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mercoledì 25 aprile 2012

Plumcake al bacio & i baci più belli del grande schermo

immagine cacao via http://www.noodle-head.com/ immagine nocciole via http://www.mybakingaddiction.com/how-to-peel-skin-hazelnuts/

Buongiorno a tutti, e buon 25 aprile!
Ci voleva questo giorno di vacanza perché tornassi finalmente a scrivere. Eh già, perché il tempo scarseggia sempre, la stanchezza al contrario abbonda e questo è il risultato: ultimo post, 12 gg fa!
Ma ieri sera, complice la prospettiva di una pigra colazione finto domenicale davanti a me, ho deciso di coccolarmi con un bel plum cake dedicato a una delle abbinate più azzeccate della storia dolciaria, ovvero cacao + nocciole. Nutella, Pan di Stelle, Baci Perugina... devo aggiungere altro? Ecco, no, appunto. Meglio la ricetta!

Plum cake al gusto Bacio

200 grammi di farina 00
1 cucchiaino di lievito per dolci
120 grammi di zucchero
2 uova
1/2 bicchiere di olio di arachidi
1/2 bicchiere di latte
70 grammi di nocciole di Giffoni biologiche già pelate (io le ho trovate all'Esselunga)
3 cucchiai di cacao amaro
4 cucchiai di gocce di cioccolato fondente


Rompete le uova e tenete da parte gli albumi. Montate i tuorli delle uova insieme allo zucchero, aggiungete la farina e il lievito, il latte e l'olio. Amalgamate bene, aggiungete il cacao amaro setacciato. Montate gli albumi e incorporateli dolcemente nell'impasto, dal basso verso l'alto per non smontarli. Tritate grossolanamente le nocciole, tenendone da parte una quindicina per guarnire il plumcake. Aggiungete quindi le nocciole a pezzetti e le gocce di cioccolato al composto, amalgamate bene e versate in uno stampo da plum cake imburrato. Guarnite con le nocciole intere che avrete tenuto da parte e, a piacere, con codette di zucchero o altre gocce di cioccolato. Infornate a 180 gradi per circa 45 minuti (controllate con il solito stecchino che il centro sia ben rappreso). 
Una volta raffreddato, lasciatevi conquistare da questo "bacio" di nocciole e cacao, gustandovene una fettona con una bella tazza di tè.

Vi lascio con altri baci, quelli più famosi, romantici e belli del cinema. Ciascuno di questi, secondo me, è un po ' speciale.
Qual è il vostro preferito? Perché vi fa sognare? Non è tra questi? Beh allora segnalatemelo! Vi lascio anche un video carinissimo fatto da Cineblog, un supercut fatto solo di baci (in fondo)!

Ghost: bacio col fantasma
Moulin Rouge: bacio "teatrale"
Spiderman: bacio a testa in giù
Notting Hill: bacio preso alla sprovvista!
Walk the line: bacio a lungo agognato
Titanic: bacio che più scenografico non si può!
Via col vento: classico dei classici
La Dolce Vita: bacio nella fontana
Breakfast at Tiffany's: bacio sotto la pioggia con gatto
Brokeback mountain: bacio fra cow boys
Bridget Jones: bacio sotto la neve, in mutande
500 giorni insieme: bacio sul letto dell'esposizione Ikea
Il favoloso mondo di Amélie: baci per fare conoscenza
The Matrix: bacio mentre il mondo va in pezzi
Espiazione: bacio proibito nella libreria
Guerre Stellari: bacio spaziale
Shakespeare in love: bacio a una donna che si finge uomo
Edward Mani di Forbice: bacio d'addio

mercoledì 7 marzo 2012

Ciambella con yogurt al profumo di Sicilia


Non so voi, ma ho voglia di sole, estate e caldo più che mai! Mi sento veramente giù di tono, sempre stanca.. sarà la primavera? Avrete notato - o forse no - che non ho nemmeno la forza di aggiornare il blog! Sto guardando un po' di film che mi ero persa, recuperando quelli candidati agli Oscar. Ma da lì a scriverne ce ne passa. Tornerò a farlo, ma in questi giorni mi limito a guardare e leggere.
Poco documentata è anche la produzione culinaria di questo periodo.
Tra le varie cose prodotte dal mio forno c'era questa ciambella per la colazione, veramente light (ci sono solo 5 cucchiai di olio qui dentro) e al tempo stesso sofficissima e profumata di mandorle, limoni e arance... insomma una torta che sa di Sicilia! Facile e rapidissima da preparare, non vi deluderà. Se volete potete aumentare le dosi e farla più alta. 


Ciambella con yogurt al profumo di Sicilia
200 grammi di farina e lievito (Molino Chiavazza)
50 grammi di farina di mandorle
150 grammi di zucchero
150 grammi di yogurt greco
1 limone 
1 arancia
2 uova
5 cucchiai di olio di arachidi

Mescolare la farina 00 con quella di mandorle. Separare i tuorli d'uovo dagli albumi. Unire i tuorli allo zucchero, aggiungere lo yogurt e lavorare ancora. Montare a neve gli albumi. Spremere l'arancia e il limone e aggiungere il succo al composto di uova, zucchero e yogurt. Aggiungere anche i cucchiai d'olio e mescolare bene.  Incorporare la farina al composto, amalgamare e infine aggiungere delicatamente gli albumi montati, incorporandoli con movimento dal basso verso l'alto. Versare in uno stampo da ciambella unto con poco olio e cuocere in forno a 180 gradi per 35-40 minuti. 

domenica 19 febbraio 2012

Jane Eyre vs Jane Eyre: Fukunaga vs Zeffirelli. E i pangoccioli della domenica


Oggi vi parlo di un classico della letteratura inglese: Jane Eyre, di Charlotte Bronte, di cui esistono -pare- ben 18 (no dico... 18!) trasposizioni cinematografiche e/o televisive. Io però mi fermo a due: la versione di Zeffirelli, del 1996, e l'interpretazione di Cary Fukunaga, del 2011, e le metto a confronto.
Le due versioni, pur raccontando la stessa storia, sono differenti per struttura, atmosfere, luci, personaggi. La versione di Zeffirelli è lineare nella narrazione ed essenziale nei dialoghi e, come un'opera teatrale ben realizzata, delinea in pochi tratti le emozioni dei protagonisti e l'essenza della storia. Sullo sfondo pochi paesaggi e una Thorfield molto lussuosa, confortevole e squisitamente inglese.
Il film di Fukunaga gioca invece con una struttura a flashback, che parte dalla fuga di Jane da Thornfield: comprime poi l'infanzia della ragazza per focalizzarsi sulla sua permanenza nel castello. Mostra il lato più umano dei protagonisti, rivelandoci le loro fragilità, il loro tormento interiore. L'evoluzione del rapporto tra Jane e Mr Rochester è affidata a dialoghi audaci e ben costruiti, che ci fanno intuire i motivi della loro attrazione reciproca. 
I colori e i toni sono più cupi rispetto alla versione di Zeffirelli e il paesaggio è molto più presente, facendo da specchio alle sensazioni dei protagonisti. 
E Jane?
La Jane quasi bionda di Mia Wasikowska e quella pallida e bruna di Gainsbourg
Charlotte Gainsbourg, pallida e con la chioma scura, la mascella rigorosa e gli occhi tristiè la Jane di Zeffirelli ed è, a mio avviso, talmente perfetta nel ruolo da essere insuperabile. Mia Wasikoswka, pur mostrando intensità e ottime capacità espressive, a momenti lascia emergere un lato naturalmente giocoso e fanciullesco (forse dovuto alla giovane età, o ai lineamenti più dolci) che la Gainsbourg era riuscita invece a sopire del tutto, aderendo maggiormente all'immagine letteraria di Jane.

Edward Rochester nelle interpretazioni di Fassbender (sin) e Hurt
Il divo del momento, Michael Fassbender, è l'Edward Rochester di Fukunaga. Un personaggio che appare meno distante e più carnale rispetto all'interpretazione di William Hurt, pur impeccabile. La regia di Fukunaga ci lascia capire qualcosa in più di questo personaggio che nella versione di Zeffirelli rimane austero, aristocratico e impenetrabile dall'inizio alla fine. Quindi, lo preferisco. Merito degli occhi blu? Non so, potrebbe anche essere colpa dell'innegabile fascino dell'attore!
Entrambe le pellicole, quindi, sono buone trasposizioni cinematografiche e hanno dei punti forti: quella di Fukunaga è più moderna, ma la poeticità di Zeffirelli resta decisamente un plus. Le approvo tutte e due: io, che amo il genere, sono stata capace di guardarmi Jane Eyre del 1996 il giorno prima e quello del 2011 il giorno dopo :)

Se volete seguirmi in questa maratona, cosa c'è di meglio di una sostanziosa -e golosa- colazione domenicale? Magari a base di deliziosi panini di pan brioche con gocce di cioccolato e caffelatte fumante. 


Panini di pan brioche con gocce di cioccolato
(dose per circa 12 panini) 
500 grammi di preparato per Pan Brioche Molino Spadoni
1 bustina di lievito disidratato (presente nella confezione)
280 ml di acqua
gocce di cioccolato qb

Miscelare la farina con il lievito, aggiungere l'acqua tiepida e impastare per circa 10 minuti. Creare una palla di pasta, metterla in un recipiente coperto a lievitare per circa mezz'ora in un posto caldo (io, con queste giornate fredde, l'ho messo in forno impostato a 35-40 gradi con luce accesa.
Dopo la prima lievitazione, lavorare di nuovo l'impasto e riporlo a lievitare nuovamente per circa 2 ore. Una volta lievitato, prendete l'impasto, stendetelo con un mattarello fino a creare un rettangolo. Copritelo di gocce di cioccolato fondente, arrotolate e iniziate a impastare di nuovo. Una volta che avrete amalgamato le gocce in modo uniforme, create con le mani delle palline di pasta della dimensione inferiore a un palmo. Adagiatele ben distanziate su una teglia ricoperta di carta forno. Cuocete i panini (in due tornate) a 200 gradi per circa 20 minuti.  Avrete dei "pangoccioli"fatti in casa e quindi ancora più buoni e genuini.
Io avevo anche delle uvette da finire perciò una parte di pan brioche l'ho impastata con quelle, creando un filoncino. Molto buono anche quello (lo vedete a fettine sul piattino nella foto).
E ora... buona colazione!

giovedì 25 agosto 2011

Ciambella morbida con yogurt e fichi, percorrendo la Basilicata coast to coast


Oggi parliamo di fichi: e quindi di Sud, di caldo, di cieli tersi, ciucci e mulattiere, di campi di grano gialli come il sole e di antichi borghi. Il paesaggio ideale per ospitare la succulenta dolcezza di questi frutti d'agosto. Perchè è ad agosto che maturano queste incredibili bontà, morbide e zuccherine, che si sciolgono in bocca e trovano mille impieghi in cucina, nei dolci o nelle ricette salate.
About Food ha deciso di darci il bentornato con un contest e io, nel mio piccolo, partecipo all'accoglienza dei frutti di fine estate con una  ciambella. Ciambella senza buco, perché il termine indica più che altro una torta semplice, di quelle che vanno bene per farci colazione, inzuppate nel caffelatte o accompagnate da un bicchiere di succo di frutta, e al tempo stesso soffici, consistenti... insomma, buone!


Ciambella morbida con yogurt e fichi

400 gr di farina 00
200 gr di zucchero
3 uova
125 gr di yogurt bianco cremoso
100 gr di ricotta
olio di semi di girasole e latte, misurati nel vasetto dello yogurt
1 bustina di lievito per dolci
2 bustine di vanillina
4 fichi 

Lavate e pelate 4 fichi (5-6 se piccolini) e tagliateli a rondelle. Rompete le uova, conservate gli albumi e lavorate i tuorli con lo zucchero. Aggiungete lo yogurt, la ricottina e l'olio (un bicchierino scarso, misurato usando il vasetto vuoto dello yogurt). A parte setacciate la farina con il lievito e la vanillina. Aggiungetela pian piano al composto, mescolando con una frusta per incorporare bene senza formare grumi. Se il composto diventa duro aggiungete un po' di latte, io ho usato la quantità del vasetto da yogurt, sufficiente a rendere di nuovo cremoso il tutto. Montate a neve gli albumi e incorporateli al composto mescolando dal basso verso l'alto. Oliate una teglia, versate il composto e cospargetelo di fettine di fico. Spolverizzate con un po' di zucchero. Infornate a 200 gradi per i primi 20 minuti, poi abbassate a 180 gradi per altri 20 (ma regolatevi in base al forno, fate la prova stecchino). Et voilà!


E se i fichi sono il frutto dell'estate che sta finendo, non posso che proporvi un film carino che è ambientato proprio in estate e nel Sud Italia, dove maturano i fichi migliori: Basilicata Coast to Coast.



Il film, di e con Rocco Papaleo, racconta l'impresa di un improbabile gruppo di amici con la passione per la musica che decidono di attraversare a piedi la regione, dalla costa tirrenica allo Ionio (accompagnati da un carretto trainato da un asinello) per partecipare a un concorso per band emergenti. A seguire la loro impresa, un'annoiata giornalista che scrive per un giornale parrocchiale (Giovanna Mezzogiorno), che si lascerà lentamente conquistare dalla follia dei protagonisti. Imprevisti divertenti e situazioni surreali (come un gruppo di esaltati con il vezzo di vestire i panni dei briganti ottocenteschi) condiranno la loro avventura, un viaggio fisico che diventa simbolo dei propri sogni e degli obiettivi di una vita. Splendidi paesaggi e colonna sonora accattivante sullo sfondo.



giovedì 7 luglio 2011

Kate e Leopold, il fascino dell'800 e della colazione pronta!

Vi capita mai di soffermarvi a fantasticare su usi e costumi di altre epoche, pensando che sareste state più adatte a vivere in questo o quel periodo storico, magari  in Inghilterra, in Francia, o in America? A me succede spesso, soprattutto dopo essermi persa nella visione di un film in costume (per i quali ho un debole) o nella lettura di qualche libro appassionante. Per carità, sono una pigrona e apprezzo moltissimo le comodità moderne che riducono le scocciature quotidiane e aprono nuove opportunità, a partire dal riscaldamento-climatizzatore fino a rivoluzioni più recenti come internet e i blog :-).
Ma spaziare con la fantasia non ha prezzo e così penso a come sarebbe indossare preziosi abiti-scultura settecenteschi, oppure ingaggiare con i gentiluomini dei duelli dialettici in linguaggio forbito, un po' pretenzioso ma anche sarcastico, come facevano le eroine Austeniane, o ancora lasciarmi scivolare libera mente nel fango di Woodstock, mentre suona Joe Cocker, indossando un top sbiadito e pantaloni a zampa... 
Quando ero piccola, però, ero decisamente fissata per un'epoca storica in particolare, il Settecento, per la moda francese dei vestiti di seta e broccato, corpetti stretti e larghe gonne a ruota, sbuffi, volant, ricami, pizzi, bustini, parrucche di boccoli e calze di seta. 


La colpa era ovviamente di Lady Oscar, capolavoro animato tratto dal manga di Ryoko Ikeda ancora oggi bellissimo e attuale (non so quante volte l'ho riguardato, ne ho parlato anche qui), che mi ha imbambolato dapprima con la bellezza dei disegni e degli abiti della regina Maria Antonietta (che riproducevo in tutte le mise su centinaia di fogli da disegno) e poi con l'incredibile forza dei personaggi di Oscar e Andrè, che sono una delle coppie più meravigliose mai concepite da un'opera di fantasia (posso dire senza paura di esagerare che possiedono lo spessore e l'intensità dei personaggi shakespeariani o delle tragedie greche... d'altra parte il tema del "travestimento" e della dissimulazione della bellezza femminile sotto abiti maschili, che vediamo in Oscar, e anche l'amore come malattia e come destino di morte, erano topoi ricorrenti sia nelle opere di Eschilo e Euripide, sia nel teatro elisabettiano... OPS, divento pesante, la smetto).
Tutto questo per dire cosa? Che mentre mi immaginavo camminare compita per i corridoi di Versailles, i capelli acconciati e il corpo infilato in un abito preziosi quanto un collier di diamanti da un carato, la mia mente si ancorava a un ideale romantico dell'amore e dell'uomo innamorato, che aderiva completamente alla figura di André Grandier.


Non starò a tediarvi oltre con un trattato su questo personaggio, che per le non-oscariane risulterebbe palloso e per le appassionate non sarebbe che una cacofonia di concetti già sentiti milleduecento volte.
Sappiate solo che Andrè, per me, è il non plus ultra.
Quando ho visto Kate e Leopold, ho pensato che Leopold me lo ricordava un po', anche se André non era nobile (almeno non di nascita, certamente d'animo) e Leopold era ottocentesco (e non settecentesco). Ho pensato che, come Kate, non mi dispiacerebbe catapultarmi indietro nel tempo per vivere un po' di quel magico gioco delle parti, quella galanteria, quel pudore e quella dolcezza che, forse, un tempo, regolavano l'amore (se vero) tra un uomo e una donna. Sì sì lo so, che le donne non avevano diritti e che erano considerate esseri inferiori, svenevoli, poco intelligenti... che ancora oggi dobbiamo lottare per la vera parità, figuriamoci due o trecento anni fa! Ma lasciatemi trastullare nelle mie fantasie romantiche con un filmetto sciocco....


La prima parte è davvero divertente. Leopold, duca ottocentesco, per un salto spazio-temporale causato dall'ex fidanzato scienzato di Kate, si ritrova a New York City oggi e si comporta come un focoso e fiero cavaliere pronto a ogni slancio per difendere giustizia e rettitudine: il modo in cui parla e si muove è spassoso e Hugh Jackman, oltre che bel figliolo, è del tutto credibile: bravo! Meg Ryan, all'ultimo film buono prima della definitiva trasformazione in pipistrello causa botox (nn ci credete? beccatevela qui...), invece non è proprio nella parte, ma si può perdonare.
Lungo la strada il film si perde un po' e finisce annegando in un prevedibile quanto inevitabile lieto fine, ma tutto sommato lo promuovo, suvvia. Non fosse altro che per la colazione che Leopold prepara a Kate una mattina, per coccolarla un po'!


Ah, la colazione... il momento migliore della giornata, se ben fatta! Come nel weekend, quando si ha tutto il tempo del mondo e si indugia in pigiama, assaporando un dolcino, del caffèlatte o del tè, magari un succo di arancia o uno yogurt, della frutta fresca... chi più ne ha più ne metta! Io di solito prendo caffelatte e cereali, che ogni tanto vengono sostituiti da fetta di torta casalinga o più raramente da un croissant (anche se ultimamente, sob, queste opzioni sono FORBIDDEN...). E voi, che  colazione preferite? La classica italiana, la francese, americana, inglese... tedesca!? Raccontatemi che vi preparate, soprattutto ora che fa caldo! 

Vi lascio con il trailer del film!


sabato 21 maggio 2011

Ciambella morbidissima... cotta e mangiata



Ogni niente cinema, accendiamo la tv! Che rapporto avete con i programmi di cucina? Ognuna avrà i propri preferiti, da La prova del cuoco a Cuochi e Fiamme, da Chef per un giorno agli educational di Jamie Olivier fino ai reality di Gordon Ramsey, Hell's Kitchen e quant'altro. Io personalmente non disdegno niente, sono sempre curiosa nei confronti del cibo e di quello che ci gira attorno, per cui mi soffermo volentieri praticamente su tutte le trasmissioni (sono arrivata a segnarmi le ricette di Guerrino il cuoco di Telelombardia.. ricordo un risotto limone e rosmarino niente male, prima o poi lo posterò!). Ho un debole per Chef per un giorno e rimango sempre a bocca aperta davanti ai dolci di Sal Di Riso alla Prova del cuoco... Cotto e mangiato, invece, ammetto di non averlo mai seguito. Un po' per l'orario e la collocazione all'interno di StudioAperto, un po' perché, a pelle, la Parodi non è che mi ispiri troppo.

Il libro però è stato un successone così sono andata a sbirciare il canale di Mediaset dedicato alle ricette e ai suoi video e ho capito che il suo "segreto" è semplice: proporre ricette da tutti i giorni che chiunque può seguire, sfruttando al massimo l'aiuto della tecnologia (mixer, frullatori, impastatrici etc), ma senza fare la schizzinosa in merito agli ingredienti (la Benedetta non disdegna surgelati, semilavorati & co, che alla fine quasi tutti teniamo in casa)  e, soprattutto, senza essere troppo ligia a sottigliezze alle quali uno chef non rinuncerebbe mai, ma sulle quali, se devi preparare la cena in un'ora, sei ben felice di soprassedere. 
Insomma, la Parodi in cucina è "una di noi" e una folla di donne (e uomini?) in cerca di ispirazioni quotidiane l'ha eletta nuovo guru della cucina. Forse un po' esagerando, ma  che dire, tanto di cappello, cara Benny... certo, il cognome l'ha aiutata....
Per la prima volta ho seguito una sua ricetta, un ciambellone semplice che si prepara davvero in 10 minuti e con impegno minimo! Risultato soddisfacente, con una bella tazza di latte è perfetto per la colazione. E vuoi vedere che è quello che trionfa proprio sulla copertina del suo libro? Ovviamente non ho resistito e ho modificato un paio di cose ;-). Via con la ricetta:




Ciambella morbidissima di Cotto e Mangiato
300 di farina (io Farina che lievita di Molino Spadoni, quindi poi non ho messo il lievito)
1 bustina di lievito
150 gr di burro 
300 gr di zucchero  (io 230gr... mi sembrava veramente troppo!)
3 uova
200 ml di latte
una presa di sale
io: liquore di anice per aromatizzare 

La ricetta dice di "mettere tutti gli ingredienti nel mixer, senza un ordine preciso" e azionare per un minuto. Difficile, eh? :-) Io ho semplicemente unito gli ingredienti in una grande terrina e mescolato a mano con una frusta fino a ottenere un composto liscio e omogeneo. Personalmente ho messo prima gli ingredienti liquidi (uova, burro fuso e latte) e poi ho unito farina e zucchero setacciati insieme. Infine  ho aggiunto l'anice per aromatizzare un pochino. Va cotta in forno per 35-40 minuti, a 180 gradi. Io l'ho cotta nella teglia a cerniera Morgane di Guardini (si può usare con la base per torta normale o per ciambella, molto comoda!). Una volta fredda, spolverizzare di zucchero a velo.
E la colazione è servita..

giovedì 3 marzo 2011

Plumcake al cocco & cioccolato: la colazione del campione



Dopo la mia disavventura con lo stampo di silicone m'era rimasta la fissa della tortina. Inutile dire che, da vera combattente ( :-)), ho deciso di rifarne un'altra subito, il giorno dopo. Però no, non ho ritentato con il silicone: se si fosse ripetuta la solfa e avessi dovuto buttare la seconda torta di seguito sarebbe stato troppo deprimente! Ho optato per una ricettina semplice e ottima per la colazione: il plumcake con farina di cocco e pezzetti di cioccolato. 

Plum cake al cocco & cioccolato
50 gr di farina di cocco
150 gr di zucchero
1/2 bustina di lievito per dolci
2 uova
1 vasetto di yogurt bianco (io al limone, era da finire :))
olio di arachidi (misurato nel vasetto di yogurt vuoto)
50 gr di cioccolato fondente

Sbattete le uova e lavoratele a crema con lo zucchero e il vasetto di yogurt. Unite la farina setacciata con il lievito e la farina di cocco e infine il vasetto da yogurt pieno (bastano 3/4) di olio di arachidi. Tritate a pezzetti il cioccolato e aggiungetelo all'impasto, versate il composto in uno stampo per plumcake e infornate a 180 gradi per circa 45 minuti.

Il plum cake è venuto bene, ve lo consiglio perché è semplice e perfetto per iniziare la giornata con una marcia in più... il cocco e il cioccolato, oltre che stare benissimo insieme, sono superenergetici... insomma è la torta ideale per uno sportivo!
Chissà se ne avrebbe volentieri mangiata una fetta anche Mark Wahlberg prima degli allenamenti a cui si è sottoposto per girare The Fighter. Il film, che ha portato a casa due Oscar grazie ai fantastici Christian Bale e Melissa Leo, migliori attori non protagosti, racconta la storia vera del pugile Micky Ward e del suo fratellastro maggiore Dicky Ecklund.



Micky è un ragazzo sui trent'anni che vive in una città di provincia del Massachusets. Fa il pugile, allenato dal fratellastro Dicky, ex promessa della boxe finito sulla cattiva strada a causa della dipendenza dal crack, e gestito da Alice, madre padrona di questa famiglia allargata con 9 figli e aspirazioni da grande manager. Ma la gestione familiare è disastrosa: Dicky non si presenta agli allenamenti, preferendo chiudersi in casa con altri tossici a fumare crack, e la madre non ci capisce un'acca. Micky viene persino costretto a battersi contro un pugile di 9 chili più pesante, che lo distrugge. 
Quando nella vita di Micky arriva Charlene (Amy Adams), ex promessa dell'atletica finita a fare la barista, la musica cambia: il ragazzo prende consapevolezza di sè e capisce che, se vuole avere una chance di vincere, le cose devono evolvere. Inizia così una lotta per affermare se stesso come uomo e come pugile, che passa attraverso l'emancipazione da una famiglia disfunzionale -dove l'unico eroe è sempre stato Dicky- e poi un riavvicinamento consapevole. 




Il film è molto intenso, si respira la voglia di riscatto di queste persone della classe operaia e la loro ansia di non lasciarsi sfuggire l'occasione della vita. Wahlberg regge bene il ruolo, ma chi merita un capitolo a parte è Bale, noto per la dedizione con cui si immedesima nei personaggi. Lui non ha interpretato Dicky, lo è diventato: magrissimo (di sicuro lui di plum cake al cocco non ne ha mangiati per un bel po'), il viso stanco e rovinato, pochi capelli in testa, parlata da bullo di periferia e l'aria di chi, pur non avendo combinato niente di buono nella vita, si atteggia a leggenda, perché preferisce non guardarsi allo specchio o si accorgerebbe di essere un fallito. Se vi capita, cercate in Google qualche foto del Dicky originale: noterete la somiglianza. Intanto, vi consiglio questo film: io l'ho visto in lingua originale e si fa un po' fatica a causa della parlata slang, ma ne vale la pena. 



Mi piacerebbe dedicare questo plum cake ai bambini del Santa Lucia: un piccolo contributo alla raccolta di Caris, e speriamo che vada tutto per il meglio! Il plum cake, per la sua forma e la sofficità, è un dolce molto amato dai bambini e poi i pezzetti di cioccolato e il cocco contribuiscono a renderlo perfetto per una merenda golosa e allegra! E poi come dicevo, è sostanzioso e adatto per chi deve affrontare tante sfide tutti i giorni... perché non bisogna mai smettere di lottare e di crederci, come insegna anche il film che ho abbinato a questo dolce!



Con questo plum cake partecipo anche al contest di Natalia di Fusillialtegamino


giovedì 24 febbraio 2011

Cigno nero: pompelmo e uovo in camicia, la "ballerina diet"


No, non sono io che sto facendo la dieta da ballerina: io mi riempio solo di buoni propositi ma poi mi sciolgo davanti al primo pezzo di torta e/o piatto di pastasciutta che mi propinano! Quella che sicuramente non ha mangiato per mesi è Natalie Portman, protagonista di Black Swan, Il Cigno Nero, l'ultimo film di Aronosfky di cui vi avevo accennato tempo fa, proprio QUI.
Che dire di Natalie? Che probabilmente tra un paio di giorni vincerà l'Oscar: la sua immedesimazione nella talentuosa e insicura stella del New York City Ballet che viene scelta per interpretare la Swan Queen nel Lago dei Cigni è totale. Danza in modo leggiadro, è leggera come una piuma, compita, precisa. L'espressione sofferta del suo viso quando balla, la voce flebile e lo smarrimento negli occhi di fronte al cafone ma sensuale Vincent Cassel, coreografo che lei tanto vorrebbe compiacere, rendono in modo efficace la fragilità di questo personaggio: una ragazza che ha sempre vissuto solo di danza, che somatizza attraverso piccoli autolesionismi e privazioni alimentari il peso delle frustrazioni gettate su di lei dalla madre ex danzatrice.





Nina è ossessionata dalla perfezione e per inseguirla finirà in una spirale di psicosi e allucinazioni, che in particolare coinvolgono la sua rivale-amica Lily (Mila Kunis), un'altra ballerina capace di muoversi -e vivere- con maggiore naturalezza, sensualità e libertà. L'ascesa artistica di Nina, che culminerà in una rappresentazione intensa e viscerale del balletto Lago dei cigni, rispecchierà il suo crollo psicologico. 
Black Swan non è un film sul balletto ma un film che attraverso la danza esplora gli abissi dell'animo umano: ma non annoia, tenendo in tensione per tutto il tempo, spaventandoci, a volte, con piedi feriti o allucinazioni cruente. 
E naturalmente il cibo, da questo dance-thriller-psicologico, è bandito. Fa un'apparizione sporadica in una torta di compleanno mai assaggiata e in una colazione a base di pompelmo e uovo in camicia (qui il procedimento per prepararlo), appena assaggiata da Nina. Ma sapete che ho scoperto che esiste una dieta specifica che si chiama Grapefruit and Egg Diet? promette miracoli, ma è un po' come la Scarsdale, va fatta per due settimane. Potete leggerla QUI. E ci credo che si dimagrisce, si mangia solo pompelmi e uova scondite.... voi che dite, vi ispira? :-)

La colazione di Natalie Portman in Black Swan.. che dite?
Io preferisco cornetto e cappuccino!

venerdì 11 febbraio 2011

Riscoprire Jane Austen, addentando una torta agli agrumi e semi di papavero


Jane Austen è la scrittrice britannica più celebre di tutti i tempi, ma ha pubblicato solo sei libri. Sei romanzi che si riducono a intrecci d'amore, inganni, delusioni e matrimoni tra i salotti della borghesia inglese ottocentesca. Eppure nella carrellata di personaggi che Jane mette in scena c'è l'intero spettro degli animi umani, dei sentimenti, delle cose importanti dell'esistenza. 
Anche sei californiani, cinque donne e un ragazzo, impareranno a decifrare i propri sentimenti e a riprendere il filo delle loro vite attraverso questi classici ne Il club di Jane Austen, un film del 2007 basato su un omonimo romanzo di Karen Joy Fowler
C'è la bella quarantenne che preferisce allevare cani piuttosto che impegnarsi in una relazione (Maria Bello) e coinvolge per scommessa un genio informatico, carino ma imbranato; e poi una giovane prof di francese in crisi matrimoniale che si invaghisce di un allievo (Emily Blunt), una signora di mezza età in cerca di un diversivo; una moglie appena piantata dal marito e la loro figlia lesbica, a caccia di fidanzata. I sei rileggeranno tutti i romanzi, a rotazione, e ciascuno sarà responsabile di un libro. A voi scoprire cosa troveranno negli scritti della sempreverde Austen
Avvertenza, vi verrà voglia di leggere o ri-leggere tutti i romanzi! Quindi munitevi di una fetta di torta per affrontare la lettura... Stasera io ho preparato questa in 5 minuti: rapida, perfetta per colazione e anche  merenda. Era la prima volta che usavo una miscela già pronta e devo dire che il risultato è buono. Io l'ho preparata con il succo di pompelmo perché ho ancora dei residui dalla "partita" arrivata tempo fa, ma si può sostituire con quello d'arancia o di limone e arance.



Torta rapida agli agrumi e semi di papavero
(contiene 380 gr tra farina, lievito e zucchero già dosati)
1 pompelmo
1 vasetto di yogurt al limone
olio di arachidi
2 cucchiai di semi di papavero
2 uova

In una terrina ampia sbattere le uova con un pizzico di sale; mescolarle allo yogurt. Riempire il vasetto vuoto dello yogurt con l'olio di arachidi e aggiungerlo alla crema. Unire il preparato per torta, il succo di un pompelmo e la sua scorza grattugiata. Infine aggiungere due cucchiai di semi di papavero e mescolare bene. Versare in una tortiera imburrata e cuocere in forno a 180 gradi per circa 40 minuti. Spolverizzare a piacere di zucchero a velo... Io l'ho decorata con delle forme di forchettine affamate... buon appetito!



Chi ben comincia... il mio parere sui film visti tra fine e inzio anno

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