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venerdì 21 agosto 2020

Cheese Naan indiano: The Lunch box


Pane naan Cooking Movies

La cucina indiana è ricca di spezie e profumi e per accompagnare le tante pietanze saporite è immancabile il pane naan: un pane preparato con lievito di birra e yogurt che potete fare facilmente anche a casa e che io adoro soprattutto nella versione cheese naan, ovvero ripiena di formaggio spalmabile! 
La preparazione casalinga non verrà sottile come il pane che avrete sicuramente assaggiato nei ristoranti indiani, tradizionalmente cotto al forno tandoori: saranno più delle focaccine (ma si preparano in padella!) che potete tranquillamente considerare il "piatto forte" del vostro pasto e accompagnare con verdure saltate o al curry! 
Ecco la ricetta per prepararli!




Cheese naan
per 8 panini ripieni
525 g di farina 00
mezzo panetto di lievito di birra
185 g di yogurt bianco (intero o magro)
175 g di acqua 
4 cucchiai di olio evo
1 cucchiaino e mezzo di sale
125 g di Philadelphia o simili


1. In una ciotola capiente scogli il lievito con un po' di acqua
2. Aggiungi lo yogurt
3. Inizia ad aggiungere la farina un po' alla volta, e man mano unisci anche la restante acqua
4. Unisci l'olio e il sale
5. Impasta direttamente nella ciotola fino a ottenere un panetto
6. Lascia riposare per circa 2 ore e mezza o comunque fino al raddoppio
7. Sulla spianatoia o un piano infarinato, lavora un po' l'impasto e poi dividilo in 8 palline
8. Lascia lievitare nuovamente per 20 minuti
9. Riprendi i panetti e stendili bene con il matterello
10. Spalma delicatamente il centro del pane con del Philadelphia, senza arrivare ai bordi. Richiudi il pane sui bordi in modo da chiuderlo completamente e poi stendilo di nuovo con il matterello per allargarlo bene. Fai piano o il formaggio rischia di fuoriuscire.
11. Cuoci un panino alla volta in una padella ben calda o su una piastra in ghisa, 2 minuti per lato
12. Gustalo caldo insieme alle tue verdure preferite!


In abbinata a questo pane buonissimo, vi lascio un film indiano altrettanto delizioso: The Lunchbox.
Una pellicola del 2013 che ha conquistato il pubblicato di Cannes, Sundance e Toronto film festival, la storia delicata di due solitudini che si incontrano per caso e trovano nella loro amicizia l'opportunità di riscattarsi.



Ila è una casalinga di Mumbai che decide di ravvivare il suo matrimonio alla deriva preparando un pranzo speciale per il marito: lo mette nel cestino da pranzo (dabbawala) e lo consegna a uno dei 5000 fattorini che ogni giorno ritirano da case e ristoranti i pranzi destinati ai lavoratori e li consegnano ai colletti bianchi sparsi negli uffici della città.




Una rete di consegne, quella di Mumbai, davvero incredibile, un meccanismo perfetto che, come studiato anche dall'università di Harward, pur non avvalendosi di alcuna tecnologia ha un margine di errore irrisorio (1 errore su circa 6 milioni di consegne!)
Eppure, nel caso di Ila il meccanismo si inceppa e il suo pranzo arriva per errore a un vedovo solitario e un po' inacidito dalla vita, prossimo alla pensione, Saajan. L'errore, presto chiaro a entrambi, diventa l'occasione per una singolare corrispondenza attraverso i cestini da pranzo e la nuova amicizia porta tutti e due a riflettere sulla propria vita e prendere importanti decisioni.
Vi lascio con il trailer!


Avete visto questo film? E conoscete il cheese naan? Raccontatemelo nei commenti!

lunedì 1 giugno 2020

Ravioli cinesi per Kung Fu Panda

jiaozi Cooking Movies
Jiaozi!!

Ieri mi sono svegliata ispirata e in vena di cibo orientale : ho voluto preparare i ravioli cinesi, i famosi Jiaozi. Li conoscete? Quando vado al cinese li ordino sempre, potrei fare un pasto solo di questi, magari variando i gusti, anche se i miei preferiti restano quelli di carne alla griglia. Li avevo fatto solo un'altra volta in passato perché è una ricetta che richiede un po' di tempo pazienza più che altro per l'assemblamento, ma ne vale la pena perché sono buonissimi!
Di seguito vi lascio subito la ricetta e qualche tips imparata sul campo per cucinarli.

martedì 26 maggio 2020

Tortilla con fajitas light per Coco


La cosa più difficile quando sei a dieta (come sono io da ben... ehm, due giorni!) è evitare la monotonia. Spesso si finisce a preparare le solite abbinate piatte che, diciamocelo, fanno venire la tristezza. Abbiamo tutti subìto la desolazione del classico petto di pollo con zucchine a vapore o bresaola con limone e insalata. In genere infatti 

giovedì 13 ottobre 2011

Chicken Tikka, cena degna di un Millionaire!



Se dico India cosa vi viene in mente? Io non ci sono mai stata, ma penso a spezie dagli intensi profumi, colori sgargianti, sari decorati, tatuaggi di henné e gioielli d'argento. E poi c'è il cibo: riso, pollo, verdure e legumi, tante spezie, cheese naan... yum!
Un classico della cucina indiana, diffusissimo ormai in tutto il mondo (tutti gli indian take away lo propongono!) è il chicken tikka. Si tratta di bocconcini di pollo marinati in yogurt e spezie e poi cotti nel forno tandoori oppure alla griglia, anche sotto forma di spiedini. L'importante è che la botta di calore sia forte, anche se bisogna fare attenzione a non seccarlo. La carne, grazie all'ammollo nello yogurt, rimane molto tenera.
Un'ulteriore elaborazione di questo piatto è il chicken tikka masala, in cui i bocconcini, marinati e cotti, vengono poi passati in un sugo a base di pomodoro, cipolla, innumerevoli spezie, un po' di panna ed eventualmente peperoni. Quello che ho preparato io, però, è la ricetta base.

Chicken Tikka
400 gr di petto di pollo
300 gr di yogurt (io ho usato quello greco, ma diluito con un po' di latte perché è denso)
coriandolo fresco
zenzero fresco (io 2 cucchiaini di quello in polvere)
2 cucchiaini di Garam masala* (o curry)
1 cucchiaino di paprika
1 spicchio di aglio
1 punta di peperoncino
sale

*In Italia viene chiamato normalmente curry il mix di spezie che contiene curcuma, coriandolo, cumino, zenzero etc. In India il termine usato per indicare questo mix è invece masala. Le miscele più diffuse sono il Garam masala e il Tandoori masala: se non sapete dove comprarli o vi trovate a improvvisare il piatto, va benissimo il mix che troverete al super con il rassicurante e noto nome di curry. :-)



Tagliare il petto di pollo in bocconcini. In una ciotola capiente versare lo yogurt e condirlo con le spezie, il coriandolo tagliato finemente e il peperoncino. Aggiungere anche l'aglio sminuzzato. Versare il pollo nella crema di yogurt e spezie, mescolare bene, coprire con una pellicola e lasciar riposare per almeno due ore (consigliabile anche tre-quattro). 



Scaldare la piastra, versare un po' alla volta i bocconcini sgocciolati e cuocere a fiamma viva. Mantenere la carne umida spennellandola di tanto in tanto (su entrambi i lati) con un po' di marinata. Impiattare, salare e servire a piacere con contorno di riso e/o verdure speziate (le ricettine delle verdure le proviamo un'altra volta!) 
La ricetta è anche molto leggera, visto che non c'è nemmeno un goccio di condimento (volendo potete aggiungerlo alla marinata, ma a dire il vero non trovo che sia utile!)




E se penso a un film che è un tripudio di colori, odori (anche se immaginati), sensazioni, immagini forti e avventura, proprio ambientato in India, penso a The Millionaire, di Danny Boyle



L'avrete visto tutti! La vita incredibile e avventurosa di un giovane proveniente dalle immense baraccopoli di Mumbai, ripercorsa nella mente dal protagonista che, come in una favola pop, si sta giocando tutto il suo futuro in un quiz televisivo, Who wants to be a Millionaire, appunto (format internazionale da noi trasmesso su Canale 5 e condotto da Gerry Scotti). Per ognuna delle domande che lo porteranno fino al jackpot finale, c'è un anedotto o un ricordo -non sempre felice - che lo aiuta a rispondere. Non manca l'amore, per una compagna di giochi e sventure divenuta poi bellissimo ostaggio di un malavitoso. Ma se siamo in una favola, ci vuole un lieto fine... giusto?

Il film ha un buon ritmo e un intreccio interessante. Riesce ad affrontare in modo originale e persino divertente tematiche delicate come la miseria delle baracche, gli scontri etnici tra indu e musulmani, la mutilazione dei bambini costretti a elemosinare per le vie di Mumbai e la facilità dei soldi che però porta alla perdizione, per chi sceglie la via dell'illegalità. Da vedere! Vi lascio il trailer.



giovedì 29 settembre 2011

Nuovi amori: Frida e le fajitas messicane



Ho un nuovo amore. Si chiama Frida. No, non il locale vicino casa mia. Parlo di Frida Kahlo. Ah, bella scoperta, direte voi, è la pittrice messicana più famosa al mondo. I suoi quadri densi di colore e intensi, ma crudi e terribili mi sono sempre piaciuti, e adesso, dopo aver visto Frida, il biopic a lei dedicato beh, li ho finalmente capiti. Se anche voi la apprezzate già, non potete che guardarlo. La regista è una donna, Julie Taymor, e se vi è piaciuto Across the Universe sapete già di chi si tratta. Le immagini e i quadri sono importantissimi nel film e illustrano le fasi della vita dell'artista, caratterizzata da sofferenza fisica, solitudine e amori infelici (uno, in realtà, quello per Diego Rivera, famoso pittore di murales con venti anni più di lei che la sposò ma non riuscì a esserle fedele per una, a suo dire, "genetica predisposizione al tradimento"). La protagonista è Salma Hayek, "imbruttita" per l'occasione con un non credibilissimo monociglio, ma credibile nella sua interpretazione di questo personaggio passionale, ribelle e non convenzionale. Frida, messicana di Coyoacàn nata nel 1907, iniziò a dipingere intorno ai 18 anni, dopo un terribile incidente in cui l'autobus su cui lei viaggiava si schiantò contro un taxi. L'incidente, che le provocò innumerevoli fratture oltre che un danno irreparabile all'apparato riproduttivo -un corrimano si staccò dal bus e la trafisse, entrando dal fianco e fuoriuscendo proprio lì.. ahiaaa!! -, la costrinse a letto per diversi mesi e anche in seguito la condannò a dolori continui, per i tentativi di "riparare" alle lesioni subite con una serie di interventi chirurgici più dannosi che utili. Racconto questo non per gusto sadico, ma perché essenziale per capire la pittura fortemente autoriferita della Kahlo, caratterizzata dall'autoritratto, da situazioni di solitudine e da continuo ricorso a elementi simbolici. La pittura diventa per lei una necessità, una terapia, un senso.



Il film ripercorre dalla gioventù alla morte la vita di Frida, che si inserisce nel solco della Storia grazie a grandi incontri, di natura amorosa - e bisessuale: amanti di Frida furono, ad esempio, una celebre fotografa dell'epoca e di Trozsky, esule dalla Russia di Stalin- e ricorre spesso a disegni, simboli, allegorie, che lo rendono fresco e piacevole. Insomma, a me è piaciuto!

E allora di cosa possiamo parlare se non di cibo messicano, più nel dettaglio di fajitas?



Queste della foto le ho preparate una sera, in cui ho fatto una cena a base di fajitas + insalata greca e tzatziki, ma di solito le servo come da tradizione, accompagnate da guacamole, crema di fagioli messicani, dadini di pomodoro e formaggio edamer grattuggiato; ognuno si compone la sua fajita con gli ingredienti che preferisce... o con tutti insieme.

Fajitas di pollo
Per 4 persone:
8 fajitas pronte da scaldare sulla piastra
600 grammi di pollo (o metà pollo e metà manzo)
3 peperoni rossi e gialli
cipolla
1 cucchiaino salsa Worchester o Tabasco
birra 
olio
sale
pepe
spezie (paprika o cumino, coriandolo fresco)

Tagliate la carne a striscioline e lasciatela marinare nella birra almeno per due-tre ore, con il succo di un lime e, se vi piace, il coriandolo fresco. Soffriggete la cipolla sminuzzata con poco olio in un'ampia padella antiaderente o su una piastra capiente, aggiungete i peperoni a striscioline, aggiustate di sale e pepe. Quando la cottura è quasi ultimata aggiungete la carne, la salsa Worchester o Tabasco, il cumino o la paprika e cuocete a fiamma viva. Servite caldo, insieme alle fajitas passata alla piastra e agli accompagnamenti di cui sopra.

Guacamole leggera con yogurt greco
1 avocado
mezzo cipollotto
1 vasetto di yogurt greco da 170 gr
sale
olio 
poco peperoncino

Tagliate l'avocado a pezzetti. Tre quarti li frullate con yogurt e un po' d'olio. Alla crema aggiungete la cipolla sminuzzata, poco peperoncino, il quarto di avocado a dadini, sale e pepe e, a piacere, pomodoro a tocchetti (io non lo metto).

Crema di fagioli
1 latta di fagioli messicani
mezzo cipollotto
peperoncino
sale
olio

Scolare i fagioli, metterne da parte un terzo scarso. Fate un soffritto di cipolla in poco olio e con un opo' di peperoncino, a cui aggiungerete i fagioli; salate e lasciateli cuocere finché non saranno spappolati (o potete passarli al minipimer, che si fa prima). Aggiungete i fagioli interi e servite.

Spalmate la fajita con le salsine, aggiungete la carne coi peperoni, arrotolate e... Hasta la vista


venerdì 29 aprile 2011

Sindrome cinese.. o cucina cinese?

Ciao a tutti, torno dopo qualche giorno di assenza dal mio e dai vostri blog per un piccolo intervento, niente di che, ma non ho avuto voglia e forze per mettermi ai fornelli e scorrazzare come al solito per il web. In compenso mi sono spalmata sul divano a vedere tv, film, e telegiornali. Seguendo per esempio la questione della moratoria sull'energia nucleare che di fatto impedirà di includere il quesito sulle centrali nei referendum del 12 giugno e al tempo stesso, come ha confessato candidamente Berlusconi, farà sì che "fra un anno o due si possa tornare a discuterne con un'opinione pubblica consapevole". Perché, sempre secondo il premier, il nucleare è "una scelta ineluttabile, l'energia più sicura". Inutile dire che trovo assurdo questo raggiro che impedirà agli italiani di esprimere la loro opinione su un quesito referendario per cui a tempo debito sono state raccolte 1 milione di firme. Oltre a questo, si riapre la questione della validità del nucleare come fonte energetica.
Come la penso ve lo dissi già qui. Oggi, per riflettere sul tema vi invito a vedere un film del 1979 che vi stupirà: è più attuale che mai. Sto parlando di Sindrome cinese, con Jane Fonda, Michael Douglas e Jack Lemmon


Una telecronista (Fonda) e il suo operatore (Douglas) fanno visita a una centrale nucleare nella città di Ventana, in California, per realizzare un servizio. Mentre sono lì succede un imprevisto: un incidente, che manda nel panico i tecnici nella sala di controllo, capitanati da Lemmon. Per fortuna l'emergenza rientra, ma Douglas ha filmato di nascosto la crisi e i due reporter vorrebbero mandare in onda il filmato. Ma l'emittente ha paura: ci sono troppi interessi in ballo, l'azienda proprietaria della centrale sta aspettando le concessioni per aprirne un'altra... I due decidono di indagare più a fondo su quanto accaduto e dovranno stare molto attenti.
Il film, diretto da James Bridges, fu al tempo accusato di inutile allarmismo, ma si è rivelato invece piuttosto lungimirante e profetico. Ma a cosa si riferisce il titolo, sindrome cinese? Si tratta di un'immagine iperbolica che spiega il timore di cosa sarebbe successo nel caso in cui fosse avvenuta la fusione del nocciolo nel reattore: niente avrebbe potuto fermarlo, avrebbe fuso la base della centrale, perforando la crosta terrestre e arrivando fino all'altro capo del mondo, in questo caso fino alla Cina. Nel film in realtà si dice che tale teoria è inesatta, perché nel caso in cui nocciolo fuso avesse raggiunto una falda acquifera, si sarebbe verificata un'esplosione nell'atmosfera, creando una nuvola radioattiva killer
Nella realtà, a Cernobyl dove la fusione del nocciolo è avvenuta, non si verificò fusione del pavimento della centrale né discesa del materiale radioattivo nel sottosuolo fino a falde acquifere. Fortunatamente, viste le già gravissime e terribili conseguenze dell'incidente che ancora oggi impediscono di avvicinarsi alla città, ridotta a un fantasma. 
Insomma anche se forse una vera e propria sindrome cinese non esiste, il film vale comunque la pena guardarselo. Zero colonna sonora, Jane Fonda con capelli rossi e cotonati e pantaloni a zampa d'elefante, Douglas con barba e capelli fluenti e piglio battagliero e Jack Lemmon fantastico, per un'interpretazione che gli valse nomination agli Oscar e ai Golden Globe e una Palma come miglior attore a Cannes.
Convinti?



E ora se vogliamo parlare di cinese, meglio concentrarsi sulla cucina... ecco qualche grande classico...
E voi, cosa amate di più della cucina con gli occhi a mandorla??

I classici involtini primavera!

Ravioli al vapore.. con carne o gamberi!
Pollo al limone
Zongzi, foglie di bambù con ripieno di riso, maiale, arachidi e uova di  anatra
Zuppa cinese con pollo, verdura e noodles di soja
Riso alla cantonese

mercoledì 12 gennaio 2011

Pollo al curry e verdura: Il Destino nel nome


L'immigrazione... Una necessità, un problema, un'opportunità, una chance di migliorare il futuro proprio e della nazione? Ormai viviamo in un mondo globalizzato e possiamo sentirci piuttosto lontani, fisicamente e mentalmente, dalla terra da cui proveniamo. Eppure le nostre origini prima o poi ci chiamano con forza, perché le radici dell'anima affondano in tradizioni, modi di essere, abiti, musica, cibi, atmosfere, colori che sono parte di noi. E anche se vogliamo rinnegarle, arriverà il momento in cui non potremo ignorarle. E' questo, per me, il significato del film "Il destino nel nome", che racconta la storia di Gogol, figlio di una coppia indiana emigrata negli Stati Uniti. Gogol cresce e si sente in imbarazzo per quel nome assurdo, appioppatogli dal padre come tributo allo scrittore russo de "Il cappotto", e decide di metterlo da parte. Ma l'India, seppure lontana e appena accennata nel film, è sempre presente e la sua forza tornerà a farsi sentire dirompente nello scontro tra due generazioni, che alla fine cambierà le prospettive di Gogol.
L'India, con il più classico -e facile- dei piatti oggi voglio proporvi anche in cucina! Sto parlando ovviamente del pollo al curry, che probabilmente ognuno di voi cucina con la propria versione... Dedico la ricetta a un'amica che non ama cucinare e che da tempo me l'ha richiesta. Vi lascio due varianti, a seconda che siate in dieta post festiva oppure non ne abbiate bisogno!

Pollo al curry 
Ingredienti per due persone
Tre fettine di petto di pollo
mezza cipolla 
100 ml di panna oppure 1/2 bicchiere di latte + 1 cucchiaio di farina
2 cucchiaini di curry
olio extra vergine di oliva, sale

Tagliare il pollo a tocchetti. Sminuzzare la cipolla a dadini e soffriggerla con qualche cucchiaio d'olio in una padella antiaderente. Quando la cipolla comincerà a imbiondire, aggiungete due cucchiaini di curry e la carne. Rosolate per bene e infine addensate il condimento aggiungendo la panna. In alternativa, aggiungete mezzo bicchiere di latte e un cucchiaio di farina... o ancora, se siete proprio a dieta, usate l'acqua al posto del latte. Cuocete per circa 10 minuti, salate e portate in tavola accompagnandolo con riso basmati cotto a vapore. Se vi va potete aggiungere al soffritto di cipolla dell'altra verdura, ad esempio carote e zucchine tagliate a julienne: io l'ho preparato così più di una volta. Altrimenti potete cuocere delle verdure a parte. Qui di seguito trovate la foto di una dadolata di patate, zucchine, cipolle e carote che ho preparato semplicemente tagliuzzando, condendo e infornando la verdura a circa 200 gradi per mezz'ora. Ottima e supersana... buona giornata a tutti!




mercoledì 29 dicembre 2010

La promessa dell'assassino: un tuffo nella Russia del Borscht


Ieri sera ho rivisto un film che mi aveva colpito la prima volta e che mi ha "disturbato" anche a una seconda visione. Si tratta de La promessa dell'assassino (Eastern Promises, 2007) di David Cronenberg. Un thriller noir che mette in scena un intreccio dove la scelta morale, ardua, si scontra con una spirale di violenza crescente. Anna (Naomi Watts) è un'ostetrica che si trova a far nascere una bambina mentre la giovane ragazza russa che la porta in grembo sta morendo. La madre, Tatiana, ha solo 14 anni e il corpo segnato dall'abuso di eroina. Non ha documenti, solo un diario. E per tradurlo dal russo e ottenere qualche informazione sulla famiglia della ragazza, che potrebbe adottare la bambina, Anna bussa al ristorante di cui la giovane conservava un biglietto. Ma la mossa si rivelerà un azzardo.
Sullo sfondo una Londra bagnata e fredda, protagonista è il mondo della mafia russa, incarnato da un patriarca senza scrupoli, dal figlio delinquente senza la stessa freddezza e abilità (Vincent Cassel), e da Nikolai (Viggo Mortensen), lo sgherro tuttofare, unico a mostrare uno spiraglio di umanità e di pietà. E poi scopriremo perché.
Non è un film leggero e se vi da fastidio la vista del sangue probabilmente non sarà di vostro gradimento. Ma la regia intensa di Cronenberg, la sua capacità di creare un continuo stato di tensione e la recitazione perfetta di Mortensen vi terranno con il fiato sospeso. Epica la scena in cui Mortensen nella sauna lotta, nudo e a mani nude, contro due aggressori armati. 
Un film forte, come i sapori della cucina russa. Come il borscht che il mafioso offre ad Anna, la prima volta che si incontrano. E' una zuppa diffusa in tutta l'Europa centrale, a base di barbabietole e per questo dal colore rosso rubino: ne esistono diverse varianti, in base alla provenienza geografica, e in quella russa è previsto l'uso della carne di vitello e il cavolo. Per i curiosi, riporto la ricetta 

Foto di Ginger & Tomato
Ingredienti (per 6 persone)
400g di bocconcini di vitello

100 gr di salsiccia
250g di barbabietole
1 cipolla grossa
200ml polpa di pomodoro
250g cavolo bianco
1 carota
2 cucchiai di aceto
pepe nero
1 foglia di alloro
2 rametti di prezzemolo
burro

200ml panna acida








Fate cuocere i bocconcini di vitello in un litro di acqua salata per un'ora. Una volta cotta, tagliate la carne a dadini, filtrare il brodo e tenere da parte. Tritate la cipolla e soffriggetela nel burro. Unite le barbabietole tagliate a cubetti e le carote a fette, condite con aceto e pepe nero e lasciate cuocere per qualche minuto.
A questo punto unite la polpa di pomodoro, il cavolo tagliato a striscioline e il brodo di carne fino a coprire le verdure. Lasciate sobbollire per circa 45 minuti. Tagliate la salsiccia a pezzetti e aggiungetela alle verdure assieme ai dadini di carne, l'alloro, il prezzemolo e l'altro brodo: proseguite la cottura per un'altra mezzora. Prima di servire togliete l'alloro. Portate in tavola la zuppa accompagnata da panna acida, servita a parte.

Dasvidania!

domenica 5 dicembre 2010

Nowhere boy, il giovane Lennon tra chitarre e fish&chips



Venerdì è uscito nelle sale italiane Nowhere Boy (regia di Sam Taylor-Wood), il film che ripercorre l'adolescenza di John Lennon, gli anni prima che, insieme con l'amico Paul McCartney, costituisse i Beatles e si trasformasse in una leggenda. Avvertenza: chi si aspetta un film infarcito di riferimenti musicali o di "dietro le quinte" sulle canzoni, resterà deluso. Chi spera di trovare la prova provata, l'epifania della genialità di Lennon, resterà ugualmente deluso. Nowhere Boy, semmai, sfronda il mito per restituirci, semplicemente, un ragazzo. Un ragazzo che dietro una corazza di sfrontatezza, strafottenza e spregiudicatezza, nasconde un animo fragile e profondamente toccato dalle proprie vicende familiari: dalla morte dello zio George, unica figura simile a un padre che John conosca; da zia Mimi, che vorrebbe educarlo al classico contegno inglese e lotta per lui contro la sorella, ai suoi occhi madre indegna. E da questa madre, Julia, che dopo anni di assenza all'improvviso torna nella vita di John e come un uragano la sconvolge, con entusiasmi esagerati alternati a vortici di tristezza o con il suo ammiccare di fronte agli amici, il suo parlare di sesso e rock'n'roll e le cene improvvisate a base di fish & chips nella carta assorbente. Se vi interessa la storia di un ragazzo "con la fame", che si fa strada attraverso l'adolescenza e arriva ai confini della vita adulta grazie alla musica, allora Nowhere Boy vi piacerà. Nel frattempo, ecco la ricetta per preparare voi stessi i fish & chips della migliore tradizione inglese. 

foto da http://www.londra.at/web/it/londra/
Fish & chips per 4 persone.
800 gr di filetti di merluzzo deliscati
succo di 1 limone
salsa Worchester
1 cucchiaio di senape
1 chilo di patate
Per la pastella: 
200 gr di farina 00,
2 uova,
1 cucchiaio di zucchero,
mezzo cucchiaino di sale,
6 cucchiai di acqua gasata,
6 cucchiai di birra,
6 cucchiai di latte

Il segreto dei fish & chips sta nella particolare pastella, molto corposa. Per prepararla bisogna sbattere i tuorli di uovo con la birra, lo zucchero, il sale, l'acqua e il latte. A questo punto incorporate la farina setacciata, pian piano per non creare grumi: dovrà risultare un composto omogeneo e liscio, che farete riposare mezz'oretta. Alla fine, montate gli albumi e uniteli alla pastella. Marinate i filetti di pesce in una salsa fatta con senape, succo di limone e salsa Worchester. Scolateli e immergeteli nella farina e poi nella pastella. Friggeteli in olio di semi finché non sono dorati. Il pesce va accompagnato a patate fritte tagliate spesse. 

Gossip. L'attore che fa John Lennon si chiama Aaron Johnson, ha 20 anni ed è in questo momento al cinema anche con il film Kick-Ass. Ma soprattutto, sta con la regista Sam Taylor-Wood incontrata sul set di Nowhere Boy, classe 1967; e lei ora è incinta. Mah. Misteri dell'amore (?). Vi invito a vedere la loro foto insieme su IMDB.

venerdì 26 novembre 2010

The Switch, in poltrona con nachos e guacamole



Wally (Jason Bateman) non è il principe azzurro: indossa maglioni orribili, è cinico, un po' nevrotico, ipocondriaco, dice quello che pensa anche se non ti fa piacere e quando si ubriaca diventa più cretino di un quindicenne. Per questo Kassie (Jennifer Aniston), pur considerandolo il suo miglior amico, lo scarta come donatore quando decide di avere un bambino da sola. Ma al "party d'inseminazione" non tutto va per il verso giusto. E quando sei anni dopo Wally incontra il piccolo Sebastian, animalista testardo e con tendenza a drammatizzare i propri malanni, scopre delle affinità elettive quantomeno sospette.... Se volete un film per trascorrere un'ora e mezza spensierata, potete scegliere Due cuori e una provetta, come hanno orribilmente tradotto il titolo originale The Switch, ovvero lo scambio. Certo, è un filmetto in cui più di una volta indovinerete gli sviluppi della trama e che banalizza totalmente un tema scottante come la fecondazione assistita, riducendo il tutto a una favoletta. Ma le scene con il bambino sono davvero divertenti, così come i personaggi secondari (il donatore "vichingo", l'amica pazza interpretata da Juliette Lewis e il collega-Jeff Goldblum) per cui godetevelo in santa pace, magari spiluccando qualche nachos con guacamole, come quella che Wally si tira addosso goffamente -ormai ubriaco- durante la festa organizzata da Kassie.

Per preparare la Guacamole vi servono:
1 avocado maturo
1/2 cipolla bianca
1 lime
sale
peperoncino
pepe

Alcune versioni di questa salsa mex comprendono salsa chili, pomodori, maionese, cumino... ma io preferisco la ricetta più semplice, più veloce da preparare e con più spazio per il sapore dell'avocado.
Tagliate a piccoli dadini la polpa dell'avocado: schiacciatene 2/3 e tenete da parte gli altri. Poi tagliuzzate a pezzettini mezza cipolla (se è piccola, se no anche meno!) e aggiungetela alla purea. Grattuggiate un po' di scorza di lime e unitela al composto, poi spremetene metà e unite anche il succo alla crema. Aggiungete una punta di peperoncino, sale e pepe e unite i dadini ancora interi. Mescolate e voilà, la vostra specialità messicana è pronta.
Se vi piace la versione con il pomodoro non dovete fare altro che tagliare anche quello a pezzetti piccolini e unirlo a tutto il resto. Se la crema viene poco amalgamata, potete aggiungere un cucchiaino di maionese o un cucchiaio di olio ma io lo sconsiglio, l'avocado è già così burroso!

Un'altra scena divertente del film si svolge in un ristorante: è l'incontro tra Wally e Sebastian. Il primo, convinto di suscitare grandi entusiasmi, ha ordinato un'anatra laccata alla pechinese. Ma il bimbo si oppone alle crudeltà inflitte alle anatre e non ha intenzione di mangiarla.... L'anatra laccata non l'ho mai cucinata e credo che sia pane per i denti di un vero chef: se volete provarci, però, potete dare un'occhiata alla ricetta, sul sito di Cucina Italiana; nel frattempo godetevi la scena.



venerdì 30 aprile 2010

Le insidie di Fringe e quelle del curry (verde)

Sorry my dear. So di parlare a un pubblico inesistente, ma rimane il dovere di scusare un'assenza di quasi un mese dalle pagine del blog, dai film e dalle ricette. Sono stata lontana anche dalle sale cinematografiche, devo dire la verità. Poca roba attraente, al momento, popola gli italici schermi (o io sono solo pigra? maybe).
In compenso ho fatto il pieno di serie tv. Così ho deciso di recuperare cominciando a parlarvi della serie Fringe, creatura di J.J. Abrams (per quelli a cui questo nome non dice niente, è la mente dietro a Lost e Alias) e, per farlo, la accompagnerò a qualcosa di esotico, una ricetta thailandese, che ho sperimentato solo con le gambe sotto il tavolo, in realtà. Per poterla cucinare io stessa dovrò fare un raid in qualche negozio di specialità alimentari orientali. Sto parlando del pollo al curry verde thailandese.
Ma andiamo con ordine.
Fringe è una serie televisiva a metà tra il poliziesco e il fantascientifico. Parla della divisione dell'FBI, che indaga su improvvise morti e catastrofi per ragioni scientificamente improbabili e quanto mai inquietanti. Protagonista, la bionda Olivia Dunham (Anna Torv), che recupera da un manicomio il vecchio dottor Walter Bishop (Jhon Noble, superb!) per aiutarla, trascinando in una spirale di enigmi e omicidi - esplosioni- teletrasporti e quant'altro anche il figlio di Walter, Peter, aka Joshua Jackson (il celebre Pacey Witter di Dawson's Creek, notevolmente migliorato sul fronte aspetto fisico, ndr).
In USA è ora in onda la seconda stagione, mentre Italia1 ha da poco cominciato a trasmettere la prima. La trama orizzontale di ogni puntata è quasi sempre ben collegata alla trama verticale che ci svela pian piano i ruoli di Olivia, Walter e Peter in un universo misterioso, terrinbile e al tempo stesso magico. Magico come solo una cucina allegra e al tempo stessa insidiosa (attenzione alla dose di piccante!!) come quella thai.
Volete provare il pollo al curry verde? Ecco la ricetta, da servire con riso al vapore profumato al gelsomino (meraviglioso).

Pollo al Curry Verde

Ingredienti per 4 persone
300gr. di petto di pollo, 1 cucchiaio di olio di soia, 2 cucchiai di pasta di curry verde, 70cl. di latte di cocco, 5 rametti coriandolo, il succo e la scorza di mezzo lime, un rametto di basilico thailandese, una falda di peperone verde, 1 mela.

Far scaldare l’olio e far cuocere appena i petti di pollo tagliati a striscioline, appena diventano dorati toglierli dal tegame. Nella stessa pentola far sciogliere la pasta di curry per circa 3 minuti, poi aggiungere il latte di cocco e far cuocere per 5 minuti a fiamma media. Aggiungere il basilico, il coriandolo il succo del lime, la mela a tocchetti, il pollo e far andare ancora insieme per altri 8 minuti o fino a quando il pollo sarà cotto e la salsa leggermente rappresa. Servire nei piatti e guarnire con la scorza del lime e qualche striscia di peperone verde; accompagnare con riso bianco a vapore.

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