Visualizzazione post con etichetta Colazione. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Colazione. Mostra tutti i post

sabato 30 marzo 2019

Colazione all'americana per il Ponte delle spie


American Breakast Ponte delle spie
American breakfast: uova, salsiccia, bacon e pomodoro arrostito, da gustare con toast e caffè!

Una delle cose belle del weekend è poter fare colazione con calma e concedersi qualcosa di diverso... ad esempio un'American breakfast come quella che vediamo nel film di Spielberg Il Ponte delle spie, trasmesso in chiaro su Rai 3 giovedì 28 marzo. Nel film candidato agli Oscar nel 2016, Tom Hanks è un avvocato alle prese con un delicato caso internazionale che lo fa volare a Berlino in piena guerra fredda, per consolarsi ordina uova, bacon e salsicce!

Mark Rylance e Tom Hanks

Il Ponte delle spie: trama.
Siamo a New York, 1957. In un mondo diviso a metà dalla Guerra Fredda, James Donovan (Tom Hanks), ottimo avvocato assicurativo, viene scelto dalla CIA per rappresentare Rudolph Abel (Mark Rylance), pittore paesaggista e presunto agente segreto sovietico, arrestato qualche giorno prima in un appartamentino di Brooklyn tra i suoi dipinti a olio e tavolozze di colore. L’America è pronta a una condanna esemplare, ma Donovan crede nella sacralità dei diritti umani ed è deciso a dare al proprio assistito una difesa seria: mettendosi contro l’opinione pubblica e suscitando anche il biasimo della moglie, riesce tuttavia ad evitare ad Abel la sedia elettrica. La sua linea difensiva non risponde solo a un comandamento morale, ma gioca anche sul fatto che, come gli Stati Uniti si trovano tra le mani una spia sovietica ora, presto o tardi potrebbe accadere la situazione opposta, con un americano alla mercé di Mosca e avere una pedina da scambiare sarebbe davvero utile.



L’arte della diplomazia e del do ut des
La previsione non potrebbe rivelarsi più azzeccata: non passa molto tempo che un aereo spia americano precipita in territorio sovietico e il pilota alla guida viene catturato. Si apre così un caso diplomatico in cui ancora una volta la CIA chiederà l’aiuto di Donovan. Questi, senza possibilità di replica, si trova a partire per Berlino in totale segretezza, arrivando in una città devastata dai bombardamenti e nel bel mezzo della costruzione del muro, per negoziare uno scambio tra i due prigionieri. Lo zelo eccessivo di uno studente americano, in Germania per degli studi e ricerche universitarie, complicherà però la già complicata missione di Donovan, che dovrà cercare di risolvere questa crisi senza essere un esperto di diritto internazionale. Una “mission impossibile” in cui Donovan si tuffa senza mai perdere la speranza, affontandola da uomo “tutto d’un pezzo”, secondo la definizione che il pittore-spia Abel dà di lui.

American Breakfast  - Cooking Movies
Uova, bacon, salsiccia e pomodoro per una perfetta American Breakfast

Una colazione contro il grande freddo. 
Durante la sua missione a Berlino, Donovan, raffreddato e infreddolito dopo che alcuni ragazzi lo hanno derubato del suo cappotto, si rifugerà in un hotel alla ricerca di un po’ di tepore e di cibo e ordinerà una colazione americana, che tra l’altro non riuscirà a mangiare, richiamato all’ordine per un’emergenza. L’American breakfast comprende ovviamente caffè americano, uova fritte, salsiccia, bacon e pomodori in padella, accompagnati da toast. Basteranno dieci dieci minuti per prepararla e gustarla. Ecco come fare!

American breakfast per 4 persone

Difficoltà: facile
Tempo di preparazione: 15 minuti

Ingredienti:
4 uova
320 grammi di salsiccia di suino
12 fette di bacon
2/3 pomodori ramati
sale, pepe, olio extra vergine di oliva q.b.

  1. In una padella antiaderente capiente, unta con un filo d’olio extra vergine di oliva, cuoci la salsiccia bucherellata e tagliata in 4 pezzi e le fettine di bacon ben distese (se non riesci a metterle tutte in una pentola, dividile su due tegami).
  2. Prosegui la cottura, avendo cura di rigirare il tutto di tanto in tanto, finché la salsiccia non sarà cotta e il bacon croccante.
  3. Sgocciola salsicce e bacon e disponile in un piatto su un po’ di carta assorbente. Coprile e tieni da parte mentre prepari le uova.
  4. Metti a tostare delle fette di pane, almeno due a testa.
  5. Taglia due pomodori a fette piuttosto spesse.
  6. Nella stessa padella dove hai cotto bacon e salsiccia, rompi le uova e aggiungi le fette di pomodoro.
  7. Lascia cuocere finché il bianco dell’uovo sarà rappreso e i pomodori leggermente ammorbiditi. Aggiungi sale e pepe.
  8. In ciascun piatto disponi un uovo fritto, tre fettine di bacon, un pezzo di salsiccia (intero o ulteriormente tagliato a pezzetti più piccoli) e due fette di pomodoro.
  9. Guarnisci con un po’ di prezzemolo fresco.
  10. Servi insieme al pane tostato e una tazza di caffè americano, nero o con aggiunta di latte. Buon appetito!


Curiosità su Il Ponte delle spie.
Il film candidato a sei premi Oscar tra cui Miglior Film Miglior attore non protagonista vinto poi proprio da Mark Rylance, si ispira a una vicenda realmente accaduta e racconta un’epoca attraverso un episodio della storia americana. Per farlo, Spielberg si affida a un impianto cinematografico molto classico, alla precisione nella ricostruzione di abiti, ambienti e oggetti, nonché all’intesa colonna sonora firmata da Thomas Newman e ad attori impeccabili. Manca forse un po' di calore, e ogni tanto fa capolino il buonismo tipico del regista, ma nel complesso si tratta di un film godibile, che scorre bene.
Una curiosità: alcune importanti scene ambientate a Berlino Ovest sono state girate a Wroclaw in Polonia, dove ci sono ancora edifici di stile tedesco (all’epoca la città faceva parte della Germania), mai ristrutturati dopo la guerra.

mercoledì 18 febbraio 2015

Banana bread al tè matcha per Begin Again -Tutto può cambiare



Quando Dave (Adam Levine), giovane musicista di talento, ottiene un allettante contratto da solista con una major discografica, lui e la sua fidanzata Greta (Keira Knightley) a sua volta cantautrice, si trasferiscono insieme in un meraviglioso loft a New York: sono eccitati dall'avverarsi di un sogno e dalle mille opportunità che stanno per dispiegarsi davanti a loro. Greta ha partecipato alla scrittura di alcuni pezzi dell'album e passa le giornate in studio di registrazione insieme a Dave, che ormai viene riconosciuto dalle ragazze per strada e ha smesso di bere caffè di Starbucks in favore del tè matcha (il tè giapponese dei samurai, dice lui).

domenica 12 gennaio 2014

I famosi biscotti zenzero, mela e noce moscata di Mrs Bean, da Fantastic Mr. Fox



Fantastic Mr. Fox è una volpe. Una volpe che veste elegante e parla in modo suadente, ma che ha bisogno di sentirsi vivo dando sfogo al suo istinto cacciatore di animale selvatico. E così quando, anni dopo aver messo la testa a posto diventando giornalista e mettendo su famiglia, decide di riassaporare la vita selvaggia e sfidare i tre imprenditori locali rubando il loro sidro e uccidendo le loro galline, scatena una caccia alla volpe senza esclusione di colpi, che metterà a repentaglio non solo se stesso e la propria famiglia, ma anche gli altri animali del bosco.

lunedì 11 marzo 2013

Linzer torte a modo mio


Ve lo ricordate La principessa Sissi? E' uno dei film più ingannevoli della storia. Pare infatti che la sovrana Elisabetta di Baviera (sì, perché Sissi era una duchessa bavarese dalle guanciotte rosa, prima di infilarsi nei vestiti di raso che si confanno a una principessa) fosse una specie di depressa, fissata con la linea (era anoressica) e con la ginnastica da camera, oltre che con le lunghe passeggiate e le interminabili sessioni di equitazione. Aveva poco a che vedere con la dolce fanciulla dipinta dai lungometraggi con Romy Schneider. E' anche vero che la poveretta, vissuta libera dalle eccessive costrizioni fino ai 18 anni, dopo il matrimonio con l'imperatore Francesco Giuseppe venne catapultata presso la corte asburgica dove vigeva una rigida etichetta. La sua vitalità naturale venne repressa e la povera Sissi cadde presto vittima di crisi d'ansia e fissazioni. A questo si aggiunga la morte prematura della prima figlia, Sofia, e siamo a posto. 



Comunque sia, la trilogia dei film sulla principessa (il primo del 1955) fu un successo mondiale -la Rai non manca di trasmetterli tuttora almeno una volta l'anno (di solito ad agosto, per il ciclo i grandi classici o roba del genere)- e contribuì a rendere ancora più mitica la figura di questa principessa tanto amata (e al tempo stesso criticata). 
E io vi lascio con la ricetta di un dolce tipicamente austriaco, che profuma di frutta, burro, spezie e anche cacao. Forse piaceva anche alla principessa Sissi.. chi lo sa? E' una ricetta tradizionale e antichissima. Non me ne vogliano i puristi, perché questa mia versione differisce un po' da quella ortodossa. Ma il risultato è stato decisamente apprezzato e promosso, quindi la condivido con voi 
:-)



Linzer torte

Per la frolla
170 grammi di farina 00
150 grammi di farina di mandorle
150 grammi di burro
150 grammi di zucchero bianco
1 cucchiaino colmo di cacao
1/2 cucchiaino di cannella
2 tuorli d'uovo

Per il ripieno
1 confezione da 250 grammi di Fiordifrutta ai Lamponi (Rigoni di Asiago)
50 grammi di cioccolato fondente al 70% di cacao

Nella planetaria lavorare con frusta K il burro freddo con la farina setacciata insieme alla farina di mandorle. Aggiungere lo zucchero, il cacao, la cannella e infine i tuorli d'uovo. Appena il tutto si impasta, spegnete, appallottolate la frolla e avvolgetela nella pellicola. Lasciatela riposare per circa mezz'ora. Quando sarà pronta, stendete i due terzi dell'impasto con il mattarello e rivestite una tortiera imburrata del diametro 22 cm. Bucherellate il fondo. Versate all'interno un vasetto di Fiordifrutta ai lamponi e livellate bene. Spezzetate il cioccolato e spolverizzatelo sopra la marmellata. Stendete il rimanente impasto, con una speronella create delle strisce non troppo sottili e decorate la crostata. Infornate a 180 gradi per 40 minuti. Lasciate raffreddare, sformate e gustate!
Ps: il tocco del cioccolato all'interno è una mia aggiunta, ovviamente potete ometterla (ma come sapete cioccolato + lamponi = yum!!). Invece della farina di mandorle, potete usare mandorle tritate o, come da ricetta originale, nocciole tostate e tritate. Sarà ottima in entrambi i casi!

domenica 24 febbraio 2013

Il lato positivo della vita (e dei biscotti integrali alle mandorle)


Il lato positivo. Non sempre è facile trovarlo nelle situazioni, certamente non per me che ho la tendenza a scoraggiarmi e a fare la conta delle sfighe che mi capitano. Per esempio, qual è il lato positivo dell'incriccamento che mi è sopraggiunto ieri sulla schiena, tra scapola e costole e che ancora adesso mi affligge? E il lato positivo dei chili presi dopo Natale, che mi costringeranno a stare a dieta di qui a non so quando (con impoverimento generale del livello culinario del blog :-))?
Difficile trovarne. Ma se ce la fa Pat, a.k.a. Bradley Cooper, che è reduce da otto mesi in un ospedale psichiatrico e a 35 anni suonati si ritrova mezzo matto, mollato dalla moglie e costretto a vivere a casa con mamma chioccia e padre disoccupato, scommettitore e superstizioso - da cui ha certamente ereditato certe tendenze ossessive- allora, beh, c'è speranza per tutti. E' un po' questo, forse, il messaggio che ci vuole affidare Il lato positivo, titolo originale Silver Linings Playbook, candidata in ben otto categorie per il premio Oscar di cui quattro sono per i protagonisti, Bradley Cooper e Jennifer Lawrence, e i coprimari, Robert De Niro e Jackie Weaver.



Stanotte sapremo cosa porterà a casa, nel frattempo ha già vinto i premi come miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura e miglior attrice protagonista agli Independent Spirit Awards. Il film di David O. Russel è una commedia per modo di dire, perché non è che si rida proprio, si tratta più di un cross-genere tra dramma e commedia. Certamente però Il lato positivo è ricco di spirito, in grado di intrattenere e al tempo stesso di dare un messaggio di ottimismo pur parlando di temi "pesanti" come malattia mentale e lutto. E questo approccio dissacrante e ironico è sicuramente l'aspetto più coraggioso della pellicola: ci mostra che la malattia mentale è qualcosa di vicino, perché a ciascuno di noi potrebbe capitare di vivere un cortocircuito emozionale in grado di sradicare improvvisamente i nostri equilibri e farci barcollare. Ma al tempo stesso ci fa sembrare possibile anche uscirne, tornare a vivere, a sperare, a divertirsi, ad amare. 



La trama. Dopo essere stato ricoverato a causa di un tracollo nervoso in cui ha pestato a sangue l'amante della moglie, dopo averlo colto in flagrante sotto la doccia con la consorte, Pat, ex insegnante di liceo, torna nella vecchia casa dei suoi genitori. Adesso - pur mostrando ancora comportamenti da psicotico- si sforza di vedere il lato positivo nelle cose, non vuole arrendersi all'idea che il suo matrimonio sia finito ed è convinto di  poter ricominciare con l'ex moglie. Il suo obiettivo, quindi, è lavorare per migliorare se stesso. Fisicamente, andando a correre per dimagrire (non molto  credibile, dal momento che stiamo parlando di quel fisicato di Bradley Cooper) e culturalmente, leggendo i classici della letteratura preferiti dalla moglie e prima snobbati (salvo poi impazzire davanti al pessimismo cosmico di Hernest-fucking-Hemingway ).
Le cose, però, prendono una piega inaspettata quando sulla sua strada arriva Tiffany, giovane vedova di un poliziotto interpretata da Jennifer Lawrence, che dopo una fase autodistruttiva passata andando a letto un po' con chiunque, vede in Pat l'unica persona che, capendo il suo stato d'animo, può esserle amica e aiutarla a portare avanti un progetto che ha da tanto tempo: partecipare a una gara di ballo. 



A fare da sfondo c'è la famiglia un po' disfunzionale di Pat, con un De Niro che vive di scommesse sugli Eagles ed è convinto che guardare la partita con il figlio porti fortuna, e Jackie Weaver in versione mamma dolce e accomodante.
Il cast lavora benissimo, ho rivalutato Bradley Cooper (l'avevo visto solo in Notte da leoni, La verità è che non gli piaci abbastanza e forse qualche altra commediola inutile) che per me era solo un bel faccino, mentre Jennifer Lawrence conferma la sua fama di gran presenza scenica e naturalezza (anche se tutto questo entusiasmo attorno alla ragazza sinceramente a me comincia a molestare un po'... Sì, è bella e brava, ok, ma non è l'unica giovane attrice di talento sulla piazza!)
De Niro torna a recitare davvero e infatti rischia l'Oscar.
Al cinema esce il 7 marzo. Vi consiglio di guardarlo in lingua, il bello di questo film sta infatti nei dialoghi intensi e serrati e il doppiaggio, si sa, per quanto magnifico penalizza sempre.



Volendo applicare la filosofia del film, il lato positivo del maltempo che sta affliggendo l'Italia è che uno sta a casa e mette le mani in pasta (io, almeno). Ma volendo fare qualcosa di leggero leggero e avendo detto NO ai dolci per un po', eccetto a colazione dove i biscotti purché sani sono concessi, ho pensato di fare dei biscotti integrali, perché uno dei miei obiettivi è aumentare la dose di farine/cereali integrali a sfavore di quelle raffinate. Volete fare anche voi una colazione più sana, senza rinunciare a sfornare biscotti? Allora questa ricetta fa per voi. 



Biscotti integrali alle mandorle


150 grammi di farina integrale
100 grammi di farina di mandorle (o mandorle tritate finemente)
100 grammi di zucchero
50 grammi di burro
1 uovo
1 cucchiaino di lievito per dolci
essenza di mandorla
latte qb

Mettere tutti gli ingredienti nella planetaria (il burro tagliato a tocchetti). Azionare la frusta a K a velocità 1 per amalgamare e poi 2 per impastare. Appena si sarà formata una palla, spegnere, avvolgere nella pellicola e mettere in frigo a riposare per almeno un'ora. Trascorso il riposo, stendete l'impasto a uno spessore di circa 4-5 millimetri, ritagliate i biscotti della forma che preferite e cuocete in forno a 180 gradi pr 15 minuti. 



Questo post è dedicato alla mia amica Sara, che adora Bradley e tiferà perché lui abbia il suo primo Oscar. :-)

venerdì 22 febbraio 2013

Bianco e nero, come cacao e vaniglia. Nel plumcake marmorizzato




Bianco e nero. Vaniglia e cacao. Due opposti che si attraggono. Un classico che va in onda in cucina da sempre, un accostamento cromatico che ha fatto la storia del cinema dai suoi esordi e fino all'avvento del "technicolor". Ci sono film in bianco e nero che non si dimenticano: ciascuno di noi ha i propri preferiti. I vostri quali sono? Personalmente, dato che sono una romanticona, mi vengono subito in mente i film di Audrey Hepburn, da Vacanze Romane a Sabrina. Ma ci sono tanti classici imperdibili... I capolavori del neorealismo come Roma città aperta di Rosellini, Sciuscià e Ladri di biciclette di De Sica. E poi Casablanca, con la tormentata storia d'amore tra Humphrey Bogart e Ingrid Berman. Ma anche le commedie, ve lo ricordate A qualcuno piace caldo, con i mitici Jack Lemmon e Tony Curtis accanto alla splendida Marylin?
Personalmente mi faccio conquistare -soprattutto a Natale- anche da pellicole sornione come Piccole Donne e La vita è meravigliosa di Frank Capra...

A Qualcuno piace caldo

Casablanca

Sabrina
Roma Città Aperta
La Vita è meravigliosa
E visto che il fascino del bianco e nero (che ogni tanto viene rispolverato anche in tempi moderni, si pensi a The Artist), vale anche in cucina, non posso che proporvi un dolce che è un grande classico e nasce proprio dall'accostamento cromatico e di sapore tra il cacao e la vaniglia. Sto parlando del plumcake marmorizzato. Lo avete mai preparato? Direi il non plus ultra per la colazione. Soffice, con un sapore di cacao che abbraccia la dolcezza della vaniglia... meraviglioso! A voi la ricetta.




Plumcake marmorizzato

200 grammi di farina 00
100 grammi di fecola di patate
180 grammi di zucchero
10 grammi di lievito per dolci
150 grammi di burro
cacao e acqua (o latte) qb 
4 uova
Essenza di vaniglia (qualche goccia)

Lavorare il burro ammorbidito a temperatura ambiente nella planetaria con la frusta a K, insieme allo zucchero: una volta che si sarà creata una crema, aggiungete le uova, una ad una e continuate a lavorare. Quando avrete un composto cremoso e gonfio, aggiungete la farina e la fecola setacciate con il lievito e continuate ad amalgamare. Aggiungete qualche goccia di essenza di vaniglia. Versate metà del composto in una terrina. A parte in una ciotolina mescolate due cucchiai di cacao setacciato con un po' di latte o acqua e poi unitelo all'impasto. Mescolate bene finché il cacao non sarà completamente assorbito.
Foderate uno stampo da plumcake con della carta forno bagnata e ben strizzata e cominciate a riempirlo. Cominciate con un paio di cucchiai di impasto "bianco", alternato ad altrettanto al cacao, finite uno strato e ricominciate fino a terminare i due impasti. Ora passate un coltello nel centro dell'impasto disegnando qualche ghirigoro per ottenere un effetto "lavorato" all'interno della fetta. 
Ora infornate per circa 45 minuti a 180 gradi. Una volta cotto lasciate raffreddare nello stampo per almeno 20 minuti prima di sformarlo. Tagliate a fette e gustate! 



sabato 26 gennaio 2013

Clementine: un personaggio, una canzone... e un plum cake supersoffice



Le clementine sono dei frutti meravigliosi: piccole, profumate, dissetanti, facili da sbucciare! Ma ci mettono pochissimo a guastarsi e allora diventano mollicce e virano verso una dolcezza stucchevole che me le rende indigeste. Nel frigo ne erano rimaste un po', non più mangiabili ma nemmeno allo stadio "pattumiera". Così le ho riciclate in un meraviglioso plumcake. E' una ricetta molto semplice, non bisogna certo essere grandi cuoche per prepararla, però dà molta soddisfazione per il suo sapore delicato e soprattutto per la sua morbidezza e sofficità. 




Plum cake alle clementine
200 grammi di farina
40 grammi di fecola di patate
200 grammi di zucchero
8 grammi di lievito
130 grammi di succo di clementine
80 grammi di burro
3 uova
la buccia grattugiata di un limone bio

per la glassa (opzionale)
100 grammi di zucchero a velo
succo di mezzo limone
acqua calda qb

Fondete il burro in un pentolino, a fuoco dolce. Montate a lungo le uova con lo zucchero. Quando avrete ottenuto un composto ben gonfio e chiaro, aggiungete la farina setacciata con la fecola e il lievito, il burro fuso raffreddato e il succo di clementine e mescolate bene. Incorporate al composto la buccia grattugiata di un limone non trattato... e avete già finito! Versate in uno stampo per plumcake rivestito di carta da forno.Infornate per 45 minuti a 180 gradi. Se la crosta si colora troppo a metà cottura coprite con un foglio di alluminio. Una volta cotto lasciate raffreddare e guarnite, se vi piace, con una glassa fatta di zucchero a velo, qualche goccia di acqua calda e succo di limone. 



Clementine è anche un nome inglese, che mi piace molto (Clementina in italiano suona un po' meno bene...) e mi ricorda due cose: l'unica canzone di pseudo-successo della carriera solista di Mark Owen (membro dei Take That, ndr, la canzone la potete mettere come colonna sonora cliccando qui), e la protagonista di Eternal Sunshine of the Spotless Mind (Se mi lasci ti cancello) il visionario film di Michel Gondry dedicato all'importanza dell'amore e dei ricordi. Kate Winslet è Clementine, una ragazza dal carattere esuberante che lavora in un negozio di dischi e ama sperimentare colori improbabili sulla propria testa. Joel (Jim Carey) scopre che Clementine, dopo la fine della loro relazione, si è sottoposta a una procedura per cancellare dalla mente i loro ricordi comuni. Joel decide quindi di fare lo stesso. Nel lungo e complicato processo della cancellazione riviviamo i loro momenti più felici e quelli critici. Ma nulla è perduto per chi è fatto per stare insieme!


Un film delizioso: intricato, surreale e romantico, che se non avete mai visto dovete assolutamente recuperare! Vi lascio con il trailer.


domenica 5 agosto 2012

Biscotti viola: La mia vita è uno zoo


Qualsiasi storia racconti, il regista Cameron Crowe rappresenta nei suoi film il sogno americano: quello che, anche se nessuno ce l'ha spiegato nei dettagli, ci portiamo dentro come se l'avessimo studiato a scuola (conseguenza di tv, film e letteratura made in USA somministrata a dosi massicce). Un mix tra convinzione di poter riuscire, coraggio di rischiare e un pizzico di incoscienza. Le storie che porta sullo schermo Crowe hanno sempre al centro personaggi che per qualche motivo sono in crisi e scelgono di ribellarsi allo status quo e scommettere su qualcosa (un progetto, un lavoro, una relazione) che potrebbe cambiare in meglio la loro vita. Il tutto è condito da sceneggiature brillanti che in ogni film snocciolano almeno una o due di quelle citazioni da ricordare, frasi a effetto da segnarsi sulla Smemoranda o la Moleskine (come una volta) o da condividere su Fb e Twitter (per essere più moderni). Chi non ricorda il "Ricoprimi di soldi" di Jerry Maguire o il "Sono impossibile da dimenticare, ma difficile di ricordare" di una rassegnata eppure raggiante Claire (Kirsten Dunst) in Elizabethtown? Solo per citare le più brevi.
We Bought a Zoo (La mia vita è uno zoo) è un film essenzialmente Cameroniano. C'è Matt Damon nei panni di un giornalista freelance vedovo che si trova a occuparsi da solo dei due figli: il quattordicenne Dylan e la deliziosa Rosie, di sette anni. Per dare nuova linfa alla loro vita decide di cambiare casa e, durante le prime perlustrazioni con l'agente immobiliare, si trova tra le mani una casa meravigliosa immersa in un gigantesco parco. "Che bella, la prendiamo!" è il primo pensiero di Matt Damon, alias Benjamin Mee. Ma c'è un problema. Il parco, in realtà, è uno zoo. E chi si accolla il primo, si cucca anche gli animali e la difficoltà di far ripartire lo zoo, dando una speranza a chi ci lavora (in primis Kelly, la giovane e carina responsabile dello zoo interpretata da Scarlett Johansson, che in barba ai suoi detrattori io trovo una brava attrice). Benjamin, ovviamente, decide di lanciarsi in questa avventura: seguiranno fatica, delusione, vecchie ferite ma anche soddisfazione, speranza, gioia. Una parabola che ancora una volta ci mostrerà quello che conta di più nella visione di Cameron: tentare, mettendoci l'anima, e amare le persone che ci accompagnano nel nostro folle cammino. Perché, come dice Benjamin a suo figlio Dylan: "tutto ciò di cui hai bisogno sono venti secondi di pazzo coraggio e ti garantisco che ne verrà fuori qualcosa di grandioso".
Segnata sulla Moleskine?
Ah, dimenticavo: il film è ispirato a una storia vera (anche se i veri protagonisti sono inglesi e non americani, pensate un po'). Potete leggere tutti i dettagli proprio qui.

E con la filosofia del coraggioso tentativo sono nati questi biscotti viola (a causa dei frutti di bosco, che tingono qualsiasi cosa tocchino), un mix di sapori e di ingredienti dovuti alla imminente partenza per le vacanze (e conseguente voglia di far fuori i rimasugli in dispensa). Il mio fidanzato li ha assaggiati e ha esclamato "ma sono buonissimi!"... a voi la scelta se rischiare o meno... Cameron Crowe vi direbbe di buttarvi e tentare! :-)


Biscotti viola
con cioccolato fondente, mandorle e frutti di bosco

260 grammi di farina 00
100 grammi di mandorle spellate
30 grammi di cocco rapè (aka farina di cocco)
70 grammi di fiocchi d'avena
120 grammi di cioccolato fondente (io Venchi)
150 grammi di frutti di bosco congelati
180 grammi di zucchero
150 grammi di burro 
2 uova
1 pizzico di sale
1/2 cucchiaino di lievito
1 bustina di vanillina

Pesate e preparate tutti gli ingredienti. Tritate nel mixer le mandorle. Tritate il cioccolato grossolanamente. Nella planetaria (o in una ciotola, semplicemente) lavorate il burro morbido con lo zucchero. Unite la farina, la vanillina, il lievito, il pizzico di sale. Aggiungete le uova, uno alla volta. Se usate la planetaria, di tanto in tanto spegnete e amalgamate con un leccapentole. Unite i fiocchi d'avena, le mandorle tritate e la farina di cocco, amalgamate ancora.  Aggiungete infine il cioccolato e i frutti di bosco. Mescolate delicatamente. Potete procedere come per i cookies disponendo un cucchiaio di impasto su una teglia rivestita di carta da forno, oppure, come ho fatto io in questo caso, formare dei salsicciotti di impasto, avvolgerli nella pellicola, lasciarli in freezer una mezz'oretta e poi, una volta induriti, tagliarli a fette e disporli così sulla teglia. Che preferiate le fettine o il classico cookie rotondo, il sapore è quello che conta di più. Cuocete a 190 gradi per 15 minuti circa. 
Lasciate raffreddare e tuffatevi nel mix di sapori, abbinamenti che non potrete che amare: cioccolato e frutti rossi, divino, sottofondo di cocco, che si sente appena appena -quanto basta-, granella di mandorle che dà corpo. E buona colazione.

Ne approfitto per salutarvi tutti, domani parto per il mare e per un po' sarà difficile che riesca ad aggiornare il blog. Cercherò di farvi partecipi delle migliori esperienze culinarie della vacanza via Facebook. Seguite già la pagina di Cooking Movies, vero? NO? allora cosa aspettate, cliccate qua e fate mi piace! https://www.facebook.com/CookingMovies
:-)
Buone vacanze!

giovedì 5 luglio 2012

Una colazione alternativa: tutti i pazzi per i pancakes!

Oggi vi propongo la ricetta per una colazione made in Usa: i pancakes!
Non sono deliziosi questi incroci tra fritelle e crepes, da gustare rigorosamente inondati di sciroppo d'acero canadese? La ricetta proviene dal blog di Caia, che seguo sempre perché propone favolosi dolci presentanti in modo semplice e chiaro. Insomma niente fronzoli e tanta sostanza. 
Il procedimento di questa creatura ibrida ideale per la colazione o, come va di moda ultimamente, per il bruch è molto semplice. Io ho dimezzato le quantità proposte da lei perché eravamo solo in due. Caia indica le sue dosi come sufficienti per una ventina di pancake, io probabilmente li ho fatti più grandi dei suoi perché con metà dose me ne sono venuti sei (e non dieci).




Pancakes
(per 2 persone)

100 gr farina
1 cucchiaio e 1/2 di zucchero
1 cucchiaino di lievito
pizzico di sale
130 gr latte
1 cucchiaio di burro
1 uovo
1/2 bustina di vanillina (Caia usa estratto di vaniglia)

Mescolare gli ingredienti solidi in una scodella, i liquidi in un'altra (burro fuso, latte, uovo sbattuto). Unire i liquidi ai solidi e lavorare l'impasto finché non sarà liscio e omogeneo.
Scaldare una padella antiaderente, preferibilmente unta di burro e iniziare a produrre pancake: versare due cucchiaiate di pastella, attendere finché non si saranno formate delle bollicine, girare il pancake e ultimare la cottura dall'altro lato. Appena pronti impilateli uno sull'altro per mantenerli caldi.
Irrorate a piacere di sciroppo d'acero o, se siete senza e non avete tempo di andare da Esselunga a spendere la bellezza di 7 euro per una bottiglietta di maple syrup, potete provare con marmellata o miele (anche se forse la consistenza di quest'ultimo non è l'ideale). Un caffè lungo, una spremuta d'arancia e il vostro American brunch è fatto!



I pancakes sono stati più di una volta protagonisti anche al cinema e nei cartoni animati.
In Io e zio Buck il superciccio John Candy era lo zio scapolo e strampalato che accudiva tre fratelli durante una vacanza dei genitori: e chi non vorrebbe una colazione come questa per il giorno del suo compleanno??




Il giovane artista Baquiat in questa scena non arriva a mangiare i suoi pancakes: viene cacciato prima dal proprietario del bar perché dedito al ritratto della sua cameriera con un cucchiaio e... sciroppo d'acero!




Come il collega Homer Simpson, ghiotto di queste frittelline come di donuts e di tanto altro, anche Peter Griffin ha una predilezione particolare per la colazione a base di pancakes impilati... con tanto, tanto sciroppo d'acero!


Ora tocca a voi: non dovete neanche accendere il forno! 

domenica 20 maggio 2012

Una domenica da dimenticare. Con la torta di frutta secca

Torta di frutta secca

Ci sono domeniche, come questa, in cui l'unica cosa saggia è sprofondare sul divano e godersi un  bel film, possibilmente con la pancia piena. Vogliamo parlare del terremoto in Emilia? Vogliamo parlare dell'attentato vergognoso di Brindisi? O del maggio meteorologicamente più infame che io ricordi (pioggia, pioggia, solo pioggia)?
Direi di no.
Direi che è meglio soprassedere, tanto le informazioni su queste cose le avrete già sentite tutte altrove, trattate in modo esaustivo, e non c'è bisogno di commentarle qui.
- NB: Mentre scrivevo, c'è stata un'altra scossa!-
Resta quindi un mal de vivre di fondo che affligge la giornata, mentre la Cote d'Azur è impegnata a celebrare il Festival del cinema di Cannes tra vip sul red carpet e anteprime al Palais du festival.
Presto vi lascerò i miei soliti giochini di accostamenti tra cibo e mise più belle delle star... ma oggi no, non è proprio giornata. 
Oggi mi limito a segnalarvi alcuni dei film in concorso che vorrò vedere quanto prima, appena usciranno nelle sale e a darvi la ricetta di un dolce consolatorio.
Sto parlando di una torta con frutta secca, molto facile ma davvero squisita, relativamente leggera perché grazie alla presenza di mandorle, nocciole e un tocco di pistacchi, che sono frutti oleosi, non avrete bisogno di aggiungere alcun tipo di condimento all'impasto.
Questa torta nasce come modo per finire diversi sacchetti e sacchettini aperti di varie farine e frutta secca. Quindi potete prendere la base e rivisitarla un po' come volete, cambiando le proporzioni delle farine o mettendo ad esempio delle noci o delle arachidi al posto o insieme a mandorle e nocciole, se preferite. Ottima con un té per la merenda in questa maledetta domenica!!



Torta di frutta secca
70 gr di farina 00
30 gr di amido di mais
30 gr di farina di pistacchi
30 gr di farina di mandorle
50 gr di nocciole tritate finemente
50 gr di mandorle spellate tritate finemente
60 gr di mandorle con buccia, spezzettate
125 gr di uvetta sultanina
125 gr di zucchero di canna
1/ 2 bustina di lievito per dolci
40 ml di latte
3 uova

Tritate finemente le mandorle spellate e le nocciole (anche loro spellate). Unite la farina di mandorle e quella di pistacchi e le mandorle con buccia spezzettate. Mettete a bagno in acqua calda l'uvetta. Lavorate i tuorli con lo zucchero di canna e montate a neve gli albumi. Unite la farina setacciata con il lievito al composto di uova e zucchero, aggiungete il mix di frutta secca e bagnate con il latte per rendere l'impasto leggermente più fluido. Strizzate le uvette e asciugatele, passatele in un po' di farina e unitele al composto. Infine incorporate gli albumi facendo attenzione a non smontarli. Versate l'impasto in una teglia ricoperta di carta da forno e cuocete a 180 gradi per 35-40 minuti.
Non si alzerà molto perciò se amate le torte alte dovrete usare una teglia dal diametro ridotto oppure aumentare le dosi. :-) Data la corposità dell'impasto e il sapore molto aromatico una fetta piuttosto bassa, tuttavia, è a mio avviso l'ideale. E poi si può sempre fare il bis!

E veniamo ai film del festival di Cannes...

De rouille et d'os (Ruggine e ossa)
di Jaques Audiard con Marion Cotillard (meravigliosa!)


On the road
di Walter Salles, la storia di Jack Kerouac


Moonrise Kingdom
di Wes Anderson


Amour 
di Michael Haneke


Cosmopolis
di David Chronenberg (curiosa di vedere Pattinson in un "vero" film)


Reality
di Matteo Garrone (unico film italiano in gara)


Mud
di Jeff Nichols



giovedì 17 maggio 2012

Maggio a Mi: le fragole, una torta e il Taste of Milano


Pronti, partenza, via!
Cari foodies di Milano e non, accorrete. Comincia stasera, nel verde dell'Ippodromo di San Siro, la terza edizione di Taste of Milano. Come cos'è?
Prendete un sacchetto di parco giochi, un mazzetto di chef e pasticceri straquotati, chili e chili di ghiottonerie, aggiungete una manciata di blogger, giornalisti e amanti della buona tavola, condite con un filo di musica e innaffiate il tutto con un fiume di bollicine e vini pregiati. 
Quattro giorni dedicati all'eccellenza della cucina, con 100 eventi interattivi, showcooking e i ristoranti più in della città che traslocano sull'erba, per lasciarci sbirciare da vicino i segreti dei cuochi più celebri. 
Ogni ristorante propone tre dei suoi piatti forti in versione taste, a un prezzo tra i 4 e i 6 Euro.
Per i bimbi, invece, sarà studiato un piatto speciale per costruire un Menu kids davvero super.
Ecco i nomi dei ristoranti e degli chef che li animeranno.

  • Alice Ristorante (Viviana Varese
  • Pont de Ferr (Matias Perdomo) 
  • Al V Piano (Grand Visconti Palace) (Matteo Torretta)
  • Benares (pop-up internazionale direttamente da Londra) (Atul Kochhar)
  • D’O (Davide Oldani)
  • Finger’s Garden (Roberto Okabe e Gustavo Young
  • Il Liberty (Andrea Provenzani
  • Innocenti Evasioni  (Tommaso Arrigoni)
  • La Maniera di Carlo (Lorenzo Santi)
  • Ristorante Da Claudio (Filippo Gozzoli)
  • Trattoria Del Nuovo Macello (Marco Tronconi e Giovanni Traversone
  • Vun (Park Hyatt Hotel) (Andrea Aprea)
Se ancora non siete convinti, sbirciate il programma dettagliato sul sito http://www.tasteofmilano.it/
Potete infatti scegliere tra ingressi diurni o serali, in varie formule e nel giorno che fa più comodo a voi.
Non ci resta che incrociare le dita e sperare per un weekend tiepido e soleggiato (dico così mentre prego, dal momento che ho visto le previsioni e non sono proprio il massimo)... perché in fondo siamo a maggio, il mese in cui, come cantava "il Jova" (si vede che non sono più una teenager) "il mondo è bello e invitante di colori".
Ed è anche il mese in cui si cominciano a vedere le fragole al supermercato!
O meglio. Si cominciano a vedere fragole definibili come tali e non verdognoli esperimenti geneticamente modificati di dimensioni abnormi e sapore nullo.
A maggio anche io comincio a comprare le fragole.
E magari me le dimentico in frigo un paio di giorni di troppo... quel tanto che basta a renderle toccatelle.. e perfette per essere infilate in una torta....
provate questa! 

Sofficiosissima, leggera, inzupposa, bbona. Peccato che le fragole sono andate in fondo, nonostante l'"impanatura" nella farina. se avete altri segreti per impedire la discesa folle della frutta, per favore, fatemene partecipe!



Torta margherita alle fragole

250 grammi di farina
30 grammi di frumina
250 grammi di zucchero
1 bustina di vanillina
2 cucchiaini di lievito per dolce
200 grammi di fragole
4 uova
40 ml di olio di semi di arachide

Nella planetaria montate le uova con lo zucchero ad alta velocità per qualche minuto. Mentre il composto monta, lavate e tagliate a tocchetti le fragole. Quando il composto sarà diventato chiaro e spumoso, spegnete, mescolate piano con una spatola senza smontare, unite la vanillina e poi la farina setacciata con il lievito. Lasciate montare ancora un paio di minuti. Spegnete la planetaria, passate le fragole in un po' di farina e incorporatele all'impasto, mescolando con delicatezza. Rivestite una teglia con carta forno, versate il composto, livellate, infornate a 180 gradi per circa un'ora (prova stecchino sempre valida).
Una volta fredda, spolverizzate di zucchero a velo e tagliate a cubotti.

Vi lascio con una scena cult del cinema che ha per protagoniste le fragole... impossibile non riconoscerla.



mercoledì 9 maggio 2012

Chocolate chips cookies: i biscotti della felicità per Harold Crick



I chocolate chips cookies sono quei biscottoni americani con pepite di cioccolato, dolci, friabili, burrosi, goduriosi e perfetti per quei momenti in cui hai bisogno di tirarti su il morale (sì, sono totalmente addictive). Esistono in commercio alcuni di questi biscotti (tipo questi) decisamente insani (con grassi idrogenati e/o olio di palma etc) ma altrettando deliziosi: rifarli, ottenendo quella friabilità esterna e morbidezza interna è davvero difficile, tanto quanto trovarne di davvero soddisfacenti nei fornai o bakery che dir si voglia.
Per la ricetta mi sono affidata a una delle varie versioni possibili, presa nientepopodimeno che dal sito amerigano che più amerigano non si può Joyofbaking, che, dice l'autrice, riproduce in modo casalingo la versione industriale della Nestlé. La ricetta è stata -ovviamente, che ve lo dico a fà- leggermente modificata alle mie esigenze (ovvero con l'aggiunta di fiocchi d'avena, che nei biscotti mi piacciono molto, al posto delle noci che al momento non avevo).



Chocolate chips cookies 

226 grammi di burro 
150 grammi di zucchero bianco 
160 grammi di zucchero bruno 
2 uova 
1 bustina di vanillina 
295 grammi di farina 00 
100 grammi di fiocchi d'avena (mia aggiunta, al posto di 100 gr noci pecan a pezzi)
1/2 cucchiaino di sale 
1 cucchiaino di lievito 
250 grammi di gocce di cioccolato 

Nel robot da cucina lavorate il burro a temperatura ambiente con lo zucchero per un paio di minuti (velocità media) finché il composto diventerà soffice e cremoso. Mescolate, azionate di nuovo il robot, aggiungete un uovo alla volta. In una ciotola a parte mescolate la farina con il lievito, la vanillina e il sale. Aggiungere la farina al composto e azionare il robot per un paio di minuti. 
Unite le gocce di cioccolato e azionare il robot a velocità bassa per amalgamare. Con due cucchiai o con il cucchiaio per fare le palline gelato, ricavare delle palline di composto e posizionarle ben distanziate (si allargano molto in cottura) su una teglia grande ricoperta con carta forno. Cuocete a 190 gradi per 12 minuti circa. 


Questa versione era sicuramente molto soddisfacente: i biscotti sono venuti con le crepette, croccantini ma non secchi, con un cuore delizioso di cioccolato. 
Ma!
Siccome questi biscotti mi piacciono (assai), ho voluto provare anche un'altra versione, una ricetta che una ragazza inglese ha dato alla mia amica Francesca. Anche qui ci ho messo il mio zampino, se non altro perché non avevo le arachidi e ho utilizzato delle -buonissime- nocciole.




English chocolate chips cookies
225 gr di burro
350 zucchero di canna 
2 uova
400 gr di farina (io 300 di farina, 100 di fiocchi di avena)
225 gr di cioccolato fondente a pezzetti
Arachidi qb (io ho messo le nocciole spezzettate)
1 bustina di vanillina
2 pizzichi di sale

La ricetta è simile e potete seguire lo stesso procedimento della versione precedente. Ho preferito l'utilizzo del cioccolato a pezzetti rispetto alle semplici gocce, che restano più piccole. Le nocciole ci stanno molto bene, ma anche le arachidi hanno il loro perché.

Qualsiasi versione decidiate di provare, ricordate che uno di questi biscotti ha il potere di risollevarvi il morale, anche dopo una terribile giornata! Non ci credete? Guardate qui cosa succede allo scettico Harold Crick (Will Ferrell) protagonista del -carinissimo- film Vero come la finzione (Stranger than fiction)





Avete visto questo film? Si tratta di una commedia del 2006 in cui Will Ferrell (l'indimenticabile Mugatu di Zoolander) interpreta un esattore delle tasse che vive in modo abitudinario -al limite dell'ossessivo-, una vita senza emozioni, senza amicizie, senza divertimenti. Un giorno, mentre si lava i denti spazzolandoli 77 volte come ogni mattina, sente una voce che descrive le sue azioni e che, poco dopo, in tono compassionevole annuncia che Harold... sta per morire.



Harold, impazzito e confuso, cerca di capire da dove arriva la voce, se si tratta di un'allucinazione. Alla fine, grazie all'aiuto di un professore di letteratura, Dustin Hoffman, capisce di essere il personaggio di un libro che una famosa scrittrice (Emma Thompson) sta concependo proprio in quel periodo. Per districarsi in questa follia il professore gli consiglia di capire se si trova in una commedia o in una tragedia.
Mentre cerca l'ignara scrittrice, Harold incontra, durante un controllo fiscale, la fornaia Ana Pascal (che non ha pagato parte delle tasse in segno di protesta contro l'utilizzo dei suoi soldi per armi e difesa) e se ne innamora. 
Riuscirà Harold a trovare la scrittrice? Come finisce il libro e soprattutto... si tratta di una commedia o di una tragedia?
Vi lascio il gusto di scoprirlo.


Chi ben comincia... il mio parere sui film visti tra fine e inzio anno

Il tempo per scrivere dei film che guardo scarseggia sempre, così ho deciso di fare un post riepilogativo dei tioli visti nell'ultimo p...