mercoledì 15 marzo 2023

Mare fuori, ecco perchè ci piace tanto

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Ho finito Mare Fuori. Tre stagioni buttate giù che è un piacere, come un sorso d'acqua. Se per caso vivete Marte e non sapete cos'è, ve lo spiego ora. 

Mare Fuori è la serie del momento. Tutti ne parlano, tutti la seguono, la commentano e la memano. Chi non la guarda la schifa, chi la schifa viene preso a male parole dagli adepti, con un fervore simile a a quello calcistico.

Mare Fuori è una serie RaiFiction andata in onda su Rai2 (ora la trovi su Raiplay e le prime due stagioni sono anche su Netflix). Racconta le vicissitudini di un gruppo di giovani detenuti in un carcere minorile di Napoli che sorge davanti al mare. Un carcere che nella realtà non esiste, ma è ispirato a quello di Nisida.

Mare che ovviamente incarna simbolicamente tutto quello che c'è oltre le sbarre, la vita che li attende e che non aspetta altro che essere afferrata e vissuta, che non deve essere sprecata.

lunedì 14 novembre 2022

The Bear: la cucina? Un lavoro sporco


Su Disney+ potete trovare un piccolo gioiello. Si chiama The Bear ed è una serie di soli otto episodi che vi catapulterà nelle dinamiche di un microcosmo altamente disfunzionale che è quello della cucina di una tavola calda di Chicago.

lunedì 31 ottobre 2022

Simpathy for the devil: ovvero ho guardato tutto Lucifer e mi è piaciuto

 


Negli ultimi anni mi era comparsa spesso tra i suggeriti di Netflix la serie Lucifer, ma fino a poco tempo fa l'avevo snobbata. Una serie in cui il diavolo in persona decide di prendersi una vacanza dall'Inferno per andare a gestire un night club a Los Angeles e finisce per diventare consulente della polizia... che razza di cavolata poteva essere e per quale motivo avrei dovuto perdere tempo a guardarla?

Ma in questo periodo ho un po' di cose per la testa e mi sento emotivamente instabile nonchè incapace di concentrarmi su cose troppo impegnative - fosse anche per il tempo di un film. Così mi sono convinta a dargli una chance, pronta a mollarlo senza rimorsi non appena mi avesse  annoiato. Speravo in una visione piacevole, un riempitivo senza impegno. E mi sono trovata incastrata in un binge watching lungo 6 stagioni, conquistata dall'abilità di questa serie di mescolare humor e sentimenti, piccoli gialli polizieschi con terapia e  questioni esistenziali, commedia e dramma.

Di seguito vi racconto cosa mi ha fatto appassionare alla serie.

martedì 18 maggio 2021

5 motivi per guardare subito High Fidelity, la serie

high fidelity poster


Oggi vi parlo di High Fidelity. Lo so, lo so, la serie non è una primizia: in Italia era disponibile già da settembre su Starz di Amazon Prime, eppure io me ne sono accorta solo poco fa, quando l'hanno messa su Disney+. Devo dire che ero un po' scettica: avevo almeno due buoni motivi per dubitare.

Innazitutto, la serie è tratta dall'omonimo libro del 1995 di Nick Hornby, che io presi in prestito in biblioteca, divorai e amai senza riserve. Con Alta Fedeltà Hornby si piazzò tra i miei scrittori contemporanei preferiti, per rimanerci in pianta stabile. Ma l'ironia tagliente dei suoi libri non è cosa facile da rendere sullo schermo (basti pensare a Juliet, Naked: un film molto piacevole ma meno sfaccettato e profondo rispetto al romanzo).

A maggior ragione se parliamo di un libro che di adattamento cinematografico ne aveva già avuto uno, nel 2000, e tra l'altro ben riuscito: la pellicola di Stephen Frears con protagonista John Cusack.

E invece. Invece High Fidelity in versione femminile funziona. Appassiona. Diverte. Immedesima. 

Eccovi quindi i 5 motivi che secondo me la rendono una serie da vedere subito.

sabato 1 maggio 2021

Foodie love: fame d'amore


foodie love poster

Una serie che più #cookingmovies non si può mi fa tornare a scrivere sul blog. Parlo di Foodie Love, serie spagnola prodotta da HBO Europe, che racconta la genesi di una storia d'amore tra due appassionati di gastronomia, trovatisi grazie a un match sull'app "Foodie Love".

Confesso di non consultare quasi mai la library di Rai play, che invece a volte riserva delle interessanti sorprese, come questa. Otto episodi da poco più di 30 minuti, un viaggio tra le titubanze, le insicurezze, gli imbarazzi ma anche le aspettative e l'esaltazione di un incontro che pian piano promette di diventare una storia d'amore, curare vecchie ferite, mettere fine alla solitudine e magari regalare un po' di felicità.

Il cibo, in tutto questo, è uno strumento per rompere il ghiaccio, per interessare l'altro, trovare un terreno comune. E' veicolo d'amore, ma anche tattica per stupire, per godere, per consolarsi quando le cose non sembrano andare come dovrebbero (tanto che a volte viene il dubbio che mangiare, in fondo, sia assai meglio che amare).

Una cena al ristorante diventa il pretesto per costruire progetti e futuro insieme, fantasticando e pianificando esperienze gastronomiche indimenticabili, che a loro volta non sono che un tentativo di rendere speciale la vita, il rapporto, il nostro amore.





Foodie Love ci accompagna dentro la psiche di lui e lei (Guillermo Pfening e Laia Costa), protagonisti senza nome, trentenni (lui più verso i 40 a dire il vero) in cerca di un posto nel mondo, ma sperduti, guastati da un'inquietudine senza tregua, che si placa solo mangiando gyoza, bevendo cocktail complicati dal nome pomposo come "Breakfast in Kentucky" o facendo l'amore.

Ma come in tutte le storie questo legame acerbo, seppur elettrizzante e comunque ricco di dubbi e perplessità, non può sopperire al bagaglio di dolori e questioni irrisolte nascoste nell'animo: i protagonisti dovranno trovare il modo di affrontarle, personalmente.

Questo gioiellino, scritto e diretto dalla regista catalana Isabel Coixet, piacerà a chi non si annoia nelle situazioni "boy meets girl", e a chi è curioso nei confronti del cibo e adora fare turismo enogastronomico.



In questo periodo di pandemia, poi, vi assalirà un'incredibile nostalgia vedendo ramen bollenti gustati in chioschi all'interno di mercati coperti, drink elaborati da bere ammassati ad altri avventori in affollati speakeasy, cene stellate in ristoranti bellissimi che non conoscono ancora distanziamento e mascherine.

Azzeccata anche la colonna sonora, tra l'altro costellata di classici della canzone italiana come Grande grande grande di Mina o Senza Fine di Gino Paoli (qui la playlist Spotify).

Foodie Love è viaggio intimo e coinvolgente che vi consiglio, soprattutto se anche voi siete foodies!

Special guest della serie: Luciana Littizzetto che, in una puntata ambientata a Roma appare nei panni di una filosofa convertita gelataia, accompagnando il nostro Lui nella degustazione del gelato più buono della vita.

E se dopo la visione sarete curiosi di sapere dove sono tutti quei posticini dove mangiare e bere, questo blog spagnolo vi spiega esattamente punto per punto di che si tratta. 

E voi, lo avete visto/lo vedrete? Raccontatemelo nei commenti!

Buona visione e... buon appetito!

domenica 15 novembre 2020

La New York natalizia e golosa di Dash & Lily

dash and lily

Se c'è una città che a Natale dà il meglio di sé è New York: i luoghi iconici si fanno ancora più  scintillanti e magici e tutto sembra ancora più bello
Se siete curiosi di vederla in questa veste non dovete perdere Dash & Lily, delicata rom com in versione teen targata Netflix, tratta dal libro Dash & Lily's book of Dares di Rachel Cohn e David Levinthal. 
Pur costellata di situazioni irrealistiche (molte delle quali legate all'oggettiva impossibilità di trovare luoghi notoriamente affollati di New York praticamente vuoti, ma non solo... un po' come Emily in Paris), questa storia delicata e accattivante in 7 puntate da circa 20 minuti vi conquisterà

domenica 8 novembre 2020

Biscotti a scacchiera per La regina degli scacchi

Biscotti a scacchiera - Cooking Movies

Sapete giocare a scacchi? Io no, o perlomeno, ricordo di aver vagamente provato a imparare da bambina, ma la verità è che non ho mai padroneggiato la scacchiera, nè francamente ho mai avuto rimpianti al riguardo.

Almeno finché non ho visto La Regina degli Scacchi (The Queen's Gambit), nuova mini serie Netflix tratta da un romanzo di Walter Tevis.

domenica 11 ottobre 2020

Tutti pazzi per Emily in Paris (o forse no?) e la ricetta dell'omelette

Criticatissima ma al primo posto tra i contenuti visti su Netflix, Emily in Paris è la nuova serie rom com (10 episodi di circa 25 minuti) creata da Darren Star (sì, proprio lui, quello di Beverly Hills 90210 e Sex and the City) che sta facendo molto parlare di sè.

Perché? Perché Emily in Paris è un concentrato di situazioni irrealistiche, clichè e stereotipi, e negarlo sarebbe impossibile, ma è anche una favola rosa con momenti surreali e divertenti che si lascia guardare con piacere e che scorre via veloce, tanto che io per esempio l'ho finita nell'arco di 24 ore.


Bisogna quindi approcciarla con questa consapevolezza e non aspettarsi niente di più di un meraviglioso concentrato trash, un guilty pleasure da bere tutto d'un fiato, un riempitivo, un momento per staccare il cervello dopo una giornata di lavoro faticoso.

Posso capire che i francesi si sentano indignati e offesi da questa serie o la trovino "ridicule", perché la rappresentazione di Emily in Paris non è semplicemente stereotipata, è proprio assurda ed evidentemente mediata dall'idea che gli americani hanno di come dovrebbe essere la Ville Lumiere.

Un po' come a me aveva dato fastidio quel brutto film di To Rome with Love di Woody Allen, dove gli americani giravano per Roma come se fosse per un parco divertimenti e gli italiani sembravano una manica di deficienti, intenti solo a mangiare, cantare l'opera e a tradire la moglie.

Qui i francesi - in questo caso i colleghi di Emily- sono edonisti che arrivano al lavoro alle 10:30 e fanno pause pranzo di due ore sorseggiando vino, ti fumano in faccia, parlano di te come se fossi una minorata. I francesi di successo - in questo caso l'affascinante profumiere Antoine Lambert - hanno una moglie ma anche un'amante a cui la situazione va bene così (wtf?). I francesi hanno un'educazione sessuale aperta, al punto che le madri chiedono alle loro avventure di una notte se sono stati buoni amanti (wtf again?).


Emily (Lily Collins) arriva in un'agenzia di marketing di successo che ha a portfolio marchi di lusso incredibili, ma è l'unica ad avere le idee giuste sul fronte social media, le cui potenzialità sono snobbate completamente dai colleghi francesi: insomma, come spesso accade nelle produzioni USA, l'americana arriva a farti vedere how to get things done.. Posso capire il fastidio dei francesi che poi, si sa, non sono affatto permalosi. Inoltre questa Emily sembra avere proprio il tocco magico coi social perché con tipo tre post su Instagram diventa un'influencer e presto arriva a creare campagne virali (ricordatevi solo questo: lubrificante vaginale. Quando avrete visto la serie ne riparliamo....)


La "chambre de bonne"  all'ultimo piano data a Emily (così viene presentato l'appartamento che le danno nella prima puntata) è grande almeno come tre vere chambre de bonne parigine. Se non conoscete la storia di queste piccole soffitte, qui trovate un articolo di Vice molto interessante che mostra il variegato popolo degli abitanti attuali di questi sottotetti parigini, che una volta erano le stanze per le domestiche del palazzo di famiglia. 

Ma vogliamo parlare di moda? Qui troviamo un paralellismo ancora più forte con Sex & The City. Come una Carrie moderna in salsa gallica, Emily sfoggia outfit totalmente fuori dalla portata di una trentenne media e soprattutto senza alcun senso pratico. Gira per i Jardin des Tuileries (chi ci è stato sa che si cammina su sterrati pieni di polvere e sassolini) e sul pavé (addirittura corre! Fantascienza...) con tacchi a stiletto da 12 cm, indossa maglie con la Tour Eiffel (dio mio) e completini gialli e neri o verdi e rosa che la rendono individuabile a 2 km di distanza... Con il tempo migliora un pochino, si pariginizza, ma sempre in modo eclatante e stereotipato (berretti rossi, foulard, cose così). 


D'altra parte dietro ai suoi outfit c'è Patricia Field, la stessa stylist che ha reso iconici i look di Carrie Bradshaw e delle sue tre amiche newyorkesi. Che forse potevano funzionare sullo schermo ma, almeno per me, sono sempre stati inconcepibili. Si vede poi che il vizietto del tacco 12 non le è passato dai tempi delle Manolo Blahnik. Unico suo outfit che promuovo è il tributo a Audrey Hepburn (sotto). Altra storia invece sono gli abiti di Sylvie, la capa snob di Emily, che è oggettivamente sempre chic e impeccabile (sarà stronza, ma almeno è vestita bene!)


Non entro nemmeno nel merito della trama, perché è piena di coincidenze e incastri fantasiosi come solo un romanzo rosa può essere, ma chi non vorrebbe un vicino di casa come Gabriel, un giovane e promettente chef normanno con la faccia e il fisico di Lucas Bravo? O un'amica come Camille, che per il weekend ti porta nel castello di famiglia nella Champagne (certo, magari non trattarla poi come fa Emily sarebbe meglio)? O ancora, un'amica expat come Mindy Chen, cinese ricchissima con un passato da pop star che si mantiene a Parigi facendo la baby sitter per non tornare in Cina a gestire l'azienda di zip di famiglia?




Insomma è vero che Emily in Paris trasforma la capitale francese in una Disneyland al servizio della protagonista, nella serie ci sono tante cose che possono farti alzare gli occhi al cielo. Ma, se sei in grado di non infastidirti troppo per la mancanza di verosimiglianza, è un prodotto simpatico e godibile e pieno di momenti comici ed esilaranti. 
E poi non vorrai perderti il gusto di commentare tutti i momenti trash che più trash non si può (ricorda: lubrificante vaginale), oltre agli addominali di Gabriel, con le amiche? 

Ti lascio con una ricetta ispirata a Emily in Paris... l'omelette! 

Quando Emily si fa arrivare da Chicago un pesante scatolone pieno di burro d'arachidi (rotto), lo chef Gabriel la invita a provare qualcosa di meglio e le prepara una omelette.
Qui vi do la ricetta dell'omelette alle erbe aromatiche per un tocco di freschezza in più.


Omelettes alle erbe aromatiche 



Ingredienti per 4 omelettes: 

8 uova

4 rametti di cerfoglio (o basilico), tritato finemente 

4 rametti di erba cipollina, tritata finemente

4 rametti di timo, tritato finemente 

4 rametti di prezzemolo, tritato finemente

1 cucchiaino di paprika affumicata

1 pizzico di peperoncino
40 ml di panna fresca

50 grammi di burro chiarificato 

Sale 

pepe

Procedimento
  1. Lava e trita finemente il prezzemolo, l’erba cipollina, il timo e il cerfoglio (o basilico). 
  2. In una ciotola capiente sbatti le uova e aggiungi sale e pepe quanto basta.
  3. Aggiungi il mix di erbe tritate, un cucchiaino di paprika affumicata e un pizzico di peperoncino.
  4. Mescola bene. Unisci anche la panna (in alternativa puoi usare del latte intero).
  5. Prepara quattro piatti spennellando la parte centrale con un po’ di burro chiarificato, tienili da parte, possibilmente al caldo.
  6. In una padella antiaderente scalda una noce di burro (circa 10 grammi) chiarificato, versa un quarto del mix di uova e cuoci a fiamma media finché il fondo sarà rappreso e asciutto ma le uova ancora morbide sopra.
  7. Dando dei colpetti alla padella fai scivolare l’omelette verso il bordo destro e poi ripiegala su se stessa.
  8. Prendi uno dei piatti che avrai tenuto in caldo, fai scivolare l’omelette e servila con un contorno di insalata fresca o altra verdura a piacere.
  9. Ripeti la procedura per preparare le altre tre omelettes. Bon appetit!

E tu hai già guardato Emily in Paris? Cosa ne pensi? Raccontamelo nei commenti!

lunedì 21 settembre 2020

10 teen movies da vedere subito

10 teen movies da vedere subito

I teen movies sono uno dei miei guilty pleasure: mi piace addentrarmi in queste storie di ragazzi che stanno cercando di capire chi sono, cosa vogliono essere o diventare... Storie di primi amori, di cocenti delusioni, di lezioni imparate (a volte a caro prezzo). 

Alcuni film certo non sono altro che commedie da cervello spento per  passare due ore spensierate, altri riescono invece a raccontare delle parabole formative in modo originale e con tanta carica emotiva... e sono questi che ovviamente mi conquistano!

Non posso fare un excursus sui teen movies dagli anni 80 ad oggi perché ci vorrebbe non uno, dieci o forse più post, ma posso fare una selezione di 10 teen movies che vi piacerà guardare.

venerdì 21 agosto 2020

Cheese Naan indiano: The Lunch box


Pane naan Cooking Movies

La cucina indiana è ricca di spezie e profumi e per accompagnare le tante pietanze saporite è immancabile il pane naan: un pane preparato con lievito di birra e yogurt che potete fare facilmente anche a casa e che io adoro soprattutto nella versione cheese naan, ovvero ripiena di formaggio spalmabile! 
La preparazione casalinga non verrà sottile come il pane che avrete sicuramente assaggiato nei ristoranti indiani, tradizionalmente cotto al forno tandoori: saranno più delle focaccine (ma si preparano in padella!) che potete tranquillamente considerare il "piatto forte" del vostro pasto e accompagnare con verdure saltate o al curry! 
Ecco la ricetta per prepararli!




Cheese naan
per 8 panini ripieni
525 g di farina 00
mezzo panetto di lievito di birra
185 g di yogurt bianco (intero o magro)
175 g di acqua 
4 cucchiai di olio evo
1 cucchiaino e mezzo di sale
125 g di Philadelphia o simili


1. In una ciotola capiente scogli il lievito con un po' di acqua
2. Aggiungi lo yogurt
3. Inizia ad aggiungere la farina un po' alla volta, e man mano unisci anche la restante acqua
4. Unisci l'olio e il sale
5. Impasta direttamente nella ciotola fino a ottenere un panetto
6. Lascia riposare per circa 2 ore e mezza o comunque fino al raddoppio
7. Sulla spianatoia o un piano infarinato, lavora un po' l'impasto e poi dividilo in 8 palline
8. Lascia lievitare nuovamente per 20 minuti
9. Riprendi i panetti e stendili bene con il matterello
10. Spalma delicatamente il centro del pane con del Philadelphia, senza arrivare ai bordi. Richiudi il pane sui bordi in modo da chiuderlo completamente e poi stendilo di nuovo con il matterello per allargarlo bene. Fai piano o il formaggio rischia di fuoriuscire.
11. Cuoci un panino alla volta in una padella ben calda o su una piastra in ghisa, 2 minuti per lato
12. Gustalo caldo insieme alle tue verdure preferite!


In abbinata a questo pane buonissimo, vi lascio un film indiano altrettanto delizioso: The Lunchbox.
Una pellicola del 2013 che ha conquistato il pubblicato di Cannes, Sundance e Toronto film festival, la storia delicata di due solitudini che si incontrano per caso e trovano nella loro amicizia l'opportunità di riscattarsi.



Ila è una casalinga di Mumbai che decide di ravvivare il suo matrimonio alla deriva preparando un pranzo speciale per il marito: lo mette nel cestino da pranzo (dabbawala) e lo consegna a uno dei 5000 fattorini che ogni giorno ritirano da case e ristoranti i pranzi destinati ai lavoratori e li consegnano ai colletti bianchi sparsi negli uffici della città.




Una rete di consegne, quella di Mumbai, davvero incredibile, un meccanismo perfetto che, come studiato anche dall'università di Harward, pur non avvalendosi di alcuna tecnologia ha un margine di errore irrisorio (1 errore su circa 6 milioni di consegne!)
Eppure, nel caso di Ila il meccanismo si inceppa e il suo pranzo arriva per errore a un vedovo solitario e un po' inacidito dalla vita, prossimo alla pensione, Saajan. L'errore, presto chiaro a entrambi, diventa l'occasione per una singolare corrispondenza attraverso i cestini da pranzo e la nuova amicizia porta tutti e due a riflettere sulla propria vita e prendere importanti decisioni.
Vi lascio con il trailer!


Avete visto questo film? E conoscete il cheese naan? Raccontatemelo nei commenti!

martedì 28 luglio 2020

Notte horror 2020: L' Armata delle tenebre

L'armata delle tenebre

Non amo molto i film horror: o mi fanno davvero troppa paura o li trovo stupidi e mi annoio. In rari casi mi piacciono davvero. Così quando il gruppo di blogger cinefili di cui faccio parte ha proposto una rassegna estiva dedicata agli horror ho storto il naso ... poi però mi sono detta che era l'occasione giusta per rivalutarli e farmi una cultura.
Ho scelto quindi un superclassico, un horror comedy splatter un po' trash... insomma un vero cult, che non avevo ancora visto.

L'Armata delle tenebre (Army of Darkness) è un film del 1992 diretto da Sam Raimi e rappresenta il terzo capitolo della trilogia iniziata con La Casa. Anche qui il protagonista è Bruce Campbell, nell'iconico ruolo di Ash Williams. Ma se La Casa e La Casa 2 hanno un'ambientazione simile e una trama collegata, questo terzo episodio, grazie a un espediente narrativo iniziale, trasporta il nostro eroe in un passato mediovale, insieme al suo iconico braccio monco armato di motosega e al suo fucile.

Ash si ritrova nel bel mezzo di una battaglia tra due principi e viene condannato a morire per mano della creatura mostruosa di un pozzo: grazie alla sua agilità (e alla motosega) riesce però a cavarsela e da lì parte il grande equivoco. Ash è creduto il prescelto, arrivato per volere di Dio a liberare quel popolo dalla minaccia di un esercito di demoni e morti che periodicamente torna a terrorizzarli.

bruce campbell Ash Williams

La parte centrale de L'Armata delle tenebre si fonda tutta sull'interpretazione di Bruce Campbell, che parte all'avventura per recuperare il libro dei morti e riportarlo al castello senza svegliare l'esercito, subendo una serie di "attacchi" da parte delle forze demoniache che cercano di osteggiarlo. Arrivato al momento clou, non si ricorderà la formula magica corretta e finirà per causare il risveglio massivo del nemico. Ma Ash si farà perdonare guidando i suoi nuovi amici un'epica battaglia.

Il film è costellato da momenti comici con Ash indiscusso protagonista: dalle scene d'amore introdotte dalla frase cult "Dammi un po' di zucchero, baby" agli sdoppiamenti e lotte con se stesso nel bosco, agli infidi tranelli magici che proteggono il libro fino alla battaglia con gli scheletri. Insomma, un horror per modo di dire, che più che altro con gli stereotipi degli horror gioca.

Un film che ha sicuramente fatto scuola e che, sebbene non sia proprio il mio genere, sono contenta di aver finalmente recuperato.
Ora lascio il testimone a Director's Cult, autrice del prossimo post di questa #nottehorror2020 del 28 luglio!

Di seguito trovate la programmazione della nostra Notte Horror lunga un'estate! 


Chi ben comincia... il mio parere sui film visti tra fine e inzio anno

Il tempo per scrivere dei film che guardo scarseggia sempre, così ho deciso di fare un post riepilogativo dei tioli visti nell'ultimo p...