giovedì 29 settembre 2011

Nuovi amori: Frida e le fajitas messicane



Ho un nuovo amore. Si chiama Frida. No, non il locale vicino casa mia. Parlo di Frida Kahlo. Ah, bella scoperta, direte voi, è la pittrice messicana più famosa al mondo. I suoi quadri densi di colore e intensi, ma crudi e terribili mi sono sempre piaciuti, e adesso, dopo aver visto Frida, il biopic a lei dedicato beh, li ho finalmente capiti. Se anche voi la apprezzate già, non potete che guardarlo. La regista è una donna, Julie Taymor, e se vi è piaciuto Across the Universe sapete già di chi si tratta. Le immagini e i quadri sono importantissimi nel film e illustrano le fasi della vita dell'artista, caratterizzata da sofferenza fisica, solitudine e amori infelici (uno, in realtà, quello per Diego Rivera, famoso pittore di murales con venti anni più di lei che la sposò ma non riuscì a esserle fedele per una, a suo dire, "genetica predisposizione al tradimento"). La protagonista è Salma Hayek, "imbruttita" per l'occasione con un non credibilissimo monociglio, ma credibile nella sua interpretazione di questo personaggio passionale, ribelle e non convenzionale. Frida, messicana di Coyoacàn nata nel 1907, iniziò a dipingere intorno ai 18 anni, dopo un terribile incidente in cui l'autobus su cui lei viaggiava si schiantò contro un taxi. L'incidente, che le provocò innumerevoli fratture oltre che un danno irreparabile all'apparato riproduttivo -un corrimano si staccò dal bus e la trafisse, entrando dal fianco e fuoriuscendo proprio lì.. ahiaaa!! -, la costrinse a letto per diversi mesi e anche in seguito la condannò a dolori continui, per i tentativi di "riparare" alle lesioni subite con una serie di interventi chirurgici più dannosi che utili. Racconto questo non per gusto sadico, ma perché essenziale per capire la pittura fortemente autoriferita della Kahlo, caratterizzata dall'autoritratto, da situazioni di solitudine e da continuo ricorso a elementi simbolici. La pittura diventa per lei una necessità, una terapia, un senso.



Il film ripercorre dalla gioventù alla morte la vita di Frida, che si inserisce nel solco della Storia grazie a grandi incontri, di natura amorosa - e bisessuale: amanti di Frida furono, ad esempio, una celebre fotografa dell'epoca e di Trozsky, esule dalla Russia di Stalin- e ricorre spesso a disegni, simboli, allegorie, che lo rendono fresco e piacevole. Insomma, a me è piaciuto!

E allora di cosa possiamo parlare se non di cibo messicano, più nel dettaglio di fajitas?



Queste della foto le ho preparate una sera, in cui ho fatto una cena a base di fajitas + insalata greca e tzatziki, ma di solito le servo come da tradizione, accompagnate da guacamole, crema di fagioli messicani, dadini di pomodoro e formaggio edamer grattuggiato; ognuno si compone la sua fajita con gli ingredienti che preferisce... o con tutti insieme.

Fajitas di pollo
Per 4 persone:
8 fajitas pronte da scaldare sulla piastra
600 grammi di pollo (o metà pollo e metà manzo)
3 peperoni rossi e gialli
cipolla
1 cucchiaino salsa Worchester o Tabasco
birra 
olio
sale
pepe
spezie (paprika o cumino, coriandolo fresco)

Tagliate la carne a striscioline e lasciatela marinare nella birra almeno per due-tre ore, con il succo di un lime e, se vi piace, il coriandolo fresco. Soffriggete la cipolla sminuzzata con poco olio in un'ampia padella antiaderente o su una piastra capiente, aggiungete i peperoni a striscioline, aggiustate di sale e pepe. Quando la cottura è quasi ultimata aggiungete la carne, la salsa Worchester o Tabasco, il cumino o la paprika e cuocete a fiamma viva. Servite caldo, insieme alle fajitas passata alla piastra e agli accompagnamenti di cui sopra.

Guacamole leggera con yogurt greco
1 avocado
mezzo cipollotto
1 vasetto di yogurt greco da 170 gr
sale
olio 
poco peperoncino

Tagliate l'avocado a pezzetti. Tre quarti li frullate con yogurt e un po' d'olio. Alla crema aggiungete la cipolla sminuzzata, poco peperoncino, il quarto di avocado a dadini, sale e pepe e, a piacere, pomodoro a tocchetti (io non lo metto).

Crema di fagioli
1 latta di fagioli messicani
mezzo cipollotto
peperoncino
sale
olio

Scolare i fagioli, metterne da parte un terzo scarso. Fate un soffritto di cipolla in poco olio e con un opo' di peperoncino, a cui aggiungerete i fagioli; salate e lasciateli cuocere finché non saranno spappolati (o potete passarli al minipimer, che si fa prima). Aggiungete i fagioli interi e servite.

Spalmate la fajita con le salsine, aggiungete la carne coi peperoni, arrotolate e... Hasta la vista


domenica 25 settembre 2011

Biscotti al farro e muffin al cacao e acqua calda. Per un tè con Mary Poppins


E' arrivato l'autunno e trac! per non farmi mancare nulla mi sono subito ammalata. Sbalzi di temperatura, virus, semplice sfiga... chi lo sa? Sta di fatto che il raffreddore che mi trascinavo già da una settimana nel weekend è esploso, portando con sé mal di gola e qualche linea di febbre. Insomma la classica "parainfluenza", alquanto fastidiosa e debilitante. 
Sono chiusa in casa (mentre fuori c'è un bel pomeriggio tiepido) e ho deciso di sfruttare le mie scarse energie residue per sfornare qualche dolcezza. E così ecco questi biscotti con farina di farro e dei muffin neri neri, con cacao e acqua calda, che ho preso dal blog di Federica :) Anche i biscotti mi sono stati ispirati da lei, perché avevo letto sempre sul suo blog una versione interessante con il grano saraceno: ma avevo questa farina di farro da finire, così ho pensato di re-inventarne una simile, ma ho finito per fare una cosa un po' diversa, viste le mie aggiunte "speziate".


Biscotti rustici al farro


200 gr di farina di farro integrale
80 gr di farina 00
100 gr di burro
110 gr di zucchero di canna
1 uovo
1 cucchiaino di lievito per dolci
1 pizzico di sale
1 cucchiaino di cannella
1 cucchiaino di zenzero
1 cucchiaio di cacao
zucchero di canna per decorare


Lavorate con le fruste elettriche il burro morbido insieme con lo zucchero di canna. Aggiungete un uovo e amalgamate bene. In una ciotola a parte setacciate le farine con cacao, cannella, zenzero, sale e lievito. Aggiungete il tutto alla crema di burro, uovo e zucchero e impastare una palla, che avvolgerete nella pellicola e metterete in frigo per un'ora. Stendete la frolla su un foglio di carta forno, a uno spessore di circa 5 mm (o come più vi piace: sconsiglio però di stenderli troppo sottili, questi biscotti rendono meglio se belli corposi) e ritagliate le forme che preferite. Infornate a 180 gradi per circa 15 minuti. Raffreddate e poi gustate con un bel tè delle cinque.. ma sono perfetti anche a colazione.

E veniamo ai nostri muffin...



Muffin al cacao e acqua calda
Si tratta di muffin che al posto del latte prevedono l'utilizzo di acqua calda. Per il resto il procedimento è quello classico (tutti i solidi, tutti i liquidi, mescolati velocemente e messi nei pirottini) e potete leggerlo sul blog di Fede, che lascia le dosi per 15 muffin grandi/18 muffin medi. 



Se però, come nel mio caso, non siete in tanti in famiglia e non volete avere dolci in giro per tutta la settimana, potete seguire queste dosi, che sono per 6 muffin di media dimensione. Una premessa: sono ottimi ma molto cacaosi e quindi un po' amari. La prossima volta che li farò metterò più miele.. direi il doppio. 


Dosi per 6 muffin


90 gr di farina 00
15 gr di fecola di patate
50 gr di cacao amaro
1 cucchiaino da caffè di lievito per dolci
1 cucchiaio di gocce di cioccolato (più altre per decorare la superficie)
100 di acqua bollente (+ aggiunta mia, 1 cucchiaino di caffè solubile nell'acqua)
25 gr di olio
2 cucchiai di miele
1 uovo




Che film vi lascio? Un classico per famiglie, divertente e perfetto da guardare in un pomeriggio domenicale (se siete costretti a stare in casa...) e che contiene la scena del tè pomeridiano più spassoso di tutti i tempi.. sto parlando di Mary Poppins ovviamente! 



Il primo film della storia a mescolare umani e cartoni, che risale al 1964 e ha per protagonista Julie Andrews nei panni della tata perfetta venuta dal cielo.
Ma eccovi la gustosa scena del tè con zio Albert, che fa letteralmente "volare" dal ridere... Mancano solo questi muffin e qualche gustoso biscottino. Ora quelli potete metterceli voi!



Con i biscotti rustici al farro partecipo al contest di Francy de La Dolce vita The Sweet Tea Time


Con la ricetta dei biscotti rustici al farro partecipo al contest di Montagne di Biscotti:



mercoledì 21 settembre 2011

Super 8: Goonies meet Cloverfield. Ricordando il 1979 (anche a tavola).



Immaginatevi un gruppo di amici degno dei Goonies. Joe (Joel Courtney), il leader suo malgrado, sveglio, di animo buono e da poco orfano di madre. Charles, ciccione e aspirante regista; poi c'è Cary, con la passione-ossessione per fuochi d'artificio e gli esplosivi, e Alice (Elle Fanning), carina e intraprendente figlia di un ubriacone che il padre di Joe incolpa della morte della moglie. C'è il progetto di un film da girare insieme, con gli amici Martin e Preston. Di notte, di nascosto dai genitori, con una videocamera Super 8, nell'estate del 1979



E qui i Goonies incontrano gli alieni, ma non si tratta di E.T. Stavolta i dodicenni sono messi alla prova da una creatura che distrugge ogni cosa al suo passaggio. Testimoni involontari di un terribile incidente ferroviario, Joe & company si troveranno a dipanare il mistero relativo a questa "cosa" mostruosa che la pellicola ha immortalato per pochi secondi e che l'esercito sembra deciso a mantenere nascosta. L'immaginario di Spielberg (cittadina della provincia americana, preadolescenti amici per la pelle con un gran progetto, difficili rapporti genitori-figli, alieni) è filtrato stavolta dallo sguardo cupo di J.J.Abrams, che ha scritto e diretto questo film, prodotto dal papà di E.T. e Incontri ravvicinati del terzo tipo
Ritmo incalzante, avventura, spavento, commozione, nostalgia per gli anni 70 si mescolano in questo film, che ha le carte per piacere a tutti. Ai ragazzi, agli adulti cresciuti con i film di Spielberg, a chi adora la fantascienza, a chi ama le pellicole catastrofiche, a chi vuole il lieto fine, a chi va pazzo per lo stile di zio J.J. 
Non perdetelo!


Per restare nel mood fine anni 70 - primi anni 80, vi propongo alcuni cibi che hanno caratterizzato le nostre tavole in quegli anni... li ricordate? Li mangiavate?

1) Le merendine. Chi potrà mai dimenticare il tegolino, la girella o gli yo-yo? Oggi molte merendine sono state riviste in chiave salutistica, allora cioccolato e pan di spagna erano un must.  

Tegolino
Girella
Yo Yo 
2) Le bibite Billy all'arancia... Oggi per fortuna si predilige il succo 100% frutta!


Billy

3) Nesquik, Orzobimbo o Ovomaltina: le mamme ci concedevano un cucchiaio di queste "polverine magiche al cacao" per addolcire il latte della prima colazione!


Nesquik
Orzobimbo

4) Salse: a fine anni 70 e inizio 80 andava di moda cucinare piatti dove abbondavano maionese e panna. In onore all'abbondanza. Si dovrà attendere la fine del decennio una maggior attenzione ai grassi e colesterolo! Un paio di esempi?

Cocktail di gamberi
Vitello Tonnato
5) Altre schifezze, stavolta surgelate. Come dimenticare l'avvento dei Sofficini?


Dallo spot dei Sofficini

sabato 17 settembre 2011

Un cartone e una pastasciutta per i "piccolini"

Ci sono certi prodotti che, dagli scaffali del supermercato, sembrano farti l'occhiolino e dirti "Hey, cosa aspetti? Provami!". Soprattutto se si tratta dell'ultima trovata di un marchio assai conosciuto, onnipresente in tivù grazie a una pianificazione pubblicitaria su tutti i canali. E quindi sono caduta nella trappola del marketing e ho infilato nel carrello un pacco di questa pasta. Che poi non sarei nemmeno in target, perché in teoria è pensata per i bambini, magari inappetenti, che con questi formati piccoli e colorati possono vivere la cena come un gioco. Avrete capito tutti di quale pasta sto parlando, no? Si tratta dei Piccolini, e non devo neanche citare la marca. Ho comprato queste mini pipe che nell'impasto contengono un 25% di verdura (in questo caso purea di carote e pomodoro) e beh, devo dire che mi sono piaciuti un sacco (sarà che sono una bimba dentro?)! Li ho preparati con un sugo semplicissimo di pomodoro e ricotta, quindi davvero adatto anche ai vostri pupi :-) Perdonate la foto, ma era sera e non sono riuscita a fare di meglio.



Mini pipe con pomodoro e ricotta
Dosi per 4 persone:
320 gr di Mini pipe al pomodoro e carota
1 quarto di cipolla rossa
pomodorini ciliegia q.b.
200 gr di ricotta
4-5 foglie di basilico
sale

Stufate la cipolla sminuzzata con poco olio e un po' d'acqua. Aggiungete i pomodorini tagliati a metà e fate cuocere a fuoco vivo per qualche minuti, condendo con sale e foglie di basilico. Per ultima unite la ricotta e fate amalgamare per un paio di minuti. Nel frattempo lessate in acqua salata la pasta per 5 minuti. Scolate, saltate in padella con il sugo e servite.

Visto che abbiamo parlato di Piccolini, vi segnalo alcuni film per bambini che sono usciti o in uscita in questo periodo: per un pomeriggio da passare al cinema con loro!




Chi non ricorda i Puffi? Intere generazioni sono cresciute con le avventure di Puffetta, Brontolone, Quattrocchi, Forzuto e Grande Puffo. Adesso i piccoli omini blu diventano protagonisti di un film, grazie alla computer grafica. E attraverso un portale magico, finiscono a New York per sfuggire a Gargamella. Uscito al cinema ieri, è pensato per bambini fino ai 10 anni. (trailer)




Tornano le avventure del panda gigante -e un po' imbranato- prestato alle arti marziali. Stavolta il nemico si chiama Shen, figlio dei reggenti cacciato dal palazzo reale per aver voluto trasformare l'uso della polvere pirica dei fuochi d'artificio in quello della polvere da sparo dei cannoni. Cercherà di annientare i panda perché una vecchia indovina ha previsto la sua sconfitta per mano di uno di loro. Tanti combattimenti e ritmi serratissimi! (trailer)



Ringrazio Anakin della segnalazione: mi ha ricordato che il 14 ottobre sarà nei cinema l'ultima fatica animata dello Studio Ghibli di Miyazaki. La regia stavolta è di Hiromasa Yonebayashi, uno dei disegnatori storici del team del maestro. Il film è tratto da una serie di racconti fantasy per ragazzi, The Borrowers, di Mary Norton. Miyazaki ha adattato la storia alla Tokyo dei giorni nostri: Arrietty è una ragazza di 14 anni piccolissima, di circa 10 cm, che vive con la sua famiglia sotto il pavimento di una casa nella campagna fuori Tokyo. Questi esserini vivono di ciò che prendono "in prestito" dagli umani: scarti di cibo, oggetti abbandonati . Quando Arrietty viene vista dal coetaneo Sho, dopo l'iniziale diffidenza, tra i due scatta la simpatia e una meravigliosa quanto difficile amicizia. (trailer)

mercoledì 14 settembre 2011

Castagnaccio "sbagliato" con cedro e mandorle, sognando un Autumn in NY



Sono distratta: compro le cose, le stipo nella credenza, me ne dimentico e poi un giorno, sistemando qua e là i nuovi acquisti, mi accorgo che alcune cose le avevo già, oppure scovo roba dimenticata da mesi che, ovviamente, è in scadenza. E' il caso della farina di castagne di cui vi parlavo qualche giorno fa.
Alcune di voi sono state molto gentili e mi hanno linkato e suggerito delle ricette buonissime; tuttavia, alla fine, ho dovuto fare di testa mia ;-)
Questo perché mi sono accorta che i "reminders", nella mia cucina, erano vari e dato che odio buttare il cibo ho pensato di unirne alcuni in un dolce un po' autunnale, che ho battezzato castagnaccio "sbagliato" (un po' come il Negroni) perché alla consueta base di castagne, latte, acqua e olio ho voluto aggiungere miele, cacao, cedro e mandorle al posto di pinoli, uvetta e rosmarino. 
Il risultato è una versione un po' più dolce di questo dolce toscano, ma con la stessa consistenza. Vince su tutto il sapore della farina di castagne, per cui attenzione: vi deve piacere quel gusto!

Castagnaccio "sbagliato"
500 gr di farina di castagne
250 ml di latte parzialmente scremato
250 ml di acqua
3 cucchiai di olio di semi
2 cucchiai colmi di miele Millefiori
100 gr di cedro candito
100 gr di mandorle spellate
3 cucchiaini di cacao amaro

Setacciare la farina di castagne in una ciotola capiente. Aggiungere il latte e l'acqua (se preferite, potete fare tutto latte) e mescolate bene. Aggiungete il miele, l'olio, il cedro tagliato a pezzetti, le mandorle spezzettate e mescolate ancora. Foderate di carta da forno una teglia rotonda capiente e versate il composto. Cuocete in forno a 180 gradi circa 45 minuti, quando la parte alta del dolce avrà fatto una bella  crosticina e tante piccole crepe. Se ve lo mangiate per merenda, magari un pomeriggio che non fa caldo come in questi giorni, potete accompagnarlo a un infuso di semi di finocchio tiepido. Lo consiglio per due motivi: uno, il sapore delle castagne è intenso e gustarlo accompagnato a una bevanda delicata lo alleggerisce un po'. Due, si sa che le castagne mettono mal di pancia... i semi di finocchio invece sgonfiano. Accoppiata vincente, no? :-)



E visto che con questo dolce stiamo un po' anticipando l'autunno, parliamo di un film che si svolge proprio in questa stagione: Autumn in New York. Una storia d'amore strappalacrime, in tutto e per tutto: prevedibile, paracula, gioca a toccare le corde delle nostre emozioni.
E noi donne, si sa, spesso ci caschiamo. Nulla di innovativo rispetto a Love Story, comunque, solo che al posto di Ryan O'Neill e Ali McGraw, coetanei e all'epoca sconosciuti, ci sono Richard Gere e Wynona Rider. Lui è un ristoratore- playboy di mezza età che si innamora inaspettatamente di una delle sue potenziali prede. Peccato che lei sia malata terminale: potete già immaginare come andrà a finire. Un tripudio di tristezza, ambientato nella stagione che più di tutte incarna la decadenza, quando dal tepore dell'estate si passa al freddo umido e le foglie degli alberi si tingono di giallo e marrone prima di cadere a terra senza vita. 
Consigliata la visione tra donne o da sole, uno di quei giorni in cui si ha voglia di piangere. QUI il trailer.


giovedì 8 settembre 2011

Fashion Night o tagliatelle alla zucca?


Ok, c'è la Vogue Fèscion Nait Aut stasera qui a Milano. Se non sapete cos'è, leggetevi questo post della mia amica Carli. Una specie di notte bianca, ma stilosa, perché la crisi si sa, colpisce pure gli Armani, i Prada e i Valentino (ma forse non gufetto-Tod's -Della Valle!) e bisogna invogliare la gente a comprare. 
E allora via con gli aperitivi gratis e negozi aperti fino a tarda notte, con qualche attrazione musicale, vips, special & limited edition targate VFNO. L'idea è bella, un giro si fa volentieri, c'è gente in giro e tanti stranieri. Certo, bisogna essere pronti ad affrontare alcune cose.

a) Folle oceaniche si riversano fra i vicoli del quadrilatero della moda (e del centro in generale), determinate ad accaparrarsi lo smaltino-Chanel-che-solo-per-questa-sera, il braccialetto così e la t-shirt cosà (che poi alcuni proventi vanno in beneficienza, quindi non si può dire niente). 

b) File. Si sgomita in negozi di 150 mq, normalmente popolati da più commessi che clienti (= vuoti) ma stasera pieni fino a scoppiare, per arraffare un Camparino.

c) Anarchia gastronomica. Dovete essere disposti a infilarvi in bocca un canapé al formaggio, che vi colpirà con una zaffata di cipolla cruda infilata a tradimento nella crema, e subito dopo, nel negozio seguente, un biscotto al burro o un cioccolatino; perché una boutique ha optato per il salato, l'altra per il dolce. Ma non temete: altri 10 metri e vi aspettano focaccia stantìa e vol au vent dal sapore indefinibile. Se e quando riuscite ad arrivare al vassoio.

d) Anarchia alcolica. Questa non è grave. Si beve il prosecco, poi il Campari, poi un cocktail, poi si scola un altro bianchino. E vabbè, tanto è gratis!! Stomaci deboli astenersi, please.

e) La gente fescionvictim che per l'occasione fa sfoggio del vestito buono e di tutti gli accessori firmati che possiede (monogram di Gucci -Chanel e Luigi Vuittone sono preferibili). E se sono donne magari si concedono un bel tacco dieci: il massimo della comodità per gironzolare tra i negozi!

f) Gli studenti di moda. Tipo quelli della Naba o dello IED - i giòvani con i look superstudiati che vogliono fare gli alternativi (ma, per me, un po' si somigliano tutti): cappello borsalino abbinato a t-shirt con bretelle e pantaloni stretch neri o di un qualsiasi colore fluo, occhiali anni 50, foulard, borse a tracolla. Le ragazze scelgono gonnelle con orsacchiotti o stelline che abbinano in contrasto a corpetti un po' sexy e All star ai piedi, oppure si danno allo stile new preppy. I capelli hanno tagli geometrici o bon ton da bimba, e quà e là spunta qualche piercing e tatuaggio. Molti i gay. Li ammiro tutti, perché hanno la voglia e la costanza di curare così il loro stile, con tutti questi dettagli. Ma guardandoli mi sento vecchia.

g) I fan di qualcuno (chiunque sia). Affollano i concept store che hanno avuto la malaugurata idea di invitarli. E urlano.

h) Modelli bellissimi e modelle stupende. Sì, la presenza dei modelli è assolutamente un PRO. Ma accanto a loro ci sono le loro colleghe donne. E guardandole non si può fare a meno di confrontare il loro stacco di coscia con i vostri prosciutti o i loro capelli vaporosi e perfetti con il vostro cespuglio. Vi sentite cesse. Punto.

Se superate tutto ciò, c'è da divertirsi e anche un bel po'. Ma io oggi, tra lavoro e fastidi fisici, sono troppo stanca, out of the mood, no fashion at all. Insomma: VFNO, te saludi. Ci vediamo l'anno prossimo. 
Me ne sto a casa, a riposarmi. A guardarmi un film. E a mangiarmi un piatto di pasta.....


Tagliatelle alla zucca con zucchine e coppa croccante

Per due.
170 gr di Tagliatelle alla zucca (io le ho trovate Agnesi: ottime!)
mezza cipolla
due zucchine
4 fette di coppa
sale 
pepe

Tagliate la cipolla e rosolatela in poco olio. Grattugiate le zucchine e aggiungetele alla cipolla. Cuocete per dieci minuti, aggiungete sale e pepe e spegnete. Lessate le tagliatelle in abbondante acqua salata. Nel frattempo tagliate a striscioline sottili le fette di coppa. Mettetele a rosolare senza olio in una padella antiaderente per cinque minuti, fino a che saranno leggermente croccanti. Quando la pasta è cotta, scolatela, passatela in padella con le zucchine e impiattate. Guarnite con le striscioline di coppa.
Un primo saporito, completo e velocissimo. Ovviamente potete sostituire la coppa con la classica pancetta o guanciale.

Ora sto meditando come utilizzare:
- 1kg di farina di castagne, scaduta da pochi giorni
- 800 gr di farina di farro in scadenza
Qualche idea? 

sabato 3 settembre 2011

Scaldate i pop corn, arrivano i film (e il red carpet) di Venezia

"Giulietta monta in gondola, che mi te porto al Lido..." Quando eravamo piccole mia nonna, originaria di un paesino vicinissimo a Venezia, ci cantava sempre una vecchia canzone che recitava così. 
E proprio nel lussuoso Lido della Laguna si è aperta mercoledì la 68esima edizione della Mostra Internazionale di Arte Cinematografica. Gli occhi del mondo sono puntati sulle star del cinema, che affollano il red carpet con look più o meno azzeccati (guardate più giù...), assediate dai flash dei fotografi e dai fan accalcati per un saluto. Se siete tra i fortunati a frequentare Venezia in questi giorni potrete godere di persona di questo clima glamour-culturale unico. Per chi invece è rimasto a casa, tra i tanti film proposti e di cui trovate le schede sul sito della mostra, eccone cinque in concorso che secondo me varrà la pena "assaggiare" al cinema nei prossimi mesi. 



Il film, con la regia e l'interpretazione di George Clooney, racconta la storia di un giovane (e idealista) addetto stampa (Ryan Gosling) che va a lavorare per il candidato alle primarie per le presidenziali USA. Ma, coinvolto in uno scandalo che minaccia di compromettere la campagna, dovrà confrontarsi con gli intrighi della politica e finirà per corrompersi. 



Roman Polanski gira un film che si svolge nell'arco di un pomeriggio. Due coppie si incontrano per cercare di chiarire civilmente la rissa avvenuta tra i due figli adolescenti. Uno, bulletto, le ha date di santa ragione all'altro, facendogli saltare due denti. Inizialmente i quattro sono intenzionati a riportare la pace, ma presto saltano fuori delle contraddizioni profonde che culminano in una perfida resa dei conti.



Chi ha visto Persepolis conosce Marjane Satrapi. Disegnatrice di graphic novels iraniana emigrata in Europa che mescola nei suoi racconti autobiografia e storia del suo Paese. Ora torna alla regia, ma con un progetto nuovo: trasformare il suo romanzo a fumetti film. La storia di un violinista iraniano che, privato del suo strumento prediletto, non riesce a trovarne un degno sostituto. Si lascia quindi andare, passando le giornate a letto tra pensieri sulla gioventù e sul futuro dei propri figli. Col dispiegarsi della storia, però, si rivela il reale motivo della sua scelta.



Cristina Comencini riversa sullo schermo uno dei suoi romanzi, Quando la notte, ambientato tra le vette. La Comencini affida l'interpretazione del montanaro Manfred a Filippo Timi mentre Marina, giovane madre con figlio a presso in fuga dalla città, è Claudia Pandolfi. Entrambi i personaggi nascondono un segreto: sono lontanissimi, eppure tra loro nasce un legame molto intenso, ma impossibile da gestire. 



Il dottor Freud interpretato da Viggo Mortensen. Già la curiosità per la sua interpretazione vale il biglietto. E poi il film di David Chronenberg mette in scena il tormentato rapporto tra gli psicanalisti Freud e Jung e la giovane paziente Sabina (Keira Knightley). L'insolito triangolo porta alla messa in discussione e ricostruzione in chiave tutta nuova del pensiero moderno.

Allora, pronte con i pop corn? Intanto vi lascio qualche immagine delle dive che hanno affollato la passerella. 

Vittoria Puccini, madrina della 68esima Mostra, all'apertura del festival

Monica Bellucci, diva come sempre
Keira Knightley, elegante per la prima di A dangerous Method
Evan Rachel Wood: look vintage e trucco anni 60, very chic
Madonna.. io boccio il look farfalloso!
Kate Winslet mostra le curve,
strizzata in un abito firmato Victoria Beckham

Qual è la vostra preferita??

martedì 30 agosto 2011

Parlami d'amore: quando il troppo stroppia


Una delle regole sempre valide per chi scrive è rileggere a mente fredda, armarsi di accetta (e di coraggio) e cominciare a tagliare. Togliere, snellire, perché la prima stesura contiene spesso ripetizioni, inutili avverbi e aggettivi, particolari e informazioni che appesantiscono la narrazione invece che arricchirla. Quest'operazione non è facile. Tagliare per ogni scrittore è una sofferenza: tutti i pensieri buttati sul foglio appaiono ai suoi occhi ugualmente fondamentali. Ma un bravo scrittore sa guidare chi legge, suggerendo una sensazione, un concetto, dando il là a un'intuizione e lasciando tuttavia che sia il lettore ad arrivarci, attraverso la propria interpretazione personale. Lo stesso principio vale, a mio avviso, al cinema
Silvio Muccino non ha saputo far sua questa regola. Stasera, a casa da sola e quindi con un po' di tempo da perdere, ho voluto dare una chance a Parlami d'amore (in onda su canale 5), opera prima di Muccino jr, appunto, tratta dall'omonimo romanzo scritto dall'attore insieme a Carla Vangelista. Premetto di non aver letto il libro e, a questo punto, mi vien da dire, meno male. 
Il film pecca di manierismo e di presunzione, è un'accozzaglia di situazioni disparate (e disperate) che convergono in un improbabile quanto prevedibile triangolo amoroso. Si tuffa in un tema serio come la droga, e le dipendenze in genere, con sguardo superficiale, nutrito di luoghi comuni, lo trasforma in espediente per rendere il protagonista, Sasha (che poi, che nome è? Mica è russo!) una specie di "maledetto" (cosa difficile a credersi, data la faccetta da pesce lesso con occhietti all'ingiù di Silvio). Il tutto è condito da recitazione sopra le righe, sguardi intensi, forzature pseudoteatrali (qui Carolina Crescentini recita come il suo personaggio Corinna Negri di Boris); si salva solo Aitana Sanchez Gijon, che però non è aiutata dai dialoghi che rasentano l'assurdo (ma non surreali in modo consapevole e voluto, semmai si tratta di un verosimile mal riuscito, privo di alcun fascino).
La storia? Sfigato orfano cresciuto in comunità decide che deve prendere in mano la sua vita e conquistare la tizia che gli piace fin da bambino (ricca, insicura e ribelle). A chi chiede aiuto? A una quarantenne in crisi con il marito che conosce facendo un incidente d'auto. I due iniziano una specie di "scuola di seduzione". Ma entrambi hanno un pesante passato alle spalle che non possono ignorare. E tra amici tossici, partite a pocker e cocaina, Sasha diventa più sicuro di sé, si fa Benedetta (la Crescentini), ma abbassa la guardia e si perde. Era davvero quello che voleva? Ovviamente no, ma non vi rovino la fine (anche se dal minuto 10 del film avrete già capito qual è).


Insomma, il film ha il gusto sciapito di una pizza con la mozzarella finta, quelle fatte con la pizzottella o il fontal, che hanno gli occhielli di formaggio rigidi e insapori e frustrano profondamente quella voglia matta di fiordilatte filante. Ma assomiglia anche alle insalate di riso servite agli aperitivi, unte, con dentro tante, troppe cose, pesanti ed esagerate, che un semplice spaghetto al pomodoro era meglio. Citazioni culinarie all'interno del film? Praticamente nulle. E, anche per questo, non ci piace ;-)

domenica 28 agosto 2011

Duplicity & una summer cake for dummies, con pesche e fichi




Caldo, caldo, caldo e una sorella che compie gli anni. Che si fa per festeggiarla con un dolcetto? Si pensa a una torta a forno spento, ovviamente! Così ho inventato questa multistrato che ho definito for dummies perché davvero facile, essendo preparata con pan di spagna pronto e con il preparato per crema pasticcera senza cottura Molino Chiavazza. Lo so, con il pan di spagna fatto in casa e la crema vera è un'altra cosa, ma con queste temperature se accendo il forno rischio l'autocombustione. E poi diciamocelo, con le belle giornate magari c'è meno tempo da dedicare alle creazioni culinarie. 
Assicuro comunque che il risultato è stato ottimo, la torta è stata gradita e spazzolata da tutti... tranne che dalla festeggiata! Eh sì perché, dopo le prime due forchettate di circostanza alla sua fetta, mia sorella Giulia ha confessato di odiare il pan di spagna, soprattutto se abbinato alla frutta. E io finora non avevo mai saputo questa cosa! Sarà che a casa mia questo genere di torte non si preparava mai.
Notate una certa differenza nella qualità delle immagini? Ebbene sì, questi scatti sono stati fatti a) con una macchina fotografica "vera" b) da mia sorella Francy 3) sul verde terrazzino dei miei genitori.. Magari poter godere sempre di questa luce e di questi strumenti! :) 
Ma veniamo alla torta.

Summer cake for dummies con pesche e fichi

3 basi di pan di spagna da 22 cm (oppure, qui trovate la ricetta per farlo da voi)
1 confezione di crema pasticcera Molino Chiavazza
550 ml di latte

4-5 fichi 
3 pesche non troppo mature
o altra frutta a scelta

per la bagna
250 ml di acqua
100 gr di zucchero
2 bacche di anice stellato e 2 cucchiai di liquore all'anice (o altro liquore a vs scelta, es: cointreau, rum)

per coprire la frutta: 
2 fogli di colla di pesce
150 ml di acqua
1 cucchiaio di zucchero

In una terrina versare il contenuto di due buste per crema pasticcera. Aggiungere il latte mescolando molto bene e poi montare per circa 5 minuti con la frusta elettrica. Otterrete una crema dolce, aromatizzata al limone, più leggera della vera crema pasticcera e in cui si percepisce una certa dose di amido. In alternativa, se avete tempo, fate da voi la classica crema pasticcera oppure la crema al latte: il preparato non è male, ma la resa della crema fresca è sicuramente un'altra cosa. Mettete in frigo la crema.
Preparate la bagna: mettete a scaldare l'acqua zuccherata con l'anice stellato. Bollite qualche minuto e poi lasciate intiepidire. Aggiungete il liquore, a piacere.
Preparate la frutta: io ho fatto uno strato di fichi e due di pesche noci, voi potete usare la frutta che più vi piace. Per q.r. i fichi, vanno sbucciati e tagliati a rondelle. Basterà invece tagliare a fettine sottili le pesche noci: sceglietele abbastanza sode, o si spappoleranno mentre cercate di tagliarle. 
Quando la crema e la bagna saranno fredde, potete procedere ad assemblare la torta: bagnate il primo disco di pan di spagna con un pennello, spalmate un po' di crema, disponete le fette della frutta prescelta. Ripetete l'operazione per i due strati successivi. Decorate a piacere, io ho coperto con un po' di gelatina per evitare che le pesche annerissero. 


E che film abbiniamo a questa torta? Considerato che era pensata per mia sorella Giulia e che si compone di due frutti, tre strati uno sull'altro e qualche piccolo inganno (vedi crema pronta), vi parlerò di Duplicity, che ha per protagonista un'altra Julia (Roberts) ed è una commedia-thriller sullo spionaggio industriale, in cui ogni piccolo particolare si incastra attraverso giochi, inganni e flashback rivelatori.



La trama? Julia Roberts e Clive Owen sono due agenti segreti: lei della CIA, lui dei servizi britannici e si incontrano in un bar. Scocca la scintilla che li fa finire a letto: lei, più furba, sa già tutto di lui e lo abbandona legato e drogato, trafugandogli importanti documenti. Si ritrovano cinque anni dopo a New York a lavorare per la stessa multinazionale, che vorrebbe rubare la formula di un prodotto rivoluzionario a una concorrente. Si rivedono solo allora? Si odiano? O forse si amano? L'attrazione è fatale, ma la fiducia non è totale. La voglia di guadagnarci, invece, sì: così i due iniziano una corsa al doppio, se non triplo, gioco, per truffare chi crede di truffare e accaparrarsi la formula, sempre controllandosi a vicenda. Veloce e incasinato, questo film mi ha inizialmente innervosito ma poi si è ripreso alla grande dalla metà in poi. Leggero, ricco di azione ma bisognoso di attenzione (cervelli spenti: off limits qui!), piacerà agli amanti del thriller, ma anche a quelli delle commedie. Buona visione (con una fetta di torta :))


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