sabato 18 aprile 2020

Unorthodox: la serie del momento e la Challah ebraica


Chiunque l'abbia vista, è rimasto stregato, me compresa: Unorthodox è una miniserie di Netflix in quattro episodi che ti sconvolge e ti conquista per la grande potenza emotiva, scaraventandoti dentro la sconosciuta realtà degli ebrei della comunità chassidica, un universo chiuso dalle regole inimaginabili per noi cittadini del mondo libero nel 2020. Eppure...



Eppure quel mondo esiste e, chiunque abbia avuto modo di fare un giro a Williamsburg, Brooklyn, sarà stato colpito dall'inconfondibile aspetto degli appartenenti alla comunità che pratica il chassidismo, movimento ultraortodosso della religione ebraica. La serie, ispirata alla storia vera di Deborah Feldman, da lei raccontata nel bestseller autobiografico Unorthodox: The Scandalous Rejection of My Hasidic Roots, racconta la storia di Esther, detta Esty (interpretata dalla brava attrice israeliana Shira Haas) che vola a Berlino per sfuggire a un matrimonio infelice e a un Dio che "expected too much of me".


La serie è girata all'80% in yiddish, ma questo non dà assolutamente fastidio, anzi, non fa altro che aumentarne il fascino, come se qualcuno ci stesse improvvisamente invitando a sbirciare all'interno di un mondo nascosto, scoprendo usanze, regole, rituali e passaggi obbligati di una società sconosciuta. Una società in cui la libertà individuale, l'autodeterminazione e la scelta non contano: soprattutto se sei una donna e la tua unica missione nella vita è sposarti (il prima possibile, di solito prima dei vent'anni), sottometterti al tuo uomo e sfornare figli, tanti figli... per rimpiazzare i sei milioni di vite ebree perdute nell'olocausto. 
Una donna non deve avere hobby, interessi, non deve leggere o studiare. Deve solo coprirsi la testa con una parrucca o uno sheitel (copricapo di stoffa), rispettare le regole e procreare. Chi sceglie un'altra strada, come la protagonista di Unorthodox, viene tagliata fuori dalla comunità e dai propri affetti. Persino la propria famiglia smette di parlarle. Ribellarsi quindi è un atto che richiede un grandioso coraggio perché la probabilità di "farcela" senza appoggi esterni, come la maggior parte delle persone nate cresciute e vissute in quella comunità, è davvero minima. Ed è sul bisogno, su questa dipendenza indotta, che conta la comunità stessa per continuare a vivere, crescere e prosperare.



Non vi darò dettagli sulla trama perchè vi basta la premessa per capire che questa è una serie da non perdere... tanto che avete di meglio da fare in questa quarantena? Ah, certo, cucinare!
Ma io ho pensato anche a quello e di seguito vi lascio una ricetta della tradizione ebraica, la challah, un pane intrecciato, simile a un pan brioche ma senza latte o burro e meno dolce, davvero bello e soprattutto buono buono!
Quindi preparatelo e poi piazzatevi sul divano a gustarvene una fetta mentre vi sparate Unorthodox.



Precisazione: era la prima volta che preparavo la challah e ho avuto qualche difficoltà a intrecciarla.  Avevo iniziato con l'intreccio a 6 fili ma mi sono incasinata a metà e ho disfatto tutto. Alla fine ho trovato un tutorial di intreccio a 5 e ho fatto quello. Credo ci voglia solo un po' di pratica.. ma se voi siete già bravi con gli intrecci (anche non di pane) dovreste farcela senza problemi. Oppure, se volete evitare casini, fate una classica treccia a 3 fili e viaaaaa :-D

Challa ebraica

Ingredienti
500 g di farina manitoba (o 00) 
1 bicchiere di acqua tiepida
10 g di lievito fresco
40 ml di olio di semi di girasole
3 cucchiai di zucchero 
1 uovo grande sbattuto (conservarne un po' per spennellare la superficie)
1 cucchiaino di sale
semi di sesamo per decorare



Procedimento
Nella ciotola della planetaria sciogliere il lievito nell'acqua tiepida. Aggiungere la farina, l'olio, l'uovo sbattuto (conservatene un po' per spennellare la superficie dopo), lo zucchero e il sale. Azionare la frusta k e lavorare l'impasto per una decina di minuti, finchè non si stacca facilmente dalle pareti.
Rovesciare sul piano di lavoro infarinato, fare quattro pieghe e metterlo a lievitare in una ciotola coperta, per circa 2 ore e mezza o comunque fino al raddoppio.
Una volta lievitato, rovesciatelo di nuovo sul piano di lavoro cosparso con un po' di semola o farina.
Dividete l'impasto in 6 o 5 o 4 parti a seconda del tipo di intreccio che intendete fare. Qui, qui e qui dei tutorial.
Cuocete in forno già caldo a 200 gradi per i primi dieci minuti e poi abbassate a 180 per altri venti, venticinque minuti e comunque finchè la treccia non avrà un aspetto dorato.
Lasciate raffreddare e gustate a colazione con marmellata o miele o come pane di accompagnamento per i vostri pranzi. 

E voi avete già visto Unorthodox? Vi è piaciuta? Fatemi sapere se proverete anche la challah!


4 commenti:

  1. "Regole inimmaginabili per noi cittadini del mondo libero nel 2020"...
    Nelle ultime settimane però nemmeno così inimmaginabili pure per noi, purtroppo, visto che il mondo libero sta diventando sempre più un ricordo. :(

    Comunque, serie molto potente e ricetta promettente. Anche se io manco in quarantena riesco a cucinare. :)

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    1. sì e noi dopo 2 mesi stiamo flippando tutti! immaginati una vita così! ahahhah :-D

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