lunedì 3 dicembre 2012

Dejà vu: torta di mele (ancora, ma diversa)



State avendo un dejà vu? Eh già, un'altra torta di mele. Ma non ne avevi già parlato qui, qui, qua, qui e pure là? Sì... ma in fondo chi di voi non va pazzo per le torte di mele? Lo sapevo, la adorate tutti!
Nei giorni scorsi abbiamo disquisito con alcune amiche di blog sulla folle passione che tutte nutriamo verso questo dolce. La verità è che la mela è in grado di rendere meravigliosa ogni ricetta e sebbene ciascuno di noi abbia la sua versione preferita - la torta di mele che si fa a occhi chiusi, quella che non serve il ricettario e a volte nemmeno pesare gli ingredienti - è anche vero che chi la ama davvero, sta torta di mele, è sempre animato da un'atavica e vorace necessità di provarne altre, nuove, diverse, di ogni foggia, per allargare continuamente i propri orizzonti pasticceri... sia mai che se ne assaggi una più buona, da cui carpire qualche dettaglio o proprio da copiare. E così: mele dentro o mele sopra, dentro e sopra, pie, pastine, frolla, brisé, crust, impasto, olio o burro, farina 00 o integrale, uvetta, non uvetta, cannella o vaniglia o limone o di  tutto un po'... chi più ne ha più ne metta.
In un noioso pomeriggio di convalescenza mi sono messa a preparare una torta di mele leggera per la merenda e la colazione e mi sono accorta che mi mancavano due dei dogmi fondamentali per la MIA torta di mele, ovvero cannella e burro. Ho quindi deciso che era l'occasione per sperimentare ancora e farne una un po' diversa.
Come? Facendo -ovviamente- di testa mia e sperimentando un mix di farine e l'aggiunta dei fiocchi d'avena. Il risultato è un dolce semplice, dalla grana rustica ma dal sapore delicato e - chevvelodicoaffà- delizioso e quindi, se come me siete patite delle torte di mele e sempre alla ricerca di nuove varianti, ecco un po' di pane -pardon-, torta, per i vostri denti.



Torta di mele rustica con fiocchi d'avena
4 mele Golden
succo di 1/2 limone
120 grammi di farina integrale
50 grammi di farina di grano saraceno
50 grammi di fiocchi d'avena tritati al mixer e ridotti in farina
3 cucchiai di fecola di patate
1/2 bustina di lievito
130 grammi di zucchero
1/2 bicchiere di latte
1/3 bicchiere di olio evo (o 4-5 cucchiai)
1 punta di cucchiaio di zenzero in polvere
2 uova grandi

Pelare, detorsolare e tagliare a fette le mele. Tritare al mixer i fiocchi d'avena fino a ridurli a una grana poco più grossa della farina. Mescolarli alle farine insieme a fecola, zenzero e lievito. Montare le uova con lo zucchero in una terrina. Aggiungere alle uova montate mezzo bicchiere di latte e l'olio. Versare le farine nel composto e amalgamare bene. Versare due terzi delle fette di mele nell'impasto e mescolare: riempire con il composto una teglia rivestita di carta da forno. Disporre le fette di mele rimanenti sulla torta a raggera, cercando di farle entrare per almeno metà nell'impasto. Spolverizzare di zucchero. Infornare per 45 minuti a 180 gradi.

Vi è sembrato di aver già vissuto questa ricetta un milione di volte? Volete suggerirmene una migliore? Io sono qui apposta per provare la vostra ricetta doc, all'infinito, in un deja vu che si ripete. 




Un Dejà vu come quello vissuto da Denzel Washington, nell'omonimo film d'azione diretto da Tony Scott nel 2008. In una New Orleans post uragano Katrina l'agente Carlin deve indagare sull'attentato terroristico che ha fatto esplodere un traghetto fluviale, uccidendo centinaia di passeggeri. Tra i morti, una bella ragazza che provoca nel nostro Denzel un sentimento di disperazione: sente di averla infatti già conosciuta e amata. Durante l'indagine scopre l'esistenza di un'unità speciale supertecnologica, arrivata a costruire un ponte tra passato e presente per scopi di indagine, con l'unica regola di non dover alterare il flusso del tempo. Ma la voglia di salvare la bella sconosciuta è troppo forte e Denzel decide di giocare con il fuoco e intervenire in prima persona. Devo essere sincera, il film parte bene, come uno di quegli action che ti fanno dire "oh, vediamo un po' che succede ora" e tiene abbastanza incollati. C'è anche il mitico Denzel, che a me piace sembra abbastanza. Però ecco, poi arriva la virata fantascientifica, che strizza l'occhio a concetti filosofici ed esistenziali e porta il tutto nella dimensione dell'ammmore impossibile e le aspettative iniziali vengono deluse. Nonostante la regia impeccabile di Scott, pace all'anima sua, che è sempre un maestro del ritmo.
L'intuizione del deja-vu promette, ma resta confinata a se stessa, a poco più che una definizione.
Insomma questo film non sarà certamente la torta di mele della vostra vita, ma magari una fetta di una torta un po' così che in una serata di relax può andare bene comunque.
Se il film non vi ispira film, soprattutto dopo cotal recensione, potete anche non guardarlo, la torta di mele invece... quella dovete farla. Magari canticchiando questo Deja vu, che è un po' più allegro.



sabato 1 dicembre 2012

Technicolor a tavola e nel guardaroba + goodbye a Passiflora

Buongiorno a tutti,
dopo una settimana di down a casa con l'influenza sono tornata. Vi segnalo l'ultimo articolo che ho scritto su Letteradonna nella rubrica Food & Glam. Questa settimana parliamo di.. colori! A tavola, per fare il pieno di vitamine con frutta e verdura (mi servirebbe!), e nel guardaroba: perché chi lo ha deciso che d'inverno dobbiamo vestirci solo di nero e grigio?

Ecco l'articolo Frutta e colori di stagione

Ed ecco un paio di immagini che troverete pubblicate nella gallery dell'articolo. Andate a vederle, ce n'è per tutti i gusti! Oltre al verde e all'arancione troverete i board dedicati al giallo, al rosso, al viola e al rosa. 
Magari vi serviranno come spunti per i regali natalizi (agli altri o soprattutto a voi stesse!): nelle dida della gallery trovate tutte le info sui prodotti.





Avrete forse notato che ora nel mio profilo appare un nuovo nome: il mio! Ebbene sì, dopo 3 anni di malcelato anonimato, ho deciso di dire addio a Passiflora. Questo nome che avevo pescato dalla botanica per mettere una barriera tra la mia vita vera e la rete, beh, aveva senso all'inizio, ma ora non più, tra gli sputtanamenti vari sui social network e incontri reali tra blogger ("Ciao, io sono Elisa". "Ciao, io XXX del blog XXX... e il tuo blog?" "Cooking Movies.. sul blog sono Passiflora" "Ah Passiflora! ma certo, ah sei tu.. ma che piacere!!" ecco, scene di questo tipo sono realmente accadute: forse è il caso di finirla). Quindi un po' a malincuore dico addio a Passiflora... d'ora in poi a commentare sui vostri blog sarà solo Elisa. :-)
A presto!

domenica 25 novembre 2012

Tagliatelle con zucchine, Ottavio e Lou Blau in cestino di Gran Kinara



Arrivo sul filo di lana per lasciarvi un'altra golosa ricetta con cui voglio partecipare al contest delle Fattorie Fiandino. Si tratta di una pasta avvolta da una crema di formaggi, ingentilita dalle zucchine e servita in un bel cestino croccante di Gran Kinara (per chi non lo conoscesse, un formaggio ottenuto da puro caglio vegetale, di consistenza simile al parmigiano).
Potete fare dei cestini della dimensione di un palmo e servire questa pasta come finger food, oppure preparare cestini più grandi e stupire i vostri ospiti servendoli come primo in grandi piatti bianchi, come un piatto gourmet di un grande chef.
Le dosi variano di conseguenza...
Questi che vedete in foto sono piccoli e contengono una forchettata di pasta (15-20 gr), con le seguenti dosi dovreste ottenere otto-dieci cestini.




Tagliatelle con zucchine, Ottavio e Lou Blau in cestino di Gran Kinara
160 grammi di tagliatelle secche, senza uova (io Del Verde)
2 zucchine
40 grammi di Ottavio, grattuggiato con la buccia
40 grammi di Lou Blau
Gran Kinara grattugiato (qb)
10 grammi di burro salato 
sale 
pepe

Tagliate le zucchine a dadini, saltatele in una padella con il burro salato, poco sale e pepe. Nel frattempo preparate i cestini: grattugiate abbondante Gran Kinara e mettete sul fuoco una padellina antiaderente del diametro di 18 centimetri. Cospargete il fondo di formaggio grattugiato e lasciatelo fondere: quando si sarà rappreso, togliete il cestino dal fuoco, aspettate un paio di minuti e poi con una pinza toglietelo dalla padella e adagiatelo su una tazza da té sovesciata, facendo aderire lungo i bordi per creare la forma a cestino: una volta freddo sarà solido. Ripetete l'operazione creando la quantità di cestini che vi servono.
Mettete sul fuoco abbondante acqua salata. Grattugiate grossolanamente l'aromatico formaggio alla birra Ottavio con la sua buccia e tagliate a pezzetti il Lou Blau, erborinato che darà alla pasta una nota decisa e intensa. Ponete il formaggio in un recipiente che appoggerete sulla pentola dell'acqua, andando a sciogliere il formaggio a bagnomaria, aggiungendo se necessario un paio di cucchiai di acqua. Quando il formaggio sarà sciolto e l'acqua bollente, buttate le tagliatelle. Scolatele al dente, passatele in padella con le zucchine aggiungendo un'altra noce di burro salato e poi versate il tutto nella terrina con il formaggio. Amalgamate bene e poi, aiutandovi con un mestolo, create delle forchettate arrotolate di pasta, che adagerete nei cestini  di Gran Kinara preparati in precedenza. Guarnite con qualche altro dadino di zucchina e una spolverata di pepe e servite subito.


Con questa ultima ricetta partecipo al Contest delle Fattorie Fiandino.



... buona notte :-)

mercoledì 21 novembre 2012

ChickenCrock a.k.a. pollo supercroccante alle patatine

Ho pensato e ripensato a un film da abbinare alla ricetta che vi propongo oggi, ma l'unica cosa che mi veniva in mente era questa.....


Lo so, lo so, questo è pesce, la ricetta è a base di pollo, non c'entrano nulla! Ma la copertura di patatine mi fa irrimediabilmente pensare allo spot di "Giulio!" Chi di voi se lo ricorda?
Io putroppo sono abbastanza vecchia per avere questa reminiscienza piuttosto vivida nella mia memoria!

Al di là dello spot super anni 80 dei Fish & Crock Findus, ho solo una parola per descrivere questo pollo: buonissimo! La ricetta è una creazione della mia collega Anna, che ringrazio per la condivisione. Vi consiglio di provarla non subito, immediatamente. Scoprirete un modo insolito e alternativo per mangiare il solito petto di pollo.



ChickenCrock aka Pollo alle patatine
Per 2 persone
300 grammi di petto di pollo
patatine (quelle del sacchetto, per intenderci)
1 uovo
senape
olio
latte
sale
farina 

Tagliare il petto pollo a tocchetti e metterlo a marinare in 2 cucchiai di senape, un po' d'olio evo e un goccio di latte per stemperare, per almeno un'ora. Sgocciolare il pollo e passarlo nella farina. Sbriciolare le patatine con le mani, in un piatto. In un piatto fondo sbattere l'uovo, insaporito con un cucchiaino di senape. Passare i tocchetti di pollo prima nell'uovo e poi nelle patatine, premendo bene in modo da farle aderire alla superficie. Adagiare i tocchetti di pollo su una teglia coperta di carta forno. Infornare in forno preriscaldato a 180 gradi per circa 15 minuti. Salate il pollo, mescolate e impiattate. Ora potete fare crock! 
Anna suggerisce di intingere i pezzetti di pollo in una salsina sfiziosa fatta con senape e maionese e un goccio di miele (yum). Io ho accompagnato solo con un po' di senape e un letto di radicchio al forno. Da leccarsi le dita, garantisco!

giovedì 15 novembre 2012

Me & The Chocolate Factory: gita alla Perugina, tra Umpa Lumpa e.. Baci!

Per una golosa appassionata di dolci come me, una gita in una vera fabbrica di cioccolato con annessa lezione di pralineria non può che essere un sogno che diventa realtà. Un po' come Charlie che andava alla scoperte delle meraviglie di Willy Wonka, tra fiumi di cioccolata al latte, Umpa Lumpa dispettosi e ingredienti dal profumo inebriante, così io mi sono intrufolata nella Casa del cioccolato di Perugina.

Pubblicità di inizio secolo.. audace!

Qualche settimana fa, in occasione di Eurochocolate, io, il mio fidanzato e i nostri amici Camilla e Mario siamo andati in missione allo stabilimento più cioccolatoso d'Italia. Obiettivo: vincere un premio alla tombola dei Baci (e qui gli amici hanno trionfato), arraffare tanti cioccolatini e, soprattutto, imparare a farli. 
La gita è iniziata con un giro all'interno della fabbrica, dove abbiamo scoperto tutti i segreti sul cioccolatino più amato d'Italia, ovvero il Bacio (per lo meno, è il mio preferito!) e sulle vicende aziendali della Perugina. Nata come confetteria nel 1907, Perugina vira sul cioccolato nel 1915, per poi affermarsi con le tavolette, le caramelle e, nel 1922, il Bacio.

Come era il bacio nel 1922

Il Bacio quest'anno compie 90 anni: lo dobbiamo al genio di Luisa Spagnoli (sì, quella dei vestiti), compagna di uno dei fondatori della società, Francesco Buitoni (sì, quello della pasta), che voleva trovare un modo goloso per riutilizzare la granella di nocciole in eccesso. Si inventò quindi una pralina ripiena di gianduia e granella e una nocciola intera, in guscio di cioccolato fondente. La Spagnoli voleva chiamarli cazzotti, perché le ricordavano dei pugni chiusi. Fortunatamente Perugina optò per un nome un po' più... dolce! Le frasi d'amore all'inizio erano opera di Federico Seneca, in seguito si optò per citazioni d'amore dai classici di tutto il mondo.

Due attori nei panni di Spagnoli e Buitoni
mettono in scena la storia della Perugina


Baci e Nudi

I nudi Perugina

Dopo esserci tuffati nel passato, attraverso foto d'epoca e campagne pubblicitarie da un secolo a questa parte, e nel presente, sbirciando le stanze dove Baci & co vengono confezionati, abbiamo assaggiato le nuove praline di Perugina, i nudi: gusci di cioccolato "aperti", dai ripieni sfiziosi. E infine, è arrivato il momento di provare a prepararli noi stessi...





Qui lo fa lui.. ma l'abbiamo fatto anche noi!

Il maestro Alberto Farinelli ci ha guidato tra preparazione di ganache, temperaggio, creazione dei gusci, riempimento con il sac a poche, decorazione.. e ci siamo portati a casa i nostri bellissimi cioccolatini, fondenti con ripieno di ganache di cioccolato bianco all'arancia e alla meringa. A un certo punto ho dovuto smettere di fare le foto... Il temperaggio non perdona e chi ha provato a farlo sa di cosa sto parlando. Mi sentivo un po' come Augustus Gloop...



Chi è Augustus Gloop? Uno dei bambini ingordi entrati insieme a Charlie nella fabbrica di cioccolato di Willy Wonka! In particolare il tedeschino ciccione che finisce nel fiume di cioccolata cercando di bersi l'impossibile. Devo dire che questa scena è bellissima nella versione di Tim Burton, del 2005, che annovera Johnny Deep in una interpretazione un po' psycho di Willy Wonka.


Ma nel mio cuore rimarrà sempre la prima versione del film, quella del 1971 con Gene Wilder. Uno  Wonka molto più picchiatello in senso buono e solare, che aderisce di più all'idea che mi ero fatta leggendo il capolavoro di Roald Dahl, genio assoluto dei romanzi per ragazzi (se non lo conoscete, è tempo di recuperare La fabbrica di Cioccolato, Il grande ascensore di cristallo, Il Grande Gigante Gentile e -over the top- Le streghe... anche da adulti resterete estasiati!).



Alla fine comunque non ho fatto la fine di Augustus, anzi, ho ottenuto un bel diploma di "Artista del Gusto" conferito da Perugina! Adesso praline per tutti ...Come no! Per temperare il cioccolato ci vorrebbe un piano di marmo gigante, delle spatole professionali, una cucina abitabile... meglio continuare a sfornare torte! Però è stata un'esperienza divertentissima. Se vi capita di passare da Perugia, provate! Sul sito trovate tutte le informazioni per provare a calarvi nella parte dei maitre chocolatier!


venerdì 2 novembre 2012

Il tempo delle mele. In un risotto, per Sartoria del gusto

La ricetta che vi propongo oggi (un altro risotto.. mi sto fissando? In effetti li adoro) l'ho sperimentata diverse volte, l'ultima qualche settimana fa, durante una divertente serata per foodblogger e giornalisti organizzata da Sartoria del gusto  presso la scuola di cucina Des Mets & des Mots, a Milano. 
Dopo un aperitivo insieme, in cui abbiamo degustato alcuni prodotti in vendita sul portale enogastronomico (ottima la birra e il culatello), abbiamo cucinato ai fornelli della scuola e cenato con le nostre creazioni. Non vi sto a dire come assaggia qui e assaggia lì, alla fine ho mangiato come un maialino. E' stata proprio una serata piacevole, dove ho avuto modo di dare un volto a blogger che già conoscevo sulla rete e di rivederne altri con cui è già sbocciata un'amicizia!

La ricetta del risotto alle mele mi piace molto perché gli ingredienti creano un insieme armonioso di sapori, equilibrandosi a vicenda: la mela è dolce, fresca e leggermente asprigna, il riso mantecato è morbido e avvolgente e le noci, croccanti e decise, aggiungono personalità al tutto. Provatelo e poi mi saprete dire! Io ho preparato il risotto in una quantità per circa dieci persone: lo ammetto, mescolarlo è stato piuttosto faticoso. Ma in fondo è tutta salute, almeno si allenano un po' le braccia! Comunque, a voi lascio le dosi per quattro persone. Perdonate l'orrenda foto, ma l'ho fatta col telefono dopo essermi disidratata sul pentolozzo del riso ed è l'unica testimonianza che possiedo! L'immagine (e l'impiattaggio da denuncia, sempre opera mia ovviamente) non rendono giustizia al contenuto.



Risotto con mele e noci
Riso carnaroli 320 grammi
Mele Golden Delicious 1 grande (2 se piccole)
Vino bianco (preferibilmente Trentino) mezzo bicchiere
Noci 40 grammi
il succo di un limone
mezza cipolla 
olio evo qb
burro qb
Trentingrana (o Parmigiano reggiano)
prezzemolo fresco 
Per il brodo: 1 cipolla, 1 costa di sedano, 2 carote, due bacche di ginepro
sale e pepe

Preparare il brodo vegetale, tagliare le mele a dadini e coprirle con il succo di limone perché non anneriscano. Grattugiare un po' di Trentingrana o di parmigiano, tritare grossolanamente le noci e sminuzzare il prezzemolo: tenere tutto da parte. Soffriggere la cipolla tritata con un cucchiaio di olio evo, aggiungere il riso e tostare per un paio di minuti. Sfumare con il vino bianco e continuare la cottura del risotto, aggiungendo un mestolo di brodo di tanto in tanto. Dopo circa un quarto d'ora aggiungere le mele, ultimare la cottura per altri cinque minuti. Spegnere il fuoco, aggiungere le noci, mantecare con il formaggio e una noce di burro, aggiungere il pepe e il prezzemolo fresco. Impiattare ... e buon appetito!

Alcuni prodotti in vendita su www.sartoriadelgusto.net
Questo risotto è proprio di stagione, perché è da ottobre che si raccolgono le mele nuove. Che altro film potrei quindi abbinare se non  Il tempo delle mele? Ok, è ambientato a Parigi e di risotti non se ne vedono, ma la mela è tutta una metafora qui, quindi siamo autorizzati a usarla a nostro piacimento.
Prima di tutto, mettete a palla la canzone Reality di Richard Sanderson. Non si può parlare del film senza pensare alla scena della festa in cui la giovane Sophie Marceau si perde nell'atmosfera romantica di un lento, grazie al walkman furbamente fornitole dal fidanzatino.




La boum (La festa), questo il titolo originale del film francese, usciva nel 1980 e raccontava i dilemmi amorosi dei liceali parigini, diventando subito un cult per gli adolescenti. Il film dipingeva una società sicuramente avanti rispetto a quella italiana: ragazze quindicenni che parlavano già apertamente di pillola anticoncezionale e matrimoni dei genitori dissacrati da reciproci tradimenti. Rimane un manifesto degli anni 80, fotografati ai loro albori, quando le spalline delle giacche non erano ancora troppo gonfie e i capelli non erano poi tanto cotonati. Da rivedere, per sentirsi ancora una volta ragazzini.

mercoledì 31 ottobre 2012

Dita di strega per Halloween

Stanotte si festeggia Halloween, la notte degli spiriti! Siete pronti? Io andrò a una festa, non so bene vestita da che perché non ho fatto in tempo ad andare alla ricerca di un costume.. mal che vada farò la strega, mi verrà comunque bene... In fondo il cinema non è pieno di streghe deliziose?

Maga Magò (la più matta e simpatica)



La regina di Biancaneve nella sua versione a cartoni...


...e in quelle in carne e ossa, di Julia Roberts e Charlize Theron





La Bellucci, strega ne i Fratelli Grimm..


le sorelle bellissime di Amori e Incantesimi...



.. o il trio irresistibile di Hotus Pocus



Per calarmi adeguatamente nella parte, ho preparato delle simpatiche dita di strega. Sono facili facili, impressionanti ma deliziose (biscotti di pastafrolla, in fondo!) ...vi lascio la ricetta.

Si comincia!
Dita di strega 
280 gr di farina
100 gr di burro
100 gr di zucchero a velo
1 uovo
1 cucchiaino di lievito
1 bustina di vanillina

Per guarnire
Mandorle spellate
Marmellata (io: Fiordifrutta Rigoni di Asiago alla Rosa canina)

In una ciotola miscelare la farina, il lievito, lo zucchero a velo e la vanillina. Aggiungere il burro freddo tagliato a pezzetti e un uovo. Lavorare l'impasto fino a ottenere una consistenza liscia e compatta. Avvolgere nella pellicola trasparente e lasciare riposare per mezz'ora.
Una volta che l'impasto sarà pronto, dividerlo in tanti pezzetti da 25 grammi circa. Creare dei bastoncini, creare il segno delle nocche con un coltello, facendo due trattini in alto e due in basso. Con un pennello cospargere la punta e il fondo del dito (se volete anche un po' il centro) di marmellata. Posizionate la mandorla spellata in fondo al bastoncino, con la punta rivolta all'esterno.
Cuocete in forno per circa 15 minuti a 180 gradi. Con queste dosi avrete circa una ventina di dita.




venerdì 19 ottobre 2012

Risotto di zucca e una nuova avventura online

L'autunno è entrato nel vivo ed è tempo di.. zucca! Vi piace questo ortaggio? A me tantissimo! E' versatile, divertente, dal sapore delicato, allegro con il suo colore arancione! In genere le ricette a base di zucca mi piacciono tutte, ma in assoluto quella che non mi stanca mai, nella sua semplicità è il risotto. Questa versione che vi propongo ha un tocco di carattere che gli regala il Burro salato delle Fattorie Fiandino. Ecco la ricetta!



Risotto di zucca al burro salato
Per 2 persone
160 grammi di riso Carnaroli
1 scalogno 
1 dado vegetale biologico senza glutammato
1/2 bicchiere di vino bianco
300 grammi di zucca, grattugiata da cruda
30 grammi di parmigiano reggiano
30 grammi di burro salato Fattorie Fiandino
1 rametto di rosmarino
olio evo q.b.
pepe q.b.

Scaldare 1 litro di acqua e scioglierci il dado vegetale. Grattugiare la zucca (con la parte a maglie larghe) e tenere da parte.  Grattugiare il parmigiano reggiano. Tritare finemente lo scalogno, soffriggerlo con poco olio. Quando sarà cotto, aggiungere la zucca e il rametto di rosmarino e proseguire la cottura finché non si sarà formata quasi una crema. Togliere il rosmarino, aggiungere il riso, tostare per un paio di minuti. Sfumare con il vino bianco e proseguire la cottura del risotto, aggiungendo un mestolo di brodo di tanto in tanto, quando necessario, per circa 18-20 minuti o come indicato dall'etichetta del riso. A cottura ultimata mantecare con il parmigiano reggiano e il burro salato, impiattare e guarnire con una spolverata di pepe nero. Da leccarsi i baffi!

Volete saperne di più sulla zucca? O in generale avere tante informazioni e curiosità sull'alimentazione, accompagnate da sfiziose fotogallery piene di spunti di moda e di curiosità sulle celebrities!!? Beh allora non dovete fare altro che leggere i miei articoli su LetteraDonna.it, il portale femminile di Lettera43
Ho iniziato da poco a scrivere per loro, mi raccomando.. leggete, commentate, condividete su Facebook, Twitter e Google+, sia gli articoli che le fotogallery correlate :-) 
Di mio potete trovare per ora

http://alimentazione.letteradonna.it/27380/zucca/

Ringrazio in anticipo chi avrà voglia di farsi un giro sul sito, dove tra l'altro ci sono molte altre sezioni: moda, bellezza, benessere, celebs.. è tutto da scoprire insomma!
A presto (stavolta con ricetta e film,  prometto) e mi raccomando, leggetemi!

lunedì 15 ottobre 2012

ING, la maratona di NY e una raccolta per Unicef.. dolcissima

Dato il ritmo degli ultimi aggiornamenti vi starete chiedendo se sto facendo uno sciopero del forno. Al contrario! Il mio forno nelle ultime due settimane ha prodotto torte di mele, brownies alle nocciole, plumcake al limone e torta con pere e uvette. Ma per beneficienza. 
Di solito sul blog non parlo del mio lavoro, ma stavolta ne vale la pena.
Quest'anno quattro miei colleghi correranno la maratona di New York come rappresentanti di ING DIRECT Italia. Ma non solo: prima della partenza, dovranno raccogliere 12000 Euro che verranno destinati a Unicef per la costruzione di una scuola per i bambini della provincia di Luapula, in Zambia. L'obiettivo è ambizioso, ma importante: raggiunti i 12000 Euro il gruppo ING infatti raddoppierà  la donazione.
Qui potete scoprire qualcosa in più, questo è il comunicato di Unicef e qui potete leggere perché Paola, Gabriele, Giuseppe e Omar si sono imbarcati in questa impresa e... donare anche voi un piccolo obolo!

Per donare: https://donate.ingforsomethingbetter.com/donation/index/donation/donation_id/35/lang/en

Cosa c'entrano le torte?
C'entrano, perché per aiutarli a raccogliere fondi mi sono trasformata in piccola fornaia del lunedì mattina e rifornisco l'angolo della pausa caffè con qualcosa di mia produzione: una fetta di torta per allietare l'inizio della settimana in cambio di un'offerta! 

Le prime creazioni per la raccolta

Ma il lavoro da fare è ancora tanto, abbiamo bisogno anche del vostro sostegno... e se avete qualche idea da suggerire per raccogliere fondi in modo efficace, condividetela, gliela riporterò!
Grazie!

domenica 7 ottobre 2012

Risotto al radicchio rosso e Lou Bergier

Una ricetta veloce per questa domenica sera! Questo risotto è stato pensato per partecipare al contest indetto dalle Fattorie Fiandino, azienda casearia piemontese produttrice di un favoloso burro salato e di altri formaggi meravigliosi. Questo è il mio primo esperimento: ho voluto arricchire un normale risotto al radicchio con un pezzo del loro Lou Bergier, una toma realizzata con latte crudo, sale marino integrale delle saline Culcasi, in provincia di Trapani (presilio Slow Food) e caglio vegetale: l'ho usato al posto del burro e del parmigiano, per mantecare. Il formaggio ha dato corpo, l'ha reso cremoso e caratteristico. La consistenza del Lou Bergier è simile a quella del taleggio, ma il sapore meno forte eppure deciso. Eccovi la ricetta!


Risotto al radicchio rosso e Lou Bergier

Per due
160 grammi di riso Carnaroli
1 scalogno
1 piccolo cespo di radicchio rosso lungo
brodo vegetale q.b.
1/2 bicchiere di vino bianco
olio evo

Preparare un brodo vegetale con un litro di acqua, una cipolla, una carota e un gambo di sedano e poco sale. Affettare finemente lo scalogno e farlo appassire con un filo d'olio extra vergine d'oliva. Unire il radicchio, anch'esso affettato molto sottile. Far stufare per qualche minuto e salare. Aggiungere il riso, tostarlo per un paio di minuti, sfumare con il vino. Iniziare ad aggiungere il brodo, mescolando. Una volta che il liquido è assorbito, proseguire aggiungendo un mestolo di brodo alla volta, quando serve. Portare avanti la cottura per circa 18 minuti o come indicato da confezione del riso, continuando a mescolare. Una volta pronto, spegnere il fuoco e unire il formaggio tagliato a tocchetti: amalgamare fino a che il formaggio non sarà completamente sciolto. Servire subito!
ps: niente film stasera.. è un po' che non si va al cinema! In compenso sto guardando un film su La7 che si intitola Insieme per caso, si preannuncia demenziale quanto basta.. per pensare a un abbinamento da post!

venerdì 5 ottobre 2012

Baccalà alla vicentina, un trionfo per i Sensi


Baccalà alla vicentina

450 grammi di baccalà sotto sale
200 ml di panna da cucina
200 ml di latte parzialmente scremato
1 cipolla dorata
1 scalogno
2 filetti di acciuga sott'olio
olio evo
prezzemolo


Premessa: questa non è la ricetta "doc" del baccalà alla vicentina, quella protetta dalla confraternita bla bla bla :-). Quella è fatta con lo stoccafisso e io, donna moderna, non ho abbastanza tempo da dedicare a quella procedura. Bisogna già organizzarsi a dovere per questa, che prevede 36 ore di ammollo per dissalare il baccalà: ma ne vale la pena! E' un piatto dal sapore così delicato e godurioso al tempo stesso, che non correte proprio il rischio di rimanere delusi (nonostante la foto pessima)
Per prima cosa, dovete appunto dissalare il trancio di baccalà, mettendolo a bagno per almeno 36 ore (io alla fine l'ho lasciato quasi due giorni) in acqua fresca, da cambiare spesso (il più spesso possibile, compatibilmente con gli impegni lavorativi e non), l'ideale sarebbe ogni due ore.
Una volta dissalato dovrete sfilettare il pesce, togliendo prima la pelle e le lische e poi tagliandolo in trancetti. Ora affettate finemente la cipolla e lo scalogno e metteteli ad appassire con un filo d'olio in un tegame largo e abbastanza alto. Non devono soffriggere ma stufare. Aggiungete anche i due filetti di alici.
Infarinate i trancetti di pesce, adagiateli nel tegame sul letto di cipolle e coprite il tutto con la panna e il latte e aggiungete due cucchiai d'olio. Lasciate cuocere a fuoco basso per circa un'ora mescolando delicatamente di tanto in tanto (secondo la ricetta originale non si dovrebbe mai mescolare, ma,  a meno che non vogliate tutte le cipolle appiccicate sul fondo, una giratina gliela dovrete pur dare!)
Poco prima di terminare la cottura unite una manciata di prezzemolo tritato: io ho dovuto omettere questo ingrediente, l'avevo finito.. poco male. Il dolce della cipolla e del latte compensano benissimo il sapore del pesce che comunque, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, è delicato e non troppo intenso.
Abbinate rigorosamente alla polenta, anche bianca se vi piace, che è tipica veneta. Io l'ho servito con un contorno di radicchio rosso cotto al forno condito con olio, aceto balsamico e sale (accanto alla polenta, s'intende).

Profumo intenso, consistenza cremosa e vellutata, sapore che accarezza il palato: questa ricetta tradizionale veneta è delicata e accarezza proprio tutti i sensi. E sullo stordimento dei sensi è improntato uno dei film più celebri di Luchino Visconti, Senso, ambientato proprio in Veneto. Quasi tutte le scene vennero girate presso Villa Godi Malinverni di Lugo Vicentino, la prima villa progettata da Andrea Palladio e Villa Piovene Porto Godi, oltre che a Venezia. 



Siamo a Venezia, nel 1866, alla vigilia della battaglia di Custoza. La contessa Livia Serpieri, il cui marito parteggia per l'Austria, si innamora di un giovane ufficiale austriaco. I due sono travolti da una passione intensa e la contessa si dona completamente a Franz: in realtà lui è un opportunista che finge di amarla perché punta ai suoi soldi. Vuole farsi fare un prestito, per pagare un medico che lo esoneri dall'obbligo militare: Livia, ignara e accecata dall'amore, gli dona del denaro che i patrioti italiani le avevano affidato per le spese di guerra. Franz a questo punto sparisce, ma Livia fa di tutto per trovarlo. L'incontro tra i due è terribile e Livia si accorge con orrore di essere stata usata da un individuo spietato che non l'ha mai amata. Disperata, decide di vendicarsi: ma questo porterà entrambi alla rovina. 
Il film all'epoca (1954) fece scalpore perché conteneva delle scene d'amore. E' considerato uno dei capolavori del regista milanese e contiene una ricostruzione storica molto accurata. Nel cast spicca la bellissima Alida Valli, nei panni della contessa Serpieri. 


Chi ben comincia... il mio parere sui film visti tra fine e inzio anno

Il tempo per scrivere dei film che guardo scarseggia sempre, così ho deciso di fare un post riepilogativo dei tioli visti nell'ultimo p...