lunedì 5 febbraio 2018

I motivi per cui amerete Chiamami con il tuo nome


Chiamami con il tuo nome è il racconto poetico, evocativo e sensuale di un amore destinato a rimanere relegato nei ricordi di una splendida estate degli anni 80, tra corse in bicicletta lungo viali assolati, bagni al fiume, radioline stonate che prendono Radio Varsavia di Battiato, il vento che sbatte le porte nella casa di famiglia e i pranzi all'ombra degli alberi in giardino
L'ho visto sabato sera al cinema Mexico, dove ospite in sala c'era anche il regista Luca Guadagnino, a dire il vero non troppo in vena di fare chiacchera (rispondeva con un po' di sufficienza alle domande non molto ben preparate della critica e della giornalista che lo intervistavano) e mi sono commossa per questa storia di educazione sentimentale e sessuale, dove protagoniste sono la bellezza e l'emozione della scoperta. 


Il film, tratto dal romanzo omonimo di André Aciman, ha collezionato quattro nomination agli Oscar 2018, come miglior film (essendo girato principalmente in lingua inglese, non concorre nella categoria Foreign language ma nella principale, Best Movie), miglior attore protagonista a Timothée Chalamet, miglior sceneggiatura non originale a James Ivory, miglior canzone a Mistery of Love di Sufjan Stevens: un risultato epocale negli ultimi anni per un pellicola italiana (la produzione è italo-franco-brasiliana) e interamente girata in Italia da un regista italiano.


La trama. È l'estate del 1983 nelle campagne vicino a Crema, ed Elio Perlman (Timothée Chalamet), un precoce diciassettenne italo-americano, vive nella villa del XVII° secolo di famiglia, passando il tempo a trascrivere e suonare musica classica, leggere, e flirtare con la sua amica Marzia (Esther Garrel). Elio ha un rapporto molto stretto con suo padre (Michael Stuhlbarg), un eminente professore universitario specializzato nella cultura greco-romana, e sua madre Annella (Amira Casar), una traduttrice, che gli danno modo di approfondire la sua cultura in un ambiente che trabocca di delizie italiane naturali. Mentre la sofisticazione e i doni intellettuali di Elio sono paragonabili a quelli di un adulto, permane in lui ancora un senso di innocenza e immaturità, in particolare nelle questioni di cuore. Come ogni estate il padre di Elio aspetta uno studente di cultura classica: ecco quindi che arriva Oliver (Armie Hammer) affascinante studente americano di 24 anni, che deve completare la sua tesi di dottorato. In un ambiente splendido e soleggiato, Elio e Oliver scopriranno la bellezza ma anche le insicurezze, l'ansiosa attesa e i timori della nascita del desiderio, che cambieranno per sempre le loro vite. 

Cosa mi è piaciuto. 
Le atmosfere. La casa di campagna e i personaggi cosmopoliti della famiglia di Elio con pochi fotogrammi riescono a portarci nel mood di quelle estati di un tempo andato, dove la villeggiatura estiva era una lunga parentesi dalla frenesia della vita quotidiana e per un adolescente era fatta anche di noia e relax forzato, ma soprattutto scandiva il passaggio da un anno all'altro, portando con sé un tesoro di esperienze di crescita indimenticabili. E le inquadrature dense di luce sui paesaggi di campagna, le gite al fiume e le corse in bici, ricordano il Bertolucci di Io ballo da sola e trasportano fin dentro al calore e alla brezza dell'estate.


Timothée Chalamet. Il giovane attore americano di origini francesi ha 22 anni ed è già un veterano del set, visto che recita da quando era bambino (ad esempio in Homeland). In questo film recita apparentemente senza fatica, con grande espressività, ed è in grado di sembrare un bambino in alcuni momenti e un (quasi) adulto in altri. La sequenza finale, da sola, vale la nomination all'Oscar.


Arnie Hammer. Tutto il film è pervaso dalla ricerca della bellezza classica, a partire dal lavoro del padre di Elio, che viene coinvolto anche nel ritrovamento di una sinuosa statua ellenica in un relitto nel lago di Garda. La perfezione di questa bellezza, a lungo anelata, da tutti inseguita, è incarnata da Oliver, che ha il volto e il fisico statuario dell'attore texano Arnie Hammer: alto, biondo, occhi blu, gambe chilometriche e labbra carnose. Come Elio, non potrete rimanere indifferenti al suo fascino.



La passione di Elio e Oliver
L'attrazione tra i due ragazzi ha tutta l'intensità del primo amore: le fantasie, le esitazioni, le lunghe ore a crogiolarsi nella sofferenza di non sapere se si è ricambiati, il tiramolla di passi avanti e indietro, decisi a non scoprirsi troppo e al tempo stesso irrimediabilmente attratti da una forza più grande verso l'altra persona. Verrete trasportati indietro nel tempo, alla vostra adolescenza. E vi chiederete se avete amato con la stessa intensità, sentendo Oliver chiedere a Elio "Chiamami con il tuo nome, ti chiamerò con il mio", una richiesta in cui l'amante si trasforma in specchio dell'amato, e viceversa.

La colonna sonora
La musica in questo film ha un ruolo molto importante: sottolinea e amplifica le emozioni, a partire dalla musica classica suonata da Elio, passando per i pezzi anni 80 che suonano alla radio, fino alle canzoni di Sufjan Stevens, cantautore folk americano, che per l'occasione ha composto il brano Mistery of love, davvero poetica.


Cosa non mi è piaciuto.
Il ritmo. Chiamami con il tuo nome è un film fondamentalmente lento: in parte capisco la necessità di raffigurare quest'estate sospesa nel tempo e persa nello spazio con tempi giustamente dilatati. Un poco di sprint in più, a mio avviso, non avrebbe guastato. Questa, fondamentalmente, è l'unica pecca che ho trovato nel film.

E il cibo?
Dirò solo che non posso che abbinare a questo film a delle semplici pesche, mature e succose. Andate a vederlo, e capirete (non faccio spoiler).

Uscito il 25 gennaio, Chiamami con il tuo nome (Call me by your name) è nelle sale: andate a vederlo e se possibile, guardatelo in lingua originale (principalmente inglese, più alcuni dialoghi in francese e italiano).
Vi lascio con il trailer.


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