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martedì 19 aprile 2011

La merenda perfetta: Banana bread & Lady Oscar


Il nome di Osamu Dezaki probabilmente non vi dice nulla. Non diceva nulla neanche a me, fino a ieri, quando è stata comunicata la notizia della sua morte. Ma voglio ricordarlo e ringraziarlo, idealmente, perché era un disegnatore e regista di anime giapponese e non uno qualsiasi, ma un grande.  I suoi lavori hanno accompagnato la mia infanzia e i miei pomeriggi domestici, toccandomi profondamente. Sto parlando di cartoni come Lady Oscar, quello che in assoluto ho più amato nella vita, Dolce Remy, Lupin III, Kimba il leone bianco, Jenny la tennista. Avventure meravigliose e grandi drammi, sullo sfondo di una morale tutta nipponica fatta di abnegazione, amore totale e sacrificio, ma anche di rivalità e cattiverie.

I personaggi principali del cartone
Un frame della sigla storica cantata dai Cavalieri del re (1982)
Lady Oscar era il mio cartone preferito per molti motivi. Primo, era una storia diversa da tutte le altre, ispirata persino a fatti storici della Rivoluzione francese. Trattava argomenti delicati e drammi veri, e io mi sentivo lusingata da questo approccio "serio " che non mi trattava da decerebrata in quanto bambina. Secondo, c'erano i disegni. Stupendi, meravigliosi: riempivo intere risme di fogli F4 copiando gli abiti sontuosi indossati da Maria Antonietta, traboccanti di fiocchi, balze, pizzi, merletti e ricami, e le acconciature - o meglio impalcature- boccolose o gli occhi scintillanti delle damine di Versailles. 
Terzo, non vedevo l'ora che Oscar si ribellasse e gettasse via quella maledetta uniforme per vivere, finalmente, da donna; intuivo che sotto la dura scorza di donna soldato era tormentata: contenta di non doversi incorsettare e incipriare la faccia, felice di saper infilzare omoni giganti con il suo fioretto e di avere un ruolo riconosciuto nella società, ma pur sempre intrappolata in un'identità distorta che le avevano cucito addosso. Forse questo concetto, allora, non lo capivo proprio benissimo, ma quel personaggio mi affascinava e provavo una forte empatia per lei. E non vedevo l'ora che ricambiasse l'amore del mitico Andrè. Esiste forse una ex bambina che allora non fosse perdutamente innamorata di quella figura leale, dolce e gentile, oltre che prestante? Se esiste la devo ancora conoscere (e se si nasconde tra voi, beh, farebbe meglio a non confessarlo in questa sede! ;-).

Il mitico Andrè

Maria Antonietta
Insomma per tutti questi motivi, nonché per il finale drammatico della vicenda, Lady Oscar è il cartone animato più intenso che abbia mai seguito. Me lo gustavo sul divano, accanto al calorifero nel soggiorno, insieme all'agognata merenda (= il momento più dolce della giornata, per me). con qualche biscotto, oppure una merendina industriale (ma una volta ogni tanto, che se no ingrassavo), o un po' di latte con il Nesquik, uno yogurt, o ancora, una volta ogni tanto, la torta della mamma. Pastine di mele o torta all'arancia oppure una una margherita. Sempre leggere, vedi motivo di cui sopra. :)
E così, vi lascio anche io con un dolce leggero, perfetto per la merenda (o la colazione). Sto parlando del banana bread, dolce di origine americana che è anche un ottimo modo per liberarsi delle banane nella fase "leopardo", quando diventano maculate e dolci da far venire il diabete solo ad annusarle!
Con queste dosi io ho preparato 9 muffin nello stampo di silicone della linea Lillotte di Pedrini e una piccola torta a stella sempre Pedrini, altrimenti potete riempirci un regolare stampo da plum cake. Ebbene sì, ci ho riprovato con il silicone dopo il fallimento dell'altra volta. Stavolta è riuscito tutto, ho anche sformato i dolci senza fatica. Ma il silicone, devo dirla tutta, is not my favourite. Voglio provarlo come stampo per i dolci freddi, però!



Banana bread muffin & cake
250 gr di farina
150 gr di zucchero 
2 uova
1 cucchiaino di lievito
1 cucchiaino di bicarbonato
1 cucchiaino di cannella
mezzo bicchiere olio di arachidi
un bicchiere di latte
4 banane mature
gocce di cioccolato qb
cioccolato fondente qb (io Venchi)

Schiacciare le banane con una forchetta e metterle in una grossa terrina. Unire le uova sbattute, l'olio e il latte. Aggiungere la farina setacciata con il lievito e il bicarbonato e lo zucchero. Mescolare bene, aggiungere la cannella. A questo punto potete aggiungere le gocce di cioccolato, se vi vanno (le consiglio). Io ho riempito lo stampo dei muffin lasciandoli lisci, per poi infilare nel centro mezzo quadretto di cioccolato fondente. Ho aggiunto invece le gocce all'impasto rimanente. Versare gli impasti negli stampi. Cuocere a 180 gradi per circa mezz'ora i muffin e successivamente altri 30 minuti la tortina.  Buona merenda, con il vostro cartone preferito.. a proposito.. Qual è?? 

giovedì 14 aprile 2011

Un treccione dorato per Rapunzel



Avete dei bambini? Ecco un film perfetto da gustare insieme, con cui vi divertirete quanto loro se non di più. Non avete bambini? Guardatevelo lo stesso! Sto parlando dell'ultima fatica della Walt Disney, Rapunzel, o Tangled nella versione originale. Si tratta di una rivisitazione avventurosa e divertente dell'omonima fiaba tedesca che aveva per protagonista una damina dai lunghi capelli rinchiusa da sempre in una torre. 
Solo la Disney poteva trasformare questa premessa che sa di muffa in un cartone movimentato con un'eroina al tempo stesso bella, goffa e simpatica e un protagonista maschile che per una volta non è un loffo principe senza macchia, ma uno spiritoso ladro gentiluomo. Molto interessante anche la cattiva di turno, Madre Gothel, che si finge buona esercitando su Rapunzel le arti della manipolazione psicologica. 
Mitico il cavallo-poliziotto Maximus, nemico di Flynn, il ladro, e deciso a catturarlo a ogni costo, e il camaleontino amico di Rapunzel. Un cartone davvero spassoso e con il classico lieto fine che accontenta proprio tutti.


I veri protagonisti della storia, però, sono i chilometrici e magici capelli dorati di Rapunzel, che la nostra amica utilizza come strumento per fare ogni cosa e come arma contro i malintenzionati. Quando finalmente riuscirà a fuggire dalla Torre, con l'aiuto di Flynn e Maximus, Rapunzel arriverà in città e dovrà intrecciare i suoi capelli per riuscire a muoversi per le strade. E allora quale miglior ricetta posso proporvi se non un treccione di pan brioche, dorato e morbido come la treccia della nostra eroina??? 



Treccione di Pan brioche
500 gr di miscela per pan brioche del Molino Spadoni
1 cubetto di lievito di birra (o lievito secco presente nella confezione, io avevo il panetto da finire!)
1 cucchiaino di miele
200 ml di acqua tiepida
1 uovo per spennellare

Sciogliete il cubetto di lievito in un po' d'acqua con un cucchiaino di miele in una grande terrina. Aggiungete la farina e il resto dell'acqua, mescolate con un cucchiaio di legno e poi con le mani per circa 10 minuti, creando una palla. Coprite e mettete a lievitare in forno spento portato alla temperatura di circa 35-40 gradi per un'ora. Dopo questo periodo di prima lievitazione, rilavorate l'impasto per un'altra decina di minuti, sbattendolo spesso sulla spianatoia. Rimettete a lievitare per altre due ore mezza. Quando la pasta sarà pronta, dividetela in tre panetti uguali, stirateli creando tre cilindri della stessa lunghezza e fate una treccia che disporrete su una teglia, sopra un foglio di carta da forno. Spennellate la superficie con dell'uovo sbattuto. Cuocete a 180 gradi nella parte bassa del forno per 25 minuti. Verrà bellissimo, croccantino fuori e soffice dentro, leggermente dolciastro ma non troppo.
Avvertenza: crea dipendenza! Lo potete mangiare a colazione o a merenda, con un velo di marmellata, o con il salato. Ottimo con un formaggio spalmabile e del salmone affumicato o prosciutto cotto. :-)


Altra avvertenza, stavolta sul film: se non lo guardate insieme a piccoli ometti che non sanno l'inglese, guardatevelo in lingua originale. Si capisce molto bene, le parole sono ben scandite e non c'è paragone. Nella versione originale le voci sono di Mandy Moore (attrice e cantante) e Zachari Levi (Chuck), in Italia ci hanno pensato Laura Chiatti e Giampaolo Morelli (Coliandro), e si sa, negli adattamenti ci si perde sempre.



lunedì 21 febbraio 2011

Spaghetti in verde... e film verdissimi!

Stasera vi propongo un piatto facile, velocissimo e ...verde! Verde grazie all'oro di Sicilia, ovvero i pistacchi di Bronte (sotto forma di polvere, regalata da un'amica), e agli asparagi, un ortaggio che fa subito pensare alla primavera, in questo caso declinati in una salsa delicata che ho ricevuto da Cascina San Cassiano
Che voglia di temperature più miti, di fare un giro al parco per prendere il sole, di vedere i primi fiori che sbocciano... ma teniamo duro, fra un mesetto entreremo davvero nella stagione più dolce dell'anno. Intanto, gustiamoci un primo piatto vegetariano e rapidissimo. E per accompagnarlo, visto che di verde parliamo, ho selezionato per voi qualche film di ispirazione "ecologista".... scegliete quello che fa per voi!



Spaghetti in verde 
Dosi per 4 persone
320 gr di spaghetti 
1 pezzetto di cipolla
olio e.v.o
Polvere di pistacchio di Bronte
3 cucchiai di Salsa agli asparagi di Cascina San Cassiano

Lessate la pasta in acqua salata. Intanto, tritate finemente un pezzetto di cipolla e soffriggetelo con un po' di olio in una padella antiaderente. Quando la cipolla sarà imbiondita, aggiungete 3 cucchiai di Salsa agli asparagi di Cascina San Cassiano, stemperate il tutto con un paio di cucchiai di acqua di cottura. Scolate gli spaghetti al dente e non troppo asciutti, ripassateli in padella, spolverizzandoli con un cucchiaio di polvere di pistacchio e, a piacere, pepe nero. Impiattate e, se vi piace l'effetto, aggiungete ancora un po' di pistacchio. Et voilà, in 10 minuti avete il vostro primo piatto, gustosissimo!

E per il dopo cena....

Wall-E, la favola ecologista e romantica sul robottino spazzino che nel futuro salverà la nostra Terra! Lascio parlare il trailer (questo film è pura poesia)



Avatar, il film evento del 2009 di James Cameron; gli umani ingordi sono pronti a sacrificare la spettacolare natura del pianeta Pandora e con esso i suoi abitanti, i Naavi. Ma Jack, l'uomo mandato per spiarli capirà la bellezza della natura e dell'amore e lotterà insieme a loro (spettacolare soprattutto a livello visivo, bello anche per le parti action, una parabola forse un po' scontata ma decisamente piacevole)


Balla coi lupi. Il film che ha consacrato Kevin Costner e precorre Avatar di molti anni. Nel 1863 il tenente John Dunbar viene mandato in terre di frontiera, nel West. Lì entrerà in contatto con una tribù Sioux e si unirà a loro, vivendo in armonia con la natura. Ma l'odio dell'uomo bianco li coinvolgerà in una guerra senza senso (un capolavoro).


Into the Wild. Il film di Sean Penn racconta l'avventura di un ragazzo che fugge dalla città e si mette alla prova nella natura estrema dall'Alaska, in cerca di se stesso. La solitudine, lo scorrere delle stagioni, la scarsità di risorse diventano strumenti per guardarsi dentro e scoprire la saggezza.   


martedì 28 dicembre 2010

Dragon Trainer e il panino coi peperoni: inaspettatamente piacevoli

La locandina originale di Dragon Trainer
Ogni Natale mi piace dedicarmi a rivedere i cartoni animati più belli. In tivù passano i Classici Disney, ovviamente, ma anche le novità in digitale di Pixar e DreamWorks. Il film che ho visto la sera della vigilia rientra in quest'ultima categoria e si intitola Dragon Trainer. Lo ammetto, ero molto scettica, perché di solito preferisco gli intramontabili La Spada nella roccia, Robin Hood e La carica dei 101 alle novità che sembrano realizzate solo per sfruttare la tecnologia 3D. Mia sorella più piccola ha invece insistito garantendomi che sarebbe stato divertente. E infatti è stato così! In due parole, la storia. Siamo nel medioevo in un villaggio vichingo infestato dai draghi. I guerrieri, armadi a sei ante con l'elmetto cornuto, passano la vita a cacciarli via dai cieli sopra le loro case. Hicupp, figlio del capo Stoick, è un ragazzino gracile e maldestro che vorrebbe abbattere i draghi con le sue invenzioni meccaniche, non potendo contare sulla prestanza fisica. Ma i suoi tentativi finiscono sempre per creare danni, più che aiutare, e il padre è disperato. Una sera tenta di acchiappare un drago con uno dei suoi arnesi e, insperatamente, ci riesce. Il drago non è un rettile qualsiasi, ma una Furia Buia, un drago nero che nessuno ha mai visto perché troppo abile a mimetizzarsi. Vi lascio immaginare come potrà evolvere il rapporto tra i due, ragazzino reietto e draghetto ferito. Dragon Trainer è un cartone divertente, pieno di ritmo e di momenti comici che vi faranno dire "non me l'aspettavo!"
A questo proposito devo rendere omaggio a mia sorella piccola, che mi ha fatto cambiare idea non solo su questo film ma anche su un certo panino. Una mattina di inizio dicembre in cui ero casualmente in ferie, non riuscendo a raggiungere l'Università a causa di uno sciopero dei mezzi, mia sorella si è fermata a casa mia. Aveva con sè un panino, che sarebbe stato la sua schiscetta....
Lei "Cosa faccio del panino, lo taglio e lo mangiamo?".
Io "Cosa c'è dentro?"
Lei "Beh.. a casa non c'era niente... così... Philadelphia e peperoni!"
Io :-O "Ma che orrore!"
Lei "ma guarda che è buonissimo!"
Io "Ohhhh!"
Poi ho scoperto che i peperoni in questione non erano quelli del vasetto, come temevo, ma quelli preparati in padella da mia madre la sera prima. Per farvela breve, l'ho assaggiato... e ho cominciato a ridere, perché era veramente buonissimo! tanto che ho voluto immortalarlo per voi.
Insomma, la morale è... non giudicare mai troppo in fretta un panino con i peperoni... ma nemmeno i cartoni! :)

Da Casella personale

lunedì 20 dicembre 2010

Tanti Zenzy per Natale, come quelli di Shrek


Ricordate l'omino di pan di zenzero amico di Shrek, Zenzy (Gingy, nella versione originale)? Un biscottino tanto carino, ma dal carattere tosto... come il suo sapore! Ebbene, ieri ho deciso che per Natale avrei preparato tanti Zenzy, ma anche alberelli e pupazzi di neve, da regalare alle mie amiche. Eccovi la ricetta dei gingerbread!

Gingerbread cookies
Ingredienti per circa 50 biscotti
350 gr di farina
1 cucchiaino di bicarbonato
2 cucchiaini rasi di cannella in polvere
2 cucchiaini rasi di zenzero in polvere
mezzo cucchiaino di noce moscata in polvere
mezzo cucchiaino di chiodi di garofano in polvere
100 gr di melassa (o miele)
120 grammi di zucchero
1 pizzico di sale
150 gr di burro
2 uova

Per la glassa
100 grammi di zucchero a velo
2 cucchiai di acqua (circa)

Setacciare la farina e lo zucchero in una ciotola capiente, aggiungere le spezie e il bicarbonato e infine il burro freddo a pezzettini. Io ho dovuto fare tutto a mano, perché il mio minipimer ha deciso di abbandonarmi qualche giorno fa (spero di riuscire a farlo riparare e non doverlo ricomprare...), però potete amalgamare gli ingredienti nel robot. Io, come vi dicevo, ho lavorato farine e burro con le mani fino a creare un impasto sbricioloso. Poi aggiungete il miele (o la melassa, se l'avete) e le uova sbattute. 
Lavorate il tutto fino a ottenere una palla, esattamente come con la pasta frolla tradizionale. Avvolgete nella pellicola, mettete in frigo e lasciatela riposare per circa 3-4 ore. Quando la pasta avrà riposato, stendetela con un mattarello (io l'ho stesa un po' troppo spessa, perché per venire come i gingerbread tradizionali (quelli che si comprano alla gastronomia Ikea, per intenderci :)) dovete tirarla sottile, direi 4 millimetri. 
Ricavate le formine che più vi piacciono, io ho usato alberelli, pupazzini di neve e omini presi dal set di 100 formine che mi ha regalato il mio fidanzato settimana scorsa. Siete curiosi di sapere come sono? Potete trovarli sul sito di DMAIL! Ecco il LINK al sito. Cuoceteli a 180 gradi per circa 10 minuti. Se vi va potete decorarli con la glassa, fatta semplicemente con zucchero a velo e un paio di cucchiai d'acqua. Per decorare potete usare un piccolo sac a poche in cui metterete la glassa, con bocchetta dal buco piccolo. Questa glassa va lasciata asciugare almeno un paio d'ore.
Poi potete confezionarli come più vi piace, in scatole di latta o sacchetti trasparenti, chiusi da un nastro colorato. 
Nel frattempo, eccovi il trailer di Shrek, e vissero felici e contenti, l'ultimo episodio (il quarto) della saga di Shrek, l'orco verde che vive a Far Far Away con Fiona, ciuchino, gatto con gli stivali... e Zenzy, ovviamente! Le recensioni non sono entusiaste... ma Shrek si lascia sempre guardare volentieri. Magari addentando uno Zenzy!

venerdì 19 novembre 2010

Su Facebook è cartoon mania. E io vi propongo le crepes di Creamy


Yu e Creamy


Non so di chi sia la pensata, sta di fatto che con la presunta motivazione di celebrare la settimana dei diritti dell'infanzia in questi giorni Facebook è diventato un'immenso mosaico di foto dei cartoni animati che troneggiano al posto dell'immagine dei profili. I più entusiasti sono gli over 30 (fascia in cui, ahimè, mi colloco) che fanno a gara a scovare il cartone dimenticato e si accapigliano sui personaggi scelti, accusandosi di copiare o affermando di avere più diritto di accostarsi all'eroina o eroe di turno per a) somiglianza fisica b) nome c) passione conclamata.
Io nel mio piccolo ho fatto fatica a scegliere perché da piccola guardavo milioni di cartoni animati e andavo a periodi. Prima mi fissavo su Hilary, poi Mila, poi Lulù, poi Magica Emi. Detto questo, e volendo evitare Georgie che impera nei profili di metà delle ragazze (era una strafiga, tutte vorremmo essere come lei) ho optato per L'incantevole Creamy!
Creamy è stato uno tra i primi cartoni a lanciare il filone "ragazzina che sembra normale ma è speciale e si trasforma in ragazza più grande, più bella e con una dote incredibile". Nel caso di Yu-Creamy la dote era il canto e infatti la nostra amica diventava subito una misteriosa popstar.
Peccato che alla prima esibizione, quando le chiedono il suo nome, Yu, ancora stordita dalla trasformazione, dica la prima cosa che vede, ovvero "Creamy", la scritta sul chiosco dei genitori, degli ambulanti che vendono crepès! Perciò non resta che lasciarvi la ricetta delle crepès: una base molto versatile che potete riempire a piacere, praticamente con qualsiasi cosa! Parliamo della ricetta salata, però, perché ultimamente abbiamo un po' esagerato con i dolci.

Crepès salate
Preparate la pastella con:
20 gr di burro
200 gr di farina
1/2 litro di latte
4 uova
1 pizzico di sale




Setacciate la farina, aggiungete le uova e diluite con il latte versandolo a filo, aggiungete il burro che avrete sciolto a bagnomaria e il sale. L'ideale è lasciare riposare la pastella per un'ora in frigo. Poi scaldate una padella antiaderente unta con un pezzetto di burro e passate alla preparazione delle crepes. Versate un mestolino di pastella, quando la crepes è rappresa giratela (se serve aiutatevi con un coperchio, non siamo tutte grandi chef) e togliete dal fuoco. Andate avanti finché non avrete finito la pastella.
Potete riempirle come più vi piaccionoe chiuderle a fazzoletto oppure arrotolandole e poi passarle in forno sotto il grill o di nuovo qualche secondo in padella. Qualche idea per il ripieno? I classici ricotta e spinaci (che vanno saltati), cotto e fontina, quattro formaggi,. Ma anche salmone affumicato e robiolina alle erbe, o radicchio con besciamella e scamorza affumicata.



domenica 7 novembre 2010

Ratatouille secondo Remy: Confit Byaldi




Adoro i cartoni animati: la mia infanzia, come quella di ogni bambino negli anni 80, è stata costellata da anime giapponesi, che i miei genitori tentavano invano di razionarmi, e dai classici Disney. La nuova frontiera dell'animazione, fatta a computer, a volte mi lascia un po' freddina, ma Ratatouille, della Pixar, è in assoluto uno dei miei cartoni "di nuova generazione" preferiti. Divertente, ironico, con un protagonista topo che per una volta sembra veramente tale... E poi c'è la cucina, passione del topino Remy e aspirazione dello sguattero Linguini perché, come diceva il grande chef Auguste Gusteau, "anyone can cook"; tutti possono cucinare, con un po' di amore, pazienza e fantasia. Alla fine si convincerà anche il gelido critico Anton Ego, che grazie alla ratatouille di Remy cambierà addirittura vita.


Ma cos'è la ratatouille? Si tratta di un piatto di verdure al forno, apparentemente molto semplice. Io l'ho sempre prepararato tagliando a dadi la verdura, mescolandola con qualche cucchiaio di concentrato di pomodoro e odori e qualche cucchiaio d'olio. Ma quella che Remy realizza nel film mandando in visibilio Ego, sembra decisamente più sofisticata. Cercando qua e là ho scoperto che si tratta della Confit Byaldi, una variante alla preparazione tradizionale elaborata dallo chef francese Michel Guerard, che si è ispirato a una ricetta turca. Ma il consulente della Pixar, lo chef Tomas Keller, l'ha cambiata ulteriormente, aggiungendo una salsa di pomodori e peperoni come base e della vinaigrette in cima.


La salsa per il fondo si chiama piperade, un sughetto fatto di cipolla, pomodoro e peperoni tritati finemente e cotti con qualche cucchiaio d'olio d'oliva.

Ecco la ricetta, passo per passo, rubata alla sezione Dining & Wine del New York Times.

Vi avverto, elencano tra le verdure alcuni ingredienti dai nomi spaventevoli, ma in realtà "japanese eggplant" non è altro che la melanzana mentre la "yellow squash" che citano è una specie di zucchina gialla. A mio avviso si può tranquillamente eliminare questo ingrediente e concentrarsi su zucchine verde scure e chiare, melanzane, pomodori e peperoni.

Lo sperimenterò al più presto, perché l'aspetto suggerisce un risultato delizioso.

Bon Appetit!



Chi ben comincia... il mio parere sui film visti tra fine e inzio anno

Il tempo per scrivere dei film che guardo scarseggia sempre, così ho deciso di fare un post riepilogativo dei tioli visti nell'ultimo p...