giovedì 17 maggio 2012

Maggio a Mi: le fragole, una torta e il Taste of Milano


Pronti, partenza, via!
Cari foodies di Milano e non, accorrete. Comincia stasera, nel verde dell'Ippodromo di San Siro, la terza edizione di Taste of Milano. Come cos'è?
Prendete un sacchetto di parco giochi, un mazzetto di chef e pasticceri straquotati, chili e chili di ghiottonerie, aggiungete una manciata di blogger, giornalisti e amanti della buona tavola, condite con un filo di musica e innaffiate il tutto con un fiume di bollicine e vini pregiati. 
Quattro giorni dedicati all'eccellenza della cucina, con 100 eventi interattivi, showcooking e i ristoranti più in della città che traslocano sull'erba, per lasciarci sbirciare da vicino i segreti dei cuochi più celebri. 
Ogni ristorante propone tre dei suoi piatti forti in versione taste, a un prezzo tra i 4 e i 6 Euro.
Per i bimbi, invece, sarà studiato un piatto speciale per costruire un Menu kids davvero super.
Ecco i nomi dei ristoranti e degli chef che li animeranno.

  • Alice Ristorante (Viviana Varese
  • Pont de Ferr (Matias Perdomo) 
  • Al V Piano (Grand Visconti Palace) (Matteo Torretta)
  • Benares (pop-up internazionale direttamente da Londra) (Atul Kochhar)
  • D’O (Davide Oldani)
  • Finger’s Garden (Roberto Okabe e Gustavo Young
  • Il Liberty (Andrea Provenzani
  • Innocenti Evasioni  (Tommaso Arrigoni)
  • La Maniera di Carlo (Lorenzo Santi)
  • Ristorante Da Claudio (Filippo Gozzoli)
  • Trattoria Del Nuovo Macello (Marco Tronconi e Giovanni Traversone
  • Vun (Park Hyatt Hotel) (Andrea Aprea)
Se ancora non siete convinti, sbirciate il programma dettagliato sul sito http://www.tasteofmilano.it/
Potete infatti scegliere tra ingressi diurni o serali, in varie formule e nel giorno che fa più comodo a voi.
Non ci resta che incrociare le dita e sperare per un weekend tiepido e soleggiato (dico così mentre prego, dal momento che ho visto le previsioni e non sono proprio il massimo)... perché in fondo siamo a maggio, il mese in cui, come cantava "il Jova" (si vede che non sono più una teenager) "il mondo è bello e invitante di colori".
Ed è anche il mese in cui si cominciano a vedere le fragole al supermercato!
O meglio. Si cominciano a vedere fragole definibili come tali e non verdognoli esperimenti geneticamente modificati di dimensioni abnormi e sapore nullo.
A maggio anche io comincio a comprare le fragole.
E magari me le dimentico in frigo un paio di giorni di troppo... quel tanto che basta a renderle toccatelle.. e perfette per essere infilate in una torta....
provate questa! 

Sofficiosissima, leggera, inzupposa, bbona. Peccato che le fragole sono andate in fondo, nonostante l'"impanatura" nella farina. se avete altri segreti per impedire la discesa folle della frutta, per favore, fatemene partecipe!



Torta margherita alle fragole

250 grammi di farina
30 grammi di frumina
250 grammi di zucchero
1 bustina di vanillina
2 cucchiaini di lievito per dolce
200 grammi di fragole
4 uova
40 ml di olio di semi di arachide

Nella planetaria montate le uova con lo zucchero ad alta velocità per qualche minuto. Mentre il composto monta, lavate e tagliate a tocchetti le fragole. Quando il composto sarà diventato chiaro e spumoso, spegnete, mescolate piano con una spatola senza smontare, unite la vanillina e poi la farina setacciata con il lievito. Lasciate montare ancora un paio di minuti. Spegnete la planetaria, passate le fragole in un po' di farina e incorporatele all'impasto, mescolando con delicatezza. Rivestite una teglia con carta forno, versate il composto, livellate, infornate a 180 gradi per circa un'ora (prova stecchino sempre valida).
Una volta fredda, spolverizzate di zucchero a velo e tagliate a cubotti.

Vi lascio con una scena cult del cinema che ha per protagoniste le fragole... impossibile non riconoscerla.



domenica 13 maggio 2012

Spring party: menu di primavera


Ieri sera ho dato una festa a casa per celebrare la primavera tardiva di quest'anno (anche se ieri faceva talmente caldo che più che Spring party avrei potuto chiamarlo Pareo party): gli invitati dovevano portare un fiore e questo che vedete qua sopra è il mio caminetto con i trofei floreali della serata. Bello, no?
Se fossi una foodblogger seria proseguirei questo post offrendovi un servizio fotografico che si rispetti: location, tavola imbandita, portate su portate.. E invece no!
Questa + una foto scattata al volo dalla mia amica Lorenza al dolce sono le uniche testimonianze fotografiche che ho, perché presa dalle mille cose da preparare, spostare, mettere in tavola, servire, stappare e buttare non ho avuto neanche per un secondo il pensiero di tirare fuori la macchina fotografica e scattare. Ho preferito godermi gli attimi liberi chiacchierando con i miei invitati! Se nonostante questo avrete voglia di seguire il post, ho intenzione di lasciarvi qualche spunto interessante per i menu di eventuali cene/feste/buffet che abbiate in programma in questa stagione. 

1) Idee rubate a i Menu di Benedetta. Non storcete il naso, perché sono due salsine buonissime e anche io che ero scettica ho dovuto ricredermi.

La prima è una salsa verde, che a guardarla potrebbe sembrare una guacamole o gelato al pistacchio... invece no!

400 grammi di fave (tolte dal baccello)
timo (io: origano)
parmigiano grattuggiato qb
1 spicchio d'aglio (io non l'ho messo)
1 pizzico di sale
olio evo

Sguciare le fave e metterle a bollire in acqua salata. Una volta che la pellicina comincerà a raggrinzire, potete scolarle. Lasciare raffreddare, sgusciare le fave e tritarle in un mixer con l'aglio -se volete, io ho omesso per il bene sociale dei miei ospiti- olio, timo (o origano). Aggiungere il parmigiano grattugiato e frullare ancora un po'. La Benni suggerisce di servirlo in accompagnamento a crostini di pane e salame.
Io l'ho servito così, ma sulla tavola c'erano anche focaccia, provolone e un'altra salsina che ora vi illustro.


2 barbietole medie (o una grande)
50 grammi di tonno
2 filetti di acciuga
1 cucchiaio colmo di capperi
olio
pane carasau

Benedetta definisce "tartare" - a mio avviso impropriamente - questa preparazione che in realtà è una salsa o al massimo un pesto. Facilissima è molto d'effetto per il colore fucsia bellissimo.. se poi lo accostate al verde del marò è ancora meglio!
Tagliare a pezzetti la barbabietola, frullarla nel mixer con tonno, capperi e acciughe. Servirla accompagnata da pane carasau, eventualmente unto d'olio.

2) Lasagna vegetariana con zucchine, carote, asparagi e piselli. Ma di questa vi parlerò in un altro post. 

3) Cous cous di verdure (in collaborazione con Francesca)

4) Girelle di pasta sfoglia (ripiene di scarmorza, zucchine e speck)

5) Focacce: ho preparato la liscia con rosmarino e sale grosso, quella pugliese con i pomodorini, una con pomodorini e acciughe, una alle cipolle.

6) Per finire, brownies ai lamponi. Serviti con una pallina di gelato gentilmente offerta da questa invitata.

I brownies non hanno bisogno di presentazioni, sono dolcetti squisiti, con crosticina esterna e interno umido e morbido, trionfo di burro e cioccolato e goduria allo stato puro. Per renderli più "primaverili" mi sono ispirata alla versione pubblicata da Gaietta qualche giorno fa. Ma per la ricetta ho utilizzato la mia solita base per i brownie, unendo poi i lamponi al posto di noci o nocciole. 
A me l'abbinata cioccolato forte e dirompente + dolcemente asprigno del lampone è piaciuta, e anche assai!
E gli ospiti non hanno disdegnato (l'alzatina che vedete qui sotto è stata spazzolata in toto). Voi che ne dite?



Brownies ai lamponi
400 grammi di cioccolato fondente
350 grammi di burro
200 grammi di zucchero
400 grammi di farina 00
1 cucchiaino di lievito in polvere
4 uova
250 grammi di lamponi (freschi o congelati)

Con questa dose riempirete la classica leccarda nera del forno: ne escono circa 40 -50, a seconda di come preferite tagliarli.
Sciogliete a bagnomaria il cioccolato a pezzi con il burro. Una volta sciolti e amalgamati, spegnete il fuoco e aggiungete le uova, un uovo sbattuto alla volta, mescolando bene il tutto. Unite lo zucchero e infine versate il composto in un recipiente molto capiente e aggiungete la farina setacciata e il lievito. Amalgamate e infine aggiungete i lamponi. Versate sulla teglia rettangolare del forno, ricoperta di carta forno, e cuocete per circa 35-40 minuti a 180 gradi, non di più o il brownie si secca e l'interno non rimane umido e cremosino come piace a noi! 

Ora vi saluto, stay tuned per la lasagna!

mercoledì 9 maggio 2012

Chocolate chips cookies: i biscotti della felicità per Harold Crick



I chocolate chips cookies sono quei biscottoni americani con pepite di cioccolato, dolci, friabili, burrosi, goduriosi e perfetti per quei momenti in cui hai bisogno di tirarti su il morale (sì, sono totalmente addictive). Esistono in commercio alcuni di questi biscotti (tipo questi) decisamente insani (con grassi idrogenati e/o olio di palma etc) ma altrettando deliziosi: rifarli, ottenendo quella friabilità esterna e morbidezza interna è davvero difficile, tanto quanto trovarne di davvero soddisfacenti nei fornai o bakery che dir si voglia.
Per la ricetta mi sono affidata a una delle varie versioni possibili, presa nientepopodimeno che dal sito amerigano che più amerigano non si può Joyofbaking, che, dice l'autrice, riproduce in modo casalingo la versione industriale della Nestlé. La ricetta è stata -ovviamente, che ve lo dico a fà- leggermente modificata alle mie esigenze (ovvero con l'aggiunta di fiocchi d'avena, che nei biscotti mi piacciono molto, al posto delle noci che al momento non avevo).



Chocolate chips cookies 

226 grammi di burro 
150 grammi di zucchero bianco 
160 grammi di zucchero bruno 
2 uova 
1 bustina di vanillina 
295 grammi di farina 00 
100 grammi di fiocchi d'avena (mia aggiunta, al posto di 100 gr noci pecan a pezzi)
1/2 cucchiaino di sale 
1 cucchiaino di lievito 
250 grammi di gocce di cioccolato 

Nel robot da cucina lavorate il burro a temperatura ambiente con lo zucchero per un paio di minuti (velocità media) finché il composto diventerà soffice e cremoso. Mescolate, azionate di nuovo il robot, aggiungete un uovo alla volta. In una ciotola a parte mescolate la farina con il lievito, la vanillina e il sale. Aggiungere la farina al composto e azionare il robot per un paio di minuti. 
Unite le gocce di cioccolato e azionare il robot a velocità bassa per amalgamare. Con due cucchiai o con il cucchiaio per fare le palline gelato, ricavare delle palline di composto e posizionarle ben distanziate (si allargano molto in cottura) su una teglia grande ricoperta con carta forno. Cuocete a 190 gradi per 12 minuti circa. 


Questa versione era sicuramente molto soddisfacente: i biscotti sono venuti con le crepette, croccantini ma non secchi, con un cuore delizioso di cioccolato. 
Ma!
Siccome questi biscotti mi piacciono (assai), ho voluto provare anche un'altra versione, una ricetta che una ragazza inglese ha dato alla mia amica Francesca. Anche qui ci ho messo il mio zampino, se non altro perché non avevo le arachidi e ho utilizzato delle -buonissime- nocciole.




English chocolate chips cookies
225 gr di burro
350 zucchero di canna 
2 uova
400 gr di farina (io 300 di farina, 100 di fiocchi di avena)
225 gr di cioccolato fondente a pezzetti
Arachidi qb (io ho messo le nocciole spezzettate)
1 bustina di vanillina
2 pizzichi di sale

La ricetta è simile e potete seguire lo stesso procedimento della versione precedente. Ho preferito l'utilizzo del cioccolato a pezzetti rispetto alle semplici gocce, che restano più piccole. Le nocciole ci stanno molto bene, ma anche le arachidi hanno il loro perché.

Qualsiasi versione decidiate di provare, ricordate che uno di questi biscotti ha il potere di risollevarvi il morale, anche dopo una terribile giornata! Non ci credete? Guardate qui cosa succede allo scettico Harold Crick (Will Ferrell) protagonista del -carinissimo- film Vero come la finzione (Stranger than fiction)





Avete visto questo film? Si tratta di una commedia del 2006 in cui Will Ferrell (l'indimenticabile Mugatu di Zoolander) interpreta un esattore delle tasse che vive in modo abitudinario -al limite dell'ossessivo-, una vita senza emozioni, senza amicizie, senza divertimenti. Un giorno, mentre si lava i denti spazzolandoli 77 volte come ogni mattina, sente una voce che descrive le sue azioni e che, poco dopo, in tono compassionevole annuncia che Harold... sta per morire.



Harold, impazzito e confuso, cerca di capire da dove arriva la voce, se si tratta di un'allucinazione. Alla fine, grazie all'aiuto di un professore di letteratura, Dustin Hoffman, capisce di essere il personaggio di un libro che una famosa scrittrice (Emma Thompson) sta concependo proprio in quel periodo. Per districarsi in questa follia il professore gli consiglia di capire se si trova in una commedia o in una tragedia.
Mentre cerca l'ignara scrittrice, Harold incontra, durante un controllo fiscale, la fornaia Ana Pascal (che non ha pagato parte delle tasse in segno di protesta contro l'utilizzo dei suoi soldi per armi e difesa) e se ne innamora. 
Riuscirà Harold a trovare la scrittrice? Come finisce il libro e soprattutto... si tratta di una commedia o di una tragedia?
Vi lascio il gusto di scoprirlo.


mercoledì 2 maggio 2012

#LangheRoero2012: cibo, vino & much more!

Il verde delle colline delle Langhe, le nuvole gonfie di pioggia, la riscoperta del vino - di quanto è buono e del suo mondo magico-, una cucina genuina e ottima, grazie a ingredienti di qualità legati al territorio, il piacere delle risate condivise senza prendersi sul serio: sono solo alcune delle cose che mi sono rimaste appiccicate nei tre giorni passati ad Alba e dintorni, ospite dell'Ente del Turismo Langhe Roero insieme a tante altre (e altri) blogger, nell'ambito di #LangheRoero2012.
Raccontare per filo e per segno tutto ciò che abbiamo visto, sentito, annusato, assaggiato, divorato e condiviso sarebbe impossibile quindi lascerò che parlino per me un po' di immagini (di qualità non eccelsa, ma si fa quel che si può e spero che vi accontenterete :-)) e poche ma essenziali righe. Enjoy!

Visita alla cantina e degustazione da Prunotto
Non capita tutti i giorni di visitare una cantina come quella di Prunotto, un produttore con una storia iniziata nel 1904 in quel di Alba. Emanuele Baldi ci ha raccontato i passaggi attraverso cui l'uva diventa vino e i segreti della sua conservazione: in degustazione, e poi anche a cena, ha guidato il nostro gruppetto di blogger (solo donne, dichiarate (finte) astemie/bevitrici difficili) nell'assaggio di Arneis, Dolcetto, Mompertone, Barbera, Barbaresco, Barolo e Moscato. E io ho bevuto tutto, senza fare una piega. Sorpresa sorpresa, il vino buono non fa venire il mal di testa (e neanche il mal di pancia!!) e quindi anche una come me -delicatina- lo può bere. Bisogna saperlo scegliere, però (e su questo ho ancora tutto da imparare...) 


Coniglio dous e brusa, insalatina di tuma, torta di nocciole con zabaione 
Quello che vedete qui sopra è il pranzo con cui ci hanno accolti alla Trattoria Belvedere di Serravalle Langhe, un delizioso ristorante a gestione familiare. La ricetta del coniglio è segreta, se la tramandano dal 1927 e non hanno intenzione di condividerla! Dovrete quindi fare un giro lassù, se volete assaggiarlo. La torta di nocciole invece è finita dritta dritta in to-do-list... ma data la quantità di burro, la rimando a tempi più... "magri". Inarrivabili anche i semolini fritti, non immortalati a livello fotografico ma stampati nella mia memoria! yum!

Maurilio Garola e il suo ristorante con vista panoramica

Siccome a pranzo avevamo mangiato poco, hanno pensato bene di coccolarci con una meravigliosa visita più cena a La Ciau del Tornavento, il ristorante dello chef stellato Maurilio Garola a Treiso (Cuneo): un luogo delizioso per cibo fuori dal comune. Ecco alcune delle delizie assaggiate.

Carne cruda, plin di seirass nel fieno maggengo, uovo in cocotte al tartufo nero,
piccola pasticceria, tortino al gianduja con gelato al  tabacco da pipa

Qualche immagine del ristorante, della cucina e della cantina. 

Curiosando in cucina

L'immensa cantina della Ciau. Sì, quello è proprio un caveau!!

L'orto dove Maurilio coltiva odori e verdurine

Se volete dormire lì, c'è una depandance con 4 camere!
Ieri, invece, abbiamo avuto il piacere di girare per Bra, tra la Banca del vino, l'università di Scienze gastronomiche fondata da Slow Food, con annessa capatina al ristorante Guido, dove ci siamo fatte preparare il caffè dallo chef  Ugo Alciati (nella foto sotto), tempestandolo di domande. Abbiamo poi visitato la Mostra Carte in tavola e, per finire in bellezza, assaggiato (scofanato, anzi) il panino Mac 'd Bra, fatto con pane di Bra, salsiccia di Bra, formaggio di Bra e lattuga (di Bra. Non per niente in piemontese Mac vuol dire solo: in un gioco di parole che rimanda al fast food questo panino si chiama quindi "solo Bra"). 

Bra, non solo cibo ma anche vino & cultura!
Di questo weekend mi resteranno molte altre cose. In primis, le mie compagne di avventura, dalla mia amica Camilla e alle altre blogger, in particolare Nena, Monica, Claudia e Sara
In ambito culinario, il quartetto di dessert piemontesi + panna cotta extra che non si può non assaggiare che è il dolce più buono del menu (best panna cotta EVER) dell'Osteria dell'Arco, il menu degustazione nella piazza di Alba, le nocciole -ovunque, nelle torte, lisce, con granella, nel cioccolato, sui gamberi fritti... Tonda delle Langhe numero uno), la salsiccia, la cugnà, la frustrazione di non essere riuscita a comprare un tartufino, e poi ancora stiletti mai messi, porte in faccia, parole in libertà, digitazioni frenetiche su tastiere, flash, wi-fi c'è//wi-fi non c'è, "what's your twitter?", calici di vino, dolci mucche, cereali primordiali e monomateria. 
Amen.  

mercoledì 25 aprile 2012

Plumcake al bacio & i baci più belli del grande schermo

immagine cacao via http://www.noodle-head.com/ immagine nocciole via http://www.mybakingaddiction.com/how-to-peel-skin-hazelnuts/

Buongiorno a tutti, e buon 25 aprile!
Ci voleva questo giorno di vacanza perché tornassi finalmente a scrivere. Eh già, perché il tempo scarseggia sempre, la stanchezza al contrario abbonda e questo è il risultato: ultimo post, 12 gg fa!
Ma ieri sera, complice la prospettiva di una pigra colazione finto domenicale davanti a me, ho deciso di coccolarmi con un bel plum cake dedicato a una delle abbinate più azzeccate della storia dolciaria, ovvero cacao + nocciole. Nutella, Pan di Stelle, Baci Perugina... devo aggiungere altro? Ecco, no, appunto. Meglio la ricetta!

Plum cake al gusto Bacio

200 grammi di farina 00
1 cucchiaino di lievito per dolci
120 grammi di zucchero
2 uova
1/2 bicchiere di olio di arachidi
1/2 bicchiere di latte
70 grammi di nocciole di Giffoni biologiche già pelate (io le ho trovate all'Esselunga)
3 cucchiai di cacao amaro
4 cucchiai di gocce di cioccolato fondente


Rompete le uova e tenete da parte gli albumi. Montate i tuorli delle uova insieme allo zucchero, aggiungete la farina e il lievito, il latte e l'olio. Amalgamate bene, aggiungete il cacao amaro setacciato. Montate gli albumi e incorporateli dolcemente nell'impasto, dal basso verso l'alto per non smontarli. Tritate grossolanamente le nocciole, tenendone da parte una quindicina per guarnire il plumcake. Aggiungete quindi le nocciole a pezzetti e le gocce di cioccolato al composto, amalgamate bene e versate in uno stampo da plum cake imburrato. Guarnite con le nocciole intere che avrete tenuto da parte e, a piacere, con codette di zucchero o altre gocce di cioccolato. Infornate a 180 gradi per circa 45 minuti (controllate con il solito stecchino che il centro sia ben rappreso). 
Una volta raffreddato, lasciatevi conquistare da questo "bacio" di nocciole e cacao, gustandovene una fettona con una bella tazza di tè.

Vi lascio con altri baci, quelli più famosi, romantici e belli del cinema. Ciascuno di questi, secondo me, è un po ' speciale.
Qual è il vostro preferito? Perché vi fa sognare? Non è tra questi? Beh allora segnalatemelo! Vi lascio anche un video carinissimo fatto da Cineblog, un supercut fatto solo di baci (in fondo)!

Ghost: bacio col fantasma
Moulin Rouge: bacio "teatrale"
Spiderman: bacio a testa in giù
Notting Hill: bacio preso alla sprovvista!
Walk the line: bacio a lungo agognato
Titanic: bacio che più scenografico non si può!
Via col vento: classico dei classici
La Dolce Vita: bacio nella fontana
Breakfast at Tiffany's: bacio sotto la pioggia con gatto
Brokeback mountain: bacio fra cow boys
Bridget Jones: bacio sotto la neve, in mutande
500 giorni insieme: bacio sul letto dell'esposizione Ikea
Il favoloso mondo di Amélie: baci per fare conoscenza
The Matrix: bacio mentre il mondo va in pezzi
Espiazione: bacio proibito nella libreria
Guerre Stellari: bacio spaziale
Shakespeare in love: bacio a una donna che si finge uomo
Edward Mani di Forbice: bacio d'addio

venerdì 13 aprile 2012

Nero Wolfe: Roma, gli anni 60, i parrucchini & il pollo alla mediterranea di Nanni

Nero Wolfe, il celebre investigatore creato da Rex Stout, buongustaio arguto che non ama uscire di casa e preferisce la compagnia delle orchidee a quella degli esseri umani, trasloca dall'America e trova casa a Roma, a causa di divergenze con l'Fbi. 
E' questa la trovata degli sceneggiatori che regge la nuova fiction di Rai Uno, ieri sera alla sua seconda puntata. L'Auditel ha dato ragione ai produttori di Casanova Multimedia (di Luca Barbareschi, ndr), visto che la fiction ieri ha vinto la prima serata con un audience di 5 milioni di telespettatori, battendo la gastronomica concorrente Benvenuti a Tavola e, di un bel po', l'Isola dei famosi (?).
Che ne penso io di questa fiction? 
Che, nel bene e nel male, è un prodotto che fa e farà parlare di sé.  Le ragioni sono molte, anzi moltissime. Vado?

mmm... sentiamo!


1. Nero Wolfe e il suo braccio destro Archie Goodwin sono interpretati da una coppia mitica, ovvero Francesco Pannofino e Pietro Sermonti, che poi non sono altro che i grandiosi René e Stanis della serie cult Boris. La scelta dei due ha portato gli adoratori della prima fiction satirica sulle fiction a sintonizzarsi su Raiuno, se non altro per vedere il faccione di René e le espressioni piacione di Stanis. Solo che poi, chi ha visto la coppia in azione sul set de Gli occhi del cuore, non può che guardare Pannofino insaccato in una vestaglia di seta porpora e Sermonti con un chilo di terra e un meraviglioso ciuffo posticcio e aspettarsi  un "dai, Archie, butta là sta battuta alla ca**o di cane"!

Oddio... ma te non sei mica la figlia de Mazinga??? (la risposta è: Sì)


2. L'ambientazione nella Roma degli anni 60 è stiracchiatissima, ma è tutto sommato preferibile alla scelta di ricreare un setting americano made in Italy. Ve li immaginate i nostri attori tv nostrani (più che altro, romani) a chiamarsi James, Rosemary o Theodore e camminare per le vie di una finta New York? Io, sinceramente, me lo risparmio volentieri.


3. I costumi sono curati e molto belli, così come gli arredamenti degli interni. Un capitolo a parte, però, lo meritano parrucche e parrucchini che la fanno da padrone sulle teste dei protagonisti, dal buon Sermonti, notoriamente in piazzetta fin dai tempi di Un medico in famiglia, alla bellissima Giulia Bevilacqua, che in un caschetto tagliato con l'accetta si cala nei panni di una intraprendente giornalista (e prevediamo già una possibile liason con il donnaiolo Archie).


4. La sceneggiatura ammicca ai libri di Stout prendendo delle frasi ad effetto e mettendole in bocca a Wolfe, che pare una sibilla più che un investigatore, tipo "L'uomo può poco sulla morte dei suoi simili, a meno che non sia lui a provocarla". In altri momenti le scene sembrano davvero il set de Gli occhi del cuore e sfiorano il ridicolo (a volte mi convinco sia voluto). Per esempio ieri, alla scena clou della risoluzione del caso Wolfe ha parlato di "uno strano automatismo" che portava un tizio a offrire le coppe di champagne (!?!) sempre con la mano destra. Mi sono rotolata dal ridere. 

"Oooh trovato! Facciamo che il fratello cretino ha uno strano automatismo!"

5. Se René dovesse giudicare le perfomance attoriale di alcuni del cast, griderebbe spesso il suo celebre... "cagna!". La recitazione è al livello di una fiction di RaiUno, ovvero così così. Io ancora non ho capito se sono gli attori che non sono bravi, se è la regia, o la dimensione della produzione per famiglie che ama la performance un po' teatrale e sopra le righe.


6. I casi sono tratti dalle storie dei libri di Stout, successi super-mega-mondiali, eppure a momenti sembra di stare dentro a un episodio delle avventure di Jessica Fletcher, celebre giallista seminatrice di morte a ogni pranzo, festa, convegno o viaggio intrapreso. A dirla tutta, però, io la Signora in giallo la guardavo sempre... e mi piaceva pure (seppur alle medie).




7. Nanni e il cibo. Nanni (Andy Luotto) è un personaggio mitico: è il cuoco di casa Wolfe. Nel corso di due puntate ha già preparato pollo alla mediterannea, quiche lorraine, tarte tatin, pasticcini, baccalà. Una gioia per gli occhi (e per la pancia -grossa- di Wolfe) e nostra.
E io vi propongo proprio il pollo (facilissimo) alla mediterranea à la Nanni.



Pollo alla mediterranea 
Per 4 persone
un petto di pollo
mezza cipolla
3 peperoni
1 zucchina
200 ml di salsa di pomodoro
succo di 2 limoni
origano
rosmarino
salvia
olive rosatelle di Puglia piccanti

Tagliare il pollo a tocchetti, spremere due limoni e mettere il pollo a marinare insieme a un po' di odori tritati: salvia, origano, rosmarino. Pulire la verdura, tagliare i peperoni a julienne e la zucchina a tocchetti. Tritare mezza cipolla, soffriggerla in un po' d'olio in una padella wok. Aggiungere la verdura, scolare il pollo e saltarlo per qualche minuto finché non sarà rosolato. Aggiungere la salsa di pomodoro, sale e una generosa manciata di olive rosatelle denocciolate in olio piccante. Cuocere per circa 15-20 minuti a fuoco basso. Gustare accompagnato da riso basmati o da triangolini di piadina calda

PS: Se vi volete divertire seguite la prossima puntata di Nero Wolfe in diretta su Twitter. Ne leggerete di ogni. E i ragazzi di @NeroWolfeTv sono in gamba (lo dico solo perché mi hanno risposto a un paio di tweets... ahahahah! ;-P) ah, a proposito.. mi seguite già su Twitter? Cercatemi! @passiflora78
Bye!!



lunedì 9 aprile 2012

Vola colomba bianca vola...



..diglielo tu, che tornerò.... Era una vecchia canzone di Claudio Villa, che mia nonna Amelia canticchiava spesso. Mi è venuta in mente mentre mi cimentavo per la prima volta nella preparazione del dolce pasquale per eccellenza.. la colomba! 
La premessa è che l'ho fatta con il lievito di birra, perciò puristi del lievito madre potete abbandonare queste pagine... Il risultato è un dolce molto molto soffice, buono, simile a un aromatico pan brioche (ma più burroso) più che alla colomba industriale che mangiamo di solito. Questo forse proprio a causa della diversa modalità di lievitazione. Poi ho fatto un errore: non ricordavo che la ricetta prevedesse il miele. A casa avevo solo quello di castagno e ne ho messo due cucchiai, solo due, stando un po' scarsina rispetto ai 50 gr previsti, sapendo che il miele di castagno ha un gusto amarognolo e deciso. Beh, non ci crederete ma il sapore di quei due cucchiai di miele ha connotato tantissimo un impasto fatto con oltre mezzo chilo di farina! Shame on me. 
In realtà il dolce è buono anche così, solo che ha un aroma che copre quello dei canditi, delle scorzette di arancia e limone e la glassa mandorlata :-) indi la prossima volta farò attenzione a utilizzare miele d'acacia, il più neutro possibile!
La ricetta che ho usato è quella di Giallozafferano, a cui vi rimando con questo link, dove troverete anche gli step delle cinque lievitazioni (eh sì, questo dolce necessita di tempo e pazienza)!


Dalle foto inoltre noterete la forma un po' approssimativa della colomba... perché non ho trovato lo stampo e quindi ho "modellato" uno stampo usa e getta in alluminio per ospitarla. 
Altra piccola annotazione, ho seguito le indicazioni di cottura della ricetta, ma la glassa si è colorita un po' troppo, pur avendo coperto il dolce con l'alluminio dopo un quarto d'ora -vedevo che in alcuni punti si stava già bruciacchiando!- e i casi sono due: o il mio forno è più potente oppure la glassa nelle dosi indicate dalla ricetta non è sufficiente e ce ne vuole un po' di più per fare uno strato più spesso.
Qua invece trovate la mia pastiera, fatta con la stessa ricetta dell'anno scorso, :-)


Buona Pasqua e lunedì dell'angelo, rigorosamente in ritardo, a tutti voi!

sabato 7 aprile 2012

Deposito 54: bijoux, abiti e food.. insieme

La scorsa settimana, accompagnata dalla Carli, sono andata a scoprire un nuovo spazio tutto al femminile che si trova a Milano in via Sottocorno (zona Piave/Premuda). Si chiama Deposito54 ed è un ex magazzino che tre donne intraprendenti hanno deciso di trasformare in uno show room "alternativo", dove, accanto alla moda, trovano spazio gioielli, accessori e brand eccellenti del food. L'obiettivo è creare un luogo informale dove le donne possano rinnovare la propria immagine tra abiti e bijoux su misura, magari sorseggiando un tè o bevendo un bicchiere di vino. 
Le tre signore dietro al progetto di chiamano Paola Bognetti Bottaro, che è la creatrice dei gioielli, Maria Gabriella Ponzone e Lucia Prada, che stanno dietro al marchio b.lou, abiti e cashmere fatti a mano e su misura. 
E poi, a fare da cornice, c'è il cibo: scaffali imbanditi di specialità regionali provenienti di produttori di nicchia, che la sera dell'inaugurazione ci hanno accolto con degli assaggi: le salse e le creme piemontesi di Cascina San Cassiano, i vini dell'azienda agricola Francesco Quaquarini, il prosecco di Valdobbiadene di Drusian, i cannolini croccantissimi e riempiti al momento di Ciuri Ciuri, pasticceria e gelateria siciliana. 
Per i prossimi mesi l'idea è quella di trasformare Deposito 54 in uno spazio anche culturale, per ospitare eventi food, degustazioni, reading di libri, mostre d'arte e laboratori didattici per i bambini in età scolare. 
Attendiamo il programma, nel frattempo potete dare una sbirciatina con qualche foto...

I bijoux  di Paola Bognetti e alcuni abiti b.lou

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Alcune delle bontà esposte

Io (sin) e la Carli (dx), diversamente fotografe (notare il mio potente mezzo)

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