gr di pancetta tagliata a dadini
1/2 Kg di pelati tagliati a pezzettini
1 cipolla affettata sottilmente
1 peperone rosso tagliato a dadini
1 cucchiaio raso di concentrato di pomodoro
1 foglia di alloro.

Condite i dadini di carne con la pasta chili impastando con le mani carne e condimento.
Poi fateli riposare in frigorifero da un massimo di una notte (o una giornata) intera a un minimo di mezz'ora a seconda di quanto amate il piccante. Mettete i dadini di pancetta a rosolare in un tegame di ghisa con un filo di olio a fuoco bassissimo. Quando hanno ceduto tutto il grasso toglieteli e metteli da parte.
Nel grasso fate rosolare a fuoco più alto i dadi di carne conditi con la pasta chili mescolando continuamente. Quando cominciano a scurire,unite la cipolla e abbassate la fiamma.
Non appena la cipolla è appassita, unite la carne tritata, la pancetta rosolata, il peperone, l'alloro e i pomodori e fate insaporire mescolando spesso.
Poi aggiungete il concentrato di pomodoro sciolto in mezzo bicchiere d'acqua e continuate la rosolatura. Quando diventa indispensabile, coprite di acqua, salate tenedo conto che il sugo dovrà restringersi molto e fate cuocere a fuoco lento per un'ora e mezza. Ricordate che l'umido deve risultare molto denso. A fine cottura, aggiungete fagioli rossi già lessati (300 gr per 4 persone) assieme a un mestolo del loro brodo di cottura e fate insaporire per un quarto d'ora.
Servite con l'accompagnamento di riso a grana lunga lessato (e molte bevande).

mercoledì 17 marzo 2010

I soliti arancini di Montalbano

Stasera avevo altri piani. Pensavo che vi avrei regalato una ricetta originale dopo essermi sparata Julie & Julia, il film sulla cucina e sul mondo della rete da cui ho preso in presito la foto per l'intestazione. Ma per problemi... "tecnici" la visione è stata interrotta a metà.
Mi sono così ritrovata a fare zapping tra un canale e l'altro. E cosa ti trovo, tra l'Isola dei presunti famosi, La ricerca della felicità di Muccino e Tetris di Luca Telese? Il Commissario Montalbano. Che, per dirla con parole sue, si dovrebbe davvero "levare dai cabasisi". Siamo infatti giunti a qualcosa come la nona replica dei primi episodi. Zingaretti che urla "Montalbano sòòòno" nel tentativo di sembrare siculo non ha più alcun appeal. Le uniche a non aver stancato sono le immagini della spiaggia e del mare davanti alla sua villozza. E, chiaramente, i cibi deliziosi che fanno comparsate veloci, a suggerire la genuinità della terra siciliana.
In particolare, il Commissario va pazzo per gli arancini. In uno degli episodi mollava la fidanzata a Parigi per starsene al paese suo a magnare i fritti del peccato in santa pace. Roba da fondamentalisti gastronomici.
Per la ricetta degli arancini (o arancine, a seconda della zona della Sicilia) ci affidiamo alla ricetta proposta da un ballerino palermitano alla Prova del cuoco (ai tempi d'oro della Clerici).. vien voglia di sperimentare.


lunedì 15 marzo 2010

Un caffè per sorseggiare The Good Wife

Alicia Florrick (Julianna Marguiles, diventata famosa grazie a E.R.) è una brava moglie. Anzi, fenomenale. Come definireste una che, dopo l'arresto del marito, celebre procuratore distrettuale coinvolto in uno scandalo politico e sessuale, prende le redini della famiglia e si butta a capofitto nel nuovo lavoro di avvocato (chiaramente con il matrimonio Alicia aveva sacrificato la propria carriera a quella lanciatissima del marito e ai figli) e rimane accanto al fedifrago durante la sua carcerazione e il processo? E quando si prospetta l'ipotesi degli arresti domiciliari, è anche disposta ad accoglierlo a casa. Certo, Peter si dovrà sudare il suo perdono.
Prima di tutto, Alicia ha cominciato a lavorare e ci ha preso gusto: erano 13 anni che non metteva piede in aula, ma è chiaro che la ragazza ha talento. Secondo, da Stern, Garner & Lockhart Alicia finalmente ha scambi con persone interessanti: la detective Kalinda, il collega con il quale deve competere per il posto da junior associate, la chichissima Diane e soprattutto Will, vecchio amico della Law School, grazie al quale ha ottenuto il posto. Con lui c'è stima, ammirazione, e una certa -latente- chimica, appena accennata e rispettosa delle regole implicite del rapporto fra colleghi e vecchi amici. Se in questo c'è un'evoluzione, è appena percettibile, tanto da assomigliare alla vita vera. La CBS sta trasmettendo The Good Wife dallo scorso autunno: le puntate non sono ancora arrivate in Italia.
C'è da scommettere che le avventure di Alicia andranno avanti ancora per molto, perchè la serie è veramente ben scritta. Niente a che vedere con i clichè spesso propinati dalle produzioni giuridico-procedurali (per fare un esempio recente Justice, inguardabile). Devo dire che questa serie ha forse una sola pecca: la gente non mangia mai. L'unica cosa commestibile che appare è il caffè. Chiaramente mug in stile Starbucks.
E allora non resta che sorseggiare una enorme tazza di "Latte", come gli americani chiamano il latte macchiato e goderci le avventure di Alicia (tifiamo tutti per lei... e tra Peter e Will, la mia paletta si alza per il secondo... ricordate il coraggioso Knox Overstreet de L'attimo fuggente? Sì, quello che soffiava la ragazza al quarterback di turno. Ecco, è proprio lui, Josh Charles). Se volete saperne di più, leggete la recensione di Movieplayer.it o andate sul sito della Cbs.


lunedì 11 gennaio 2010

In Treatment e la torta di cioccolato (ma senza burro)

Paul Weston ha divorziato. Ha lasciato Kate e la sua famiglia nel Maryland ed è tornato a Brooklyn. Non sembra passarsela tanto bene, a giudicare dalle mani che gli tremano quando parla della sua citazione per negligenza, a un anno dalla morte del paziente Alex. Eppure è ancora lì, pronto ad ascoltare, suggerire, scoprire il significato di comportamenti che sembrano cliché ma nascondono segreti, insomma, ad analizzare e aiutare i suoi nuovi pazienti con i consueti capolavori dialettici che rendono innovativa e interessante In Treatment.
Gli appassionati avranno già ingurgitato i 35 episodi della seconda stagione della serie targata HBO con protagonista Gabriel Byrne.A chi deve ancora godersela, invece, consiglio la visione armati di una fetta di torta al cioccolato, scudo perfetto allo sguardo smarrito di un Paul quasi depresso e alla tristezza di malattie e nevrosi dei protagonisti.
La torta al cioccolato, però, dopo i panettoni delle feste, meglio farla leggera: senza burro.

Eccovi la ricetta:

Torta al cioccolato senza burro

10 cucchiai di zucchero
15 cucchiai di farina
3 cucchiai di cacao amaro in polvere
mezza bustina di lievito
50 gr di cioccolato fondente
3 uova
latte (q.b.)
olio (un cucchiaio)
mandorle tritate (50 gr)

Rompere le uova, mettendo i tuorli in una ciotola e gli albumi in un'altra. Aggiungere lo zucchero ai tuorli e mescolare bene. In una terrina setacciare la farina insieme al cacao e al lievito, aggiungere il composto di uova e zucchero, un cucchiaio d'olio e un po' di latte, circa un bicchiere, fino a creare una pasta cremosa e omogenea. Aggiungere il cioccolato fondente spezzettato grossolanamente e gli albumi montati a neve. Mescolare bene.
Imburrare una tortiera e versarvi il composto. In superficie versare un po' di zucchero sciolto in qualche cucchiaio di latte e le mandorle tritate. Infornare in forno preriscaldato a 180 gradi per circa 35-40 minuti.

Buona visione (e buon appetito)!

Chi ben comincia... il mio parere sui film visti tra fine e inzio anno

Il tempo per scrivere dei film che guardo scarseggia sempre, così ho deciso di fare un post riepilogativo dei tioli visti nell'ultimo p...