lunedì 22 novembre 2010

Pomodori Verdi Fritti. Alla fermata di Whistle Stop o dove volete



Dall'alto a sinistra, Ruth, Idgie, Evelyn e Ninny

Uno dei miei film preferiti da sempre è Pomodori Verdi Fritti al Caffè di Whistle Stop: una storia di amicizia, amore disinteressato, dolore, riscatto e avventura. Come non innamorarsi degli umidi e rigogliosi paesaggi dell'Alabama, del blues e dei personaggi di Idgie Threadgoode (Mary Stuart Masterson) e Ruth (Mary Louise Parker)? Senza dimenticare le mitiche Kathy Bates e Jessica Tandy, che rivivendo quell'antica storia ridanno senso alla loro vita presente (indimenticabile Kathy Bates che urlando un liberatorio TOWANDAAA! preme l'acceleratore e tampona l'auto di due squinzie prepotenti che le avevano rubato il parcheggio). 
Il film è tratto dall'omonimo libro di Fannie Flag, nel quale la relazione tra le due donne va oltre all'amicizia: nella trasposizione cinematografica, al contrario, la natura lesbica del rapporto è sottaciuta, solo insinuata come eventualità e lasciata all'interpretazione dello spettatore. 
Il titolo del libro riprende una delle ricette servite al caffè aperto dalle due amiche: si tratta dei pomodori verdi, che sono una varietà specifica di pomodori da mangiare cotti (e non i pomodori rossi semplicemente acerbi), fritti. 
Ecco come potete prepararli:
foto dal sito Bfeedme
Pomodori verdi fritti
Farina 00 100 gr
Farina di mais 100 gr
4 grossi pomodori verdi
2 uova
sale
pepe
olio di semi 

Tagliate i pomodori a fette spesse un centimetro, salateli e lasciateli circa mezz’ora a perdere l’acqua. Sbattete le uova con sale e pepe in una ciotola e setacciate le farine in un’altra. Passate le fette di pomodoro nell’uovo e poi nella farina e friggete in olio di semi bollente. Passate su carta assorbente e servite subito!
Per accompagnarli? Un'insalata di pollo, fatta con petto grigliato a tocchetti, scaglie di grana, carote e zucchine tagliate a julienne, olive nere e insalata croccante. Il tutto condito da una salsa preparata con 2 cucchiai di maionese, 1 cucchiaio di yogurt bianco denso e un pizzico di origano.

domenica 21 novembre 2010

Benvenuti al sud, consoliamoci con lo zabaione



Molti mi avevano consigliato di andare al cinema a vedere Benvenuti al Sud, che di sicuro mi sarei fatta un sacco di risate. Al cinema non ci sono andata, l'ho visto l'altro giorno a casa e ho fatto bene. Lo so, è una commedia che vuole giocare esplicitamente sugli stereotipi, ma l'ho trovato appena passabile: i pregiudizi dei protagonisti, che sono poi la base su cui si gioca tutta la storia, non reggono proprio, sono anacronistici. Claudio Bisio è un funzionario delle Poste che da 15 anni cerca il trasferimento da Usmate a Milano. Primo appunto: da brianzola trasferita a Milano, so bene che chi sceglie di stare in Brianza lo fa consapevolmente e lo "rivendica con orgoglio", per citare la Santanché. E la moglie che guardando il Duomo sospira "Milan l'è un gran Milan" fa veramente strano. Comunque, nel momento in cui il poveraccio viene spedito a Castellabate nel Cilento, la disperazione regge fino a un certo punto. Come aveva scritto Liberazione, anche il più tordo dei leghisti sa che un paese a picco sul mare in Campania è più bello di Usmate Velate. Per cui la girandola di terrore, equivoci e luoghi comuni che seguono e che in qualche modo si vuole rifare al cinema di De Sica (Pane amore e fantasia e co) fa appena sorridere, nella sua prevedibilità. Simpatici, comunque, i personaggi "terroni", belli i paesaggi e abbondanti le porzioni della mamma di Mattia, collega di Bisio che a 35 anni pare incapace di lasciare la casa di mammà. Alla fine, però, ci riesce e lei gli dice addio con uno zabaione al marsala.
Prepararlo non è difficile:

Zabaione al marsala, ingredienti per 4: 
4 uova
80 gr di zucchero
vanillina
un po' di scorza di limone
80 ml di marsala secco






Versare in una casseruola i tuorli e montarli con lo zucchero finché non si ottiene un composto spumoso. Aggiungere la scorza di limone e la vanillina. Mettere la casseruola sul fuoco a fiamma lenta e aggiungere il marsala. Mescolate con la frusta per circa un quarto d'ora, fino ad ottenere una crema densa e gonfia. Potete servirlo freddo in un bicchiere guarnito da una spolverata di cacao -oppure da qualche frutto di bosco- e accompagnato da biscotti tipo lingue di gatto. 

venerdì 19 novembre 2010

Su Facebook è cartoon mania. E io vi propongo le crepes di Creamy


Yu e Creamy


Non so di chi sia la pensata, sta di fatto che con la presunta motivazione di celebrare la settimana dei diritti dell'infanzia in questi giorni Facebook è diventato un'immenso mosaico di foto dei cartoni animati che troneggiano al posto dell'immagine dei profili. I più entusiasti sono gli over 30 (fascia in cui, ahimè, mi colloco) che fanno a gara a scovare il cartone dimenticato e si accapigliano sui personaggi scelti, accusandosi di copiare o affermando di avere più diritto di accostarsi all'eroina o eroe di turno per a) somiglianza fisica b) nome c) passione conclamata.
Io nel mio piccolo ho fatto fatica a scegliere perché da piccola guardavo milioni di cartoni animati e andavo a periodi. Prima mi fissavo su Hilary, poi Mila, poi Lulù, poi Magica Emi. Detto questo, e volendo evitare Georgie che impera nei profili di metà delle ragazze (era una strafiga, tutte vorremmo essere come lei) ho optato per L'incantevole Creamy!
Creamy è stato uno tra i primi cartoni a lanciare il filone "ragazzina che sembra normale ma è speciale e si trasforma in ragazza più grande, più bella e con una dote incredibile". Nel caso di Yu-Creamy la dote era il canto e infatti la nostra amica diventava subito una misteriosa popstar.
Peccato che alla prima esibizione, quando le chiedono il suo nome, Yu, ancora stordita dalla trasformazione, dica la prima cosa che vede, ovvero "Creamy", la scritta sul chiosco dei genitori, degli ambulanti che vendono crepès! Perciò non resta che lasciarvi la ricetta delle crepès: una base molto versatile che potete riempire a piacere, praticamente con qualsiasi cosa! Parliamo della ricetta salata, però, perché ultimamente abbiamo un po' esagerato con i dolci.

Crepès salate
Preparate la pastella con:
20 gr di burro
200 gr di farina
1/2 litro di latte
4 uova
1 pizzico di sale




Setacciate la farina, aggiungete le uova e diluite con il latte versandolo a filo, aggiungete il burro che avrete sciolto a bagnomaria e il sale. L'ideale è lasciare riposare la pastella per un'ora in frigo. Poi scaldate una padella antiaderente unta con un pezzetto di burro e passate alla preparazione delle crepes. Versate un mestolino di pastella, quando la crepes è rappresa giratela (se serve aiutatevi con un coperchio, non siamo tutte grandi chef) e togliete dal fuoco. Andate avanti finché non avrete finito la pastella.
Potete riempirle come più vi piaccionoe chiuderle a fazzoletto oppure arrotolandole e poi passarle in forno sotto il grill o di nuovo qualche secondo in padella. Qualche idea per il ripieno? I classici ricotta e spinaci (che vanno saltati), cotto e fontina, quattro formaggi,. Ma anche salmone affumicato e robiolina alle erbe, o radicchio con besciamella e scamorza affumicata.



giovedì 18 novembre 2010

Cupcake d'autunno ai cachi: update

Ricordate le "persimmon cupcakes", tortine ai cachi d'autunno, di cui vi ho parlato QUI? Ebbene, finalmente le ho preparate. Eccole! la foto è orrida, ma le tortine sono venute buone.. Però non ho fatto la cremina con il latte condensato per guarnirle, preferivo tenermi sul leggero!
Provatele anche voi...


mercoledì 17 novembre 2010

Chocolat, che consolazione



Certe sere d'inverno, dopo cena, quel che mi scalda di più è un pezzetto di cioccolato. Un semplice quadratino che si scioglie in bocca liberando endorfine e facendomi subito sentire meglio... Solo il profumo risolleva gli animi e ridà energia. Oddio, forse stasera per ridarmi energia ci vorrebbe un'intera tavoletta. Per i pomeriggi d'inverno, però, l'ideale è una bella cioccolata in tazza, densa, corposa e bollente... un po' come quella che Vianne (Juliette Binoche) rimesta nel film Chocolat, un piccolo gioiello apprezzato in particolare da inguaribili romantici e golosoni.

Ecco come preparare la cioccolata SENZA preparati già pronti -alla Ciobar, per intenderci-. 
Dosi per 1 tazza: 
2 cucchiai di zucchero
1 cucchiaio di cacao amaro in polvere
250 ml di latte intero
1 cucchiaio di fecola di patate

Setacciate la fecola, il cacao e lo zucchero, versateli in un pentolino e aggiungete il latte a filo, mescolando bene e facendo attenzione a non creare grumi. Lasciate scaldare mescolando, fino a raggiungere l'ebollizione. Bollite un minuto, per far addensare il composto. Se vi piacciono i gusti decisi e speziati, potete aggiungere un goccio di rum oppure un po' di polvere di cannella. Versate in tazza e accompagnate la cioccolata con biscotti tipo lingue di gatto o savoiardi. Come si preparano in casa? Nella prossima puntata :-)

martedì 16 novembre 2010

Star food. Harry Potter: cosa mangiano i maghetti?

I tre attori alla prima del settimo film 
Alla premiere londinese di Harry Potter e i doni della morte, in uscita in Italia il 19 novembre, i tre maghetti Harry Potter (Daniel Radcliffe), Hermione Granger (Emma Watson) e Ron Weasley (Rupert Grint) sono apparsi cresciutissimi, ormai lontani dai bambini che erano nel primo film della saga, uscito circa 10 anni fa. Protagonista, in particolare, la Watson, che ha sfoggiato un'inedito taglio cortissimo e un vestitino che scopriva le gambe. Ma pare che la linea di Emma non sia frutto di grandi sacrifici: i suoi cibi preferiti, infatti, sono i muffin al cioccolato, i frappé, le patatine ai gamberi e soprattutto i toast, per i quali ha una vera e propria ossessione. Come li mangia? Rigorosamente all'inglese, cioè con una noce di burro che si scioglie sulla fetta di pane caldissima appena tostata. Ottimi con un tè nero del pomeriggio.
E voi, come mangiate i toast? E come preferite la maghetta, con la zazzera corta o il capello fluente?

Il nuovo taglio di Emma


La Watson nella campagna Burberry



domenica 14 novembre 2010

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Tutti insieme appassionatamente con lo Strudel


L'altro giorno al lavoro si parlava di trucchi per preparare bene questo dolce tirolese e tutte abbiamo confessato di prepararlo con la pasta sfoglia già pronta. Peccato, però, il vero strudel non è di pasta sfoglia, ma di una pasta non lievitata tipo fillo, tirata fine fine. Poi è saltato fuori un weekend fuori porta in Liguria, a casa di un amico a fare la raccolta delle olive: volevo portare qualcosa, avevo poco tempo e l'ho fatto ancora con la pasta sfoglia pronta. Ha ricevuto comunque consensi ed è stato l'ideale a colazione, per darci la carica prima di spogliare gli alberi delle olivine con pazienza e dovizia, rigorosamente a mano.
E voi, siete pronti a gustarlo Tutti insieme appassionatamente? Eh già, quale altro film potrebbe star meglio con questo dolce trentino? Montagne, prati verdi, fratelli e sorelle canterini... E come giusto coronamento di una scarpinata tra i sentieri, una bella fetta di dolce.
Ecco la ricetta per prepararlo, con la pasta fatta a mano. Ma se siete di corsa, sapete già cosa fare. :-)
Pasta.
250 gr di farina 00
Acqua tiepida 150 ml circa (35°)
2 cucchiai di olio di semi
Ripieno: 4 mele, 60 gr di uvetta, 100 gr di zucchero, 2 cucchiaiate di marmellata, 5 biscotti secchi, scorza di limone, cannella, 50 gr di pinoli (o nocciole o mandorle)

Lavorare la farina con l'acqua e l'olio per circa 15 minuti e comunque finché non si crea un impasto liscio che non si appiccica al piano. Stenderlo sulla carta da forno, riempirlo con la mela tagliata a tocchetti mescolata con i biscotti sbriciolati, la scorzetta, i pinoli o le nocciole tritate, l'uvetta ammollata in 2 cucchiai di rum, 2 cucchiaiate di marmellata di albicocche, o di pesche o altro frutto a vostro gusto, zucchero e cannella. Chiudere creando un rotolo e infornare a 180 gradi per circa 45 minuti.
Auf Wiedersen!





giovedì 11 novembre 2010

Quando ce vò ce vò: Un meraviglioso batticuore. Per i panzerotti


Mentre aspetto la mia collega per il pranzo (ma mi considero ufficialmente in pausa), voglio scrivere due righe su una di quelle pellicole che non cambieranno la storia del cinema mondiale ma sono state pietre miliari per le adolescenti degli anni 80 e 90. Ieri Straberry Blonde mi ha fatto ricordare il meraviglioso Pretty in Pink. Così sono andata a cercare un altro film  scritto da John Hughes, sceneggiatore e produttore diabolicamente in grado di toccare le corde di ogni teenager grazie a storie di rivincita e buoni sentimenti. E' andata a finire che me lo sono rivisto tutto. Vi dice niente Some Kind of Wonderful? O meglio Un meraviglioso batticuore? Non potete non ricordarvelo. C'era Mary Stuart Masterson (Pomodori verdi fritti) in versione supermaschiaccio, con i capelli biondi corti e i guantini di pelle per suonare la batteria. C'era Eric Stoltz, rossino dagli occhioni blu visto in alcuni film (Piccole donne, Pulp Fiction) e arruolato in vari telefilm tipo Caprica e Grey's Anatomy (dove interpretava un malato pluriomicida). E poi c'era Lea Thompson, la mitica mamma di Marty McFly in Ritorno al futuro.

La storia è semplice: Watts, maschiaccio e amica di Keith, si rende conto di provare qualcosa di più per lui quando il ragazzo invita a uscire la bella della scuola, Amanda. Questa sta con il figone riccone sbruffone di turno, ma lo vuole mollare perchè stufa dei suoi modi da bullo... Ok, si tratta di uno di quei filmetti che durante le vacanze passano su Italia1 la mattina, ma non è esattamente ciò che ci vuole ogni tanto? Quelle storielle dove tutto alla fine va come deve andare e noi viviamo felici e contenti? Esattamente come la voglia di junk food. Ti prende e non ti molla, tu lo sai che il riso integrale o il petto di pollo ai ferri ti fanno meglio, o che la pasta alla Norma è infinitamente più sofisticata a parità di calorie, ma vuoi un bel panzerotto con il pomodoro e la mozzarella. E non quelli al forno! Ci vogliono quelli fritti!
Siete anche voi in preda a un raptus? Allora vi lascio il link alla ricetta di Giallozafferano: eccoli. Ma poi gustateveli sul divano, guardando Un meraviglioso batticuore (guardate l'inizio).

martedì 9 novembre 2010

L'arte del sogno, con la giusta tisana

L'Arte del sogno è ciò in cui mi vorrei impegnare di qui a pochi minuti. Oggi sono veramente spossata e devo riposare! Eppure nel film di Michel Gondry il sogno diventa l'unico mezzo che il protagonista (Gael Garcìa Bernal) conosce per vivere a pieno, a tutta velocità, abbellire il mondo reale, amplificare le proprie emozioni e persino conquistare la ragazza che gli piace (Charlotte Gaisnburgh). Ma sogno e realtà non coincidono quasi mai... Avevo adorato Eternal Sunshine of The Spotless Mind (che in Italia una traduzione quantomeno naif ha titolato Se mi lasci ti cancello), mentre non sono riuscita ad apprezzare del tutto quest'avventura onirica. Per ora vi lascio con l'unica ricetta possibile in questo momento: quella di una tisana per conciliare il sonno.


Ingredienti:
foglie di
Biancospino
Melissa
Tiglio
Lavanda
Camomilla.

Mescolare gli ingredienti, lasciare un cucchiaino della miscela in infusione nell'acqua bollente per circa 5-8 minuti. Filtrare, dolcificare a piacere con miele.. e la tisana è pronta. Buonanotte!


lunedì 8 novembre 2010

How i met your mother. Cupcakes d'autunno


How I Met Your Mother è una sitcom trasmessa da CBS. Il protagonista è l'architetto Ted Mosby (Josh Radnor), che a distanza di vent'anni, dalla poltrona di casa, racconta ai propri figli le avventure della sua gioventù newyorkese, quando si divertiva in compagnia di quattro amici e cercava disperatamente di incontrare l'amore della sua vita. La premessa farebbe pensare che il flashback non possa protrarsi troppo a lungo, ma in Usa attualmente sta andando in onda la sesta serie. Com'è possibile? Gli Americani sulle sit com la sanno lunga. Gag, follie e situazioni esilaranti si susseguono senza sosta, come le fidanzate "sbagliate" messe sulla strada di Ted. Ma soprattutto, c'è la gang. Personaggi divertenti che offrono sempre nuovi spunti. Robin (Cobie Smulders), giornalista tv che lavora nel programma delle 4 del mattino e ha una passione per le armi e il whiskey. Barney (Neil Patrick Harris), womanizer seriale che ha dormito con 200 donne e veste solo abiti su misura. Marshall (Jason Segel), il migliore amico di Ted (ma Barney non è d'accordo) e suo ex compagno di college, bambinone entusiasta e da sempre innamorato di Lily (Alyson Hannigan), maestra d'asilo con vena artistica, che riesce a mettere insieme i pezzi della banda sconclusionata. 
Nel corso delle varie stagioni, il cibo ha avuto alcuni momenti di gloria. La prima volta, quando Marshall disperato per la partenza di Lily provava a prepararsi da solo i pancakes. La seconda, quando i cinque giravano tutta la città per ritrovare un bugigattolo che vendeva l'hamburger più delizioso di NY e infine quando Ted, a un matrimonio, incontrava una ragazza "dolcissima", che faceva la pasticciera e gli regalava cupcakes.
Cosa sono i cupcakes?
Sono tortine, tipo muffin, che vanno molto di moda in America, soprattutto per le feste e ora anche ai matrimoni. Vengono cotte in cartine della dimensione di una tazza e sono spesso decorate con pasta di zucchero colorata, molto scenografica, ma si possono trovare anche glassate o ricoperte di smarties, crema di cioccolato, vaniglia o burro di arachidi.  
Una ricetta originale e molto autunnale è quella che potete trovare sul blog The Cupcake project, ovvero bellissime tortine ai cachi. Qui l'ho tradotta convertendo anche le once in grammi. 

Cupcake ai cachi, dal blog "The cupcake project"
Per 12 cupcake 
200 gr di farina
1 cucchiaino di cannella
1 cucchiaino di lievito
70 gr di burro a temperatura ambiente
70 gr di zucchero
2 uova
70 gr di polpa di cachi
70 ml di succo d'arancia

Per la glassa:
100 gr di zucchero, 
1 cucchiaino di zenzero, 
2 uova, 
70 gr polpa di cachi, 
300 ml di latte condensato


Preriscaldare il forno a 180 gradi.
Mescolare la farina con la cannella e il lievito. In un'altra ciotola sbattere le uova con lo zucchero e il burro, la polpa di cachi e il succo d'arancia finché non sono ben amalgamati. Aggiungere lentamente la farina e mescolare bene. Versare in formine riempiendole per tre quarti e cuocere per circa 30 minuti.
Preparare la glassa. Mettere tutti gli ingredienti in un pentolino e cuocere a fuoco medio, mescolando fino a ebollizione. Lasciare bollire per circa un minuto, poi spegnere il fuoco e lasciar raffreddare. Versare il composto in un sac-a-poche con una punta a stella decorare le tortine. Yum!


domenica 7 novembre 2010

Star food. Pizza e gelato per Julia Roberts

Stasera inauguro una nuova sezione del blog dedicata al cibo visto dalle star del cinema
Ebbene sì, chi di noi non sbricia le attrici per copiarne i fantastici look da red carpet, lo stile, ai tagli di capelli, le pratiche fitness e, spesso, le diete? Ogni due per tre si mormora di miracolosi regimi dietetici scovati dalle dive di Hollywood, ma spesso i loro gusti alimentari tengono banco anche nelle interviste, soprattutto quando passano dall'Italia. L'ultima vittima di quest'abitudine è stata Julia Roberts, che nel tour di presentazione del suo ultimo film Eat, Pray, Love (Mangia, Prega, Ama) non ha perso occasione per sottolineare quanto adorasse il cibo italiano. "Adoro la scena in cui mangio la pizza", ha raccontato. "In ogni scena che vedrete, ho mangiato veramente. La pizza poi... anche se non mangiavo il bordo, divoravo l'interno". E pare che pizze, frittelle e mozzarelle siano costate alla cara Julia ben cinque chili, accumulati durante le riprese italiche. Ma sono anche certa che una delle dive più pagate di Hollywood avrà già trovato modo di smaltirli completamente...

Julia Roberts in una scena di Eat, Pray, Love


Nella locandina del film



Ratatouille secondo Remy: Confit Byaldi




Adoro i cartoni animati: la mia infanzia, come quella di ogni bambino negli anni 80, è stata costellata da anime giapponesi, che i miei genitori tentavano invano di razionarmi, e dai classici Disney. La nuova frontiera dell'animazione, fatta a computer, a volte mi lascia un po' freddina, ma Ratatouille, della Pixar, è in assoluto uno dei miei cartoni "di nuova generazione" preferiti. Divertente, ironico, con un protagonista topo che per una volta sembra veramente tale... E poi c'è la cucina, passione del topino Remy e aspirazione dello sguattero Linguini perché, come diceva il grande chef Auguste Gusteau, "anyone can cook"; tutti possono cucinare, con un po' di amore, pazienza e fantasia. Alla fine si convincerà anche il gelido critico Anton Ego, che grazie alla ratatouille di Remy cambierà addirittura vita.


Ma cos'è la ratatouille? Si tratta di un piatto di verdure al forno, apparentemente molto semplice. Io l'ho sempre prepararato tagliando a dadi la verdura, mescolandola con qualche cucchiaio di concentrato di pomodoro e odori e qualche cucchiaio d'olio. Ma quella che Remy realizza nel film mandando in visibilio Ego, sembra decisamente più sofisticata. Cercando qua e là ho scoperto che si tratta della Confit Byaldi, una variante alla preparazione tradizionale elaborata dallo chef francese Michel Guerard, che si è ispirato a una ricetta turca. Ma il consulente della Pixar, lo chef Tomas Keller, l'ha cambiata ulteriormente, aggiungendo una salsa di pomodori e peperoni come base e della vinaigrette in cima.


La salsa per il fondo si chiama piperade, un sughetto fatto di cipolla, pomodoro e peperoni tritati finemente e cotti con qualche cucchiaio d'olio d'oliva.

Ecco la ricetta, passo per passo, rubata alla sezione Dining & Wine del New York Times.

Vi avverto, elencano tra le verdure alcuni ingredienti dai nomi spaventevoli, ma in realtà "japanese eggplant" non è altro che la melanzana mentre la "yellow squash" che citano è una specie di zucchina gialla. A mio avviso si può tranquillamente eliminare questo ingrediente e concentrarsi su zucchine verde scure e chiare, melanzane, pomodori e peperoni.

Lo sperimenterò al più presto, perché l'aspetto suggerisce un risultato delizioso.

Bon Appetit!



venerdì 5 novembre 2010

Brownies di compleanno

Questi sono dei brownies che ho preparato per il mio compleanno.
Devo dire di essere soddisfatta del risultato: crosticina fuori e morbidi dentro, come da copione.
Ho seguito -più o meno- una video ricetta pescata su Youtube, ma ci ho aggiunto un cucchiaino di lievito (che infatti a mio avviso ci vuole, e lo dice anche Giallozafferano) e poi granella di nocciole, noci e mandorle. Sono una bomba calorica, ma una volta che si fanno, meglio prepararli come si deve!
Niente di molto diverso da quanto potete trovare anche nel post dedicato a Motel Woodstock, ma qui le dosi sono per tante persone, quindi se li preparate per una festa o da portare in ufficio, ecco pronte le giuste proporzioni!
Allora, per farne una teglia quadrata grande (quella in dotazione nei forni, per intenderci) vi servono:

400 gr di cioccolato fondente
350 gr di burro
300 gr di zucchero
250 gr di farina
50 gr di fecola di patate
1 cucchiaino di lievito in polvere
4 uova
100 gr di granella di mandorle
25 gr di granella di nocciole
25 gr di granella di noci

Sciogliere il burro insieme al cioccolato in una casseruola, a fuoco lento e mescolando spesso. Spegnere il fuoco, sbattere le uova e unirle al composto, mescolando bene. In una ciotola setacciare farina, fecola e lievito con lo zucchero. Aggiungere la crema di cioccolato e amalgamare bene. Se è troppo dura, allungare con un po' di latte. Unire la granella, versare sulla leccarda (rivestita di carta forno) e infornare per 30 minuti a 180 gradi.
Non ho alcun suggerimento cinematografico per oggi, mi godo la mia festa. E ricordo un'attrice mitica nata il 5 novembre: Vivien Leigh, la meravigliosa Rossella O'Hara di Via col vento.





giovedì 4 novembre 2010

Film Blu. Soup a l'oignon




Film Blu, primo capitolo della trilogia Tre colori. Blu, Bianco, Rosso (1993) che il regista polacco Krisztof Kieslowsky ha dedicato al tricolore francese, è una storia di dolore.  Ma il colore blu è anche simbolo di libertà. La libertà di una persona che ha perso tutto e decide di annientarsi nella negazione dei ricordi, finché la forza di una scoperta inaspettata non le regala nuova consapevolezza e, strappandola al al torpore, la getta di nuovo nell'arena della vita. Juliette Binoche, che per questa interpretazione vinse la Coppa Volpi al Festival di Venezia, è straordinaria nel dipingere il tormento asciutto e senza orpelli della protagonista. La luce, i particolari blu e soprattutto la musica, il buio e i silenzi incarnano gli stati d'animo e li enfatizzano. Mentre la citazione finale dalla Prima lettera di San Paolo ai Corinzi ("Se non ho l'amore non sono niente, l'amore è paziente e pieno di bontà, sopporta tutto, spera tutto, non perisce mai") sulle note di una composizione musicale trionfale, segna la fine del lutto e il ritorno al mondo.
Il film è lento, poetico, francese. Non posso quindi che abbinarlo a una ricetta squisitamente francese, ovvero la zuppa di cipolle. Buonissima, facile e perfetta per una fredda sera d'autunno.

Ingredienti
500 gr di cipolle
1 litro di brodo vegetale
50 gr di burro
2 cucchiai di farina
parmigiano grattugiato
crostini o pane abbrustolito

Tagliate le cipolle a rondelle sottili e cuocetele nel burro senza farle imbiondire, ma stufandole a fuoco lento. Se volete potete sfumarle con un po' di vino. Versate due cucchiai di farina setacciata e cuocete per altri cinque minuti. Successivamente, aggiungete il brodo che avrete preparato con due carote, sedano e 1 cipolla oppure con un banale dado vegetale. Lasciate sobbollire per circa mezz'ora, aggiungendo acqua se la zuppa si restringe troppo. Dopo una spolverata di parmigiano grattugiato, infornatela per qualche minuto di grill: si formerà la crosticina. Servite accompagnata da crostini caldi.

mercoledì 3 novembre 2010

Sex and the City. 2. And a Cosmo.


Carrie nel souk con maglia lamè, t-shirt Dior e gonnellona Zac Posen

Mi avevano avvertito in tante, ma dovevo pur vedere con i miei occhi. Product placement, fashion, arredamento, design e luxury: la seconda avventura cinematografica (se così si può definire) di Sex and The City è tutto questo, ma solo questo. Totalmente spogliato dell'ironia e dell'irriverenza degli episodi televisivi (che già ritrovavamo a fatica nel film numero uno), il film numero due è ottimo per una serata "cervello spento", come database da passare al setaccio con il tasto "pause" del lettore dvd in cerca di chicche di arredamento, accessori, abiti e gioielli anche alquanto improbabili (e persino un Rolex vintage del 1968 per Mr Big!). Vogliamo analizzare la mise di Carrie durante il giro nel souk di Abu Dhabi? Chi di voi, per entrare in un caotico mercatino mediorientale tra polveri, odori, souvenir e animali macellati, non indosserebbe una magliettina nera "J'adore Dior" accompagnata da blusa lamè e ampia gonna di seta lilla di Zac Posen?? E tacchi a spillo, naturalmente (chissà se erano Manolo o Jimmy Choo..). E anche l'appartamento newyorkese della nostra amica sembra un set pubblicitario allestito da qualche brand di interior design.
Ok, su questo fronte non possiamo pretendere -nè vogliamo- il realismo: stiamo parlando di un prodotto realizzato per raccogliere soldi dalle case di moda e far sbizzarrire stylist e fashioniste di mezzo mondo, è giusto così (forse). Ma avrebbero potuto fare qualcosa di più per la storia.
Hanno totalmente spogliato di fascino il personaggio di Sarah Jessica Parker: Carrie è diventata una quarantacinquenne lagnosa che non si vuole rassegnare al fluire del tempo e frantuma le scatole al povero Big che ogni tanto, dopo il lavoro, ha voglia di stare a casa e vedere la tv invece di andare al ristorante. E che sarà mai! E poi, pur volendo sorvolare sul kitchissimo matrimonio gay dell'apertura, il viaggio negli Emirati è tutto un'esclamazione e un gridolino alla vista di lussi, comodità, gioielli.
Diciamolo, si tratta di pellicola abbastanza inutile, anche se Samantha riesce a farci ridere. Meglio berci sopra il cocktail che tutto il mondo ha imparato a sorseggiare grazie alle quattro amiche Carrie, Samantha, Charlotte e Miranda: sto parlando del Cosmopolitan.
Ecco come si prepara.

Ingredienti:
5 parti di Vodka
2 parti di Cointreau
2 parti di succo di mirtillo
1 parte di succo di limone
cubetti di ghiaccio
Versate i cubetti di ghiaccio nello shaker fino a riempirlo per più di metà, poi aggiungete la vodka, il Cointreau, il succo di mirtillo e quello di limone. Shakerate bene il tutto e versate nella coppa da Martini.
...Cheers!

martedì 2 novembre 2010

I fiori di Kirkuk. E quelli di zucca


Oggi al Festival del cinema di Roma è stato presentato I Fiori di Kirkuk, di Fariboz Kamkari. Il film, che mi incuriosisce molto, uscirà nelle sale il 19 novembre: è la storia di Najla, una dottoressa iraniana che negli anni Ottanta vive a Roma ma decide di tornare a Kirkuk per cercare il fidanzato, medico curdo coinvolto nella resistenza contro il regime di Saddam Hussein.
Nel film la storia di amore si intreccia con quella politica irachena, la resistenza, la guerra. La colonna sonora è del collettivo romano -multietnico- Orchestra di Piazza Vittorio. In attesa di poterlo vedere al cinema, ecco il trailer.


E a proposito di fiori, vi lascio la ricetta (un po' estiva, in verità), dei fiori di zucca come me li ha fatti scoprire la mia ex coinquilina pugliese, ovvero con la mozzarella e le acciughe (che è la versione romana).

Ingredienti per 5 persone (come antipasto) 
10 fiori di zucca,
100 gr di acqua,
2-3 cucchiai di farina,
alici,
100 gr mozzarella,
sale
olio per friggere

Lavare i fiori di zucca con delicatezza e asciugarli, togliere il pistillo all'interno e riempire con un pezzetto di mozzarella e un'alice sott'olio. 
Preparare la pastella con un mestolo d'acqua tiepida e 2-3 cucchiai farina, aggiunta gradualmente sempre mescolando per non formare grumi e poi stemperata con un cucchiaio d'olio e sale. Prendendo i fiori dalla base, immergerli nella pastella e poi friggerli in una padella con olio di semi di arachide. Salare e servire caldi, ottimi come antipasto. 

lunedì 1 novembre 2010

Pioggia in stile Blade Runner? Una torta risolleverà il pomeriggio




Giornata da lupi. Piove da ieri e non sembra avere intenzione di smettere, anzi. Avete presente la pioggia battente che si abbatteva su Harrison Ford e Rutger Hauer nell'ultima scena di Blade Runner? Ecco, a Milano oggi l'atmosfera è più o meno quella. Pare che siano pure esondati Lambro e Seveso (seconda volta in due mesi). Quindi, questo pomeriggio meglio passarlo rintanati in casa, combattere la noia con un tè delle cinque accompagnato da una fetta di torta, e, perchè no, da un bel film. Magari potreste proprio recuperare questo classico di fantascienza di Ridley Scott. 
Nel frattempo, pensiamo alla torta. L'altro giorno ho preparato questa torta al cioccolato e frutta "di recupero", nel senso che dovevo  finire delle mele un po' appassite e un grappolino d'uva in procinto di andare al creatore. Ecco com'è venuta (la foto è pessima, sorry). Sotto la ricetta. 

Ingredienti:
250 gr di farina 00 bio
50 gr di fecola di patate
30 gr di cacao amaro
1/2 bustina lievito per dolci
130 gr di zucchero di canna
50 gr di gocce di cioccolato fondente
3 mele Golden
1 grappolino di uva bianca
50 gr di burro
150-200 ml di latte parzialmente scremato
3 uova


Per prima cosa, io preparo la frutta: è la parte più noiosa. Sbucciate e tagliate a dadi le mele, tagliate a metà i chicchi d'uva e levate i semini (io faccio quest'operazione perché non c'è niente di più odioso che mordere una morbida fetta di torta e imbattersi nel semino che si infila a tradimento tra un dente e l'altro!).
Poi, le uova. Montate gli albumi, sbattete i tuorli e aggiungetevi lo zucchero. In una ciotola a parte setacciate la farina, la fecola, il lievito e il cacao; aggiungete il composto di uova e zucchero, il burro sciolto e il latte. Infine incorporate gli albumi montati. Una volta che la pasta sarà cremosa e della giusta densità aggiungete le gocce di cioccolato e la mela a tocchetti. Versate il tutto in una teglia imburrata o (come ho fatto io) foderata di carta forno e guarnite con gli acini d'uva. Cuocete in forno preriscaldato a 180 gradi per circa 45-50 minuti.
Ed ecco pronto l'antidoto al pomeriggio piovoso. Buona merenda!

domenica 31 ottobre 2010

Halloween, da gustare con i cartoni di Tim Burton

Oggi si celebra Halloween, la giornata dedicata agli spiriti dei morti che precede la festa di Ognissanti. Nella cena della serata, dunque, è d'obbligo l'utilizzo della zucca. Ci sono moltissime ricette che potete preparare, dalla crema di zucca della mia amica Straberry Blonde (la trovate qui) al più tradizionale (e buonissimo) risotto, fino alla torta (ecco la ricetta di Ginger & Tomato).
E dopocena, soprattutto se alla vostra tavola ci sono dei bambini, potete gustarvi La sposa cadavere, un piccolo gioiello d'animazione del più gotico dei registi, Tim Burton. Realizzato in stop motion, con pupazzi di plastilina animati che ricordano le sembianze degli attori che danno loro la voce (Johnny Depp e Helena Bonham Carter), il film è una fiaba malinconica e gotica: Victor sta per sposare Victoria. Per esercitarsi nella proposta di matrimonio corre nel bosco e recita la sua dichiarazione, infilando l'anello in un rametto secco. Ops, si tratta del dito di Emily, sposa cadavere, che lo reclama come suo marito e lo introduce allo spassoso mondo dei morti. 
Se volete, potete proseguire la serata con il predecessore e anticipare leggermente anche l'atmosfera natalizia, The Nightmare Before Christmas, favola sempre scritta da Tim Burton e realizzata dall'amico Henry Selic. Il protagonista, Jack Skellington, abita proprio nel regno di Halloween ed è il re delle zucche: stufo di scheletri, mostri e streghe, trova uno spiraglio per entrare nel mondo del Natale e ne rimane affascinato. Una volta tornato nel regno di Halloween, cerca di spiegare agli amici le meraviglie che ha sbirciato dall'altra parte e organizzare una festa in stile natalizio. Ma i risultati non sono quelli sperati e la situazione degenera fino al rapimento di Babbo Natale. Dopo una serie di peripezie, però, tutto si conclude con un meraviglioso lieto fine.

venerdì 29 ottobre 2010

Dieci Inverni: i pizzoccheri


Dieci Inverni: è questo il tempo necessario perché Camilla (Isabella Ragonese) e Silvestro (Michele Riondino), conosciutisi per caso una sera gelata su un vaporetto diretto a Venezia, scoprano di amarsi. Il film (del 2009) è l'opera prima di Valerio Mieli: gioca con il tempo e ci mostra le vite dei due ragazzi a spot, nei momenti clou della ricerca di se stessi e del loro rapporto tormentato, che passa da curiosità reciproca ad amicizia, poi alla freddezza e finalmente all'accettazione che quella "cosa" che sentono l'uno per l'altra è, forse, quello che la gente chiama amore e cerca per una vita. A fare da sfondo a questa recherche ci sono ghiaccio, nebbie, l'acqua fredda dei canali veneziani, i parchi e le strade innevate di Mosca, dove Camilla si trasferisce per un periodo e dove i ragazzi torneranno anche per il matrimonio di un'amica comune. Un'atmosfera da copertina e tazza di tè, da pranzo invernale in cui mangiare una di quelle specialità di montagna ricche di burro (senza troppe remore).
Per questo vi lascio la ricetta dei Pizzoccheri alla Valtellinese, uno dei miei piatti invernali preferiti, che ho cucinato proprio ieri sera. A me piacciono con molta verdura: mi dà l'illusione che siano più sani. Tre cose sono fondamentali perchè la ricetta possa essere definita valtellinese: il formaggio dev'essere Casera o Bitto, la verdura principale dev'essere la verza e nel soffritto ci va la salvia, non rosmarino o altri odori.

foto dal sito del comune di Senago
Dosi x 4 persone
320 gr di pizzoccheri della Valtellina
200 gr di patate
400 gr di cavolo verza
3-4 cubetti di erbette surgelate oppure 250 gr di erbette fresche o coste
150 gr di formaggio Casera della Valtellina
150 gr di Parmigiano reggiano grattuggiato
aglio
burro
olio e.v.o.
salvia

Tagliate le patate a piccoli cubetti e le verze (potete tagliarle grossolanamente oppure solo sfogliarle) e lessatele in acqua salata per almeno mezz'ora. Quando le patate saranno quasi cotte, aggiungete nella stessa pentola i pizzoccheri (ma se come me avete problemi di fornitura di pentole e non ne avete una abbastanza grande, potete anche lessarli a parte) e i cubetti di erbette surgelati. Lasciate cuocere circa 15 minuti (per chi usa Pizzoccheri Moro: c'è scritto che cuociono in 12-15 min, in realtà sono pronti in minimo 15 ma anche 18 minuti. Non so voi ma il pizzocchero troppo al dente a me fa senso).
Nel frattempo tagliate la Casera a dadini, grattuggiate il parmigiano e preparate un soffritto con due spicchi d'aglio tagliati a pezzetti, 50 gr di burro e un po' di olio evo (la ricetta vera vorrebbe almeno 1 etto di burro ma io cerco di alleggerire almeno questo passaggio) e 5 o 6 (almeno) foglie di salvia.
Quando i pizzoccheri sono pronti, scolateli con la verdura. Versatene una parte in una pirofila, aggiungete metà della casera e del parmigiano e versate un po' del condimento. Aggiungete l'altra metà di pasta e verdura e ancora formaggio e olio. Mescolate molto bene, magari con la pirofila (se di quelle che resistono al calore) su un fornello a fiamma bassa, per aiutarvi ad amalgamare gli ingredienti. In alternativa potete preriscaldare il forno e dare alla pirofila due-tre minuti di grill ventilato.
A questo punto godetevi questo piattone gustoso e completo... magari accompagnato da un vino rosso.
Buon appetito!

mercoledì 27 ottobre 2010

Espiazione. Con un Chocolate Martini


Da un po' non vedevo un film che mi commuovesse quanto Espiazione, Atonement (2007) nella versione originale inglese. L'immaginazione e il risentimento, misto alla gelosia, portano la piccola Briony Tallis a dire una bugia con cui per tutta la vita dovrà fare i conti e alla quale cercherà, a suo modo, di rimediare.

Ma non indugio sulla trama, perché non serve conoscerne i dettagli: meglio tuffarsi nell'intensità delle atmosfere british, della guerra, degli ospedali, ma anche dei particolari, come il meraviglioso vestito di seta verde indossato da Keira Knightley (nella foto, proclamato il più bello della storia del cinema da un sondaggio inglese) e gli sguardi tra lei e James McAvoy, attore di aspetto poco più che discreto ma capace di tale intensità da diventare bellissimo, sullo schermo.

E se il cibo non è certo la prima cosa che viene in mente vedendo questo film, un cocktail potrebbe esserlo.

Un ospite dei Tallis, l'erede di un impero del cioccolato e nella vicenda avrà un ruolo cruciale, un pomeriggio d'estate prepara per i suoi amici un drink insolito da sorseggiare a bordo piscina: un Martini al cioccolato. Una scelta che non risulta azzeccata, dato il caldo della giornata. 
Ma, visto che qui il freddo comincia a farsi sentire, noi possiamo trovare applicazioni migliori per un cocktail al cacao, magari reinterpretandolo un pochino.
Ho rubato la ricetta da YumSugar e ve la propongo.

Chocolate Martini (dosi per 1)
foto da web
1 shot e 1/2 di liquore al cioccolato (si suggerisce Godiva, ma suppongo che uno anonimo vada benissimo)
1 shot e 1/2 di creme de cacao
1/2 shot di vodka
2 shots e 1/2 di una cosa che gli Americani chiamano half-and-half. Si tratta di un preparato già pronto di latte e crema di latte, e dato che da noi non esiste, possiamo dire che servono 1 shot e 1/2 di latte e 1/2 di crema di latte, o mettete solo latte e facciamola finita!

Mescolate tutti gli ingredienti in uno shaker con il ghiaccio e versate in bicchieri da cocktail ghiacciati. Salute!

martedì 26 ottobre 2010

La pasta al forno del Pranzo di Ferragosto

L'autunno è entrato nel vivo, ma l'altra sera in tv hanno dato Pranzo di Ferragosto. Si tratta di un piccolo film di Gianni Di Gregorio che, come ho letto qui è nato quando il regista si è divertito a immaginare cosa sarebbe accaduto se avesse accettato di badare alla madre dell'amministratore di condominio nella giornata in cui nessuno al mondo vorrebbe trovarsi in città, ovvero Ferragosto. Ambientato in una Roma assolata e deserta (almeno sulle strade che costeggiano Trastevere), si tratta di un tributo al neorealismo che sfoggia un cast over 60 di vecchiette non professioniste che fanno morire dal ridere. Una piccola perla dolceamara, da gustare con una bella pastaforno come quella che la zia Maria del film prepara per cena. 
Lei, alla maniera terronica, abolisce la besciamella ci mette la mozzarella, ma io sono brianzola, quindi eccovi la versione che fa mia madre (quindi vi potete fidare).




Pasta al forno x 4 persone
400 gr di pappardelle all'uovo
besciamella (preparata con un litro di latte, farina, burro e noce moscata. Trovate la ricetta QUI)
500 gr di carne trita scelta di manzo o vitellone
1 piccola salsiccia di maiale
1 carota
1 cipolla
1 gambo di sedano
500 gr di polpa di pomodoro
olio e.v.o
basilico
sale
zucchero
parmigiano reggiano grattuggiato

Per prima cosa preparate il ragù. Fate soffriggere la cipolla tritata con il sedano e la carota, aggiungete la carne e la salsiccia sbriciolata e lasciate cuocere per una decina di minuti, sfumando con un po' di vino (bianco o rosso, va bene tutto). Aggiungete la polpa di pomodoro, sale, 1 cucchiaino di zucchero, basilico e lasciate cuocere a fuoco medio per mezz'oretta o più. 
Preparate la besciamella. 
Lessate le pappardelle e scolatele al dente. 
Versate un po' di pasta nella pirofila e conditela con il sugo e poi la besciamella. Fate un'altro strato, mescolate tutto molto bene e poi spolverizzate di abbondante parmigiano. Infornate a 180 gradi per 20 minuti. 
Si presenta meno "ordinata" della lasagna, ma ugualmente ottima.

lunedì 25 ottobre 2010

16:30. Il profumo del soffritto tra le mura del cortile

Stavolta faccio un excursus teatrale. La settimana scorsa sono stata con la mia sorellina aka aspirante attrice al Teatro Leonardo a vedere 16:30, spettacolo di Angelo Pisani, meglio conosciuto come Capsula del duo comico Pali e Dispari. Ero un po' prevenuta, ma ammetto che mi sono ricreduta: il ragazzo è bravo. Lo spettacolo è un excursus nella memoria e nelle sensazioni che dall'infanzia hanno accompagnato e trasformato Pisani da bambino ad adolescente e poi in adulto, quando tutto si è spezzato, un giorno apparentemente come gli altri, alle 16:30. Si tratta di piccoli scorci inframezzati da giochi psicolinguistici che trasfigurano le parole in giochi d'attore.
C'è lo scontro con i genitori, la crudeltà dei bambini, la signora del palazzo che dà la torta a tutti i ragazzini del palazzo tranne a lui, perché è figlio della portinaia. E poi a palla, i giochi, le grida, la nonna, la mamma, il papà, la tivù: tutto rimanda agli odori che, qualche volta, si sentono ancora nei cortili dei palazzi milanesi: il soffritto di cipolla per fare il sugo della pastasciutta, la bistecchina di pollo infarinata e passata nel burro, l'intenso aroma del risotto fatto con il brodo.
Se siete curiosi, è in scena fino al 31 ottobre, come potete leggere qui.
Nel frattempo, visto che ho parlato di cucina milanese, vi lascio la ricetta del risotto allo zafferano, dalle nostri parti spesso chiamato semplicemente risotto giallo.

Ingredienti per 4 persone
320 gr di riso superfino Arborio o Carnaroli
1/2 cipolla bianca
1/2 bicchiere di vino bianco
1 litro di brodo (preferibilmente di carne di manzo con aggiunta di 2 carote, 1 pezzo di sedano, 1 cipolla)
60 gr di parmigiano reggiano
1 bustina di zafferano
burro
olio e.v.o

Prendere una cipolla bianca e affettare a fettine molto sottili circa metà (se è grossa anche un quarto): soffriggerla in una casseruola con un po' di olio. Nel frattempo scaldare il brodo. Quando la cipolla imbiondisce aggiungere tutto il riso e tostarlo per qualche minuto senza aggiungere acqua. Sfumare con il vino bianco, lasciarlo evaporare e poi cominciare ad aggiungere il brodo, un mestolo. Mescolare un po' e quando il riso si rapprende, aggiungere un altro mestolino di brodo, mescolare di nuovo, altro brodo e così via, per circa un quarto d'ora. A questo punto sciogliere lo zafferano in un po' di brodo e versarlo nel riso. Dopo qualche minuto il riso sarà cotto: spegnere la fiamma. Deve venire cremoso, non troppo gnucco: se si indurisce, aggiungete un po' di brodo. Aggiungere il parmigiano precedentemente grattugiato e un pezzetto di burro e mantecare mescolando. 
Servire caldissimo, se vi va, con una spolverata di pepe. 

foto dal web

Chi ben comincia... il mio parere sui film visti tra fine e inzio anno

Il tempo per scrivere dei film che guardo scarseggia sempre, così ho deciso di fare un post riepilogativo dei tioli visti nell'ultimo p...