domenica 7 novembre 2010

Star food. Pizza e gelato per Julia Roberts

Stasera inauguro una nuova sezione del blog dedicata al cibo visto dalle star del cinema
Ebbene sì, chi di noi non sbricia le attrici per copiarne i fantastici look da red carpet, lo stile, ai tagli di capelli, le pratiche fitness e, spesso, le diete? Ogni due per tre si mormora di miracolosi regimi dietetici scovati dalle dive di Hollywood, ma spesso i loro gusti alimentari tengono banco anche nelle interviste, soprattutto quando passano dall'Italia. L'ultima vittima di quest'abitudine è stata Julia Roberts, che nel tour di presentazione del suo ultimo film Eat, Pray, Love (Mangia, Prega, Ama) non ha perso occasione per sottolineare quanto adorasse il cibo italiano. "Adoro la scena in cui mangio la pizza", ha raccontato. "In ogni scena che vedrete, ho mangiato veramente. La pizza poi... anche se non mangiavo il bordo, divoravo l'interno". E pare che pizze, frittelle e mozzarelle siano costate alla cara Julia ben cinque chili, accumulati durante le riprese italiche. Ma sono anche certa che una delle dive più pagate di Hollywood avrà già trovato modo di smaltirli completamente...

Julia Roberts in una scena di Eat, Pray, Love


Nella locandina del film



Ratatouille secondo Remy: Confit Byaldi




Adoro i cartoni animati: la mia infanzia, come quella di ogni bambino negli anni 80, è stata costellata da anime giapponesi, che i miei genitori tentavano invano di razionarmi, e dai classici Disney. La nuova frontiera dell'animazione, fatta a computer, a volte mi lascia un po' freddina, ma Ratatouille, della Pixar, è in assoluto uno dei miei cartoni "di nuova generazione" preferiti. Divertente, ironico, con un protagonista topo che per una volta sembra veramente tale... E poi c'è la cucina, passione del topino Remy e aspirazione dello sguattero Linguini perché, come diceva il grande chef Auguste Gusteau, "anyone can cook"; tutti possono cucinare, con un po' di amore, pazienza e fantasia. Alla fine si convincerà anche il gelido critico Anton Ego, che grazie alla ratatouille di Remy cambierà addirittura vita.


Ma cos'è la ratatouille? Si tratta di un piatto di verdure al forno, apparentemente molto semplice. Io l'ho sempre prepararato tagliando a dadi la verdura, mescolandola con qualche cucchiaio di concentrato di pomodoro e odori e qualche cucchiaio d'olio. Ma quella che Remy realizza nel film mandando in visibilio Ego, sembra decisamente più sofisticata. Cercando qua e là ho scoperto che si tratta della Confit Byaldi, una variante alla preparazione tradizionale elaborata dallo chef francese Michel Guerard, che si è ispirato a una ricetta turca. Ma il consulente della Pixar, lo chef Tomas Keller, l'ha cambiata ulteriormente, aggiungendo una salsa di pomodori e peperoni come base e della vinaigrette in cima.


La salsa per il fondo si chiama piperade, un sughetto fatto di cipolla, pomodoro e peperoni tritati finemente e cotti con qualche cucchiaio d'olio d'oliva.

Ecco la ricetta, passo per passo, rubata alla sezione Dining & Wine del New York Times.

Vi avverto, elencano tra le verdure alcuni ingredienti dai nomi spaventevoli, ma in realtà "japanese eggplant" non è altro che la melanzana mentre la "yellow squash" che citano è una specie di zucchina gialla. A mio avviso si può tranquillamente eliminare questo ingrediente e concentrarsi su zucchine verde scure e chiare, melanzane, pomodori e peperoni.

Lo sperimenterò al più presto, perché l'aspetto suggerisce un risultato delizioso.

Bon Appetit!



venerdì 5 novembre 2010

Brownies di compleanno

Questi sono dei brownies che ho preparato per il mio compleanno.
Devo dire di essere soddisfatta del risultato: crosticina fuori e morbidi dentro, come da copione.
Ho seguito -più o meno- una video ricetta pescata su Youtube, ma ci ho aggiunto un cucchiaino di lievito (che infatti a mio avviso ci vuole, e lo dice anche Giallozafferano) e poi granella di nocciole, noci e mandorle. Sono una bomba calorica, ma una volta che si fanno, meglio prepararli come si deve!
Niente di molto diverso da quanto potete trovare anche nel post dedicato a Motel Woodstock, ma qui le dosi sono per tante persone, quindi se li preparate per una festa o da portare in ufficio, ecco pronte le giuste proporzioni!
Allora, per farne una teglia quadrata grande (quella in dotazione nei forni, per intenderci) vi servono:

400 gr di cioccolato fondente
350 gr di burro
300 gr di zucchero
250 gr di farina
50 gr di fecola di patate
1 cucchiaino di lievito in polvere
4 uova
100 gr di granella di mandorle
25 gr di granella di nocciole
25 gr di granella di noci

Sciogliere il burro insieme al cioccolato in una casseruola, a fuoco lento e mescolando spesso. Spegnere il fuoco, sbattere le uova e unirle al composto, mescolando bene. In una ciotola setacciare farina, fecola e lievito con lo zucchero. Aggiungere la crema di cioccolato e amalgamare bene. Se è troppo dura, allungare con un po' di latte. Unire la granella, versare sulla leccarda (rivestita di carta forno) e infornare per 30 minuti a 180 gradi.
Non ho alcun suggerimento cinematografico per oggi, mi godo la mia festa. E ricordo un'attrice mitica nata il 5 novembre: Vivien Leigh, la meravigliosa Rossella O'Hara di Via col vento.





giovedì 4 novembre 2010

Film Blu. Soup a l'oignon




Film Blu, primo capitolo della trilogia Tre colori. Blu, Bianco, Rosso (1993) che il regista polacco Krisztof Kieslowsky ha dedicato al tricolore francese, è una storia di dolore.  Ma il colore blu è anche simbolo di libertà. La libertà di una persona che ha perso tutto e decide di annientarsi nella negazione dei ricordi, finché la forza di una scoperta inaspettata non le regala nuova consapevolezza e, strappandola al al torpore, la getta di nuovo nell'arena della vita. Juliette Binoche, che per questa interpretazione vinse la Coppa Volpi al Festival di Venezia, è straordinaria nel dipingere il tormento asciutto e senza orpelli della protagonista. La luce, i particolari blu e soprattutto la musica, il buio e i silenzi incarnano gli stati d'animo e li enfatizzano. Mentre la citazione finale dalla Prima lettera di San Paolo ai Corinzi ("Se non ho l'amore non sono niente, l'amore è paziente e pieno di bontà, sopporta tutto, spera tutto, non perisce mai") sulle note di una composizione musicale trionfale, segna la fine del lutto e il ritorno al mondo.
Il film è lento, poetico, francese. Non posso quindi che abbinarlo a una ricetta squisitamente francese, ovvero la zuppa di cipolle. Buonissima, facile e perfetta per una fredda sera d'autunno.

Ingredienti
500 gr di cipolle
1 litro di brodo vegetale
50 gr di burro
2 cucchiai di farina
parmigiano grattugiato
crostini o pane abbrustolito

Tagliate le cipolle a rondelle sottili e cuocetele nel burro senza farle imbiondire, ma stufandole a fuoco lento. Se volete potete sfumarle con un po' di vino. Versate due cucchiai di farina setacciata e cuocete per altri cinque minuti. Successivamente, aggiungete il brodo che avrete preparato con due carote, sedano e 1 cipolla oppure con un banale dado vegetale. Lasciate sobbollire per circa mezz'ora, aggiungendo acqua se la zuppa si restringe troppo. Dopo una spolverata di parmigiano grattugiato, infornatela per qualche minuto di grill: si formerà la crosticina. Servite accompagnata da crostini caldi.

mercoledì 3 novembre 2010

Sex and the City. 2. And a Cosmo.


Carrie nel souk con maglia lamè, t-shirt Dior e gonnellona Zac Posen

Mi avevano avvertito in tante, ma dovevo pur vedere con i miei occhi. Product placement, fashion, arredamento, design e luxury: la seconda avventura cinematografica (se così si può definire) di Sex and The City è tutto questo, ma solo questo. Totalmente spogliato dell'ironia e dell'irriverenza degli episodi televisivi (che già ritrovavamo a fatica nel film numero uno), il film numero due è ottimo per una serata "cervello spento", come database da passare al setaccio con il tasto "pause" del lettore dvd in cerca di chicche di arredamento, accessori, abiti e gioielli anche alquanto improbabili (e persino un Rolex vintage del 1968 per Mr Big!). Vogliamo analizzare la mise di Carrie durante il giro nel souk di Abu Dhabi? Chi di voi, per entrare in un caotico mercatino mediorientale tra polveri, odori, souvenir e animali macellati, non indosserebbe una magliettina nera "J'adore Dior" accompagnata da blusa lamè e ampia gonna di seta lilla di Zac Posen?? E tacchi a spillo, naturalmente (chissà se erano Manolo o Jimmy Choo..). E anche l'appartamento newyorkese della nostra amica sembra un set pubblicitario allestito da qualche brand di interior design.
Ok, su questo fronte non possiamo pretendere -nè vogliamo- il realismo: stiamo parlando di un prodotto realizzato per raccogliere soldi dalle case di moda e far sbizzarrire stylist e fashioniste di mezzo mondo, è giusto così (forse). Ma avrebbero potuto fare qualcosa di più per la storia.
Hanno totalmente spogliato di fascino il personaggio di Sarah Jessica Parker: Carrie è diventata una quarantacinquenne lagnosa che non si vuole rassegnare al fluire del tempo e frantuma le scatole al povero Big che ogni tanto, dopo il lavoro, ha voglia di stare a casa e vedere la tv invece di andare al ristorante. E che sarà mai! E poi, pur volendo sorvolare sul kitchissimo matrimonio gay dell'apertura, il viaggio negli Emirati è tutto un'esclamazione e un gridolino alla vista di lussi, comodità, gioielli.
Diciamolo, si tratta di pellicola abbastanza inutile, anche se Samantha riesce a farci ridere. Meglio berci sopra il cocktail che tutto il mondo ha imparato a sorseggiare grazie alle quattro amiche Carrie, Samantha, Charlotte e Miranda: sto parlando del Cosmopolitan.
Ecco come si prepara.

Ingredienti:
5 parti di Vodka
2 parti di Cointreau
2 parti di succo di mirtillo
1 parte di succo di limone
cubetti di ghiaccio
Versate i cubetti di ghiaccio nello shaker fino a riempirlo per più di metà, poi aggiungete la vodka, il Cointreau, il succo di mirtillo e quello di limone. Shakerate bene il tutto e versate nella coppa da Martini.
...Cheers!

martedì 2 novembre 2010

I fiori di Kirkuk. E quelli di zucca


Oggi al Festival del cinema di Roma è stato presentato I Fiori di Kirkuk, di Fariboz Kamkari. Il film, che mi incuriosisce molto, uscirà nelle sale il 19 novembre: è la storia di Najla, una dottoressa iraniana che negli anni Ottanta vive a Roma ma decide di tornare a Kirkuk per cercare il fidanzato, medico curdo coinvolto nella resistenza contro il regime di Saddam Hussein.
Nel film la storia di amore si intreccia con quella politica irachena, la resistenza, la guerra. La colonna sonora è del collettivo romano -multietnico- Orchestra di Piazza Vittorio. In attesa di poterlo vedere al cinema, ecco il trailer.


E a proposito di fiori, vi lascio la ricetta (un po' estiva, in verità), dei fiori di zucca come me li ha fatti scoprire la mia ex coinquilina pugliese, ovvero con la mozzarella e le acciughe (che è la versione romana).

Ingredienti per 5 persone (come antipasto) 
10 fiori di zucca,
100 gr di acqua,
2-3 cucchiai di farina,
alici,
100 gr mozzarella,
sale
olio per friggere

Lavare i fiori di zucca con delicatezza e asciugarli, togliere il pistillo all'interno e riempire con un pezzetto di mozzarella e un'alice sott'olio. 
Preparare la pastella con un mestolo d'acqua tiepida e 2-3 cucchiai farina, aggiunta gradualmente sempre mescolando per non formare grumi e poi stemperata con un cucchiaio d'olio e sale. Prendendo i fiori dalla base, immergerli nella pastella e poi friggerli in una padella con olio di semi di arachide. Salare e servire caldi, ottimi come antipasto. 

lunedì 1 novembre 2010

Pioggia in stile Blade Runner? Una torta risolleverà il pomeriggio




Giornata da lupi. Piove da ieri e non sembra avere intenzione di smettere, anzi. Avete presente la pioggia battente che si abbatteva su Harrison Ford e Rutger Hauer nell'ultima scena di Blade Runner? Ecco, a Milano oggi l'atmosfera è più o meno quella. Pare che siano pure esondati Lambro e Seveso (seconda volta in due mesi). Quindi, questo pomeriggio meglio passarlo rintanati in casa, combattere la noia con un tè delle cinque accompagnato da una fetta di torta, e, perchè no, da un bel film. Magari potreste proprio recuperare questo classico di fantascienza di Ridley Scott. 
Nel frattempo, pensiamo alla torta. L'altro giorno ho preparato questa torta al cioccolato e frutta "di recupero", nel senso che dovevo  finire delle mele un po' appassite e un grappolino d'uva in procinto di andare al creatore. Ecco com'è venuta (la foto è pessima, sorry). Sotto la ricetta. 

Ingredienti:
250 gr di farina 00 bio
50 gr di fecola di patate
30 gr di cacao amaro
1/2 bustina lievito per dolci
130 gr di zucchero di canna
50 gr di gocce di cioccolato fondente
3 mele Golden
1 grappolino di uva bianca
50 gr di burro
150-200 ml di latte parzialmente scremato
3 uova


Per prima cosa, io preparo la frutta: è la parte più noiosa. Sbucciate e tagliate a dadi le mele, tagliate a metà i chicchi d'uva e levate i semini (io faccio quest'operazione perché non c'è niente di più odioso che mordere una morbida fetta di torta e imbattersi nel semino che si infila a tradimento tra un dente e l'altro!).
Poi, le uova. Montate gli albumi, sbattete i tuorli e aggiungetevi lo zucchero. In una ciotola a parte setacciate la farina, la fecola, il lievito e il cacao; aggiungete il composto di uova e zucchero, il burro sciolto e il latte. Infine incorporate gli albumi montati. Una volta che la pasta sarà cremosa e della giusta densità aggiungete le gocce di cioccolato e la mela a tocchetti. Versate il tutto in una teglia imburrata o (come ho fatto io) foderata di carta forno e guarnite con gli acini d'uva. Cuocete in forno preriscaldato a 180 gradi per circa 45-50 minuti.
Ed ecco pronto l'antidoto al pomeriggio piovoso. Buona merenda!

domenica 31 ottobre 2010

Halloween, da gustare con i cartoni di Tim Burton

Oggi si celebra Halloween, la giornata dedicata agli spiriti dei morti che precede la festa di Ognissanti. Nella cena della serata, dunque, è d'obbligo l'utilizzo della zucca. Ci sono moltissime ricette che potete preparare, dalla crema di zucca della mia amica Straberry Blonde (la trovate qui) al più tradizionale (e buonissimo) risotto, fino alla torta (ecco la ricetta di Ginger & Tomato).
E dopocena, soprattutto se alla vostra tavola ci sono dei bambini, potete gustarvi La sposa cadavere, un piccolo gioiello d'animazione del più gotico dei registi, Tim Burton. Realizzato in stop motion, con pupazzi di plastilina animati che ricordano le sembianze degli attori che danno loro la voce (Johnny Depp e Helena Bonham Carter), il film è una fiaba malinconica e gotica: Victor sta per sposare Victoria. Per esercitarsi nella proposta di matrimonio corre nel bosco e recita la sua dichiarazione, infilando l'anello in un rametto secco. Ops, si tratta del dito di Emily, sposa cadavere, che lo reclama come suo marito e lo introduce allo spassoso mondo dei morti. 
Se volete, potete proseguire la serata con il predecessore e anticipare leggermente anche l'atmosfera natalizia, The Nightmare Before Christmas, favola sempre scritta da Tim Burton e realizzata dall'amico Henry Selic. Il protagonista, Jack Skellington, abita proprio nel regno di Halloween ed è il re delle zucche: stufo di scheletri, mostri e streghe, trova uno spiraglio per entrare nel mondo del Natale e ne rimane affascinato. Una volta tornato nel regno di Halloween, cerca di spiegare agli amici le meraviglie che ha sbirciato dall'altra parte e organizzare una festa in stile natalizio. Ma i risultati non sono quelli sperati e la situazione degenera fino al rapimento di Babbo Natale. Dopo una serie di peripezie, però, tutto si conclude con un meraviglioso lieto fine.

venerdì 29 ottobre 2010

Dieci Inverni: i pizzoccheri


Dieci Inverni: è questo il tempo necessario perché Camilla (Isabella Ragonese) e Silvestro (Michele Riondino), conosciutisi per caso una sera gelata su un vaporetto diretto a Venezia, scoprano di amarsi. Il film (del 2009) è l'opera prima di Valerio Mieli: gioca con il tempo e ci mostra le vite dei due ragazzi a spot, nei momenti clou della ricerca di se stessi e del loro rapporto tormentato, che passa da curiosità reciproca ad amicizia, poi alla freddezza e finalmente all'accettazione che quella "cosa" che sentono l'uno per l'altra è, forse, quello che la gente chiama amore e cerca per una vita. A fare da sfondo a questa recherche ci sono ghiaccio, nebbie, l'acqua fredda dei canali veneziani, i parchi e le strade innevate di Mosca, dove Camilla si trasferisce per un periodo e dove i ragazzi torneranno anche per il matrimonio di un'amica comune. Un'atmosfera da copertina e tazza di tè, da pranzo invernale in cui mangiare una di quelle specialità di montagna ricche di burro (senza troppe remore).
Per questo vi lascio la ricetta dei Pizzoccheri alla Valtellinese, uno dei miei piatti invernali preferiti, che ho cucinato proprio ieri sera. A me piacciono con molta verdura: mi dà l'illusione che siano più sani. Tre cose sono fondamentali perchè la ricetta possa essere definita valtellinese: il formaggio dev'essere Casera o Bitto, la verdura principale dev'essere la verza e nel soffritto ci va la salvia, non rosmarino o altri odori.

foto dal sito del comune di Senago
Dosi x 4 persone
320 gr di pizzoccheri della Valtellina
200 gr di patate
400 gr di cavolo verza
3-4 cubetti di erbette surgelate oppure 250 gr di erbette fresche o coste
150 gr di formaggio Casera della Valtellina
150 gr di Parmigiano reggiano grattuggiato
aglio
burro
olio e.v.o.
salvia

Tagliate le patate a piccoli cubetti e le verze (potete tagliarle grossolanamente oppure solo sfogliarle) e lessatele in acqua salata per almeno mezz'ora. Quando le patate saranno quasi cotte, aggiungete nella stessa pentola i pizzoccheri (ma se come me avete problemi di fornitura di pentole e non ne avete una abbastanza grande, potete anche lessarli a parte) e i cubetti di erbette surgelati. Lasciate cuocere circa 15 minuti (per chi usa Pizzoccheri Moro: c'è scritto che cuociono in 12-15 min, in realtà sono pronti in minimo 15 ma anche 18 minuti. Non so voi ma il pizzocchero troppo al dente a me fa senso).
Nel frattempo tagliate la Casera a dadini, grattuggiate il parmigiano e preparate un soffritto con due spicchi d'aglio tagliati a pezzetti, 50 gr di burro e un po' di olio evo (la ricetta vera vorrebbe almeno 1 etto di burro ma io cerco di alleggerire almeno questo passaggio) e 5 o 6 (almeno) foglie di salvia.
Quando i pizzoccheri sono pronti, scolateli con la verdura. Versatene una parte in una pirofila, aggiungete metà della casera e del parmigiano e versate un po' del condimento. Aggiungete l'altra metà di pasta e verdura e ancora formaggio e olio. Mescolate molto bene, magari con la pirofila (se di quelle che resistono al calore) su un fornello a fiamma bassa, per aiutarvi ad amalgamare gli ingredienti. In alternativa potete preriscaldare il forno e dare alla pirofila due-tre minuti di grill ventilato.
A questo punto godetevi questo piattone gustoso e completo... magari accompagnato da un vino rosso.
Buon appetito!

mercoledì 27 ottobre 2010

Espiazione. Con un Chocolate Martini


Da un po' non vedevo un film che mi commuovesse quanto Espiazione, Atonement (2007) nella versione originale inglese. L'immaginazione e il risentimento, misto alla gelosia, portano la piccola Briony Tallis a dire una bugia con cui per tutta la vita dovrà fare i conti e alla quale cercherà, a suo modo, di rimediare.

Ma non indugio sulla trama, perché non serve conoscerne i dettagli: meglio tuffarsi nell'intensità delle atmosfere british, della guerra, degli ospedali, ma anche dei particolari, come il meraviglioso vestito di seta verde indossato da Keira Knightley (nella foto, proclamato il più bello della storia del cinema da un sondaggio inglese) e gli sguardi tra lei e James McAvoy, attore di aspetto poco più che discreto ma capace di tale intensità da diventare bellissimo, sullo schermo.

E se il cibo non è certo la prima cosa che viene in mente vedendo questo film, un cocktail potrebbe esserlo.

Un ospite dei Tallis, l'erede di un impero del cioccolato e nella vicenda avrà un ruolo cruciale, un pomeriggio d'estate prepara per i suoi amici un drink insolito da sorseggiare a bordo piscina: un Martini al cioccolato. Una scelta che non risulta azzeccata, dato il caldo della giornata. 
Ma, visto che qui il freddo comincia a farsi sentire, noi possiamo trovare applicazioni migliori per un cocktail al cacao, magari reinterpretandolo un pochino.
Ho rubato la ricetta da YumSugar e ve la propongo.

Chocolate Martini (dosi per 1)
foto da web
1 shot e 1/2 di liquore al cioccolato (si suggerisce Godiva, ma suppongo che uno anonimo vada benissimo)
1 shot e 1/2 di creme de cacao
1/2 shot di vodka
2 shots e 1/2 di una cosa che gli Americani chiamano half-and-half. Si tratta di un preparato già pronto di latte e crema di latte, e dato che da noi non esiste, possiamo dire che servono 1 shot e 1/2 di latte e 1/2 di crema di latte, o mettete solo latte e facciamola finita!

Mescolate tutti gli ingredienti in uno shaker con il ghiaccio e versate in bicchieri da cocktail ghiacciati. Salute!

martedì 26 ottobre 2010

La pasta al forno del Pranzo di Ferragosto

L'autunno è entrato nel vivo, ma l'altra sera in tv hanno dato Pranzo di Ferragosto. Si tratta di un piccolo film di Gianni Di Gregorio che, come ho letto qui è nato quando il regista si è divertito a immaginare cosa sarebbe accaduto se avesse accettato di badare alla madre dell'amministratore di condominio nella giornata in cui nessuno al mondo vorrebbe trovarsi in città, ovvero Ferragosto. Ambientato in una Roma assolata e deserta (almeno sulle strade che costeggiano Trastevere), si tratta di un tributo al neorealismo che sfoggia un cast over 60 di vecchiette non professioniste che fanno morire dal ridere. Una piccola perla dolceamara, da gustare con una bella pastaforno come quella che la zia Maria del film prepara per cena. 
Lei, alla maniera terronica, abolisce la besciamella ci mette la mozzarella, ma io sono brianzola, quindi eccovi la versione che fa mia madre (quindi vi potete fidare).




Pasta al forno x 4 persone
400 gr di pappardelle all'uovo
besciamella (preparata con un litro di latte, farina, burro e noce moscata. Trovate la ricetta QUI)
500 gr di carne trita scelta di manzo o vitellone
1 piccola salsiccia di maiale
1 carota
1 cipolla
1 gambo di sedano
500 gr di polpa di pomodoro
olio e.v.o
basilico
sale
zucchero
parmigiano reggiano grattuggiato

Per prima cosa preparate il ragù. Fate soffriggere la cipolla tritata con il sedano e la carota, aggiungete la carne e la salsiccia sbriciolata e lasciate cuocere per una decina di minuti, sfumando con un po' di vino (bianco o rosso, va bene tutto). Aggiungete la polpa di pomodoro, sale, 1 cucchiaino di zucchero, basilico e lasciate cuocere a fuoco medio per mezz'oretta o più. 
Preparate la besciamella. 
Lessate le pappardelle e scolatele al dente. 
Versate un po' di pasta nella pirofila e conditela con il sugo e poi la besciamella. Fate un'altro strato, mescolate tutto molto bene e poi spolverizzate di abbondante parmigiano. Infornate a 180 gradi per 20 minuti. 
Si presenta meno "ordinata" della lasagna, ma ugualmente ottima.

Chi ben comincia... il mio parere sui film visti tra fine e inzio anno

Il tempo per scrivere dei film che guardo scarseggia sempre, così ho deciso di fare un post riepilogativo dei tioli visti nell'ultimo p...